30 aprile 2010

Cuore nero: viaggio nella destra radicale milanese

Qualche giorno fa abbiamo conosciuto Marco Arioli, il responsabile lombardo di CasaPound, una delle più giovani organizzazioni politiche di estrema destra (anche se loro preferiscono farsi chiamare “fascisti del nuovo millennio”). La loro appartenenza politica suscita quel misto di spavento e fastidio, comune nei confronti di chi manifesta un pensiero e un agire radicali. La rivendicazione fascista poi, è ciò che maggiormente offende chi proprio non capisce cosa ci sia di tanto affascinante nel ventennio, tanto da ispirare indegne celebrazioni. Abbiamo però cercato di mettere da parte i nostri giudizi (o pregiudizi?), ascoltando e cercando di capire.

Per quanto riguarda CP, si tratta non tanto e non solo di un riflusso nostalgico verso un passato eroico, quanto piuttosto del tentativo di “sviluppare in maniera organica un progetto e una struttura politica nuova, che proietti nel futuro il patrimonio ideale e umano che il Fascismo italiano ha costruito con immenso sacrificio”. Il loro simbolo è la tartaruga: “l’animale che per eccellenza rappresenta la longevità”.

L'associazione nasce a Roma nel 2003, con l'occupazione di un edificio che ne diverrà la sede, da parte di alcuni ragazzi, guidati da Simone di Stefano. Oggi l’esponente di riferimento è Gianluca Iannone, protagonista dell’esperimento che ha poi ispirato la nascita di CP, Casa Montag, e “teorico delle occupazioni”, oltre che fondatore del gruppo rock ZetaZeroAlfa.

L'approdo a Milano, recente, è stato assai travagliato. Prima come Cuore Nero - ma la sede di Viale Certosa è stata incendiata prima dell'inaugurazione, nel 2007, da antagonisti di sinistra - e infine come Casa Pound.

Il nome è, ovviamente, un tributo a Ezra Pound, uno dei grandi poeti del novecento, impegnato collateralmente nello sviluppo di una teoria economica “contro l'Usura”. Celebre la sua prigionia a Pisa, dove fu prima internato in un campo, e poi considerato pazzo grazie ad una perizia truccata proprio per salvargli la vita.

Al centro della sua speculazione economica è il cosiddetto “mutuo sociale”, ossia la costruzione da parte dello Stato su terreni pubblici, di case da vendere a prezzo di costo alle famiglie, senza passare per il cappio delle banche, l'ambizione è quella di dare una risposta concreta all'emergenza abitativa. Altro punto cardinale, la statalizzazione della banche: da quando “l'emissione della moneta è stata scippata alla Comunità Nazionale a favore di gruppi privati” i cittadini sono tenuti “sotto strozzo”, attraverso un calcolato e controllato aumento del debito. Si tratta dell'altrimenti detto “signoraggio bancario”, tema non ignoto anche al pensiero radicale di sinistra - fino a qualche tempo fa, era tema anche degli spettacoli di Beppe Grillo (anche se è considerato da molti una delle maggiori bufale via web).

-Comunque la si pensi, non è facile neanche riuscire a parlarne - si lamenta Marco, - ci ho provato nelle scuola, ma il commento alle mie parole era sempre lo stesso: “porco fascista!”. L'antifascismo è un mito duro a morire, come dottrina unica professata dai sedicenti progressisti di sinistra, tolta la quale molto spesso resta il nulla. Siamo pur sempre il paese incapace di fare i conti con la propria storia. -

Senza che questo significhi rinunciare all’antifascismo, va loro riconosciuto merito per le iniziative migliori, come la distribuzione della spesa ai poveri o, in Abruzzo, la collaborazione nella ricostruzione di Poggio Picenze, che ha spinto il sindaco - di centro sinistra - ad affidare loro l'organizzazione di una biblioteca, dedicata, ovviamente, a Ezra Pound. Per l'occasione è stato pensato lo slogan: “Libri come mattoni, per ricostruire l'Abruzzo”.

Per colpa di un nostro inveterato pregiudizio, restiamo stupiti dalla disponibilità di Marco a parlarci di ciò che fanno, e di ciò che pensano. Sembrerà banale, deamicisiano, ma anche il suo entusiasmo stupisce: non sono molte le persone entusiaste del loro impegno politico. Chi avesse il coraggio di andare oltre l’iniziale rigetto, è proprio su questo che dovrebbe interrogarsi, su come sia possibile spiegare quest'impegno. Va riconosciuta la loro capacità di mobilitazione, specialmente se confrontata con il nulla di chi, non credendo più in nulla, nulla fa perché un frammento di ciò che non piace cambi.

Per sfatare qualche mito, è bene segnalare la loro posizione, non comune (almeno fra le parallele organizzazioni politiche di destra), favorevole alla regolarizzazione delle coppie gay. Altrettanto degno di nota il loro antirazzismo, lontano da ogni possibile “caccia all'immigrato”. Anche loro, così come il mondo civile, pensano che il problema non sia mai l'uomo bisognoso di aiuto, ma il fenomeno dell'immigrazione clandestina. Difficile capire se dietro ai bei discorsi corrisponda un reale convincimento, fa comunque piacere sentire parole ragionate.

Alla fine della chiaccherata emerge che l’incompatibilità tra le nostre posizioni e quelle del responsabile di Casa Puond su molti temi non ci hanno impedito di ascoltare e di farci ascoltare, e per qualche secondo abbiamo intravisto la possibilità di un dialogo, di un confronto franco, non violento... Non è forse necessario questo per riuscire a realizzare qualcosa di nuovo e, secondo il motto di Confucio, tanto amato da Pound, rinnovare davvero?

Giuseppe Argentieri e Filippo Bernasconi

23 commenti:

  1. "Cuore nero: viaggio nella destra radicale milanese" ovvero come farsi intortare dai fascisti.

    sì, perchè a leggere questo articolo sembra quasi che il dichiararsi fascisti sia poco più che esprimere una preferenza per una squadra di calcio. sono fascisti, ma sono tolleranti. sono fascisti ma non sono omofobi, né razzisti, né violenti, né nulla che possa in qualche modo rimandare a qualunque tratto per il quale proclamarsi fascisti in italia è - che io sappia - reato.
    mi prendo la briga di fare un commento del genere perchè trovo l'articolo di una ingenuità disarmante e depistante. non sembra esserci il minimo filtro critico nel riferire dichiarazioni d'intenti e ideali. limitarsi a riferire le parole del diretto interessato, limitandosi ad aggiungere un laconico "Difficile capire se dietro ai bei discorsi corrisponda un reale convincimento", non è giornalismo. non è etico e non è corretto.

    il giorno dell'inaugurazione dello spazio (che ora sembra culturale), io e un mio amico decidiamo di fare un passaggio in volata in bicicletta davanti, per vedere quanta e quale gente fosse andata a celebrare un evento del genere.
    su suolo pubblico, senza bandiere, senza nulla di provocatorio addosso - a meno che non si consideri tale una macchina fotografica digitale - il mio amico ed io ci fermiamo qualche metro oltre il pacifico raduno di gente cui piacciono gli anfibi, la pelle nera (per le giacche, s'intende) e la doppio malto (cosa che mi ci accomuna).
    ora, per sfatare qualche mito, avviene un fatto che vi stupirà: veniamo accerchiati da 3 autedefinitisi fascisti, ci viene chiesto di scendere dalle bici e - nell'ordine - di cancellare tutte le foto dalla macchina fotografica, consegnar loro la scheda di memoria, consegnar loro la macchina direttamente. al mio tranquillo e reiterato rifiuto a piegarmi a una cosa del genere, per sfatare qualche mito, veniamo minacciati fisicamente e ripetutamente. e, quando dico loro che probabilmente i poliziotti che ignari chiacchieravano all'altro lato della strada sarebbero stati interessati a vedere l'attuazione delle di loro minacce, giusto per sfatare qualche mito mi fanno una bella foto primo piano e poi però rovinano tutto ricadendo nel solito cliché per cui mi dicono "ora la tua foto la mettiamo in bacheca e se ti becchiamo in giro fai una brutta fine".

    da qui, capirete, il mio anonimato.

    ora, quelli erano di casa pound e, vi assicuro, non erano tanto in vena di discutere di ideali di tolleranza o di argomentare le proprie posizioni ideologiche e culturali.

    per la cronaca: io e il mio amico siamo stati gli unici ad andare lì davanti, questi orsetti pound che avete amorevolmente descritto hanno impedito a qualunque giornalista di riprendere la manifestazione, hanno chiuso tutta la via, hanno tollerantemente cantato faccetta nera, ci hanno - con grazia - profetizzato un futuro non lontano in cui noi presunti "comunisti, froci, zingari" (o qualcosa del genere) non l'avremmo più "fatta franca".
    probabilmente perchè non gli abbiamo chiesto di parlarci delle loro idee, né gli abbiamo offerto l'opportunità di avere un po' di visibilità gratis e senza impegno o di mostrarsi più avanzati di quanto non siano.

    a fare marchette sono buoni tutti.

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  2. La battuta sulla pelle nera è spettacolare.
    Ciao

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  3. gentile g,
    la tua critica si sviluppa in due moment: il primo s'impernia attorno alla difesa della legge Scelba, sulla quale, secondo la tua lettura, noi svicoleremmo, ammorbidendo ingenuamente i tratti fascisti dei fascisti, il secondo invece è interamente occupato dall'episodio che vi vede protagonisti (ai fascisti e a te), sorta di racconto (con) morale.
    Essendo questo articolo stato scritto a quattro mani, mi limito qui a rispondere per me, ovvero per quanto concerne la mia porzione d'intenti.
    Sul primo punto: io non credo che la legge Scelba serva a qualcosa, né tantomeno che sia giusta. Questo per un motivo molto semplice: le dichiarate finalità antidemocratiche del fascismo, davvero d'antan, devono essere lecitamente dibattute, su spazio pubblico, da chiunque le voglia discutere, o proporre. Lo spazio politico dev'essere, per essere tale, perverso: ovvero tutto deve venire in superficie, e non restare istericamente a macerare nell'inconscio collettivo. Per un motivo, almeno, molto semplice: perché non si pensi che sia questo il male assoluto, o il pericolo più grande per la società, per le persone, per la democrazia. Perché non è così, perché ciò che è realmente pericoloso oggi, ma questa ribadisco è una mia lettura delle cose, non è ciò che rinchiudiamo nel spazio rassicurante dell'illegalità, ma quanto è sotto gli occhi di tutti, libero e legalizzato, e ideologicamente beatificato.
    Ancora sul primo punto: se tu dovessi scrivere sulla polizia, che faresti? Parleresti di Aldovrandi (ne scelgo uno, fra gli altri) oppure scriveresti di quanti rischiano la vita, ogni giorno, per "la nostra sicurezza"? Probabilmente scriveresti, con grande enfasi, di Aldovrandi proprio perché in quella situazione la polizia ha fatto precisamente "ciò che non avrebbe dovuto fare", e cioè non ha tutelato la sicurezza dei cittadini, ma ne ha addirittura ucciso uno. Eppure, ovviamente, così si finisce - a meno che non ci si consideri anarchici, e nemici dei piedi piatti - per non rendere giustizia di chi è nelle strade quotidianamente a tutelare l'ordine, e la giustizia, con uno stipendio da fame, ecc. Tutto ciò che abbiamo raccontato dei fascisti non è precisamente ciò che loro, in quanto tali, non dovrebbero fare? Ovvio che fascisti lo restano, e con orgoglio. Ma cosa vuol dire essere fascisti oggi? Abbiamo cercato di non circoscrivere i confini della risposta, ma di lasciare spazio alla curiosità del lettore.
    Sul secondo punto: quanto a te è successo è ingiustificabile, ma non prova nulla. Hai incontrato persone, certo violente, che non volevano essere fotografate, punto. Che poi fossero fascisti è assolutamente relativo, e anzi spiegabile col fatto che la precedente inaugurazione, come abbiamo scritto, è finita coi botti. Non so se mi spiego: si è dato fuoco, anzi si è messa una bomba, in quella che sarebbe diventata la loro sede; ovviamente la bomba ha fatto saltare anche appartamenti non strettamente coinvolti (se non erro un negozio) con il loro spazio. Ora, io mi sento di giustificare una certa forma di paranoia, derivante da questo episodio, tu no? E non deriva forse, l'episodio stesso, da quella stessa mentalità per la quale è questo fascismo il male assoluto?


    Giuseppe

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  4. Leggo questo bell’articolo, e, dato che ho il piacere di conoscere personalmente i due autori, mi permetto di lasciare una mia piccola riflessione al riguardo, partendo dal commento di “G”. Senza voler ironizzare sulla spiacevole vicenda narrata (forse utilizzare l’iniziale per firmare un commento su un blog è un po’ troppo…o forse sto sottovalutando i potenti mezzi delle Armate Nere di risikiana memoria), non posso che condividere il rilievo che fa Giuseppe: purtroppo – dato il clima propriamente paranoico che aleggia intorno a certo movimentismo politico, sia di destra che di sinistra – devi ammettere, caro “G”, che il fatto di andare ad una manifestazione del genere con una macchina fotografica, e tanto più dopo gli episodi criminosi (e direi terroristici) occorsi in occasione della inaugurazione della sede milanese di Cuore Nero, e scattare allegramente delle fotografie, non è proprio “opportuno”: e ciò puoi spiegartelo semplicemente considerando il senso della brutta minaccia che hanno rivolto a te ed al tuo amico, ovvero “fotografare per schedare”, e per poi “randellare”. Una pratica disdicevole ma in voga, purtroppo, sia a destra che a sinistra. Mi potrei prestare per un esperimento: fare un giro in giacca e cravatta nel mezzo di una manifestazione dei centri sociali o della sinistra antagonista, scattando foto ai partecipanti. Credo che la reazione sarebbe la stessa, magari senza nemmeno il preavviso di una minaccia. Purtroppo, ripeto, questa è l’aria che avvelena la militanza politica in Italia, o perlomeno quella di area “radicale”, sia a destra che a sinistra. Qual è la causa di tutto ciò? Il discorso è complicato, e arriva lontano: dagli anni di piombo, e prima da quelli della guerra civile, e prima ancora dagli anni insanguinati che furono il preludio dell’avvento del fascismo (quello vero, storico). Per stare sull’argomento dell’articolo, prendendo ad esempio i militanti di area neofascista, il discorso è duplice: vi è certo un profondo disprezzo per l’avversario, ma esso, o perlomeno la sua intensità, deriva in larga parte dal livore con cui la controparte politica guarda a queste persone. L’ossessione antifascista della sinistra italiana è un sentimento ancestrale: è un misto di rancore, probabilmente motivato dal fatto di non essere riusciti – nel tempo - ad estirpare completamente il virus del fascismo, a sradicarne la pianta ideologica, e di cieco disgusto. Un disgusto con cui si arriva a negare al “fascista” (o al presunto tale) ogni barlume di dignità, persino di umanità. E purtroppo, anche dal commento di “G”, questa visione francamente manichea traspare in modo piuttosto evidente: il fascista è cattivo. Dunque, quando dice cose buone, o mente, oppure le dice, ovviamente, con un secondo fine. Questo è sintomatico: il fatto è che, per una parte della sinistra, ammettere che, su alcuni temi etici e persino economici, il pensiero neofascista sia ancora più “rivoluzionario”(in qualche caso quasi egualitarista) di quello della propria parte politica, rappresenta uno smacco insopportabile. Questo, ovviamente, senza voler celare le profonde differenze che vi sono tra le opposte visioni politiche. Il fatto che però non si voglia vedere un terreno di dialogo (come hanno fatto i due autori di questo articolo) nemmeno quando questo potrebbe effettivamente esserci, è un segnale molto negativo. E che da la misura della chiusura mentale di certe aree politiche ed ideologiche.

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  5. Permettetemi due accenni ad un argomento che, da liberale (volendo radicale) di destra, e con un piccolo passato di militanza politica mi sta moltissimo a cuore. Considerando le posizioni espresse dai militanti, sempre per stare sull’argomento dell’articolo, di “Casa Pound” (ma potremmo generalizzare ai gruppi della “destra radicale” o semplicemente neofascista), torna alla ribalta un quesito antico: che cosa è di destra? Dal mio punto di vista, il concetto di “destra” in Italia è condizionato, in negativo, dal mio punto di vista, da due figure: Mussolini (per ieri) e Berlusconi (per oggi). Entrambe figure che non provengono, propriamente, da ambienti di destra, né che propugnano idee (e parlando di idee mi riferisco solo al primo dei due…) che possono, a mio avviso, considerarsi effettivamente “di destra”.
    Chiudo, polemicamente, con una battuta di Jean Marie Le Pen, personaggio che ritengo pessimo, ma di cui ho trovato geniale, concettualmente, questa frase: «Io? A parte il fatto che per me Mussolini è un ex socialista, voi in Italia non avete ancora capito chi sono davvero. Il Fronte nazionale ha fatto eleggere arabi, ebrei, neri. Io non sono un razzista. Sono un nazionalista francese». Ipse dixit.

    Niccolò

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  6. scusate se non argomento filosoficamente, ma non amo sprecare il mio tempo, perdonatemi se non mi metto a discutere con voi i pro ed i contro della legge scelba o delle meravigliose sorti e progressive della democrazia.
    ma ho il difetto di essere una persona pragmatica e qui mi sembra che stiate tendendo la mano a gente che, se i rapporti di forza fossero diversi non si farebbe troppi problemi a schiaffarvi nei forni.

    non è nemmeno un problema di schieramenti politici è proprio un problema darwiniano di intelligenza e di sopravvivenza.

    un antifascista

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  7. http://opinionismo.blogspot.com/2010/01/opinionista-n-7.html

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  8. ho aspettato appositamente qualche settimana a scrivervi. Volevo farvi i complimenti, i complimenti per aver fatto campagna elettorale (dandogli visibilità) per il blocco studentesco. Sotto elezioni dei primi 5 post sul blog, 3 erano dedicati ai fascisti (i bravi ragazzi di cpi, la libreria, il simbolo di bs tra quelli in corsa per il cnsu - che si poteva benissimo omettere come avete omesso demos alle scorse elezioni per aiutare su).

    Un consiglio, però: il piano sul quale i discorsi vengono praticati, non è l'Olimpo o un caffè viennese e nemmeno un salotto romano in cui ognuno esprime le proprie opinioni in libertà e senza conseguenze pratiche.... i discorsi sono sempre praticati all'interno di rapporti di forza, schierati nello scontro dall'una o dall'altra parta, che se ne sia coscienti o meno. Il sapere serve per prendere posizione, si forma sempre all'interno di un rapporto di potere (visto che al filosofo autore dell'articolo piace spacciarsi per la Arendt dei poveri, un pò di Foucault non gli farà dispiacere).

    Se io dovessi scrivere un articolo su bs avrei mille motivi per elogiarli, uno di questi è la loro capacità di legittimarsi grazie a referenti importanti e attraverso operazioni culturali molto efficaci (molte delle quali passano anche grazie a gente come gli autori dell'articolo, sansonetti e la concia).

    Un consiglio però mi va di darlo, perchè mi sembra che gli autori siano in assoluta buona fede: pensate alle conseguenze politiche di quello che decidete di scrivere, cercate di essere meno ingenui.

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  9. Non mi è del tutto chiaro il consiglio dell’anonimo qui sopra. Cosa ritiene avrebbero dovuto aggiungere all’articolo, per mostrarsi meno ingenui? Sarebbero stati meno ingenui se, per esempio, avessero usato in chiusura la brillante considerazione dell’anonimo “antifascista” «se i rapporti di forza fossero diversi non si farebbe troppi problemi a schiaffarvi nei forni» (per chi non avesse letto il commento l’anonimo si riferiva ai fascisti, occorre specificarlo perché si tratta di una banalità appiccicabile ovviamente su qualsiasi estremismo)? Più chiaro mi sembra il suggerimento di ridurre la presenza o almeno eliminare i riferimenti iconografici degli antagonisti durante la campagna elettorale. In questo caso è la redazione intera a peccare di ingenuità, ritenendo che sia da favorire l’approfondimento, incuriosire l’elettorato sulle proposte: l’elettore vero (quello che serve) è quello che va guidato, non confuso presentandogli troppe cose su cui riflettere. D’altronde tutti sanno che quel principio per cui in democrazia la vera libertà del voto esiste solo se c’è la consapevolezza nella scelta, è un principio della destra liberale (e quindi fa schifo).
    L’anonimo saggio ha ragione, non siamo nell’Olimpo, neppure in un caffè viennese. Ma se non si punta in quella direzione, se non si cerca di colmare questa distanza, se non si dimostra mai la volontà di considerare lettori ed elettori (specie se si tratta di studenti universitari!) come persone con cui poter discutere onestamente e percorrere le zone grigie con fiducia, senza la paura di essere sopraffatti o l’ansia di (con)vincere, significa necessariamente che la considerazione che si ha della democrazia è quella di una campagna promozionale, nulla di più. Chi ha firmato questo articolo sta dando quel credito alla democrazia e all’intelligenza degli studenti che l’anonimo vorrebbe negare. Proprio per questa fiducia e questo ragionato coraggio io vorrei invece indirizzare il mio plauso ai due ragazzi e alla redazione, senza per questo mutare la mia considerazione fortemente negativa del gruppo di Casa Pound.

    Stefano (uhuh)

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  10. la differenza che sfugge alle anime belle qui presenti è quella che esiste fra concetti libreschi e realta concreta.
    la realtà concreta, come ricordava il commentatore sopra è fatta di rapporti di potere reali, alcuni di questi sono favorevoli al pluralismo altri hanno come unico scopo quello di eradicare il pluralismo, cpi rientra in quest ultima definizione e le sue azioni lo domostrano senz'ombra di dubbio alcuno: piazza navona l'abbiamo vista tutti, ma potrei passare ore e giorni a ripercorrere la storia delle aggressioni politiche di cpi(qualcuno si ricorda di radio popolare ?) o a sciorinare i curriculum giudiziari dei suoi simpatizzanti (fra tutti i due fratelli todisco)tuttavia non credo che questo potrebbe farvi sinceramente cambiare idea visto che, in cuor mio, credo che abbiate chiaramente scelto la parte dove stare.
    di cio che dico sia prova il fatto che il concetto di antifascismo viene impliitamente associato ad un non precisato estremismo politico di sinistra, sia nell'articolo che nei commenti; nulla di piu lontano dal reale l'antifascismo coniste semplicemente nel preservare le regole della dialettica nella pluralità, regole che non prescrivono da NESSUNA PARTE la tolleranza per gli intolleranti (fisto che mi sembra amiate le maturbazioni filosofiche provate a rileggervi popper).
    in parole povere l'antifascismo divide il campo del politico in due parti, chi ama essere comandato a bacchetta e chi preferisce restare autonomo ed indipendente è la differenza sostanziale fra una politica che si regge su un principio di confronto con una che si rifà alla mistica funesta delle piccole patrie.
    detto questo ribadisco che dalla mia parte non vi concedeo nemmeno il beneficio della buonafede, perche siete adulti e vaccinati e perché sono perfettamente convinto che non si tratti di un problema di collocazione politica ma di un incompetenza di base che, nel vostro caso specifico, si esplica nel non avere nemmeno remotamente idea del dove la democrazia stia di casa.
    siete convinti di essere tolleranti, ma la vostra come quella di concia e sansonetti è una tolleranza a senso unico, che elogia i figliocci scemi del potere nella speranza di ingraziarsi il potere medesimo.
    cio che piu mi manda fuori dai gangheri è la vostra pretesa di essere partiolarmente innovativi "liberali" addirittura (come se non fosero mai esistiti antifascisti liberali), in realta sate recitando un copione molto piu vecchio di voi stessi, con ruoli che abiamo gia visto nel periodo 38-45: erano oppressi anche loro dal regime, ma convinti che la solerzia nell'obbedire gli avrebbe garantito un posto privilegiato nel momento del castigo, si chiamavano Kapò e, ironia della sorte, alla fine son finiti nei forni pure loro.

    sempre l'antifascista di prima

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  11. Sono il coautore dell'articolo e vorrei intervenire anch’io nella querelle.
    Racconto brevemente la genesi del pezzo. Ci siamo detti: si sa che il fascista è per definizione brutto, sporco e cattivo; E’ ancora così per tutti, o magari qualcuno col tempo si è un po’ evoluto? Navigando su internet abbiamo prima incontrato i fascisti di Forza Nuova, che riproducono in pieno i più bassi stereotipi nei loro confronti: storicamente ignoranti fino all'inverosimile (negazionisti, hitleriani etc.), più clericali di un sanfedista, razzisti e teorici del body-building come argomentazione politica.
    Continuando a navigare abbiamo trovato una sigla diversa, almeno apparentemente, dall'idea pregressa che avevamo e abbiamo deciso di parlare con il responsabile. L'articolo riporta quello che ci ha raccontato (in parte, visti i limiti di spazio).
    Visto il polverone suscitato ho riletto l'articolo, cercando le infami tracce di apologia, e mi permetto di elencarle: la persona con cui abbiamo parlato era cortese e disponibile; Casa Pound vuole creare il mutuo sociale, idea per me poco realizzabile della quale spieghiamo i termini; i fascisti in questione sono andati in Abruzzo ad aiutare i terremotati, dichiarano di non essere contrari alle unioni omosessuali e agli immigrati in quanto persone (lo penseranno davvero? chi lo sa). Qui il nostro lavoro è finito, chi è interessato può leggere qualcosa che difficilmente gli capiterà di incontrare altrove, gli altri non sono tenuti. Dal punto di vista giornalistico non ho nient’altro da aggiungere.
    Rispondo ora alle obiezioni più politiche, iniziando brevemente dall’ultimo commento prudentemente anonimo (non si sa mai). La pubblicazione sul blog in prossimità delle elezioni è del tutto casuale, e anticipa l’uscita sul cartaceo (avvenuta dopo il voto). Spero non abbia contribuito al brillante 3% ottenuto dal Blocco, tra l’altro mai citato nell’articolo.
    L’articolo sulla libreria Ritter, scritto solo da me, mi sembra non faccia fare una gran figura ai fascisti (a meno che non sia apologia dire che sanno leggere). Sulla pretesa poi che avremmo dovuto censurare la presenza del Blocco tra i candidati, stendo un velo pietoso.
    Vengo al fulcro delle argomentazioni “anti-articolo”: l’idea viene prima del fatto. Ossia, visto che il fascismo è sbagliato, qualsiasi fatto (o affermazione) che può far vedere i fascisti in un’ottica migliore o anche solo diversa, è tabu. Non si contesta, per esempio, l’idea in sé di mutuo sociale, ma il diritto di parlare con loro e sentire cos’hanno da dire. Non è sbagliato tanto il contenuto delle loro affermazioni, è sbagliato che possano parlare, o che si riporti cosa dicono.
    Liberissimi di pensarla così, mi spiace però dire che non sono d’accordo. Pensare che le proprie idee vadano custodite in un pianeta Iperuranio lontano da ogni influenza esterna, e che ogni contatto con il sordido nemico sia peccaminoso, è un atteggiamento mentale con il quale non avevo più a che fare da quando ho smesso di frequentare il catechismo. Rivendico il diritto di conoscere le opinioni di tutti, e non penso con questo di essermi schierato con loro.
    Apprendo poi che non saremmo in un salotto romano dove ci si può esprimere in libertà, bensì all’interno di rapporti di forza tra buoni e cattivi, un po’ come nei film di John Wayne. Insomma, uno scontro tra uomini duri, non roba per ingenuotti come me e il mio amico.
    Ma non è forse l’atteggiamento di chi le argomentazioni dell’altro non le vuole neanche sentire, nemmeno se gliele raccontano, che ha creato questi blocchi contrapposti?
    F. Bernasconi

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  12. Sono "ragazzi dell'estrema destra" ma vogliono la pace nel mondo, si definiscono fascisti ma sono antirazzisti e a favore delle unioni omosessuali (fossero stati anche antifascisti si sarebbero picchiati da soli ma avrebbero avuto più consensi... bisognerebbe dirglielo), ma scusate: perchè si definiscono fascisti allora? Perchè non si autonominano "il movimento della marmotta della cioccolata" "la compagnia del volemose tutti bene" o " l'allegra brigata per la pace nel mondo"?
    Prima di tutto mi dispiace ma non posso che dare ragione alle critiche precedenti. Onestamente trovo vergognoso questo articolo per una serie di ragioni.
    Loro si definiscono fascisti,spesso si comportano da fascisti (eccetto in università dove a quanto pare stanno cercando una legittimazione che certi giornali non esitano a dargli), ma in questo discutibile articolo vengono semplicemente definiti " i ragazzi dell'estrema destra", cosa che mi sembra quantomeno riduttiva...
    I miei pregiudizi nei confronti dei "nipotini" delle persone che hanno fato sbattere mio nonno in campo di concentramento, che hanno picchiato a sangue mio zio (ma come i miei parenti in molti hanno subito consegueze di questo tipo), me li tengo ben stretti.
    Cose del lontano passato? Scusate ma a quando risale la morte di un ragazzo accoltellato sui Navigli? Piazza Navona? L'aggressione a Saverio Ferrari? Le lettere di minaccia ad un consigliere di rifondazione? Le coltellate ad un altro?
    Essere antifascisti oggi eqivale ad essere comunisti? Ho amici che rabbrividirebero a saperlo... Stupida io che pensavo fosse uno dei valori fondanti della nostra costituzione (ma forse fra poco diverrà comunista anche quella e in parte lo è già diventata per qualcuno), e che è un valore talmente forte che molte persone ci sono morte per ribadirlo (fino a non molto tempo fa peraltro).
    Con i fascisti non si dialoga, mai, piazza Navona (ma anche la storia del fascio) dovrebbe insegnarlo a tutti, e proprio non capisco come si possa fare lo stesso errore più volte (masochismo?).
    Non tutte le opinioni sono legittime, ci sono determinate cose (come le idee razziste, sessiste, legittimazione di stupri, omicidi o il fascismo) che non possono e non devono poter essere sdoganate. Non è una questione di tempi, non è nemmeno una questione esclusivamente morale, è una questione di "benessere" della società. Oggi si tende ad appiattire qualsiasi cosa, fascismo = comunismo, clandestino = migrante, si può parlare di qualsiasi cosa e costruire opinioni irremovibili semza sapere nulla della questione (e anticiperò parecchie critiche dicendo che sì, ho ben presente qual'è la realtà dei fascisti a Milano e in Italia, forse anche meglio di alcuni di loro), oggi si pensa che sono tutti uguali, che tanto il fascismo è una posizione come un'altra. NO, cavolo. Non si tratta di "pregiudizi" (la parola usata in questo contesto mi ha fatto arrabbiare non poco), si tratta di sanità mentale. Si tratta di diffidare di gente che di giorno è gentile e amichevole e di notte aspetta con altri 2 amici e un coltello che tu sia solo, che in università sembra un piacione amichevole e si mette davanti all'uscita delle scuole superiori a spaventare i ragazzini.
    Ecco quì il mio sfogo, mi sono sentita molto amareggiata e in parte ho spiegato i motivi.
    Notate bene che non dico che non avreste dovuto pubblicare un articolo sull'estrrema destra milanese,ben vengano pezzi di approfondimento su una situazione così poco conosciuta, semplicemente avreste sicuramente dovuto scegliere tempi (lontani dalle elezioni) e modi (in maniera un pò meno condiscendente e amichevole, un pò meno vergognosamente succube) diversi.Potete non essere daccordo con quanto ho scritto ma credo che sentirsi più vicini ai fascisti sia una cosa parecchio inquietante che vi dovrebbe quantomeno fare riflettere.

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  13. Sono l'ultima commentatrice, ho scordato di scrivere che l'anonimato per quanto mi riguarda (dato che ho letto qualche ironia sulla cosa) è dovuto al fatto che i "cari amici di Casa Povnd " non sono sempre così dialoganti con chi non la pensa come loro, e generalmente il loro disappunto lo esprimono con il coltello e non con la parola sagace. Essendomi cara la pelle preferisco esprimermi anonimamente.

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  14. cio che non mi capacito di comprendere è perche tutto questo stupore nei confronti di questi loschissimi figuri, non avete scoperto l'america avete semplicemente scoperto i terzoposizionisti: parole "di sinistra" e pratiche politiche da fascisti, questo modo di fare non l hanno inventato i "ragazzi" di cpi ma risale agli anni 60 ed era fra l'altro condiviso da altri "ragazzi" quali Mambro e Fioravanti, partiti da posizioni "dialoganti" e finiti ad essere il peggior gruppo di fuoco dell estrema destra italiana e i resposnabili della peggiore strage della storia repubblicana.
    guarda caso il padre ideologico di CPI è Gabriele Adinolfi che, se aveste studiato la metà di quanto vi piacerebbe, sapreste che è uno dei peggiori relitti dello stragismo nero con imputazioni che risalgono ai NAR e alla strage di bologna e se è vero che la mela non cade mai lontano dall'albero anche il suo delfino Iannone ha sul groppone un paio di aggressioni a sprangate a ragazzini (ovviamente in dieci).
    questo poi per tacere di quelli che fino all'altro ieri erano i referenti milanesi di cpi dove fra tutti spiccava Todisco figlio della peggior feccia naziskin degli anni 80 nonche spacciatore pluripregiudicato.
    il dramma e che voi non siete nemmeno capaci di fare inchieste di approfondimento, siete stati talmente tanto alienati da quello che oggi viene definito come "informazione" da non sapere più in cosa consiste l'approfondimento vero, fate quattro chiacchiere con un cazzone qualunque, messo li apposta per farvi una buona impressione e coniderate concluso il vostro lavoro. Cio che è piu grave è che o vi mancano proprio gli strumenti intellettuali per approfondire (ma non credo) oppure, coscenti del fatto che per qualunque notizia, oggi in italia, non valga la pena approfondire e sostanzialmente ci sia anche il rischio di farsi male, tanto vale smettere di produrre informazione e produrre intrattenimento.

    per quanto riguarda poi le pratiche politiche, dove sta l'innovazione ? l'operato di cpi è semplicemente una copia (con diec anni di ritardo) delle esperienze dei centri sociali, utilizzando finanziamenti da parte di pdl e affini e con una torbitidà politica davvero inquietante.
    vogliono il mutuo sociale ? si ma chi sta a san siro con gli occupanti, chi ha sempre appoggiato i movimenti REALI per la lotta per la casa ?
    hanno scoperto le rivendicazioni studentesche ? si ma chi si è preso le legnate dalla celere durante l'onda chi i processi ?
    sono andati all'aquila ? ma pensa te che bravi ragazzi conosco gente che c'è stata 10 volte tanto che ha fatto 100 volte il lavoro senza un trafiletto senza che nessuno pseudo-giornalista si stupisse o ci scrivesse sopra anche due righe, un po come gia detto per servilismo, un po perché non state facendo informazoine ma intrattenimento, il fascista "buono" è un po come un orso ballerino o una donna barbuta una cazzata circense che intrattiene senza lasciar troppo spazio al pensiero.

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  15. per quanto riguarda l'anonimato come gia detto da altri è un esigenza di auto-tutela perche nessuno mi assicura che un domani voi non vi troviate coi vostri amichetti dietro ad una birra e venga menzionata questa conversazione, visto che non ho particolare piacere a farmi sbudellare a coltellate da qualche merdoso degli irriducibili preferisco rimanere anonimo.

    chiudo con un piccolo esperimento mentale per mostravi la differenza fra fascisti ed antifascisti.
    oggi voi avete oggettivamente scritto un articolo esecrabile, che sdogana i neofascisti e nessuno per questo vi torcerà un capello, paradossalmente anche se aveste scritto un bell articolo di condanna dei csoa(che credo a sto punto dopo questa bordata di polemiche sarà il vostro prossimo obiettivo) nessuno vi avrebbe fatto un cazzo di niente.
    e se invece aveste scritto un articolo critico nei confronti di cpi ?
    sappiamo entrambi che i vostri nomi e le vostre foto sarebbero finiti su quella ipotetica bacheca di cui parlava il primo commentatore, e sappiamo entrambi che non sareste mai stati tanto coraggiosi da uscire con un articolo del genere.

    vi lascio con questa consapevolezza altri, migliori di voi, fanno informazione voi riempite delle pagine perche è piu igienico non svegliare il can che dorme.

    sempre l'antifascista di prima

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  16. non si può dire tutto in una volta

    che fare dopo questa "bordata di polemiche"?
    devo dire che la cosa che più mi ha sconcertato è la banalità del nostro stesso articolo, e lo dico sinceramente, la povertà dei concetti ivi espressi è realmente incredibile, e si può ridurre a un assai semplice "il fascista non è cattivo (per definizione)".
    evidentemente questo è indigeribile, e anzi velenoso.
    ma è davvero così?
    intanto, mi preme fare qualche precisazione:
    1) non facciamo apologia di fascismo, non siamo fascisti, e non pensiamo che il duce sia stato un padre della patria di cui essere orgogliosi, o al quale sia doveroso richiamarsi.
    2) il riferimento alla violenza terroristica degli anni '70/80 è quantomeno fuorviante. è vero, molti sono i fuoriusciti di quel periodo che ancora s'atteggiano a guru, o a punti di riferimento per giovani leve, ma questo vale sia a destra che a sinistra.
    3) lo stesso discorso vale per altri e più recenti episodi di violenza, faccio un esempio: risale al '97 l'aggressione a "atomo" tinelli, consigliere di rifondazione da parte di cosiddetti fascisti, in realtà quasi tutti provenienti dall' msi e dalla fiamma tricolore, fra loro anche il figlio di la russa. ora, tutti quelli dell'msi sono terroristi? fascisti che non devono avere nessuna legittimazione? sarebbe quasi banale ricordare che missino è stato anche paolo borsellino, o - più recentemente - gioacchino genchi.
    4) preciso, inoltre, che ad aggredire saverio ferrari sono stati militanti di forza nuova, e non di casapound, ma mi rendo conto di quanto possa apparire sofistica quest'affermazione. ma sono necessari rilievi più circostanziati, tenendo conto che la stessa casapound quante ne fa, tante ne subisce.
    5) tutti parlano di cosa è successo a piazza navona. bene, non che sia esaustivo, e, anzi, il titolo stesso lascia parecchio a desiderare, ma vi invito a vedere questo video (che andrebbe visto interamente nelle sue parti): http://www.youtube.com/watch?v=koX2_nI-BSI

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  17. 6) sia chiaro, una volta per tutte: non siamo fascisti, dire quello che abbiamo detto è realmente, profondamente, terribilmente banale: il fascista non è colpevole in quanto tale: ovvero, ciò che un fascista afferma merita critiche e non censure. sia chiaro anche che considerare oggi l'antifascismo un mito datato (cosa che per altro l'articolo non fa, visto che ci definiamo antifascisti, addirittura...) non significa rinnegare quelle che furono le lotte partigiane, liberali, comuniste, cattoliche, e insomma la resistenza tutta, ma cercare di spingere la comprensione delle cose un po' più in là, affermando che non è più quello il pericolo che stiamo correndo; e che, come è doveroso chiudere la stagione del terrorismo che fu, tanto più lo è il riconoscere che non c'è più realtà che sia oggi comprensibile a partire dai richiami al fascismo, né all'antifascismo che fu.
    così pensare che di questi tempi a milano ogni manifestazione dell'uno e dell'altro debba essere o impedita, o boicottata, o trasformata in rissa dai rispettivi partecipanti, dalle rispettive tifoserie, è quanto di più avvilente si possa immaginare, nonché di conforme alle logiche del potere, di quello vero.
    ecco perché parlare di casapound può avere senso, ed ecco che aver scritto fondamentalmente delle banalità sulla stessa dovrebbe far incazzare di più loro - la cui originalità eventuale è tutta da dimostrare, ovviamente - che altri, ai quali preme semplicemente che non si parli di loro, perché non hanno il diritto di parola, e perché con loro non si dialoga, ecc.
    le cose sono più complesse, e lo sono al punto che un eventuale bivacco di manipoli oggi potrebbe benissimo sedere sugli scranni parlamentari e pure essere impotente; e trovo più proficuo a questo proposito discutere dell'insostenibile innocenza di un semplice ipad, piuttosto che dell'incostituzionalità del fascismo, o della mancata abrogazione della legislazione fascista (anche dopo il 1948) piuttosto che di mambro o fioravanti; insomma di come funzioni l'economia, di come lo stravolgimento dei principi della costituzione sia cominciato con la stessa, tanto per fare due esempi, che ovviamente richiedono studio, lucido e disincantato.
    7) cosa fare dopo questa bordata di polemiche. "bordata"? le polemiche ben vengano, non sono quelle che stupiscono, semmai l'emotività delle stesse, l'incapacità di affrontare certi problemi a freddo, neanche nelle università, dove sarebbe bello potersi parlare sempre e in ogni caso – ma ben venga ciò che facciamo qui, ben vengano questi toni, piuttosto che niente, piuttosto che meno di questo. vorrei anche rassicurare l'"antifascista di prima" che se anche parleremo dei centri sociali non lo faremo animati da uno spirito di vigliacca e biliosa vendetta condominiale (perché poi?), anche se ulteriormente rassicurati dalla certezza che "paradossalmente" non ci verrebbe "torto un capello".

    vi ringrazio per i consigli di lettura, e anche per aver sdoganato il ricorso alla filosofia, che evidentemente non è solo una mia prerogativa.

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  18. un'ulteriore precisazione:
    siamo sicuri che far parlare dei neofascisti (di qualunque specie) in un'assemblea, o metterli sotto le luci di un riflettore - per quanto piccolo - sia davvero far loro un favore? o non è piuttosto il contrario? non hanno tutto o quasi da perdere in un confronto aperto a tutti, dove contano le idee e non la forza? delle due l'una: o si crede questo e li si lascia parlare, o si crede il contrario e allora li si censura, delegittimando la loro stessa libertà di parola.

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  19. state sulla luna, davvero non sapete con chi avete a che fare, eternamente alla ricerca di un aurea mediocritas in cui tutto si confonde e si mescola in un pastone senza senso.
    a conti fatti state sostenendo la solita stanca vetusta teoria degli opposti estremismi (in cui forse alcuni sono piu opposti di altri) che torna molto comoda ai vostri referenti dentro pd ed su.
    pensate di essere in grado di porvi ad un "livello superiore" ma la vostra ingenuità rischia di costare cara a molti, fornendo un agevole cavallo di troia a personaggi inqualificabili

    mi dispiace dover ammettere che non c'è ne margine di dialogo ne di trattativa visto che continuate a sostenere ideali aberranti.

    per quel che mi riguarda siete rubricati nello stesso spazio mentale della concia e di sansonetti, spero siate in grado di assumervi le responsabilità di ciò che state facendo e degli alleati che vi state scegliendo

    uno (quello di prima) che a differenza vostra e ancora antifascista.

    ps i vostri amichetti hanno anche il passatempo di scrivere nottetempo sui muri dell anpi barona amenità quali "partigiani infami"

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