tag:blogger.com,1999:blog-368295952024-03-19T00:50:42.230+01:00Il blog di Vulcano StataleLeggi i nostri articoli, collabora con noi!
Mensile dell'università degli studi di Milano - unimiVulcanohttp://www.blogger.com/profile/08162788454894854200noreply@blogger.comBlogger407125tag:blogger.com,1999:blog-36829595.post-82640096536449071272011-05-24T14:30:00.005+02:002011-05-24T14:37:18.555+02:00<div align="center"><span style="font-size:180%;color:#3333ff;"><strong></strong></span></div><br /><div align="center"><span style="font-size:180%;color:#3333ff;"><strong>Cari lettori, ci siamo spostati sul nuovo sito, </strong></span></div><br /><br /><br /><div align="center"><span style="font-size:180%;color:#3333ff;"><strong>ci trovate qui: </strong></span><a href="http://vulcanostatale.it/"><span style="font-size:180%;color:#ff9900;"><strong>Vulcano Statale</strong></span></a><span style="color:#3333ff;"><strong><span style="font-size:180%;">.</span><br /><span style="font-size:180%;"></span></strong><br /><br /></span></div><br /><br /><br /><div align="right"><span style="font-size:180%;color:#3333ff;"><em>La Redazione</em></span></div>Vulcanohttp://www.blogger.com/profile/08162788454894854200noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-36829595.post-13677078398140869382011-05-03T14:44:00.007+02:002011-05-03T16:10:10.943+02:00CARO SINDACO - Undicesima puntata, Giancarlo Pagliarini<em>Vulcano ha intervistato i candidati sindaco per le elezioni comunali di Milano su temi che vanno dalle politiche giovanili, al mondo del lavoro, ai trasporti pubblici. Oggi vi proponiamo l'intervista a Giancarlo Pagliarini, 69 anni. Si candida alle comunali di Milano con la "Lista Pagliarini per il Federalismo, Lega Padana Lombardia".<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1CJWsG3Xabix_yzjC8vUqxqGivyYXDkNKFtQrB91brRCZGIbUrNUNUpz-QAArO8PelRiA3cUTzrGI3Qg7mXZaezX18or0kL_nYnAfZRukAK03rcdi0VOVHQKB52OVobC8SFE6/s1600/foto+paglia.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5602470143687332210" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 296px; CURSOR: hand; HEIGHT: 266px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1CJWsG3Xabix_yzjC8vUqxqGivyYXDkNKFtQrB91brRCZGIbUrNUNUpz-QAArO8PelRiA3cUTzrGI3Qg7mXZaezX18or0kL_nYnAfZRukAK03rcdi0VOVHQKB52OVobC8SFE6/s320/foto+paglia.jpg" border="0" /></a></em><br /><br /><br /><strong>1.L’Associazione SoS Racket sembra rimanere sempre piùsola nella lotta contro le mafie. Gli ultimi eventi riguardanti le case dell' A.L.E.R sembrano la punta di un iceberg che non si vuole sciogliere. Del pizzo non se ne parla ad alta voce, ma in molti lo pagano, anche nel centro di Milano. Qual è la sua proposta di contrasto in merito al pizzo, al racket, al comportamento mafioso ormai sempre più imperante nella regione Lombardia?<br /></strong>Vero! Risulta anche a me che in molti a Milano e provincia “devono” pagare il pizzo. Anche in centro. La soluzione è dare più poteri e responsabilità al sindaco.<br />Il sindaco e i gruppi di Palazzo Marino hanno visibilità. A mio giudizio quelli che saranno eletti sindaco e consigliere comunale di Milano non dovranno perdere nessuna occasione per fare capire ai cittadini che è assolutamente necessario:<br />1 Che i sindaci abbiano i poteri che oggi sono dei prefetti. Consiglio questa lettura: Via il prefetto!, scritto da Luigi Einaudi e pubblicato nel supplemento della Gazzetta ticinese il 17 Luglio 1944, con la firma Junius (lo trovi anche su www.giancarlopagliarini.it)<br />2 Cambiare l’assurda legge su appalti e subappalti. Eliminare ogni riferimento a “massimi ribassi” e sciocchezze del genere: i preventivi devono essere cose serie<br />Dunque sindaco, membri di giunta e consiglieri dovrebbero sfruttare la visibilità connessa ai loro ruoli per comunicare e per spiegare ai cittadini. Le riforme si fanno solo in presenza di cittadini consapevoli e informati. E dare ai sindaci i poteri che oggi sono dei prefetti è sicuramente una riforma importante e necessaria.<br />Mentre si “semina”, mentre si svolge questo lavoro culturale, naturalmente bisogna continuare con i tavoli per l’ordine pubblico già aperti. Una commissione antimafia a Palazzo marino è assolutamente opportuna.<br /><strong>2. Lei ha mai violato la legge?<br /></strong>Sulla patente ormai ho recuperato i punti ma una volta mi hanno “beccato” senza la cintura. È successo a Milano, in corso Venezia.<br /><strong>3. Come si muove a Milano? Mezzi pubblici, bicicletta o automobile? Quanto spende più o meno annualmente per questi spostamenti?<br /></strong>Adesso il mio ufficio è a 50 metri da casa. Anni fa abitavo al 3° piano e l’ufficio era al 4° piano. Mi sono organizzato così perché ho sempre pensato che le ore spese in viaggi per andare al lavoro sono “ore di vita in meno”. Quando mi devo muovere se posso vado a piedi. Se no MM o automobile. Uso una Picanto, ormai il pieno supera i 40 euro ma la uso poco e un pieno mi dura due o tre mesi. Purtroppo ormai la bicicletta a Milano non ho più il coraggio di usarla: ho una fifa nera del traffico e un paio di volte me la sono vista brutta. Mi rifaccio d’estate sulle belle piste ciclabili della Svizzera o sulle “vie verdi” della Catalogna. Con la bici non mi perdo (quasi) mai la Gianetti day di Lugano e l’Eroica in Chianti.<br /><strong>4. Visti i dati preoccupanti sulla diffusione dell’HIV (15.000 persone secondo la L.I.L.A.) e di gravidanze indesiderate a Milano, come pensa di procedere sul fronte dell’educazione sessuale nelle scuole superiori? Come si pone di fronte ad iniziative come la presenza di distributori di preservativi nelle scuole? Cosa pensa dello scontro che lo scorso anno ha visto coinvolti l’ASL di Milano e la Regione Lombardia, riguardante le modalità con cui si tenevano i corsi di educazione sessuale e che hanno portato alla sospensione degli stessi?<br /></strong>La regione Lombardia non doveva intervenire. I direttori delle scuole devono essere liberi di organizzarsi come meglio credono. Devono essere autonomi e in concorrenza tra di loro. Quelli bravi avranno più “clienti” (saranno molti quelli che vorranno andare nelle loro scuole) e, in presenza di “mercato” e di “meritocrazia”, gli incapaci saranno sostituiti. Questo naturalmente è il sogno di uno che vorrebbe vivere in un paese di gente libera e responsabile. Con lo Stato, con Pubbliche Amministrazioni e con burocrazia efficienti, piccoli, e al servizio della collettività. E non, come oggi, al servizio prevalentemente di sé stessi.<br /><strong>5. Prima della sua carriera politica, di cosa si occupava?<br /></strong>Ho avuto fortuna: sono stato tra i fondatori in Italia dell’istituto della “revisione contabile indipendente” (la cosiddetta “certificazione “ dei bilanci). Ho cominciato con la Arthur Andersen nel 1967 ma alla fine ero socio di 16 società di revisione, da Trento a Siracusa (quella di Siracusa si chiamava “Aretusa revisioni”. Bei tempi!). Ero “professore a contratto” all’università di Parma e scrivevo anche qualcosa. “Bilanci, come leggere anche quello che non c’è scritto” è di 25 anni fa ma (purtroppo) la prassi dell’informativa societaria non è per niente migliorata. Per una decina di anni sono stato vice presidente dell’AIAF, l’associazione italiana degli analisti finanziari, e verso la fine degli anni 80 un capitolo del libro “Commercialisti famosi. I segreti dei grandi” era dedicato a me, col divertente titolo “Il chierico della revisione”. Se qualcuno è interessato mandi una mail a <a href="mailto:giancarlo.pagliarini@fastwebnet.it" _mce_href="mailto:giancarlo.pagliarini@fastwebnet.it">giancarlo.pagliarini@fastwebnet.it</a> e glieli giro subito. Quando sono diventato ministro ho ceduto le mie quote delle 16 società di revisione ai dipendenti e agli altri soci (per questa “pagliarinata” mia moglie è incavolata ancora adesso). Montanelli in un articolo intitolato “Ed è subito sera” aveva scritto su la Voce (30 settembre 1994) “L’unico a far le cose sul serio è stato il lumbard Pagliarini che, oltre a dimettersi da tutte le cariche, ha spartito le azioni della sua società fra gli altri soci e dipendenti. Non conosco Pagliarini, e non so se congratularmi con lui. Dubito che la pubblica opinione si sia accorta del suo gesto e lo abbia apprezzato”. Unico piccolo errore: le società erano 16, non una.<br /><strong>6. Che genere di istruzione ha ricevuto dai suoi genitori e dalle scuole che ha frequentato?</strong><br />Le scuole erano tutte di Milano e un po’ sul Cattolico: Istituto Vittoria Colonna, poi il collegio San Carlo di corso Magenta e alla fine l’ Università Cattolica. Papà era un fanatico della libertà e della responsabilità. Mi lasciava fare tutto quello che volevo. L’importante era che non stessi fermo: mi ha insegnato a muovermi, a pensare e a fare sempre qualcosa. Senza paura. La filosofia di base era “sbagliando si impara”. Il mio rimpianto è non aver passato abbastanza tempo con lui. L’ho sempre considerato il mio migliore amico.<br /><strong>7. Il rapporto di Transatlantic Trends evidenzia che in Italia la percezione della percentuale di immigrazione risulta quattro volte superiore rispetto alla realtà. A Milano, gli avvenimenti di via Padova o del campo rom di via Triboniano dimostrano che la temperatura sociale resta calda. Quali crede siano le priorità per stemperare la tensione? Come progetterà di muoversi il comune e i suoi servizi per attuare l’integrazione con strumenti alternativi al solo intervento delle forze dell’ordine?<br /></strong>Il modello in questo è la Svizzera: i Cantoni aiutano gli stranieri ad integrarsi, ma il principio base è “io ti aiuto ma sia ben chiaro che tu se vuoi stare qui HAI IL DOVERE DI INTEGRARTI”. Il risultato di questa cultura è che in quel paese gli stranieri di origine non europea sono ormai il 22% dei residenti e non ci sono problemi particolari di integrazione, di sicurezza, di lavoro o di ordine pubblico.<br /><strong>8. Molti degli studenti che frequentano le università milanesi sono pendolari, fuori sede o provenienti da altri paesi (erasmus). Vivendo a Milano contribuiscono in vario modo a rendere più ricca la città. Purtroppo, rispetto alle grandi città europee Milano risente di un deficit nel settore del trasporto pubblico, soprattutto nelle fasce notturne e nelle zone periferiche e i prezzi dei taxi sono assolutamente proibitivi. Come intende agire per migliorare il trasporto milanese? Come pensa di agire sulle politiche giovanili e di integrazione?<br /></strong>MM e bus dovrebbero andare anche di notte. Tutta la settimana e in particolare al venerdì e sabato. Milano deve essere aperta e ci si deve poter vivere sia di giorno che di notte. Non siamo più nel medioevo. Uno dei cinque referendum che voteremo il 12 Giugno riguarda Ecopass e maggiori investimenti nei trasporti. Spero che quel referendum stravinca. Certo che se a Milano potessimo tenerci un po’ più delle tasse che paghiamo e che se ne “vanno” a Roma, ( e che col cosiddetto “federalismo fiscale” continueranno ad andare a Roma) potremmo investire molto di più sui nostri trasporti pubblici, che a confronto di Berlino, Vienna, Barcellona, Londra ecc ecc fanno una pessima figura.<br /><strong>9. Qual è la sua visione di Milano? Quali benefici sociali e ambientali porterà l’Expo ai cittadini milanesi e ai suoi visitatori?</strong><br />I benefici dell’Expo sono tutti nelle infrastrutture (MM). Purtroppo siamo conciati così: per far tornare indietro da Roma un pochino dei nostri soldi (nostri vuol dire “soldi dei milanesi”) dobbiamo aspettare l’Expo. Se no non c’era niente da fare. Vi ricordo che anche sul futuro dei terreni dell’Expo voteremo con i referendum del 12 giugno<br /><strong>10.Da una stima fatta nel 2005 dal U.N.R.A.E nel comune di Milano circolano 800 mila vetture e di queste circa 30 mila sono non catalizzate (3.8%). Le macchine più moderne, che rispondono alle direttive europee più severe in termine di inquinamento, in Italia sono meno di una su tre, mentre a Milano sono circa il 42 per cento. Eppure, Milano ha superato i limiti di PM10 per ben 35 volte nei soli primi 38 giorni di quest’anno. Per entrare nella cerchia dei bastioni si paga l’Ecopass. Alcuni studi indicano che un S.U.V diesel di ultima generazione (euro 4, euro 5, che quindi non paga l’Ecopass) inquina almeno quanto un euro 2 benzina, che invece deve pagare l’Ecopass. Si potrebbe giungere alla sfortunata conclusione che chi ha i soldi per comprare una macchina nuova non paga l’Ecopass, chi non ha questi soldi invece lo paga. Entrambi fanno girare l’economia, entrambi inquinano. Cosa intende fare Lei? Come sta andando questo Progetto “Eco”?<br /></strong>L’ho detto prima: il 12 Giugno si vota il referendum per l’Ecopass. Io sono stato tra i promotori di questi cinque referendum, assieme a Montalbetti, Fedreghini, Cappato e Croci. Mi sono fatto un mazzo così ed ho autenticato qualche migliaio di firme. Questi cinque referendum mi piacciono ma tengo molto a dire che mi sarei impegnato anche per poter far svolgere referendum che non mi piacciono. Mi piace l’istituto del referendum. Perché così “comandano” i cittadini. E perché in questo modo i cittadini sono coinvolti e consapevoli. Insomma, l’istituto del referendum mi piace molto. Proporrò di farne molti altri.<br /><strong>11. Sempre per quanto riguarda l’inquinamento avete intenzione di aumentare la salvaguardia della salute controllando anche il PM100? L’Europa non lo richiede ma studi scientifici ammettono la sua esistenza e il suo potere cancerogeno...<br /></strong>L’europa non lo chiede? E chi se ne frega. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensano i cittadini e cosa propongono. Ecco il tema per un altro referendum. Ricordando sempre quello che diceva mio papà: sbagliando si impara.<br />12. Lei beve l’acqua del rubinetto di casa sua?<br />Che domanda. Certo. Però ho anche un impiantino Culligan. Ce l’ho da secoli, perché quando lavoravo in Arthur Andersen, all’inizio degli anni settanta, avevo controllato i loro conti, nella sede storica di Cadriano di Granarolo dell’ Emilia. <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsKhmlQ-HCdvpTeiQwzEOFvpI44rFKEcsq0LzgZGSIDtdm31dP8b-84DMM-4b7r4jWVDUnRIOJdro0OTfBYFE0yqjlPkukEE-F-DQ50udOFoPF48Ysy2Yulm25KElmqNUcEXuz/s1600/logo+.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5602470651330078146" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 318px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsKhmlQ-HCdvpTeiQwzEOFvpI44rFKEcsq0LzgZGSIDtdm31dP8b-84DMM-4b7r4jWVDUnRIOJdro0OTfBYFE0yqjlPkukEE-F-DQ50udOFoPF48Ysy2Yulm25KElmqNUcEXuz/s320/logo+.jpg" border="0" /></a><br /><strong>13.A Milano ci sono moltissime case vuote, sfitte o abbandonate da molti anni. Altre invece vengono date agli amici degli amici o a gente che si può permettere ben oltre ciò che invece paga (il caso di Affittopoli, Trivulzio &C .). Secondo i dati del S.u.n.i.a., quest’anno gli affitti per gli studenti a Milano hanno subito un rincaro del 10%. Una camera singola arriva a costare fino a 750 euro. Quale potrebbe essere la prima azione in merito a tale problema?<br /></strong>Ci fosse più mercato e meno mano pubblica gli affitti costerebbero meno della metà (vedi Berlino). Sindaco, giunta e consiglieri comunali non possono prendere la bacchetta magica, agitarla e dire “voglio più mercato”. Ma culturalmente si, possono fare molto<br />14. Lei ha mai lavorato senza ricevere denaro?<br />Si, tante volte. I miei lavori (revisore contabile indipendente, collegi sindacali, amministratore indipendente, autore di articoli) mi piacciono tantissimo. Mi piace un mondo lavorare e mi piace fare bene il mio lavoro. Coi soldi invece ho sempre avuto un rapporto bruttissimo: non mi è mai piaciuto stare lì a discutere di parcelle, di ore lavorate, di rimborsi spese e di fatture scadute. Così delle volte di fatto è andata a finire che ho lavorato quasi “a gratis”. E poi pensate che se fate una fattura, zac, l’IVA la dovete pagare subito. E magari il cliente vi paga (se vi paga) dopo un paio di anni. Una volta, tanti anni fa, ho valutato una azienda e l’ho fatta vendere a una società tedesca. Dopo 27 giorni mi è arrivato il saldo della fattura. Non credevo ai miei occhi. Me lo ricordo ancora adesso come un miracolo. Nelle 16 società di revisione che avevo messo in piedi la prassi era della “fattura d’anticipo” prima di cominciare a lavorate.<br /><a href="http://vulcanostatale.it/wp-content/uploads/2011/05/logo-.jpg" _mce_href="http://vulcanostatale.it/wp-content/uploads/2011/05/logo-.jpg"></a> <strong>15. Quanto si spenderà a grandi linee per la sua campagna elettorale?<br /></strong>Il budget è di 3.000 euro al massimo. Per come stanno andando le cose forse me la cavo con meno.<br /><strong>16. Negli ultimi dieci anni le biblioteche rionali hanno ridotto l’orario di apertura rendendoli simili agli orari di un sportello delle poste. Pochissime biblioteche rimangono aperte la sera. Per visitare il Louvre di Parigi si spende tanto quanto andare al Palazzo Reale. Le associazioni culturali milanesi sono al collasso. I piccoli teatri rischiano di chiudere ogni giorno. Qual è la sua proposta culturale per Milano?<br /></strong>Quando ero assessore al demanio ho “fatto rinascere” con delle ristrutturazioni che sono andate veramente molto bene due teatri “storici” di Milano: l’Out off e il Puccini. Nella circostanza ho toccato con mano la drammatica situazione dei teatri della nostra città. Cosa devo dirvi? Servono più soldi ma non si possono certo aumentare le tasse: se togliete dal PIL il sommerso vedete che la pressione fiscale in Italia supera perfino la Svezia. Anche perché dobbiamo finanziare gli interessi passivi: stiamo pagando più di 200 milioni di Euro al giorno ( al giorno!) di interessi passivi sul debito pubblico. Serve più crescita, più mercato, meno Stato, meno burocrazia e meno mano pubblica. Di questo passo “Italia, Corea del Nord e Cuba” verranno citate e studiate assieme. Abbiamo bisogno di una “rivoluzione” culturale, e per realizzarla sindaco, giunta e consiglio di Milano potrebbero giocare un ruolo culturale molto importante<br /><strong>17. Le università private milanesi sono state ultimamente sede di visite parlamentari, governative e da parte dei membri del governo comunale. San Raffaele, Cattolica, Bocconi e Iulm sembrano richiamare sempre più i salotti buoni della borghesia milanese e della rappresentanza comunale. Le università statali quali l'Università degli Studi, la Bicocca e il Politecnico, soprattutto le prime due, non sono state degne di questa passerella. Eppure tra istituti ed enti pubblici dovrebbe esserci una coesione maggiore. Cosa ne pensa e cosa farà in merito?</strong><br />A me non interessa se una università (o un ospedale) è pubblico o privato. Interessa che funzioni bene. Perché funzionino bene serve più “concorrenza”. Concorrenza non è una parolaccia. Viene da “cum” (assieme) e “petere” (cercare). Cercare assieme l’organizzazione migliore. Questa, incidentalmente, è il concetto cardine del federalismo: la concorrenza, concepita come processo dinamico di scoperta, che contribuisce a promuovere scelte agili e proattive. Come ricorda Chiara Battistoni la competizione è la più alta forma di cooperazione; dove c’è concorrenza, c’è ricerca comune, in forma antagonistica, della soluzione migliore.<br /><strong>18. Se fosse eletto “Sindaco di Milano”, quali saranno le sue prime tre azioni nei confronti dei Giovani, dell’Università e del Lavoro?<br /></strong>Io non sarò eletto sindaco di Milano. Spero che il sindaco, chiunque sia, sappia utilizzare la nuova regola di “attrazione tributaria” prevista nella manovra triennale di Luglio 2010 (art 41) e convinca tante imprese straniere a venire a Milano. Questo significherebbe lavoro per i giovani e volano di risorse finanziarie e culturali per la città e naturalmente anche per le nostre università<br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><div align="right"><em>Denis Trivellato</em></div>Vulcanohttp://www.blogger.com/profile/08162788454894854200noreply@blogger.com206tag:blogger.com,1999:blog-36829595.post-78320969981485389182011-04-30T10:05:00.005+02:002011-04-30T11:26:57.581+02:00CARO SINDACO - Decima puntata, Letizia Moratti<em>Vulcano ha intervistato i candidati sindaco per le elezioni comunali di Milano su temi che vanno dalle politiche giovanili, al mondo del lavoro, ai trasporti pubblici. Oggi è il turno del sindaco in carica: Letizia Moratti, già eletta nel maggio 2006 prima donna sindaco a Milano, appoggiata a questa tornata elettorale da Pdl e Lega Nord.</em><br /><br /><br /><div><br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYxZv0WF89dR_dNKFA0F7X0zDgxzLvU2GCpMCHyDF4JqWe6xnT-sR8F8tODJYq9JogpAHRWyShyrIDreHCaCFgjFjBL__3a911WpqS_O5L2qLGaX98LRz0fPbSIfdaCWAVndWQ/s1600/Moratti.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5601286341019001858" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 299px; CURSOR: hand; HEIGHT: 223px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYxZv0WF89dR_dNKFA0F7X0zDgxzLvU2GCpMCHyDF4JqWe6xnT-sR8F8tODJYq9JogpAHRWyShyrIDreHCaCFgjFjBL__3a911WpqS_O5L2qLGaX98LRz0fPbSIfdaCWAVndWQ/s320/Moratti.jpg" border="0" /></a><strong></strong><a style="COLOR: rgb(223,16,0); BACKGROUND-COLOR: transparent; TEXT-DECORATION: none" href="http://vulcanostatale.it/wp-content/uploads/2011/04/moratti_letizia-400x3001.jpg"></a><strong>1. L’Associazione SoS Racket sembra rimanere sempre più sola nella lotta contro le mafie. Gli ultimi eventi riguardanti le case A.L.E.R sembrano la punta di un iceberg che non si vuole sciogliere. Del pizzo non se ne parla ad alta voce, ma in molti lo pagano, anche nel centro di Milano. Qual è la sua proposta di contrasto in merito al pizzo, al racket, al comportamento mafioso ormai sempre più imperante nella regione Lombardia?<br /></strong>In questi anni il Comune di Milano ha fatto della lotta al malaffare una delle sue priorità mettendo in atto un insieme di provvedimenti concreti che intendo rafforzare e ampliare. L’Amministrazione ha assegnato 88 immobili confiscati alla mafia a realtà del terzo settore, associazioni giovanili e del volontariato. Milano è stata la prima città in Italia ad aver adottato il ‘Patto di Integrità’ per la trasparenza negli appalti pubblici e poter escludere le imprese che si accordano tra loro, così come quelle che non assicurano regolarità contributiva o hanno compiuto reati in materia di sicurezza sul lavoro. Abbiamo messo a disposizione della Prefettura strumenti amministrativi rapidi ed efficaci per la segnalazione delle infiltrazioni. Il Governo, inoltre, ha inserito 2 proposte lanciate dal Comune di Milano sulle normative antimafia in materia di appalti pubblici: una “White List” delle imprese ‘pulite’, per subappaltare in modo sicuro da un elenco di soggetti vigilati e affidabili, e una “Banca Dati Nazionale” condivisa da tutte le Procure italiane per verificare con certezza su tutto il territorio nazionale le imprese a rischio mafia. Naturalmente abbiamo pensato anche a Expo contribuendo a definire misure adeguate per rendere più incisivi i controlli antimafia sui contratti pubblici e sui successivi subappalti e subcontratti per lavori, servizi e forniture. L’apprezzamento del lavoro svolto in questi anni è stato testimoniato da due importantissimi riconoscimenti: uno ricevuto nel 2007 da ‘Trasparency International’, l’Associazione contro la corruzione istituita nel 2004 dall’ex Segretario Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, e nel 2009 il premio per la “Lotta alla corruzione” dal Ministero della Pubblica Amministrazione e l’Innovazione.<br /><strong>2. Lei ha mai violato la legge?<br /></strong>Sì, ricordo quella volta che ero in ritardo per una lezione all’università e avevo lasciato la macchina in divieto di sosta. Avevo appena preso la patente e il vigile voleva darmi per forza la multa, così mi sono messa a piangere e ha avuto pietà.<br /><strong>3. Come si muove a Milano? Mezzi pubblici, bicicletta o automobile? Quanto spende più o meno annualmente per questi spostamenti?<br /></strong>L’auto e anche il personale della sicurezza me li pago io, senza costare nulla al Comune, compresa l’auto della scorta assegnata dal ministero dell’Interno. Ma vado anche in tram e in metropolitana per verificarne il funzionamento e ascoltare direttamente le esigenze dei cittadini. Tant’è che ultimamente, a seguito delle segnalazioni sui rallentamenti che a volte si verificano sulle linee della metropolitana, ho chiesto ad Atm più controlli e una maggiore efficienza proprio per garantire un servizio più conforme alle esigenze di mobilità della città.<br /><strong>4. Visti i dati preoccupanti sulla diffusione dell’HIV (15.000 persone secondo la L.I.L.A.) e di gravidanze indesiderate a Milano, come pensa di procedere sul fronte dell’educazione sessuale nelle scuole superiori? Come si pone di fronte ad iniziative come la presenza di distributori di preservativi nelle scuole? Cosa pensa dello scontro che lo scorso anno ha visto coinvolti l’ASL di Milano e la Regione Lombardia, riguardante le modalità con cui si tenevano i corsi di educazione sessuale e che hanno portato alla sospensione degli stessi?<br /></strong>Io credo sia importante per i giovanissimi promuovere un’educazione appropriata in tema di contraccezione e protezione e che faccia capire che i rapporti sessuali sono l’espressione di un legame che nasce da un sentimento di affetto e di amore. Sono stati questi i presupposti che ci hanno spinto, come Assessorato alla Salute, a promuovere un’indagine tra le ragazze tra i 13 e i 18 anni che ha confermato la quasi totale disinformazione sulle malattie sessualmente trasmissibili: le ragazze non frequentano i consultori e fanno fatica a parlare di intimità.Così la scorsa estate abbiamo realizzato un progetto, SaluteInformaMi,insieme con il circuito delle palestre della Get Fit e con la Fondazione Policlinico, per la “comunicazione” della prevenzione alla città (Lambrate, via Stelvio, via Cagliero, via Meda, via Cenisio, via Piranesi, via Falcone). Il servizio, messo a disposizione all’interno delle palestre, riguardava temi centrali: sport, corretta alimentazione, abuso/consumo di alcol, fumo, stress e sessualità. Anche lo sportello del Policlinico, il Laboratorio di Intelligenza Sessualmente Trasmissibile, su nostra sollecitazione, ha potenziato i suoi servizi creando un centro di ascolto a carattere medico-psicologico dedicato ai giovani dai 14 ai 24 anni per l’informazione, lo screening e la cura delle mts, ad accesso anonimo e gratuito con medici e psicologici di giovane età per facilitare l’approccio e la comunicazione e la confidenza.<br /><strong>5. Prima della sua carriera politica, di cosa si occupava?<br /></strong>Come tanti ragazzi ho cominciato presto a lavorare perché volevo essere, a tutti i costi, indipendente economicamente dalla mia famiglia. Non volevo essere la classica figlia di papà. Lavoravo e studiavo. E due giorni dopo la laurea, ho fatto gli esami come assistente in diritto comunitario europeo con il professor Fausto Pocar. Poi mi sono messa a lavorare per l’Assicurazione di mio padre, ma l’ho lasciata subito perché volevo innovare. Mio padre ovviamente non aveva tanta voglia di farlo. Così, a 23 anni, mi sono lanciata da sola e ce l’ho fatta. Ho fondato la mia società, la Gpa. Ho costruito la mia esperienza professionale negli ambiti che mi hanno sempre appassionata, la finanza e le assicurazioni, insieme con la comunicazione. All’inizio avevo un assistente part time ma praticamente facevo tutto da sola. Consegnavo anche le lettere e i pacchi. Avevo anche un socio che però prima d’impegnarsi direttamente ha aspettato per vedere se ero capace di camminare da sola. Quando gli ho dimostrato che la società faceva utile questo socio mi ha raggiunto e, lavorando insieme per 20 anni, siamo diventati il secondo gruppo nel brokeraggio assicurativo del mercato italiano. Sono stata vicepresidente della Federazione del Terziario Avanzato e presidente dell’Associazione Italiana Brokers di Assicurazioni e Riassicurazioni. E sono stata la prima donna a rivestire la carica di Presidente della Rai dove sono riuscita a portare i conti in ordine. E oggi voglio proseguire con lo stesso entusiasmo e la stessa passione a lavorare per la mia città, Milano, dove sono nata e cresciuta, dove ho studiato, formato la mia famiglia e lavorato. Poter lavorare per renderla sempre più bella e far sì che si creino più opportunità per tutti senza dimenticare nessuno.<br /><strong>6. Che genere di istruzione ha ricevuto dai suoi genitori e dalle scuole che ha frequentato?<br /></strong>Ho frequentato il Collegio delle Fanciulle dove ho avuto la fortuna di avere dei professori che mi hanno fatto amare le loro materie. Era una bella scuola, facevamo molto sport e adoravo studiare soprattutto in giardino. Poi a 21 anni mi sono laureata in Scienze Politiche alla Statale. Premetto che non ero proprio una secchiona. Diciamo il giusto. Perché mi piaceva anche divertirmi, ballare e uscire con gli amici. I miei, però, erano molto ma molto severi con me, soprattutto mio padre. Mia madre era più comprensiva e mi “copriva” quando rientravo più tardi. Lo erano più con me che con mia sorella Beatrice. Comunque da papà, con la sua esperienza da partigiano, ho imparato l’importanza dell’impegno civile e del rispetto e da mia madre l’importanza dell’amore e la tenacia a non smettere mai di sognare.<br /><strong>7. Il rapporto di Transatlantic Trends evidenzia che in Italia la percezione della percentuale di immigrazione risulta quattro volte superiore rispetto alla realtà. A Milano, gli avvenimenti di via Padova o del campo rom di via Triboniano dimostrano che la temperatura sociale resta calda. Quali crede siano le priorità per stemperare la tensione? Come progetterà di muoversi il comune e i suoi servizi per attuare l’integrazione con strumenti alternativi al solo intervento delle forze dell’ordine?<br /></strong>Milano è una città multietnica, votata all’accoglienza e al rispetto dell’identità della persona. A Milano gli immigrati sono 212mila, il 16,1% dei residenti, con un aumento negli ultimi anni dell’80%. Significa che Milano è una città che sa accogliere. Ma uno dei punti fondamentali che deve avere chiaro chi sceglie di venire nella nostra città è il rispetto delle regole. In questi anni, infatti, abbiamo messo in campo una strategia che ha agito sia sul rafforzamento della sicurezza, sia sull’integrazione di chi rispetta la legge. Per l’immigrazione e per l’accoglienza abbiamo speso una media di 20 milioni di euro l’anno. Abbiamo realizzato numerosi progetti di governance del fenomeno migratorio, e abbiamo finanziato tantissime realtà che ci aiutano per le migliorare l’integrazione: istituzioni, associazioni, privato sociale, centri educativi, centri di cultura e formazione. Abbiamo aperto un dialogo con le Associazioni, le parrocchie, le scuole, i circoli culturali e sportivi che già operano sul territorio. Cito, per esempio, il Tavolo permanente con le associazioni di via Padova; il progetto “Start” nato per implementare le attività di prima accoglienza, di inserimento scolastico e di insegnamento dell’italiano agli stranieri. Abbiamo realizzato la Mappatura della città con particolare riguardo alla situazione demografica, allo stato giuridico degli immobili, alle attività commerciali e alle tipologie di controlli effettuati fino ad oggi. Anche la nuova politica abitativa, che si realizzerà con il nuovo Piano di Governo del Territorio, mira a superare il concetto di quartieri ghetto per promuovere soluzioni urbanistiche e sociali più moderne.<br /><strong>8. Molti degli studenti che frequentano le università milanesi sono pendolari, fuori sede o provenienti da altri paesi (Erasmus). Vivendo a Milano contribuiscono in vario modo a rendere più ricca la città. Purtroppo, rispetto alle grandi città europee Milano risente di un deficit nel settore del trasporto pubblico, soprattutto nelle fasce notturne e nelle zone periferiche e i prezzi dei taxi sono assolutamente proibitivi. Come intende agire per migliorare il trasporto milanese? Come pensa di agire sulle politiche giovanili e di integrazione?<br /></strong>Per il trasporto nelle fasce notturne abbiamo messo le basi per lo sviluppo di una rete che pone Milano al livello delle altre grandi città europee. Mi riferisco al Radiobus, un servizio notturno attivo dalle 22 alle di 2 di notte in 8 zone della città che coprirà altri 16 quartieri. E per favorire un divertimento notturno più sicuro, dalle 2 alle 5 del mattino, c’è il Bus By Night, che piace molto ai giovani: negli ultimi due anni e mezzo oltre 53mila ragazzi ne hanno usufruito. E’ accessibile senza prenotazione da 10 capilinea individuati nelle aree dove è concentrato il maggior numero di locali. Il servizio del bikesharing è disponibile sino le 24. Sui trasporti in generale abbiamo investito molto per incrementare la regolarità delle frequenze sia sulle linee di superficie, che è aumentata da 74,70% nel 2010 a 80,11% quest’anno, sia sulle metropolitane dove è cresciuta da 94% a 97%. E in 3 anni, dal 2008 a oggi, i passeggeri di Atm, tra metropolitane e mezzi di superficie, sono aumentati di 61 milioni. Oggi sono 680 milioni, i cittadini che ogni anno usano i mezzi pubblici per muoversi in città con il prezzo del biglietto più basso in Italia e che non viene aumentato da 10 anni. Merito anche del modello innovativo di mobilità urbana sostenibile basato sull’offerta integrata dei mezzi pubblici: dalle metropolitane ai mezzi di superficie, dal bike-sharing al car-sharing, ai parcheggi di interscambio. Infine vorrei ricordare che dopo 20 anni siamo tornati a investire nelle metropolitane con 2 nuove linee e il prolungamento di quelle esistenti. Stiamo lavorando anche sull’incremento delle corsie riservate ai mezzi pubblici, oggi la nostra città ne conta circa 186,4 km.<br /><strong>9. Qual è la sua visione di Milano? Quali benefici sociali e ambientali porterà l’Expo ai cittadini milanesi e ai suoi visitatori?<br /></strong>Milano è una grande area metropolitana, nata grazie all’ingegno dei suoi cittadini, e costituisce uno dei principali nodi dell’economia mondiale, in termini di mercato, di servizi all’impresa e di eccellenze tecnologiche e scientifiche. Per me amministrarla è stato ed è un grande onore. E’ anche un atto d’amore verso una città che mi ha dato tanto e a cui ho voluto restituire qualcosa: la prossima Esposizione Universale. L’Expo del 2015 sarà un progetto per la nostra città, per l’Italia e per il mondo. Abbiamo sottoscritto già oltre 70 accordi di collaborazione con città, province, ministeri e associazioni e 21 Paesi hanno già confermato la propria partecipazione. Milano ha firmato per una Expo ancora più verde di quanto previsto. Ci saranno le serre bioclimatiche che illustrano i climi e le colture del mondo del mondo. Ricordo che l’Esposizione Universale porterà a Milano circa 20 milioni di visitatori. Sarà una sfida mondiale che muoverà un giro d’affari, in termini di produzione aggiuntiva, di 69 miliardi di euro, creando, tra il 2011 e il 2020 mediamente circa 61mila nuovi posti di lavoro ogni anno. Expo 2015 porterà il nostro sistema infrastrutturale ai livelli delle grandi capitali europee. Mi riferisco alle nuove connessioni della Fiera di Rho-Pero, alla Brebemi, alla Pedemontana, alla Tangenziale Est esterna di Milano, ai collegamenti ferroviari con Malpensa, al tratto lombardo dell’alta velocità ferroviaria Milano-Torino e Milano–Bologna. E ancora al potenziamento del sistema metropolitano milanese che è già una realtà.<br /><strong>10. Da una stima fatta nel 2005 dal U.N.R.A.E nel comune di Milano circolano 800 mila vetture e di queste circa 30 mila sono non catalizzate (3.8%). Le macchine più moderne, che rispondono alle direttive europee più severe in termine di inquinamento, in Italia sono meno di una su tre, mentre a Milano sono circa il 42 per cento. Eppure, Milano ha superato i limiti di PM10 per ben 35 volte nei soli primi 38 giorni di quest’anno. Per entrare nella cerchia dei bastioni si paga l’Ecopass. Alcuni studi indicano che un S.U.V diesel di ultima generazione (euro 4, euro 5, che quindi non paga l’Ecopass) inquina almeno quanto un euro 2 benzina, che invece deve pagare l’Ecopass. Si potrebbe giungere alla sfortunata conclusione che chi ha i soldi per comprare una macchina nuova non paga l’Ecopass, chi non ha questi soldi invece lo paga. Entrambi fanno girare l’economia, entrambi inquinano. Cosa intende fare Lei? Come sta andando questo Progetto “Eco”?<br /></strong>Con Ecopass e le altre misure strutturali, il potenziamento del trasporto pubblico e il teleriscaldamento, Milano è diventata un modello virtuoso di impegno contro l’inquinamento. Siamo stati i primi, in Italia, a promuovere l’uso di mezzi meno inquinanti. Secondo le ultime statistiche, nei dodici mesi del 2010 sono stati registrati, in totale, 86 superamenti, rispetto la soglia, del Pm10 come media giornaliera. Il risultato più basso in assoluto dal 2002. E per la prima volta anche la concentrazione media in città di Pm10 è risultata inferiore al valore di 40 microgrammi al metro cubo, limite previsto dalla normativa a partire dal gennaio 2005. Inoltre sono calati sia il traffico, del 16% in area Ecopass e del 7% in città. Per il futuro l’obiettivo è quello di proseguire e potenziare le misure strutturali già messe in atto, potenziando il rinnovo dei mezzi pubblici con mezzi ecologici per eliminare il traffico inquinante e rafforzare la disincentivazione del traffico.<br /><strong>11. Sempre per quanto riguarda l’inquinamento avete intenzione di aumentare la salvaguardia della salute controllando anche il PM100? L’Europa non lo richiede ma studi scientifici ammettono la sua esistenza e il suo potere cancerogeno…<br /></strong>Certo, se può contribuire a vincere la lotta allo smog e tutelare la salute dei cittadini. La nostra politica ambientale si è avvale di misure strutturali in tre aree d’intervento: il potenziamento del trasporto pubblico, il disincentivo al traffico dei mezzi inquinanti e il teleriscaldamento. La qualità dell’aria di Milano continua a migliorare. I positivi effetti di Ecopass cominciano a vedersi e i dati lo dimostrano. Stiamo inoltre controllando la frazione misurata più fine del particolato atmosferico, il PM2,5 la cui concentrazione media su dodici mesi del 2010 è risultata la più bassa. Era 37 µg/m³ nel 2007, anno in cui a Milano sono cominciate le rilevazioni di questa frazione di particolato, ed è stata di 25 µg/m³ nel 2010. Aggiungo che il limite di 25 µg/m³ entrerà in vigore solo nel 2015, e Milano lo ha già rispettato, in anticipo di 4 anni.<br /><strong>12. Lei beve l’acqua del rubinetto di casa sua?<br /></strong>Si, perché l’acqua di Milano raggiunge standard di qualità ed economicità ineguagliati non solo in Italia ma in tutta Europa. Proprio il 22 marzo scorso, in occasione della Giornata mondiale dell’Acqua, abbiamo inaugurato un erogatore d’acqua liscia, gasata e fresca in via Lessona, a Quarto Oggiaro, a disposizione degli abitanti del quartiere. I nostri controlli sono severi e offrono una totale garanzia di sicurezza. Ogni anno vengono effettuate sull’acqua di Milano 180mila analisi chimiche e microbiologiche. Peraltro non abbiamo nessuna intenzione di aumentare le tariffe relative all’acqua che resterà pubblica al costo attuale, 0.60 euro al metro cubo, mentre sale a 1.12 euro a Torino, 1.52 a Genova, 1.27 a Bologna. E grazie a un piano di investimenti di 800 milioni di euro per i prossimi venti anni manterremo il controllo pubblico dell’acqua, un punto fermo che ci tengo a ribadire.<br /><strong>13. A Milano ci sono moltissime case vuote, sfitte o abbandonate da molti anni. Altre invece vengono date agli amici degli amici o a gente che si può permettere ben oltre ciò che invece paga (il caso di Affittopoli, Trivulzio &C). Secondo i dati del S.u.n.i.a., quest’anno gli affitti per gli studenti a Milano hanno subito un rincaro del 10%. Una camera singola arriva a costare fino a 750 euro. Quale potrebbe essere la prima azione in merito a tale problema?<br /></strong>Per soddisfare il bisogno abitativo delle famiglie e delle fasce più deboli ci siamo impegnati sia con gli operatori privati, mettendo in campo misure per abbattere il valore dell’area edificabile, sia con quello delle aree di proprietà del Comune promuovendo un nuovo modello basato sui principi di mix abitativo e soluzioni a basso costo. Con il nuovo Piano di Governo del Territorio, attraverso l’housing sociale, risponderemo al bisogno abitativo a prezzi accessibili: oltre 30mila nuovi alloggi entro il 2030 e la riqualificazione di 22 grandi aree cittadine. Niente più quartieri di edilizia popolare o ghetti. Oltre alla realizzazione di nuovi alloggi, il Comune è intervenuto sostenendo le famiglie in difficoltà nel pagamento del canone di affitto. Dal 2007 a oggi abbiamo sostenuto più di 20mila famiglie. Il Comune di Milano ha posto una particolare attenzione al tema della residenzialità universitaria tanto che, per primo in Italia, ha stabilito che l’edilizia residenziale universitaria è un servizio da realizzare sulle aree destinate a servizi, così come individuate negli strumenti urbanistici. Per i quasi 100mila studenti fuori sede sono state realizzate alcune residenze universitarie sia su aree di proprietà comunale sia private che forniscono complessivamente oltre 1.500 posti letto. Il Comune, inoltre, con il sostegno di Fondazione Cariplo, ha creato l’Agenzia Uni che incrocia la richiesta e l’offerta di alloggi. Ai circa 2.300 studenti registrati al servizio sono state effettuate circa 5.500 offerte di alloggio. Alla Fabbrica del Vapore, completamente riqualificata, trovano casa numerosi laboratori creativi dedicati a giovani creativi e designer, che possono anche soggiornarvi grazie a una decina di appartamenti dedicati ai giovani provenienti da tutto il mondo.<br />Per quanto riguarda la vicenda delle case del Pio Albergo Trivulzio, appena venuta a conoscenza di situazioni non chiare, ho voluto le dimissioni del CdA del PAT per nominare un commissario che verificasse la trasparenza e la congruità dei prezzi d’affitto con i prezzi di mercato.<br /><strong>14. Lei ha mai lavorato senza ricevere denaro?<br /></strong>Certamente! Da ragazza, all’inizio della mia carriera. Ma è un sacrificio utile per imparare, che fa guadagnare in esperienza e in professionalità. Oggi, di certo, non faccio il Sindaco per soldi. Diciamo che il mio stipendio non lo tengo io. Mi sento più appagata quando una persona mi ringrazia perché sono riuscita a risolvergli un problema. Io sono già felice e lavorare per rendere felici gli altri per me è la cosa più importante.<br /><strong>15. Quanto si spenderà a grandi linee per la sua campagna elettorale?<br /></strong>Non più dell’altra volta, e comunque senza chiedere soldi a nessuno.<br /><strong>16. Negli ultimi dieci anni le biblioteche rionali hanno ridotto l’orario di apertura rendendoli simili agli orari di un sportello delle poste. Pochissime biblioteche rimangono aperte la sera. Per visitare il Louvre di Parigi si spende tanto quanto andare al Palazzo Reale. Le associazioni culturali milanesi sono al collasso. I piccoli teatri rischiano di chiudere ogni giorno. Qual è la sua proposta culturale per Milano?<br /></strong>Il Sistema delle Biblioteche Comunali è stato un punto di forza della nostra politica culturale. I dati lo confermano: nel 2010 rispetto al 2009 c’è stato un incremento degli iscritti al servizio prestito (+ 27% presso la Bibl. Centrale, + 10% nelle Rionali), del numero dei libri dati in prestito (+ 11% mediamente) e quello delle sessioni internet (+7%). Abbiamo ristrutturato molte delle sedi esistenti. La bibilioteca Cervantes al Parco Sempione è l’ultima inaugurata delle 24 biblioteche dislocate su tutto il territorio. Molte di loro restano aperte fino alle 22. Ogni mattina, poi, il Bibliobus, una biblioteca itinerante, raggiunge gratuitamente i suoi lettori in aree cittadine non servite da biblioteche. E intendiamo completare l’espansione della rete delle biblioteche e realizzare una biblioteca itinerante su un bus speciale Atm.<br /><a style="COLOR: rgb(223,16,0); BACKGROUND-COLOR: transparent; TEXT-DECORATION: none" href="http://vulcanostatale.it/wp-content/uploads/2011/04/LOGO_PDL_LETIZIA_MORATTI_copia.jpg"></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5F8tVMckT98mG_oIS3V8I2fLlmERojOcbA_QgyhA5byJmwxMY2Qa7ucVt33mKG9cj1EOHhAIwu1HQjPYzKwD5S1C96rq_GWOtk5EjgLoKnRUGvoovkUJvg0ke6AXgyAmPi_Qp/s1600/Pdl.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5601286548878826594" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 303px; CURSOR: hand; HEIGHT: 304px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5F8tVMckT98mG_oIS3V8I2fLlmERojOcbA_QgyhA5byJmwxMY2Qa7ucVt33mKG9cj1EOHhAIwu1HQjPYzKwD5S1C96rq_GWOtk5EjgLoKnRUGvoovkUJvg0ke6AXgyAmPi_Qp/s320/Pdl.jpg" border="0" /></a><br />Ogni centesimo speso in cultura è moltiplicatore di civiltà e di benessere e gli obiettivi che abbiamo raggiunto sono veramente tanti. Milano, in questi anni di crisi, è stata una delle poche città europee che ha visto crescere il numero di visitatori, italiani e stranieri. I visitatori delle mostre nel 2006 erano 300mila mentre nel 2010 siamo arrivati a un milione e 500mila presenze. Per non parlare delle nuove realtà come il Museo del 900, il Museo del Design, la Fabbrica del Vapore, il raddoppio del Museo Archeologico, la Casa del Fumetto e la casa di Alda Merini. E prossimamente ne verranno inaugurati altri due: il Museo delle Culture extraeuropee e il museo di Arte Contemporanea. Tutti i musei civici sono da poco gratuiti per i giovani fino ai 25 anni. Completeremo il restauro del Castello Sforzesco, del Memoriale della Shoah, del Civico Planetario e riqualificheremo la Galleria VittorioEmanuele.<br />17. Le università private milanesi sono state ultimamente sede di visite parlamentari, governative e da parte dei membri del governo comunale. San Raffaele, Cattolica, Bocconi e Iulm sembrano richiamare sempre più i salotti buoni della borghesia milanese e della rappresentanza comunale. Le università statali quali l’Università degli Studi, la Bicocca e il Politecnico, soprattutto le prime due, non sono state degne di questa passerella. Eppure tra istituti ed enti pubblici dovrebbe esserci una coesione maggiore. Cosa ne pensa e cosa farà in merito?<br />Penso che in questi anni la coesione si sia rafforzata. Questo è un dato di fatto. Milano è cresciuta come polo attrattivo per la formazione professionale di alto livello, anche grazie alla crescita delle partnership che le nostre Università e i Centri di ricerca sottoscrivono in Europa e nel mondo. E i nostri Atenei fanno squadra per consolidare l’apertura internazionale di tutte le nostre 11 università. Un esempio di cui vado fiera è la Rete dei cinque Incubatori (<a style="COLOR: rgb(223,16,0); BACKGROUND-COLOR: transparent; TEXT-DECORATION: none" href="http://www.reteincubatori.it/">http://www.reteincubatori.it/</a>) che ha consentito a tanti giovani talenti di avviare le loro start up. Un progetto ideato e finanziato dall’Assessorato Innovazione, Ricerca e Capitale Umano, e coordinato dal centro per lo sviluppo imprenditoriale Alintec, società partecipata da Camera di Commercio, Assolombarda e Fondazione Politecnico. Ad oggi questo progetto vanta 95 nuove imprese, oltre 500 giovani specializzati coinvolti e un fatturato di 83 milioni di euro.<br /><strong>18. Se fosse eletto “Sindaco di Milano”, quali saranno le sue prime tre azioni nei confronti dei Giovani, dell’Università e del Lavoro?<br /></strong>Milano è la capitale della creatività giovanile sia italiana sia europea. E’ la città dove i giovani possono mettere alla prova il proprio talento in qualsiasi ambito, dallo sport, alla musica, al design, alla ricerca. Milano offre ai giovani il lusso di poter dare libertà ai propri sogni. Qui è facile poter tastare le proprie capacità. Tra le tantissime iniziative che realizzeremo, penso alla realizzazione di una Cittadella dello Sport Milano, dove sarà possibile cimentarsi nelle diverse attività, e una piscina olimpionica convenzionata con il Comune. Rafforzeremo il rapporto con le Università affinché possano fruire degli impianti sportivi della città. Riproporremo i “Buoni Lavoro” del Comune per i giovani studenti che vogliono lavorare nei fine settimane e durante le vacanze. Con lo Sportello Impresa Giovani, attraverso la collaborazione con le Banche faciliteremo l’accesso al credito e a iniziative di microcredito. Promuoveremo corsi di formazione per accedere alle nuove opportunità di lavoro create da Expo 2015.<br /><em></em><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><div align="right"><em>Denis Trivellato</em></div></div>Vulcanohttp://www.blogger.com/profile/08162788454894854200noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-36829595.post-3533264871088127632011-04-27T00:40:00.006+02:002011-04-29T14:53:35.100+02:00NOME DI BATTAGLIA "LIA"<span class="Apple-style-span" style="border-collapse: collapse; "><div style="text-align: left; "><span>Segnaliamo questo evento teatrale che si svolgerà presso la Statale, promosso dal <b>collettivo Fuori Controllo</b> e dal <b>Laboratorio Lapsus</b>:</span></div><div style="text-align: left; font-family: arial, sans-serif; "><span><b><br /></b></span></div><div style="text-align: center; font-size: 13px; font-family: arial, sans-serif; "><span><b><span style="color: rgb(255, 0, 0); ">NOME DI BATTAGLIA "LIA"</span></b></span><br /></div><div class="gmail_quote" style="font-size: 13px; font-family: arial, sans-serif; "><div class="gmail_quote"><div style="text-align: center; "><span><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif; "><span><span><span style="color: rgb(255, 0, 0); "><b><span style="color: rgb(206, 51, 38); "><span>Giovedì 28 aprile ore 21.00<br />Aula Magna - Università Statale di Milano<br />via Festa del Perdono 3/7<br /></span></span></b></span></span></span></span></span><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif; "><span style="font-size: small; "><span style="color: rgb(0, 0, 0); "><br /><a href="http://www.teatrodellacooperativa.it/index.php?page=nomedibattaglialia" target="_blank" style="color: rgb(17, 65, 112); ">Teatro della cooperativa</a><br />Testo e regia di <b>Renato Sarti</b><br />Con <b>Marta Marangoni, Rossana Mola, Renato Sarti</b><br />Musiche di <b>Carlo Boccadoro</b><br />Video <b>BUZZ 2001</b></span></span></span><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif; "><span style="font-size: small; "><br /></span></span><br /></div>Forse a volte ci si dimentica delle storie apparentemente periferiche. Ci si dimentica che al di là dei momenti alti e celebrativi, esiste un mondo fatto di episodi che fanno parte di una quotidianità ai più sconosciuta ma dal valore estremamente significativo.<br />All’interno della grande pagina della Resistenza, il quartiere di Niguarda a Milano e le donne dei suoi cortili ebbero un ruolo particolare. Niguarda si liberò il 24 april<span>...</span><span>e 1945, con un giorno di anticipo su Milano. E fu proprio in quel giorno che si consumò uno degli episodi più tragici della Liberazione della città: colpita al ventre da una raffica di mitra di nazisti sulla via della fuga, moriva - incinta di otto mesi - Gina Galeotti Bianchi, nome di battaglia Lia, una delle figure più importanti del Gruppo di Difesa della Donna. Quest’ultimo vantava a Milano ben 40.000 aderenti, oltre 3.000 attiviste: assisteva i militari abbandonati da un esercito allo sbando; assisteva economicamente le famiglie in cui il marito, il padre, era nei lager o in carcere; era parte integrante dei Gruppi Volontari della Libertà e del comitato cittadino del C.L.N.; compiva manifestazioni e comizi improvvisati ne i mercati rionali o in altre zone della città; forniva staffette in operazioni delicate; stampava Noi Donne, un foglio clandestino precursore del movimento femminista. Inoltre, sulle spalle delle donne ricadeva gran parte del peso della realtà quotidiana, fatta di bambini e anziani da accudire nel freddo, nella fame e nelle malattie.<br />Un ritratto tragico e insieme vivace della Niguarda resistente, dedicato alle donne e al loro coraggio.Un testo basato su testimonianze dirette del nostro recente passato che, attraverso la riscrittura drammaturgica, si fa tragedia, dolore antico, arcaico. Emblematiche le ultime parole di Lia prima di morire: “Quando nascerà il bambino non ci sarà più il fascismo”.<br /><br /></span></div><div class="gmail_quote"><span><i>La Redazione</i><br /><div style="text-align: right;">Per informazioni:</div><div style="text-align: right;"><br /></div><div style="text-align: right;"><a href="http://www.facebook.com/event.php?eid=141012369303357">http://www.facebook.com/event.php?eid=141012369303357</a></div></span><div style="text-align: right; "><div style="text-align: right; "><i><br /></i></div><div style="text-align: right; "><i><span><a href="http://fuoricontrollo.tk/" target="_blank" style="color: rgb(17, 65, 112); ">fuoricontrollo.tk</a></span></i></div><div style="text-align: right; "><i><span><a href="http://fuoricontrollo.tk/" target="_blank" style="color: rgb(17, 65, 112); "></a></span><br /><span><a href="mailto:fuoricontrollo.spo@gmail.com" target="_blank" style="color: rgb(17, 65, 112); ">fuoricontrollo.spo@gmail.com</a></span></i></div></div></div></div></span>Vulcanohttp://www.blogger.com/profile/08162788454894854200noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-36829595.post-77392304789341664802011-04-26T16:52:00.008+02:002011-04-29T14:42:18.752+02:00CARO SINDACO - Nona puntata: Elisabetta Fatuzzo<span class="Apple-style-span" style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 12px; "><h3 class="post-title entry-title" style="margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; font-size: 15px; font-weight: bold; line-height: 1.1em; "><span class="Apple-style-span" style="font-size: 12px; line-height: 15px; font-weight: normal; "><em>Vulcano ha intervistato i candidati sindaco per le elezioni comunali di Milano su temi che vanno dalle politiche giovanili, al mondo del lavoro, ai trasporti pubblici. A rispondere oggi alle nostre domande è Elisabetta Fatuzzo, avvocato, classe 1968, ex consigliere regionale che si candida per il Partito Pensionati.</em></span></h3><div><span class="Apple-style-span" style="font-size: 12px; line-height: 15px; font-weight: normal; "><em><br /></em></span></div></span><span class="Apple-style-span"><b><span class="Apple-style-span" style="font-size: 15px;"><img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDKTfLuwmkWI3OKi_4qxGpRhB6T5z_SRnFqxZs720OSdZl_gxVSQBVpuHTyCryxn9Dd6XcabHz8mMqtIFyZECHI2NFmoSt2_uEJH29wnNKQ9P1HWlx_Du__rIDeiIcsPAjJpL4/s320/eli2kk.jpg.jpg" style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 270px; height: 320px;" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5599906005875490818" /></span><span class="Apple-style-span">1.L’Associazione SoS Racket sembra rimanere sempre più sola nella lotta contro le mafie. Gli ultimi eventi riguardanti le case dell' A.L.E.R sembrano la punta di un iceberg che non si vuole sciogliere. Del pizzo non se ne parla ad alta voce, ma in molti lo pagano, anche nel centro di Milano. Qual è la sua proposta di contrasto in merito al pizzo, al racket, al comportamento mafioso ormai sempre più imperante nella regione Lombardia?</span></b></span><span class="Apple-style-span"><br /></span><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span"><span>Il contrasto al racket, pizzo e mafie è legato al tema della sicurezza. Chi denuncia di pagare il pizzo deve essere sicuro di avere dalle istituzioni la garanzia di continuare la propria attività economica e la propria vita senza pericoli. Il contrasto si opera tramite un rafforzamento sul territorio della presenza delle forze dell’ordine, anche utilizzando il volontariato delle associazioni di carabinieri, poliziotti e finanzieri in pensione. Occorre che all’Associazione SoS Racket e alle altre associazioni che si occupano di legalità siano dati maggiori mezzi e strumenti per la propria azione<i>. </i></span> </span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span"><b>2. Lei ha mai violato la legge?</b></span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span>Da giovane studente, piena di entusiasmo politico ho appiccicato qualche volantino e adesivo del Partito Pensionati su cestini e pali della luce anche se era vietato.</span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span"><b>3. Come si muove a Milano? Mezzi pubblici, bicicletta o automobile? Quanto spende più o meno annualmente per questi spostamenti?</b></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span>Mi muovo prevalentemente con i mezzi pubblici e , se non sono grosse distanze, a piedi.</span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span"><b>4. Visti i dati preoccupanti sulla diffusione dell’HIV (15.000 persone secondo la L.I.L.A.) e di gravidanze indesiderate a Milano, come pensa di procedere sul fronte dell’educazione sessuale nelle scuole superiori? Come si pone di fronte ad iniziative come la presenza di distributori di preservativi nelle scuole? Cosa pensa dello scontro che lo scorso anno ha visto coinvolti l’ASL di Milano e la Regione Lombardia, riguardante le modalità con cui si tenevano i corsi di educazione sessuale e che hanno portato alla sospensione degli stessi?</b></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span>Ritengo essenziale che vengano tenuti corsi di educazione sessuali e distribuiti opuscoli e libri informativi sul tema. Il valore della vita e della salute va messo davanti a qualunque valutazione morale. Sono d’accordo sulla diffusione e distribuzione di preservativi ai giovani.</span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span"><b>5. Prima della sua carriera politica, di cosa si occupava?</b></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span>Ho iniziato da studente. Ho frequentato il liceo scientifico e poi giurisprudenza al la Statale di Milano. Ho superato l’esame a Brescia per avvocato e esercito tuttora la professione.</span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span"><b>6. Che genere di istruzione ha ricevuto dai suoi genitori e dalle scuole che ha frequentato?</b></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span"><span>Sono grata ai miei genitori di avermi consentito di studiare e sono soddisfatta dei valori che loro e gli insegnanti che ho avuto mi hanno trasmess, soprattutto la passione per l’impegno civile. </span> </span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span"><b>7. Il rapporto di Transatlantic Trends evidenzia che in Italia la percezione della percentuale di immigrazione risulta quattro volte superiore rispetto alla realtà. A Milano, gli avvenimenti di via Padova o del campo rom di via Triboniano dimostrano che la temperatura sociale resta calda. Quali crede siano le priorità per stemperare la tensione? Come progetterà di muoversi il comune e i suoi servizi per attuare l’integrazione con strumenti alternativi al solo intervento delle forze dell’ordine?</b></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span>L’integrazione necessita in primo luogo di “comunicazione”. E’ necessario prevedere corsi di lingua italiana gratuiti in misura più massiccia verso tutte le nuove comunità. Occorre rafforzare l’intesa e il rispetto culturale delle rispettive tradizioni. E soprattutto ci vuole l’integrazione economica, occorre vigilare affinchè gli immigrati possano trovare e svolgere lavori onesti e dignitosi e sentire col tempo di appartenere ad una grande nazione come l’Italia.</span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span"><b>8. Molti degli studenti che frequentano le università milanesi sono pendolari, fuori sede o provenienti da altri paesi (erasmus). Vivendo a Milano contribuiscono in vario modo a rendere più ricca la città. Purtroppo, rispetto alle grandi città europee Milano risente di un deficit nel settore del trasporto pubblico, soprattutto nelle fasce notturne e nelle zone periferiche e i prezzi dei taxi sono assolutamente proibitivi. Come intende agire per migliorare il trasporto milanese? Come pensa di agire sulle politiche giovanili e di integrazione?</b></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span>Il Partito Pensionati ritiene necessario, anche con l’obiettivo di contenere il traffico automobilistico, investire sul trasporto pubblico, potenziarne copertura e fasce orarie. Per una maggiore sicurezza chiediamo nelle ore serali la presenza di forse dell’ordine sui mezzi pubblici, a tutela soprattutto degli anziani e delle donne.</span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span"><b>9. Qual è la sua visione di Milano? Quali benefici sociali e ambientali porterà l’Expo ai cittadini milanesi e ai suoi visitatori?</b></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span>L’Expo è una ottima occasione per la crescita di Milano. Il timore è che possa accompagnarsi a fenomeni di infiltrazione criminale, per questo è necessario vigilare attentamente sugli appalti e far sì che il tutto si svolga all’insegna della massima trasparenza.</span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span"><b>10.Da una stima fatta nel 2005 dal U.N.R.A.E nel comune di Milano circolano 800 mila vetture e di queste circa 30 mila sono non catalizzate (3.8%). Le macchine più moderne, che rispondono alle direttive europee più severe in termine di inquinamento, in Italia sono meno di una su tre, mentre a Milano sono circa il 42 per cento. Eppure, Milano ha superato i limiti di PM10 per ben 35 volte nei soli primi 38 giorni di quest’anno. Per entrare nella cerchia dei bastioni si paga l’Ecopass. Alcuni studi indicano che un S.U.V diesel di ultima generazione (euro 4, euro 5, che quindi non paga l’Ecopass) inquina almeno quanto un euro 2 benzina, che invece deve pagare l’Ecopass. Si potrebbe giungere alla sfortunata conclusione che chi ha i soldi per comprare una macchina nuova non paga l’Ecopass, chi non ha questi soldi invece lo paga. Entrambi fanno girare l’economia, entrambi inquinano. Cosa intende fare Lei? Come sta andando questo Progetto “Eco”?</b></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span>Il Partito Pensionati è contrario all’Ecopass, che si risolve in un permesso ad inquinare per chi ha i soldi per permetterselo. Riteniamo una soluzione migliore per tutelare davvero la salute dei cittadini la chiusura del centro storico alle auto.</span></p> <img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0tWM6IURkTR9P5jFWzhKvL-ZBB3wqpmjXFfUFylF4cE7_NETC-fHF8nN6t6Gj4nhJh6qlYPexwxlx0mSYG8d999FWz1i2oXv9ItS-cwjYxpQVZaUul1Jen1hB_erlvWQWYNTF/s320/logo+part+pens.jpg" style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 313px;" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5599905640938201666" /><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span><b>11. Sempre per quanto riguarda l’inquinamento avete intenzione di aumentare la salvaguardia della salute controllando anche il PM100? L’Europa non lo richiede ma studi scientifici ammettono la sua esistenza e il suo potere cancerogeno...</b></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span>Sì, mi sembra un’ottima idea. Le patologie respiratorie sono in aumento a Milano e il compito degli amministratori deve essere prima di tutto quello di tutelare la salute dei suoi abitanti.</span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span"><b>12. Lei beve l’acqua del rubinetto di casa sua?</b></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span>Sì.</span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span"><b>13.A Milano ci sono moltissime case vuote, sfitte o abbandonate da molti anni. Altre invece vengono date agli amici degli amici o a gente che si può permettere ben oltre ciò che invece paga (il caso di Affittopoli, Trivulzio &C .). Secondo i dati del S.u.n.i.a., quest’anno gli affitti per gli studenti a Milano hanno subito un rincaro del 10%. Una camera singola arriva a costare fino a 750 euro. Quale potrebbe essere la prima azione in merito a tale problema?</b></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span"><span>Calmierare gli affitti tramite una azione sinergica con la Regione che ha competenza sulla materia. Occorre garantire agli studenti fuori sede la possibilità di avere alloggi a prezzo sostenibile. </span> </span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span"><span> </span> </span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span"><span><b>14. Lei ha mai lavorato senza ricevere denaro? </b></span> </span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span>Si, capita molto spesso. Al Partito Pensionati diamo poi informazioni e consulenza in materia pensionistica a titolo gratuito.</span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span><b>15. Quanto si spenderà a grandi linee per la sua campagna elettorale?</b></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span>Meno di 2.000 euro.</span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span"><b>16. Negli ultimi dieci anni le biblioteche rionali hanno ridotto l’orario di apertura rendendoli simili agli orari di un sportello delle poste. Pochissime biblioteche rimangono aperte la sera. Per visitare il Louvre di Parigi si spende tanto quanto andare al Palazzo Reale. Le associazioni culturali milanesi sono al collasso. I piccoli teatri rischiano di chiudere ogni giorno. Qual è la sua proposta culturale per Milano?</b></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span>Occorre ripristinare gli investimenti sulla cultura, compresi teatri e biblioteche.</span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span"><b>17. Le università private milanesi sono state ultimamente sede di visite parlamentari, governative e da parte dei membri del governo comunale. San Raffaele, Cattolica, Bocconi e Iulm sembrano richiamare sempre più i salotti buoni della borghesia milanese e della rappresentanza comunale. Le università statali quali l'Università degli Studi, la Bicocca e il Politecnico, soprattutto le prime due, non sono state degne di questa passerella. Eppure tra istituti ed enti pubblici dovrebbe esserci una coesione maggiore. Cosa ne pensa e cosa farà in merito?</b></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span"><span>Quanto avvenuto dimostra come le nostre Istituzioni, ad ogni livello, non perseguano come primo obiettivo quello di migliorare e far crescere la qualità delle nostre università statali, privilegiando invece tutto ciò che è istruzione privata. Ne è un esempio la politica regionale lombarda che con il buono scuola ha speso oltre 50 milioni di euro all’anno per interventi per la scuola privata che ben potevano essere utilizzati per migliorare il sistema di istruzione pubblico. </span> </span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span"><b>18. Se fosse eletta “Sindaco di Milano”, quali saranno le sue prime tre azioni nei confronti dei Giovani, dell’Università e del Lavoro?</b></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm"><span>Favorire l’occupazione giovanile anche con iniziative dedicate ad agevolare le nuove imprese. Rilanciare l’Università come luogo formativo post laurea e di aggiornamento professionale con iniziative di collaborazione con le Imprese e con le Istituzioni per una rinascita delle idee per Milano che veda coinvolto il mondo giovanile universitario.</span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0.35cm; line-height: 115%"><i><span class="Apple-style-span">Denis Trivellato</span></i></p>Vulcanohttp://www.blogger.com/profile/08162788454894854200noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-36829595.post-52679671885825407722011-04-24T11:22:00.008+02:002011-04-24T13:10:56.350+02:0025 Aprile - la Statale in Manifestazione<div align="left">Vulcano vi aspetta alla manifestazione di domani, 25 Aprile a Milano.<br /></div><br /><div align="left"><strong>L'appuntamento è alle 14.30 in Piazza Oberdan - Bastioni di Porta Venezia-</strong>, dove è previsto uno spezzone unitario della Statale, sotto la scritta "<strong>Statale di Milano, partigiani in ogni facoltà</strong>", organizzato da alcune fra le associazioni antifasciste dell'università.</div><br /><br /><div align="right"></div><br /><p align="right"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5599083109844963714" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 400px; CURSOR: hand; HEIGHT: 213px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsRz0kYwllalYIBI4VErfde6MxYPGWtXtaDhAQfwpaVUhKAeDzHv70_7M-TWTExi9yV-K1QcC6wrgYqfUR3EyR-B4CwFF_YGf7DrE-l55NqYEGEdJHiaAa3RUdUqmmcLEMYkbz/s400/partigiani_sfilano_per_le_strade_di_milano+%25281%2529.jpg" border="0" /> <em>La Redazione</em></p>Vulcanohttp://www.blogger.com/profile/08162788454894854200noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36829595.post-35738578930231408962011-04-22T13:29:00.007+02:002011-04-22T13:58:30.682+02:00Opera lenta<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzIYFrkvocu5QZi2RZXcx87O9rB4w3RFVO2QRMWcpbdnxsg543CWdjNdbj9qMBALFXbGnF6Mk-8IgTtbq2TNMt5Favrq4VOzzBClSnzuABq293U-YBXa94qM_zTKhR74i0qR0t/s1600/1.JPG"><span style="color:#000000;"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5598371717531697826" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 240px; CURSOR: hand; HEIGHT: 320px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzIYFrkvocu5QZi2RZXcx87O9rB4w3RFVO2QRMWcpbdnxsg543CWdjNdbj9qMBALFXbGnF6Mk-8IgTtbq2TNMt5Favrq4VOzzBClSnzuABq293U-YBXa94qM_zTKhR74i0qR0t/s320/1.JPG" border="0" /></span></a><span style="color:#000000;">La sala teatrale Cannobiana di Milano, in via Larga, a pochi passi dalla nostra Università, viene inaugurata nel 1779, un anno dopo il Teatro alla Scala, ma risale invece al 1894 il cambio di nome in Teatro Lirico, come è tutt’ora conosciuto dai milanesi. L’acquisto definitivo da parte del Comune di Milano risale al 1926, e nel 1938 un grave incendio ne danneggia seriamente le strutture: in questa occasione il Comune decide di ricostruirlo in forme nuove, rinunciando alla grande cupola vetrata considerata sino a quel momento uno dei simboli della città. Nel 1943 il Teatro Lirico ospita la stagione del Teatro alla Scala, parzialmente distrutto dai pesanti bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e il 16 dicembre 1944 Benito Mussolini, in occasione della celebrazione della morte di Filippo Tommaso Marinetti, pronuncia proprio in questa sala quello che sarà il suo ultimo comizio.<br /><strong>Nel secondo Dopoguerra, il Teatro Lirico assume un ruolo centrale nella vita culturale meneghina</strong> e nel 1960 inizia la fruttuosa collaborazione con il Piccolo Teatro. Sono gli anni di Giorgio Strehler, che impiega sovente la "sala grande" per i suoi spettacoli della fase brechtiana. Gli anni Settanta e Ottanta rappresentano gli ultimi fasti per il Teatro Lirico, che sul proprio palco vede avvicendarsi balletti, concerti di musica leggera (tra i quali spiccano quelli di Giorgio Gaber) e manifestazioni politiche. Una <strong>crisi finanziaria</strong> ne provoca la chiusura negli anni Novanta, ma nonostante il suo progressivo abbandono, nel 2003, è stato dedicato dalle Istituzioni cittadine a Giorgio Gaber. È il primo passo di un ambizioso progetto di rilancio concretizzato con l’avvio dei lavori di ristrutturazione nel 2007. </span><br /><div><br /><div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCtX6h8YxJdYY8Eh2c6pyTQlQ63n-ADl2KiHMtnEzpHZHVBcL79q99y9DZo5mybfCOOI9dQ90OWd46GNb7O5bmGLZRSmSkdK0fjNMWyBx01pPnfhI637EeW5CCBcYElQEH15NV/s1600/2.JPG"><span style="color:#000000;"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5598373923679465570" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 240px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCtX6h8YxJdYY8Eh2c6pyTQlQ63n-ADl2KiHMtnEzpHZHVBcL79q99y9DZo5mybfCOOI9dQ90OWd46GNb7O5bmGLZRSmSkdK0fjNMWyBx01pPnfhI637EeW5CCBcYElQEH15NV/s320/2.JPG" border="0" /></span></a><span style="color:#000000;">Inizialmente il progetto è stato affidato all’imprenditore teatrale Gianmario Longoni e al suo team di imprenditori, ma la Sovraintendenza ha bloccato a lungo i lavori, anche a causa delle pressioni di <strong>Vittorio Sgarbi</strong>, allora Assessore alla cultura, che si è opposto alla ristrutturazione. Questa, sosteneva Sgarbi, avrebbe stravolto il disegno degli anni ’30 di Cassi Ramelli. Nel 2008 il cantiere avrebbe dovuto riprendere a funzionare, ma nulla di significativo è cambiato, e dopo il ritiro da parte di alcuni imprenditori dal progetto, questo è stato tolto ai privati e preso in gestione dal Comune nel 2009.<br /><strong>Attualmente non si conosce né lo stato dei lavori né la data di completamento prevista.</strong> Esiste però un elegante sito web (</span><a href="http://www.teatroliricomilano.it/"><span style="color:#000000;">http://www.teatroliricomilano.it/</span></a><span style="color:#000000;">) che, come si può leggere nelle informazioni nella pagina, è stato aperto nel 2007, presumibilmente dal Comune. In questo spazio informatico viene illustrato il progetto di rilancio: l’obiettivo è restituire alla città di Milano uno dei suoi “simboli architettonici più suggestivi”, ovvero la volta vetrata costruita per il Teatro Lirico nel 1894 in occasione della prima grande ristrutturazione: una volta vetrata che dovrebbe costituire il “guscio attivo” di un organismo polifunzionale. La “polifunzionalità” sembra essere appunto l’elemento chiave per rilanciare l’attività di questa grande sala, destinata, secondo quanto indicato nel sito web, a ospitare nello stesso anno artistico “scelte eterogenee”, che vadano dalla prosa alla danza, dal musical al jazz, dalla lirica alla musica leggera e concertistica, dal teatro musicale al balletto, il tutto selezionato “tra le migliori produzioni nazionali e internazionali, secondo criteri artistici uniformati all’idea di novità e di successo di pubblico”. </span></div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXAP8TLquYpzpFeHU-eYZA_Mm9QByo7swGPUIfd4wBrRlDnkIhEWqvRfGwgyQ8GyrddywXky-fue-FS5EOq3G_4Y9Xi8-nK7k7VjuCpgyn-v-h2b2LEoPsB__4t7alugxgLKxX/s1600/4.JPG"><span style="color:#000000;"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5598375546746999554" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 301px; CURSOR: hand; HEIGHT: 256px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXAP8TLquYpzpFeHU-eYZA_Mm9QByo7swGPUIfd4wBrRlDnkIhEWqvRfGwgyQ8GyrddywXky-fue-FS5EOq3G_4Y9Xi8-nK7k7VjuCpgyn-v-h2b2LEoPsB__4t7alugxgLKxX/s320/4.JPG" border="0" /></span></a><span style="color:#000000;">Il Teatro Giorgio Gaber, attualmente, si presenta allo sguardo dei passanti con tutti i segni dell’incuria e del trascorrere del tempo: finestre rotte, umidità che trasuda dai muri portanti, sporcizia. L’unico segnale che suggerisca l’idea dei “lavori in corso” per una ristrutturazione sono due prefabbricati situati sul lato del Teatro in via Rastrelli, dove inoltre sono state posizionate delle transenne per impedire ai passanti di avvicinarsi alla parete del teatro, dalla quale evidentemente si teme la caduta di calcinacci. Sul retro del teatro campeggiano ancora le insegne ormai arrugginite, mentre soltanto la facciata principale in via Larga sembra mantenersi in un discreto stato di conservazione. Abbiamo cercato di contattare lo staff del Teatro tramite l’indirizzo mail riportato nella pagina dei contatti sul sito web, ma abbiamo dovuto constatare che l'indirizzo non è più attivo. </span><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFG8wIWS_ME-GgKvtHu_2D64OwjHlk4Zafev9L_RD9SeXcZdy-2rW9TIHaKhEdbylDo7LTpQi9UkvzgJZzd10Mh3ZdE_a90d9OuXKFffITF-QE8e-Y3qcvIg7I0I0V7gGPBsEa/s1600/3.JPG"><span style="color:#000000;"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5598374963268783634" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 231px; CURSOR: hand; HEIGHT: 185px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFG8wIWS_ME-GgKvtHu_2D64OwjHlk4Zafev9L_RD9SeXcZdy-2rW9TIHaKhEdbylDo7LTpQi9UkvzgJZzd10Mh3ZdE_a90d9OuXKFffITF-QE8e-Y3qcvIg7I0I0V7gGPBsEa/s320/3.JPG" border="0" /></span></a><span style="color:#000000;">Lo slogan accattivante scelto per questo progetto dai tempi indeterminati recita: “Ci siamo messi all’Opera per creare cultura”; ma pare proprio che questa “creazione” si limiti, fino ad oggi, a una dichiarazione di intenti, per quanto supportata da un’eccellente piattaforma informatica. Eppure il candidato sindaco Letizia Moratti nel suo libricino di propaganda elettorale “I cento progetti realizzati” sostiene che i lavori in via Larga proseguono.<br /></span><br /><div></div><br /><div><span style="color:#000000;">I fatti non confermano. </span></div><br /><div><br /></div><br /><div align="right"><em>Angelo Turco, con la collaborazione di Irene Nava</em></div></div>Vulcanohttp://www.blogger.com/profile/08162788454894854200noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-36829595.post-70905005877493608772011-04-17T12:24:00.005+02:002011-04-17T13:01:35.566+02:00"Restiamo Umani - Vik da Gaza City"<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgM_xYxZENZ2oMbFE-nnhpbM-Fom3kOVFMucerhVZTjpxeQ6Hhk2gcBVovKnVdEqAO9PnWaFVSNHcds8_TOTs74I1ta_B6XN-rIQ3qoUQ54QWlZ4m1siD_WaupjAHfn8i09B18B/s1600/Arrigoni.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 213px; height: 320px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgM_xYxZENZ2oMbFE-nnhpbM-Fom3kOVFMucerhVZTjpxeQ6Hhk2gcBVovKnVdEqAO9PnWaFVSNHcds8_TOTs74I1ta_B6XN-rIQ3qoUQ54QWlZ4m1siD_WaupjAHfn8i09B18B/s320/Arrigoni.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5596505450215318434" /></a><span class="Apple-style-span" style="border-collapse: collapse; font-family: arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; "><p>Vittorio Arrigoni, alias Vik sul suo blog <a href="http://guerrillaradio.iobloggo.com/" target="_blank" style="color: rgb(51, 102, 51); ">http://guerrillaradio.<wbr>iobloggo.com</a>, aveva raggiunto Gaza due volte tramite le navi della Freedom Flotilla, la prima volta fu rapito dall'esercito israeliano e ricacciato in Italia, la seconda riuscì ad arrivare, e vi restò. Da allora è stato l'unica voce autentica delle condizioni della Striscia, <b>l'unico giornalista italiano presente sul territorio a raccontarci<em> i fatti</em> non embedded</b>, da più di due anni la quotidianità della più grande prigione a cielo aperto del mondo, l'assenza di acqua e luce, il divieto di commercio di beni di prima necessità quali, persino, macchinari ospedalieri o strumenti di lavoro, e anche durante il massacro di Gaza occorso tra il Natale 2008 e gennaio 2009 lui era lì, sotto le bombe, a mostrarci il volto disumano e atroce della guerra. Il suo ultimo post, del giorno in cui venne rapito, raccontava della "guerra invisibile per la sopravvivenza", dei 300 lavoratori morti dal 2006 ad oggi nella costruzione dei tunnel per l'Egitto attraverso i quali far arrivare a Gaza beni di prima necessità come le sue foto ci raccontano: il trasporto di bestiame.</p><p>Era un ragazzo coraggioso, anche se la paura traspariva spesso dai suoi messaggi. Viveva sotto il pericolo delle bombe, degli spari, e sulla sua testa pendeva una taglia pubblica posta da alcuni gruppi israeliani per la sua lotta per il diritto all'autodeterminazione del popolo palestinese nella propria terra. Quando, ormai più di un anno fa, a Gaza ci fu un conflitto a fuoco con il primo gruppo locale legato ad Al Qaeda, denunciò l'orrore di un palese circolo vizioso nel quale la continua oppressione del popolo palestinese, e la continua delegittimazione dei vari leader che via via si facevano avanti (prima Arafat segregato alla Muqata, poi l'ANP di Abu Mazen corrotta in ogni suo organo e tessuto, poi l'eroe nazionale Barghouti rinchiuso da anni nelle prigioni israeliane, infine Hamas e dal 2006 la chiusura via terra, aria e mare della Striscia), facevano sprofondare la comunità palestinese, favorendo la nascita di gruppi integralisti sempre più radicali.</p><p>In questo orrore contro cui lottava quotidianamente, Vik è morto. Non ci ha mostrato "come muore un italiano", ma soltanto come muore un uomo. Ogni suo post, ogni suo articolo, si concludeva con un richiamo a non lasciarci travolgere dall'ignavia e dall'indifferenza. Parole che non dovremmo dimenticare mai.</p><p>"<b><em>Restiamo umani,</em><br /><em>Vik da Gaza City</em></b>"</p><p><br /></p><p style="text-align: right;"><i>Marco Bettoni</i></p></span>Vulcanohttp://www.blogger.com/profile/08162788454894854200noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36829595.post-13782003223861708292011-04-15T09:17:00.006+02:002011-04-15T11:22:40.657+02:00Ucciso a Gaza Vittorio Arrigoni<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqVL_7hISrFrHfotWzzophavWpfG0dkMnW8A_Uf75ZgI9TZ-vB_3STgPvkpFYt2gq0pOAq1KldZydiTygL5jX1dlYROT8B2IhsFNbPQSGXS7iNXguXXIEIy7fkGn_JXC56SoxF/s1600/36704_1468631923035_1450700398_1178604_7341643_n.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5595715785185027234" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 221px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqVL_7hISrFrHfotWzzophavWpfG0dkMnW8A_Uf75ZgI9TZ-vB_3STgPvkpFYt2gq0pOAq1KldZydiTygL5jX1dlYROT8B2IhsFNbPQSGXS7iNXguXXIEIy7fkGn_JXC56SoxF/s320/36704_1468631923035_1450700398_1178604_7341643_n.jpg" border="0" /></a> E' morto ieri a Gaza Vittorio Arrigoni, pacifista italiano e attivista dell'Iternational Solidarity Movement. Il suo corpo è stato ritrovato in seguito a un blitz delle truppe di Hamas, che stavano tentando di liberare il giovane italiano, rapito ieri mattina dai miliziani antioccidentali del movimento islamico salafita. Le prime ipotesi parlano di morte per soffocamento, ma si attendono i risultati dell'autopsia per avere maggiori certezze.<br /><div>Arrigoni, 36 anni, da tempo era impegnato nella difesa del popolo palestinese dagli attacchi israeliani. Autore del libro "Restiamo Umani", sull'operazione "Piombo Fuso", che in tre settimane fra dicembre 2008 e gennario 2009, ha causato circa 1400 morti fra i palestinesi, soprattutto civili, Arrigoni era anche collaboratore del Manifesto, e da Gaza autore del blog <a href="http://guerrillaradio.iobloggo.com/">Guerrillaradio</a>, impegnato nel far conoscere all'Occidente, all'Italia in particolare, i crimini e le violenze di un territorio in perenne conflitto.</div><div><br /></div><div style="text-align: right;"><i>La Redazione</i></div>Vulcanohttp://www.blogger.com/profile/08162788454894854200noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-36829595.post-50950656706947151752011-04-14T17:46:00.002+02:002011-04-14T17:51:24.805+02:00Croce celtica nell'atrio dell'Aula Magna<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgg5rPot5NlnmB6I2DB8VpB3TU5ZYQM3bCQL66EYrvNak18ft6RxBl5pTZ60Je-dOyEMX8oIKKMlXfrjb52AeTuK47qKUr3da_itpttdHKhvBZyCrNVPvFREQz-F_oqacYPpZFp/s1600/croce+celtica+atrio.JPG" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgg5rPot5NlnmB6I2DB8VpB3TU5ZYQM3bCQL66EYrvNak18ft6RxBl5pTZ60Je-dOyEMX8oIKKMlXfrjb52AeTuK47qKUr3da_itpttdHKhvBZyCrNVPvFREQz-F_oqacYPpZFp/s320/croce+celtica+atrio.JPG" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5595467362291623666" /></a>Dopo le svastiche sulle bacheche dei rappresentanti degli studenti, anche nell'atrio dell'Aula Magna di via Festa del Perdono è comparsa una croce celtica a firma Blocco Studentesco. Nel frattempo Marco Arioli, coordinatore regionale di Casa Pound Italia, con una dichiarazione su <i>Repubblica</i> smentisce ogni coinvolgimento ufficiale del movimento di estrema destra nell'imbrattamento delle bacheche. <div>I gruppi studenteschi di matrice antifascista dichiarano di essere intenzionati a rispondere alla provocazione con una mobilitazione unitaria per via istituzionale, per impedire ai gruppi neofascisti di creare in università un clima di intimidazione e intolleranza. </div><div><br /></div><div style="text-align: right;"><i>La Redazione</i></div>Vulcanohttp://www.blogger.com/profile/08162788454894854200noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-36829595.post-3831377314382480692011-04-12T18:24:00.005+02:002011-04-14T17:52:12.147+02:00Le svastiche del Blocco sulle bacheche dei rappresentanti degli studenti<div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 13px; line-height: 20px; ">Questo lunedì, nella sede dell'Università di via Festa del Perdono, sono comparse alcune svastiche sulle bacheche dei rappresentanti degli studenti, situate nell'atrio alla sinistra dell'Aula Magna. L'azione è stata apertamente rivendicata dai neofascisti del Blocco Studentesco con un'ulteriore scritta sulla bacheca dei rappresentanti di CL.</span></div><span class="Apple-style-span" style="font-size: 13px; line-height: 20px; "><div style="text-align: justify;">Di seguito riportiamo la comunicazione congiunta Démos S.C. - Sinistra Universitaria di denuncia dell'accaduto.</div><div style="text-align: right;"><br /></div><div style="text-align: right;"><i>La Redazione</i></div><div style="text-align: left; "><span class="Apple-style-span" style="font-size: 13px; line-height: 20px; "><br /></span></div><i><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-style: normal; "><i>"La mattina di lunedì 11 aprile abbiamo trovato delle svastiche tracciate sulle bacheche di Sinistra Universitaria e di Démos Studenti Comunisti nel polo di Via Festa del Perdono. Su un'altra bacheca è stata </i></span><span class="Apple-style-span" style="font-style: normal; "><i><div style="text-align: left; display: inline !important; "><span class="Apple-style-span" style="font-style: normal; "><i>rinvenuta la rivendicazione da parte del movimento neofascista Blocco Studentesco. Esprimiamo indignazione e disgusto per questo gesto intimidatorio. Quel simbolo, emblema di un'ideologia distruttiva, odiosa e carica di colpe storiche gravissime, segnala la presenza all'interno della nostra Università di movimenti incivili e striscianti, che operano al limite della legalità e gettano un'ombra preoccupante sull'intera vita universitaria del nostro ateneo. Sinistra Universitaria e Démos Studenti Comunisti </i></span></div></i></span><span class="Apple-style-span" style="font-style: normal; "><i><div style="text-align: justify; display: inline !important; "><span class="Apple-style-span" style="font-style: normal; "><i>continueranno a battersi per portare avanti un'idea di università pubblica, libera, laica e antifascista a cominciare dal lavoro comune per preparare un 25 aprile in cui gli studenti del nostro Ateneo si mobilitino uniti per affermare ancora una volta l'antifascismo come fondamento della nostra Repubblica".</i></span></div></i></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-style: normal; "><i><br /></i></span></div></i></span><img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPp3NkeKcnPx-JT2cqYxIFKcmMMHiRUlDLMyxPJcEcHhb0sBJ8zswaexfI07qS0weRNObc1iE1Wd-aUXkq0GPSQ9djcGXbdVP96iNsEVWVMnUafFXKzdcKhDTmFbIMfOZoC7rk/s320/Svastica+2.jpg" style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5594734046542204882" /><img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyPjjJRN3fK32EumCPPFp_CE-I7JmcE8XjR3Wql0Wgl9KEQ5PUmtdlh51rRFQZm003BHsjibW0XP2_CyUNiGvkPf4TTw_6KJxJ0WcAV8EWKVgRP48Gn4G3E9jkv_xEo6CxpGrd/s320/svastica+demos.jpg" style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5594734044594381586" />Vulcanohttp://www.blogger.com/profile/08162788454894854200noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-36829595.post-88554086401058195492011-04-06T14:48:00.004+02:002011-04-06T15:00:43.750+02:00L'Aquila, estate 2010 - primavera 2011<p class="MsoNormal" style="mso-margin-top-alt:auto;margin-bottom:5.95pt; line-height:normal;mso-outline-level:1"><b><span style="font-family:"Trebuchet MS","sans-serif"; mso-fareast-font-family:"Times New Roman";mso-bidi-font-family:Arial; mso-font-kerning:18.0pt;mso-fareast-language:IT"><span class="Apple-style-span">Frammenti di vita e tentativi di normalità <o:p></o:p></span></span></b></p> <p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height: normal;tab-stops:45.8pt 91.6pt 137.4pt 183.2pt 229.0pt 274.8pt 320.6pt 366.4pt 412.2pt 458.0pt 503.8pt 549.6pt 595.4pt 641.2pt 687.0pt 732.8pt"><span style="font-family:"Trebuchet MS","sans-serif";mso-fareast-font-family:"Times New Roman"; mso-bidi-font-family:"Times New Roman";mso-fareast-language:IT"><span class="Apple-style-span">Il 28 luglio scorso <b>Paganica</b>, ormai nota località de L’Aquila, si è riempita di bambini, accorsi per la Giornata dello Sport. Le varie attività si svolgono in un parco e in una piccola piazza circondata da recinzioni e macerie. La collocazione lascia quantomeno perplessi, e forse non sono la sola a pensarlo, tant’è che nel pomeriggio un campo da pallavolo viene spostato più lontano. I servizi per i bambini sono molteplici: a <b>Coppito</b>, per esempio, c’è a disposizione il Parco Murata Gigotti, dove i bambini possono giocare </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; ">con l’assistenza e la guida di alcuni volontari. In un angolo del parco qualcuno ha dimenticato </span></p><img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoJRX-_XaLiM_qi58Gdft-HU4uOw3mxMNw7Vip48aO0VdEpgjqykTr1GA_K1GMQu71won46BsUnmO3lhr1ZMCITz0OU0vLfVuU6hyphenhyphenKsEYykJT35UVq6ZL0RJd_SosepO_FBUHm/s320/macerie+L%2527Aquila_3.jpg" style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 214px;" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5592454070733714370" /><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; ">legni secchi e lana di vetro in balle. Qualcun altro invece contribuisce a badare alle “piccole aquile”, come Fabiola, quindici anni, di Coppito, che ci racconta di volontari che “nell’emergenza hanno dato la vita, messo tutti loro stessi”, e mostra un po’ di insofferenza verso alcuni aquilani che invece “al tempo del terremoto si lamentavano pur avendo quattro primi, tre secondi, dolce e frutta…non è normale, perché io dico: ti stanno dando l’anima, e tu ti lamenti. Nessuno ha la bacchetta magica”. Diverso atteggiamento è riscontrabile in molte delle persone che raccontano la loro vita dopo il terremoto. Peter Civisca, barista di Paganica, lavora in un container di quindici metri quadrati, di fianco ad un edificio classe E che un tempo era il suo bar-ristorante. Come ha fatto a ripartire con l’attività? “Io ho ricevuto, per ora, 800? al mese ad aprile, maggio e giugno 2009. Ho fatto domanda per avere risarcimenti di merci e per il fatturato degli anni passati, ma finora non ne ho avuti.”</span><p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height: normal;tab-stops:45.8pt 91.6pt 137.4pt 183.2pt 229.0pt 274.8pt 320.6pt 366.4pt 412.2pt 458.0pt 503.8pt 549.6pt 595.4pt 641.2pt 687.0pt 732.8pt"><span style="font-family:"Trebuchet MS","sans-serif";mso-fareast-font-family:"Times New Roman"; mso-bidi-font-family:"Times New Roman";mso-fareast-language:IT"><span class="Apple-style-span">E la ricostruzione? Un giro per <b>Pettino</b>, zona L’Aquila Ovest, consente di notare diversi container, che ospitano banche, uffici postali e molte scuole. L’ospedale è stato in parte ristrutturato, ed hanno riaperto alcuni negozi di un centro commerciale. Alla sede Caritas la mamma di due bambini, venuta ad informarsi per un posto di lavoro, racconta di esser rientrata nella sua casa più di un anno dopo il terremoto, perché i lavori di ristrutturazione non procedevano. Nel frattempo, è stata con la famiglia in un albergo. </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; ">È spontaneo chiedersi nuovamente, come un anno fa, se gli aquilani <i>terranno tosto</i>. Certamente: non si può -o meglio, non si deve- fare altrimenti. </span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height: normal;tab-stops:45.8pt 91.6pt 137.4pt 183.2pt 229.0pt 274.8pt 320.6pt 366.4pt 412.2pt 458.0pt 503.8pt 549.6pt 595.4pt 641.2pt 687.0pt 732.8pt"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; "></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; ">(Il 7 novembre 2010 Peter ci ha aggiornato sulla sua situazione: “Per me non e' cambiato nulla, e sono sempre in attesa di quelle domande che ho fatto al comune, le quali, se andranno a buon fine, rimborseranno solo in percentuale il fatturato dell'anno precedente il sisma.”, ndr)</span></p> <p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height: normal;tab-stops:45.8pt 91.6pt 137.4pt 183.2pt 229.0pt 274.8pt 320.6pt 366.4pt 412.2pt 458.0pt 503.8pt 549.6pt 595.4pt 641.2pt 687.0pt 732.8pt"><span style="font-family:"Trebuchet MS","sans-serif";mso-fareast-font-family:"Times New Roman"; mso-bidi-font-family:"Times New Roman";mso-fareast-language:IT"><o:p><span class="Apple-style-span"> </span></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height: normal;tab-stops:45.8pt 91.6pt 137.4pt 183.2pt 229.0pt 274.8pt 320.6pt 366.4pt 412.2pt 458.0pt 503.8pt 549.6pt 595.4pt 641.2pt 687.0pt 732.8pt"><span style="font-family:"Trebuchet MS","sans-serif";mso-fareast-font-family:"Times New Roman"; mso-bidi-font-family:"Times New Roman";mso-fareast-language:IT"><span class="Apple-style-span"><i>Alice Manti</i><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height: normal;tab-stops:45.8pt 91.6pt 137.4pt 183.2pt 229.0pt 274.8pt 320.6pt 366.4pt 412.2pt 458.0pt 503.8pt 549.6pt 595.4pt 641.2pt 687.0pt 732.8pt"><span style="font-family:"Trebuchet MS","sans-serif";mso-fareast-font-family:"Times New Roman"; mso-bidi-font-family:"Times New Roman";mso-fareast-language:IT"><span class="Apple-style-span"><br /></span></span></p> <p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height: normal"><span class="Apple-style-span" >Oggi, 6 aprile, ricorre il secondo anniversario del terremoto. Di seguito una testimonianza diretta della situazione attuale da parte di un ragazzo aquilano.</span></p> <p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height: normal;tab-stops:45.8pt 91.6pt 137.4pt 183.2pt 229.0pt 274.8pt 320.6pt 366.4pt 412.2pt 458.0pt 503.8pt 549.6pt 595.4pt 641.2pt 687.0pt 732.8pt"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; " ><i>"A oggi, la situazione qui a L’Aquila e dintorni è in continuo divenire. L’intervento della Protezione Civile ha dato l’opportunità di trovare una sistemazione dignitosa per tutti nel momento dell’emergenza. Abbiamo però ancora oltre 2000 persone alloggiate in hotel, di cui circa la metà sulle nostre coste. Di per sé il dato dice che il problema abitativo è risolto, ciò che i numeri non esprimono è l’aspetto umano di questa situazione.</i></span></p> <p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height: normal"><span class="Apple-style-span" ><i><span style="font-family:"Trebuchet MS","sans-serif";mso-fareast-font-family: "Times New Roman";mso-bidi-font-family:"Times New Roman";color:black; mso-fareast-language:IT">Coloro che ancora alloggiano in hotel sono, per lo più, persone anziane e sole, strappate allo stile di vita semplice e di socialità alla quale erano legati. Molti di loro infatti non si erano mai allontanati dalle nostre montagne, e trovarsi da un giorno all’altro costretti a stare lontano dalla propria casa -frutto dei sacrifici di una vita-, dal proprio paese, dalla propria città e dai propri vicini </span><span style="font-family: "Trebuchet MS","sans-serif";mso-fareast-font-family:"Times New Roman"; mso-bidi-font-family:"Times New Roman";mso-fareast-language:IT">è un’enorme sofferenza.<span style="color:black"><o:p></o:p></span></span></i></span></p> <p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height: normal"><span class="Apple-style-span" ><i><span style="font-family:"Trebuchet MS","sans-serif";mso-fareast-font-family: "Times New Roman";mso-bidi-font-family:"Times New Roman";color:black; mso-fareast-language:IT">Per fortuna ci sono anche molte cose che funzionano. Gran parte degli edifici classificati B o C (ovvero edifici parzialmente inagibili con danni non strutturali), per esempio, sono stati riparati e, quasi come a voler esorcizzare l’accaduto, gli intonaci sono diventati tutti colorati: le nostre zone residenziali sono accese da case verdi, rosse, gialle, blu</span><span style="font-family:"Trebuchet MS","sans-serif";mso-fareast-font-family: "Times New Roman";mso-bidi-font-family:"Times New Roman";mso-fareast-language: IT">, come fossero un simbolo di rinascita.<span style="color:#31849B; mso-themecolor:accent5;mso-themeshade:191"><o:p></o:p></span></span></i></span></p> <p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height: normal"><span style="font-family:"Trebuchet MS","sans-serif";mso-fareast-font-family: "Times New Roman";mso-bidi-font-family:"Times New Roman";color:black; mso-fareast-language:IT"><span class="Apple-style-span" ><i>Ma i nostri centri storici sono ancora ben lontani dall’essere ricostruiti. Avevamo una città e dei borghi circostanti davvero bellissimi e ora abbiamo perduto tutto. Senza i nostri vicoli, i nostri palazzi storici, le nostre fontane, sembriamo davvero un popolo senza identità, ci sentiamo disorientati. Provate a immaginare Roma senza i Fori Imperiali, Milano senza Duomo, Torino senza Mole Antonelliana, e potrei proseguire perché la caratteristica di noi Italiani è proprio quella di sentirci guidati e direi quasi rassicurati dai riferimenti che rendono la propria città unica e parte di se stessi". <o:p></o:p></i></span></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;line-height: normal"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; " ><i>Daniele, 28 anni, cittadino aquilano</i></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: small; "> </span></p>Vulcanohttp://www.blogger.com/profile/08162788454894854200noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36829595.post-5647794409647154382011-04-05T14:36:00.000+02:002011-04-05T18:58:18.559+02:00Terremoti S.P.A.<b>Il buisness della ricostruzione in Italia, dal 1908 ai giorni nostri</b><div><b><br /></b><img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxki7xaQXRf8GjvlY8p2Om_tX8HM_FMQGe6jcHomrEnI58GDDEfbkOwkEr9kE-jjf4V26BfAPtXF1XtD5aQeKp7IgazlIiiQV1zTGYp6tmIzy2U9Mmfel4vlZKRCVAlqyX19OX/s320/terremoto.jpg" style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5592144246074852450" />In Italia la speculazione edilizia sembra quasi un marchio di fabbrica, tant’è che la possiamo ammirare in moltissime sfaccettature diverse. Dal 1931 ad oggi il Vesuvio ha brontolato 42 volte (in media ogni 8 anni), eppure si è continuato a costruire migliaia di case nelle zone considerate pericolose, sul fianco del cratere. Ma non si tratta di un caso isolato: dopo il terremoto del 1980 venne varato un “piano Napoli” che consentì la realizzazione di 20 mila alloggi nella zona rossa, come ricorda Marco Di Lello, ex assessore regionale. Per quanto riguarda il recente terremoto aquilano invece, sono previsti, secondo il Giudice dell'Udienza Preliminare Giuseppe Grieco, ben 18 anni per giungere ad una sentenza definitiva per aver costruito senza rispettare le norme di sicurezza. Lo stesso lasso di tempo è previsto anche per l'erogazione dei 22 milioni di euro di risarcimento da parte della protezione Civile, accusata di non aver preso misure adeguate per evitare la tragedia. Ma i fattori concorsi nel determinare la morte di ben 308 abruzzesi non si fermano qui. Dal 1996 al 2008 sono state varate quattro ben norme sull’edilizia antisismica. Perché non sono servite a limitare i danni? Il problema risiede anche nel controllo della qualità delle costruzioni. Sono crollati infatti anche edifici nuovi, vecchi al massimo di 40 anni, come l’ospedale o la casa dello studente, costruita negli anni sessanta, oppure la chiesa di Tempera, a sette chilometri dall’Aquila, anch’essa edificio moderno, non certo centenario. La maxi-inchiesta sui crolli, avviata dalla Procura della Repubblica dell'Aquila, ha messo in luce 22 mila edifici irregolari ,costruiti con una percentuale di ferro inferiore alla norma. Di conseguenza l’indagine non si è concentrata solo sui progetti e materiali, ma anche sugli amministratori pubblici e locali che hanno concesso la costruzione.<br />Questo problema però non riguarda il solo Abruzzo: secondo le ultime stime, in Italia ci sarebbero ben 75-80 mila edifici pubblici da consolidare.<br />Nel nostro Bel Paese insomma, calamità naturale fa rima con business. Dopo l'iniziale entusiasmo per la solidarietà portata da vigili del fuoco e volontari emerge quella che è solo la punta dell'iceberg del giro d’affari che i grandi terremoti italiani mettono in moto. Secondo una stima approssimativa, dal sisma del Belice nel 1968 ad oggi, il giro di denaro ammonterebbe a circa 140 miliardi di euro. Ciò senza considerare il terremoto dell’Aquila, che il direttore del commissariato per la ricostruzione Gaetano Fontana stima attorno a 10 miliardi di euro per il solo capoluogo di provincia. La domanda sorge spontanea: perché si continuano a versare soldi per tamponare i danni delle catastrofi quando invece, non solo si dovrebbe, ma sarebbe possibile intervenire preventivamente? E dove finisce il denaro investito per la ricostruzione e il rilancio economico delle zone colpite?<br />Nel sisma dell’Irpina (1980) i miliardi di lire destinati e gestiti dall’entourage di Ciriaco De Mita hanno dato solo 380 posti di lavoro anziché i 3.500 promessi.<br />Un esempio recente invece è costituito dalle dichiarazioni del governo Berlusconi che esplicitano la volontà di costruire una nuova città dell’Aquila, una new town.Sembrerebbe quasi sensato, se non fosse che il problema principale ritorna sempre al pettine: le norme antisismiche italiane non hanno riscontro pratico, nonostante anche il Guardian abbia dichiarato, dopo il sisma aquilano, che il nostro Paese è l’area geologicamente più instabile d’Europa.<br />Secondo Franco Barberi, presidente della commissione grandi rischi, oggi indagato per mancato allarme, un sisma come quello abruzzese, in Usa, non avrebbe fatto nemmeno un morto. In Giappone, dove ogni anno avvengono 400 terremoti ed è previsto nei prossimi 30 anni un Grande Terremoto si verificano periodiche esercitazioni antisismiche e sono attive segreterie telefoniche per far comunicare le famiglie ipoteticamente divise dal sisma. Inoltre, come già specificato, non mancano solo adeguate norme, ma anche e soprattutto i controlli.<br />Solo l’esemplarità dei soccorsi e delle ricostruzioni dopo il sisma del Friuli (1976) ci indica come debba realmente essere gestita una calamità. L’allora presidente del Friuli-Venezia Giulia, Antonio Comelli, decise che per ricostruire in fretta bisognava affidare la gestione degli aiuti europei e statali agli enti locali, accompagnati da severi controlli. L'altra faccia della medaglia è costituita invece dal sisma del Belice, modello di appalti truccati, imprese fantasma, ritardi, sprechi e promesse non mantenute. Un esempio su tutti: i numerosi cantieri fantasma aperti da alcuni residenti per intascare i fondi e costruirsi villette al mare. Finì che l’inchiesta sul “sacco di Belice”, avviata nel 1978 dal procuratore di Trapani Giangiacomo Ciaccio Montalto (ammazzato dalla mafia il 25 Gennaio 1983), si concluse solo nel 1990 con l’assoluzione di tutti gli imputati.<br />E il terremoto che colpì Messina nel 1908? Troppo indietro? Tutt’altro. Secondo il censimento di Legambiente, nel 2009 le baracche risultavano ancora 3.336 con 3.100 famiglie abitanti, nonostante le autorità ne dichiarassero non più di mille. Mentre nell’Agosto 2010 l’assessore del Risanamento Giuseppe Rao ha inviato una lettera al Presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, per sollecitare i finanziamenti, a più di cent’anni dalla catastrofe generazioni di persone hanno vissuto in baracche, con tutto ciò che ne consegue.<div><br /><i><span class="Apple-style-span" style="font-style: normal; "><span class="Apple-style-span">Cronologia dei grandi sismi italiani:</span></span></i></div><div><span class="Apple-style-span">Messina 1908; </span></div><div><span class="Apple-style-span">Belice 1968; </span></div><div><span class="Apple-style-span">Fiuli 1976; </span></div><div><span class="Apple-style-span">Irpina 1980; </span></div><div><span class="Apple-style-span">Abruzzo 2009.</span></div><div><br /></div><div><span class="Apple-style-span"></span><i>Francesca Gabbiadini</i><br /><br /></div></div>Vulcanohttp://www.blogger.com/profile/08162788454894854200noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-36829595.post-64490735794131289972011-03-28T08:33:00.012+02:002011-03-28T11:17:42.819+02:00CARO SINDACO - Settima puntata: Mattia Calise<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTBjlolqbmWg4m0c8wHkmtF7iEjc2s41C7nYqPHAug0y54YYWpFem-7fBSsg5g4sGoBOqwfWPu4tpB_JJW5ugtx_U-Em4OvuwpV0RAcpWESXezG79OiITUvFxh0J2a9KWg2fJz/s1600/sncmln_web--400x300.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTBjlolqbmWg4m0c8wHkmtF7iEjc2s41C7nYqPHAug0y54YYWpFem-7fBSsg5g4sGoBOqwfWPu4tpB_JJW5ugtx_U-Em4OvuwpV0RAcpWESXezG79OiITUvFxh0J2a9KWg2fJz/s320/sncmln_web--400x300.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5589057021254117458" /></a><p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span><span ><b><span class="Apple-style-span" style="line-height: 15px; font-weight: normal; "><em>Vulcano ha intervistato i candidati sindaco per le elezioni comunali di Milano su temi che vanno dalle politiche giovanili, al mondo del lavoro, ai trasporti pubblici. Oggi è il turno di Mattia Calise, 20 anni (il più giovane tra i candidati), studente di Scienze Politiche all' Università Statale, candidato-portavoce per il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.</em></span></b></span></span></p><p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" style="font-family: arial; font-size: small; "><span><span><b><br /></b></span></span></span></p><p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" style="font-family: arial; font-size: small; "><span><span><b>1.</b></span></span><span><span><b> L’Associazione SoS Racket sembra rimanere sempre più sola nella lotta contro le mafie. Gli ultimi eventi accaduti per le case dell’A.L.E.R. , dove un’organizzazione ha praticamente in mano le case popolari, sembrano la punta di un iceberg che non si vuole sciogliere. Del pizzo non se ne parla ad alta voce, ma in molti lo pagano, anche nel centro di Milano. Qual è la sua proposta di contrasto in merito al pizzo, al racket, al comportamento mafioso ormai sempre più impregnante nella regione Lombardia?</b></span></span></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"></p><ul><li><span class="Apple-style-span" >Allargare la cooperazione del Comune anche all’associazione Sos-Racket (oggi il Comune ha un servizio “Sos contro racket e usura” in collaborazione con l’associazione “Sos Italia Libera”), e alle altre realtà associazionistiche attive sul tema;</span></li><li><span class="Apple-style-span" >Evidenziare nel dovuto modo il servizio “Sos contro racket e usura” nel sito del Comune (che attualmente sembra quasi nascosto), e promuoverne le attività con una campagna informativa periodica;</span></li><li><span class="Apple-style-span" >Realizzare un tavolo permanente anti-racket/anti-mafie nel Comune, che possa coordinarsi con le realtà già attive a livello locale e nazionale;</span></li><li><span class="Apple-style-span" >Incrementare il numero dei vigili di quartiere disponibili, anche spostando a volontari ed ausiliari alcune loro mansioni (tipo il presidio di ingressi e uscite dalle scuole), in modo da non creare “assenze” predeterminate nel presidio del territorio;</span></li><li><span class="Apple-style-span" ><span><span>P</span></span><span><span>resentazione al Consiglio Comunale di tutti i bilanci delle società partecipate dal Comune (che ad oggi non è obbligatorio).</span></span></span></li></ul><p></p> <p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" ><b>2. Lei ha mai violato la legge?</b></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span><span >Premesso che nel M5S la fedina penale pulita è prerequisito per potersi candidare.. sicuramente sì, anzi sarebbe un bel gioco se ciascuno facesse caso ogni giorno ai singoli dettagli: le leggi sono tali e tante, pretendono di regolare ogni singolo ambito dell'esistenza, e così mal coordinate che la gente le viola continuamnete anche senza saperlo.</span></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span><span >Posso fare anche un esempio di violazione volontaria: mi capita di percorrere in bici tratti di marciapiede in zone particolarmente a rischio per i ciclisti, o in aree pedonali dove pur avendo un senso non sarebbe prevista la circolazione delle bici (nota extra testo: è da ritenersi positiva la sperimentazione di condivisione dei marciapiedi partita in questi giorni).</span></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" ><br /></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" ><span><span><b>3. </b></span></span><span><span><b>Com</b></span></span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: arial; font-size: small; "><b>e si muove a Milano? Mezzi pubblici, bicicletta o automobile? Quanto spende più o meno annualmente per questi spostamenti?</b></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" ><span><span>C</span></span><span><span>ome studente l'annuale mi costa 170€, più i 10 della tessera elettronica.. Sò che il prezzo pieno annuale sarebbe di 300€, e il mensile 30€; al proposito credo che - data l'incidenza ridotta dei costi di gestione elettronica - ci sarebbero gli estremi per portare il costo mensile esattamente a 1/12 dell'annuale se gestito via web (quindi 25€ a prezzo pieno); per muovermi in città utilizzo quasi esclusivamente mezzi pubblici e nelle giornate non piovose la bicicletta.</span></span></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span><span >Spendo quindi 170€ di abbonamento Atm e circa 50€ in materiale di consumo e manutenzione bici.</span></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" ><br /></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span><span ><b>4. Visti i dati preoccupanti sulla diffusione dell’HIV (15.000 persone secondo la L.I.L.A.) e di gravidanze indesiderate a Milano, come pensa di procedere sul fronte dell’educazione sessuale nelle scuole superiori? Come si pone di fronte ad iniziative come la presenza di distributori di preservativi nelle scuole? Cosa pensa dello scontro che lo scorso anno ha visto coinvolti l’ASL di Milano e la Regione Lombardia, riguardante le modalità con cui si tenevano i corsi di educazione sessuale e che hanno portato alla sospensione degli stessi?</b></span></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" >A fronte del vuoto informativo-educativo che si è venuto a creare nelle scuole medie e superiori da quando l’A.S.L. ha sospeso gran parte dei progetti e quindi anche quelli relativi all’ educazione sessuale, professionisti privati e associazioni del privato sociale hanno proposto alle scuole i loro interventi che non sempre sono stati all’ altezza delle aspettative. Io interverrei ripristinando e incrementando tutti i progetti di prevenzione che si sono dimostrati validi nel tempo molti dei quali già proposti in passato dalla A.S.L.</span></p> <img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhD6-mss6byiNWJyxSbuvv1IHIz4zYTT69xiolz7Q95jtmyioVaYBHD807ZXouiExBAEpKhPXeRxlyXy5a302ASYmOwLvgFtiY0BG8_yIu_6AIPn25otzcR6Ijktulb6hl6tHOH/s200/movimento5stelle.jpg" style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 200px;" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5589057173807280994" /><p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span><span >Sono stati attivi nelle scuole per vari anni progetti relativi all’educazione sessuale,alle problematiche riguardanti l’alcool, le sostanze stupefacenti e i disturbi dell’alimentazione. Queste attività educative e formative importantissime per gli studenti non ci sono quasi più; l A.S.L. ha fatto tagli enormi e ingiustificabili. Le conseguenze di una scarsa o errata informazione è spesso un comportamento inconsapevole che porta alle note e drammatiche conseguenze (contagio HIV, gravidanze indesiderate,etc).</span></span></p> <p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm; widows: 0; orphans: 0"><span class="Apple-style-span" ><span><span>Sono favorevole alla distribuzione di profilattici, anche nelle scuole. </span></span><span><span>Nel 2008 e 2009 come rappresentante d’istituto del Liceo Machiavelli di Pioltello mi sono battuto per l’introduzione dei distributori di profilattici nei plessi scolastici e da allora non ho mai smesso di sostenere l’iniziativa.</span></span></span></p> <p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm; widows: 0; orphans: 0"><span class="Apple-style-span" >Penso che scontri di questo genere portino solo danni alla popolazione. Il problema avrebbe potuto essere risolto con un miglioramento del servizio e non con la soppressione dello stesso.</span></p> <p style="margin-top: 0.11cm"><span class="Apple-style-span" ><span><span>Io avrei cercato di capire per quale motivo parte dell’utenza aveva ritenuto non idoneo l’intervento e soprattutto avrei stimolato presso le aree competenti </span></span><span><span>una eventuale revisione del progetto per offrire un servizio più adeguato.</span></span></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" ><b>5. Prima della sua carriera politica di cosa si occupava?</b></span></p> <p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" ><span><span> D</span></span><span><span>iciamo pure cosa continuerò a fare: per noi la politica non è un lavoro alternativo ad un altro lavoro, è un servizio temporaneo alla collettività. Sono uno studente universitario, studio Scienze Politiche in Statale.</span></span></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" ><br /></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" ><span><span><b>6. In quali scuole ha ricevuto la sua educazione?</b></span></span><span><span><b> 6. Che genere di istruzione ha ricevuto dai suoi genitori e dalle scuole che ha frequentato?</b></span></span></span></p> <p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span><span >Scuole pubbliche. Dai miei genitori ho ricevuto un’istruzione basata sul rispetto degli altri, sulla creatività e sulla determinazione nel portare a termine progetti.</span></span></p> <p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" ><br /></span></p> <p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" ><span><span><b>7.</b></span></span><span><span><b> Il rapporto di Transatlantic Trends evidenzia che in Italia la percezione della percentuale di immigrazione risulta quattro volte superiore rispetto alla realtà. A Milano, gli avvenimenti di via Padova o del campo rom di via Triboniano dimostrano che la temperatura sociale resta calda. Quali crede siano le priorità per stemperare la tensione? Come progetterà di muoversi il comune e i suoi servizi per attuare l’integrazione con strumenti alternativi al solo intervento delle forze dell’ordine? </b></span></span></span></p> <p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"></p><ul><li><span class="Apple-style-span" >Assegnare spazi del Comune come luoghi d’aggregazione per le varie comunità etniche formatesi, che ovviamente siano zone crime-free monitorate, ma in modo collaborativo;</span></li><li><span class="Apple-style-span" >Realizzare un tavolo permanente (strutturato in sotto-tavoli per ognuna delle 9 zone) per l’integrazione, coinvolgendo elementi di tutte le etnie presenti;</span></li><li><span class="Apple-style-span" >Introdurre il principio della presenza di personale multietnico, sia nei servizi ai cittadini che nelle forze di polizia locale, per superare le barriere di lingua e mentalità;</span></li></ul><p></p> <p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" ><b>8. Molti degli studenti che frequentano le università milanesi sono pendolari o si trasferiscono a Milano o nelle zone limitrofe, oppure sono studenti di altri paesi, gli “erasmus”. Arrivando a Milano “fanno girare l’economia” con le loro spese sia di necessità che di divertimento. Inoltre, rispetto alle grandi città europee Milano risente di un deficit nel settore del trasporto pubblico, soprattutto nelle fasce notturne e nelle zone periferiche e i prezzi dei taxi sono assolutamente proibitivi. Come intende agire per migliorare il trasporto milanese? Come pensa di agire sulle politiche giovanili e di integrazione?</b></span></p><p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" ><span class="Apple-style-span"></span><span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span">Per quanto riguarda politiche giovanili e integrazione:</span></span></span></p><p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" ><span class="Apple-style-span"><b></b></span>va programmata una gestione di parte dell'edilizia pubblica, da mettere al servizio degli studenti a prezzi agevolati; se pensiamo poi ai tanti edifici pubblici inutilizzati e improduttivi che potrebbero diventare “stazioni di studio”, renderemmo possibile per uno studente avere basi d'appoggio sia per dormire che per studiare, magari minimaliste, ma funzionali. Le notizie recentissime sul Pio Albergo Trivulzio danno l'idea di quel che il Comune potrebbe fare a favore degli studenti - investendo nel futuro - e non dei privilegiati possessori di redditi sontuosi. </span></p><p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" >Sul fronte trasporto pubblico:</span></p><p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" ><span class="Apple-style-span"></span><span><span>non vedo alternative al miglioramento del trasporto milanese, se non attraverso il potenziamento del </span></span><span><span><b>trasporto</b></span></span><span><span> </span></span><span><span><b>pubblico</b></span></span><span><span> e della mobilità </span></span><span><span><b>ciclabile</b></span></span><span><span>. Ovviamente al potenziamento del trasporto pubblico – come incremento frequenze, prolungamento orari, e flessibilità dimensionale dei mezzi - dev'esser associata un'adeguata estensione e difesa delle corsie preferenziali. La maggior parte dei fondi extra che deriveranno dal fisco federale e dall' IMU, andrebbero investiti nella “battaglia del trasporto urbano”, che va assolutamente vinta.</span></span></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" ><b><br /></b></span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" ><b>9. Qual è la sua visione di Milano? Quali benefici sociali e ambientali porterà l’Expo ai cittadini milanesi e ai suoi visitatori?</b></span></p> <p style="margin-top: 0.11cm"><span><span >Milano era una città dove ci si trasferiva volentieri per trovare lavoro, per studiare e in generale per cercare fortuna, una città ricettiva e dalle grandi opportunità, un avamposto a livello tecnologico e culturale per tutta Italia. Era definita capitale morale - anche da Montanelli - perché di fatto sempre davanti a Roma in molteplici campi.</span></span></p> <p style="margin-top: 0.11cm"><span><span >Nel 2011 Milano è in declino, con un gioco di parole purtroppo ben calzante, può essere forse la capitale amorale d’Italia, dove si specula sulla pelle di chi più ha bisogno d’assistenza, dove chi vi si trasferisce ci morirà anzitempo per l’ambiente nocivo, bloccato nel traffico e all’ombra di grattacieli inutili.</span></span></p> <p style="margin-top: 0.11cm"><span><span >Il governo della città ignora gli interessi primari della cittadinanza, non la consulta né la coinvolge nelle scelte, sempre più frequentemente gliele impone a beneficio dei soliti costruttori, delle solite lobbies.</span></span></p> <p style="margin-top: 0.11cm"><span><span >Milano si è trasformata in una città vetrina e temporanea, buona per fare shopping oppure per la settimana della moda, ma con poche prospettive per il futuro e per le prossime generazioni; resterà così - priva di prospettive - anche dopo la fiammata dell’Expo, nella quale - sotto la guida “accorta” di chi non ha mosso un dito per evitare il nuovo scandalo di affittopoli - verranno bruciate enormi risorse, senza toccare i problemi strutturali della città, anzi peggiorandoli.</span></span></p> <p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" ><b>10. Secondo Phillipe Daverio, la costituzione urbanistica e storica della città di Milano è molto più simile a città europee come Lione, che Berlino o Parigi. Ciò impone una evoluzione della città non solo tramite decisioni politiche ed economiche in merito ma anche integrative al passato e al futuro di quale città si vorrà co-costruire insieme con i cittadini. Quale è la sua visione di Milano? Quali benefici sociali e ambientali porterà l’Expo ai cittadini milanesi e ai suoi visitatori?</b></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span><span >Milano, come moltissime realtà italiane, è una città con una precisa fisionomia storica caratterizzante che non va stravolta. I grattacieli ultra moderni non sono consoni allo stile architettonico urbano. Cercherei di adottare azioni finalizzate al recupero di fabbricati vetusti e di aree dismesse, badando con attenzione alla spesa a fronte di minori introiti dovuti alla riduzione del consumo di territorio. Badando sicuramente più alla qualità della condivisione degli spazi comuni, più che all'estetica futuristica di nuovi mostri in cemento armato che andrebbero delocalizzati in aree periferiche dismesse. La Milano che vorrei ha le piazze a disposizione della vita extra lavorativa delle famiglie, spazi di svago, luoghi di incontro, aree a verde, mobilità agevolata per mezzi non inquinanti, piste ciclabili.</span></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span><span >Expo... A mio parere è un'enorme operazione speculativa immobiliare, di difficilissima valutazione come benefici ai cittadini e alle imprese locali. Si ipotizzano costose opere effimere della durata di pochissimi anni, per far poi spazio alle iniziative immobiliari delle solite famiglie (già da anni attive nell'acquisizione dei terreni da rivendere a peso d'oro), con enorme carenza di trasparenza sino al probabile intervento della magistratura, come nei troppi numerosi casi in cui vi sono enormi quantità di denaro pubblico.</span></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" ><br /></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span><span ><b>11. Da una stima fatta nel 2005 dal U.N.R.A.E nel comune di Milano circolano 800 mila vetture e di queste circa 30 mila sono non catalizzate quindi il 3.8 %. In Italia su un totale di 32 milioni e mezzo di macchine la stima è che le non catalizzate siano circa otto milioni e 100 mila quindi quasi il 25 per cento. Se poi andiamo a parlare delle macchine più moderne, quelle immatricolate dopo il 2000, e quindi macchine che rispondono alle direttive europee più severe in termine di inquinamento, la euro tre e la euro 4, in Italia si stima che meno di una macchina su tre siano con queste caratteristiche a Milano invece sono circa il 42 per cento quindi quasi una su due. Eppure per entrare nella cerchia dei bastioni si paga l’Ecopas. Non tutti però devono pagare, solo chi ha un’automobile inferiore all’euro 4, deve pagare. Eppure, alcuni studi scientifici che un S.U.V. di ultima generazione (euro 4, 5) inquina, per quantità di PM10 rilasciati, tanto quanto se non di più di un euro 2. Insomma sembrerebbe quasi che chi ha i soldi per pagarsi la macchina nuova non paga l’Ecopas, chi non ha questi soldi invece lo paga. Eppure inquinano ugualmente entrambi. A ciò si aggiunge che nei primi 50 giorni del 2011, Milano ha superato i limiti di PM10 per ben 35 nei soli primi 38 giorni dell’anno. Cosa intende fare Lei? Come sta andando questo Progetto “Eco”?</b></span></span></p> <p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span><span >Sì, condivido l'idea dell'inefficacia dell'Ecopass, basta girare in centro alle 8,30 del mattino per rendersi conto che non funziona: ci sono muraglie di macchine di grossa cilindrata bloccate nel traffico, dalle targhe recenti e che possono evidentemente circolare liberamente. Oltre alla non risoluzione del problema locale, se andassimo a vedere l'impronta ecologica lasciata nella produzione di queste auto nuove, le considerazioni sarebbero ancora più preoccupanti.</span></span></p> <p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span><span >Un fallimento? Assolutamente si, l’inquinamento non si combatte in questo modo, il nome Ecopass è infatti ingannevole e tecnicamente errato, il progetto “pilota” partito a Londra nel 2003 con in nome di Congestion Charge era infatti volto a combattere il problema del traffico, di cui l’inquinamento atmosferico è solo una delle tante conseguenze; a Milano con il termine eco si è dato il via ad una serie di eccezioni (in particolare quella da te citata per i modelli di auto nuove) rendendo vano lo spirito di scaricare dal traffico il centro città e anche quello di essere “eco” su due punti: il primo perché consente di inquinare a pagamento e il secondo perché come si sa il bilancio in termini di co2 e di inquinamento del processo di fabbricazione di un auto di nuova generazione corrisponde a circa 10 anni di utilizzo di un modello precedente.</span></span></p> <p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span><span >Per combattere l’inquinamento killer della nostra città ci si deve concentrare su due differenti piani: quello a breve termine, come ad esempio il fatto di migliorare la fluidità del traffico - che ha un'incidenza diretta sull'inquinamento: sarebbe sensato investire in un progetto “no sosta in doppia fila”, prima informando, poi ammonendo e infine agendo in maniera inflessibile con un'azione combinata di controlli, multe e rimozioni veloci, e quello a lungo termine, come ad esempio la sostituzione delle caldaie a nafta negli edifici (13% circa delle emissioni), sostituendo i mezzi di trasporto diesel (che con le continue soste sono responsabili del 52% circa delle emissioni PM10 totali) e con un sviluppo dei sistemi di trasporto pubblico interconnesso ad un piano di mobilità ciclabile.</span></span></p> <p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span><span >L'iniquità tra chi ha più soldi e chi ne ha meno si risolverebbe molto facilmente come avviene in altre Nazioni, dove multe e pass sono graduate in funzione del reddito. Vi immaginate – giusto per fare un esempio – che multa si beccherebbe il consorte dell'attuale sindaco?</span></span></p> <p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" ><b><br /></b></span></p><p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" ><b>12. Sempre per quanto riguarda l’inquinamento avete intenzione di aumentare la salvaguardia della salute controllando anche il PM100 anche se l’Europa non lo richiede ma studi scientifici ammettono la sua esistenza e il suo potere cancerogeno?</b></span></p> <p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span><span >Sì, penso sia importante disporre della maggior quantità di informazioni possibili, al contrario di quello che avviene oggi da parte dell'Amministrazione Pubblica, dove i rapporti scientifici che già oggi dimostrano i devastanti effetti dello smog milanese sulla nostra aspettativa di vita vengono nascosti nei cassetti dei sessantenni. Il prof. Masera, decano della lotta alle leucemie infantili, quando gli chiesero se l'inquinamento potesse essere una causa dei quattro casi contemporanei di luecemia alla scuola Corridoni, rispose semplicemente "non lo so per certo, quello che è certo è che Milano per i bambini è un ambiente ostile". Tutto andrebbe controllato per poi agire consapevolmente ed agire sul serio</span></span></p> <p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" ><br /></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"> <span><span ><b>13. Lei beve l’acqua del rubinetto di casa sua?</b></span></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span><span >Sì, solo acqua di rubinetto.</span></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" ><br /></span></p> <p style="text-indent: -0.48cm; margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"> <span class="Apple-style-span" ><span><span>12<b>14. A Milano ci sono moltissime case vuote, sfitte o abbandonate da molti anni. </b></span></span><b><span><span>Altre invece vengono date agli amici degli amici o a gente che si può permettere ben oltre ciò che invece paga (il caso di Affittopoli, Trivulzio &C .). </span></span><span><span>In una zona periferica come quella di Maciacchini una stanza singola costa in media 500 euro al mese “solitamente” in nero. A Berlino, in Alexander Plaza, una stanza singola costa circa 230 euro al mese con contratto. Inoltre, secondo i dati del S.u.n.i.a., quest’anno gli affitti per gli studenti a Milano hanno subito un rincaro del 10%. Una camera singola arriva a costare fino a 750 euro. Quale potrebbe essere la prima azione in merito a tale problema? Cosa dobbiamo aspettarci da Lei se verrà eletto su questo tema?</span></span></b></span></p> <p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span><span >Le prime azioni dovrebbero essere quelle di assegnare gli alloggi vuoti di proprietà pubblica, e sfavorire chi tiene sfitti gli alloggi privati. I tempi sarebbero maturi, soprattutto come risorse informatiche, per mettere in rete domanda e offerta con tutte le informazioni relative, anche quanto si paga d'affitto nelle varie zone. Lo scandalo di affittopoli e del Pat è semplicemente l’ennesimo esempio abuso di una classe politica autoreferenziale e ormai totalmente distaccata dagli interessi dei cittadini; come direbbero Stella e Rizzo: una vera e propria Casta. E mentre assistiamo a questo scandalo 20.000 cittadini sono in lista di attesa per ottenere un’abitazione popolare.</span></span></p> <p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"> </p> <p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0.16cm"><span><span ><b><br /></b></span></span></p><p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0.16cm"><span class="Apple-style-span" ><b>15. Lei ha mai lavorato senza ricevere denaro?</b></span></p> <p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0.16cm"><span><span >No.</span></span></p> <p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0.16cm"><span class="Apple-style-span" ><b><br /></b></span></p><p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0.16cm"><span class="Apple-style-span" ><b>16. Quanto si spenderà a grandi linee per la sua campagna elettorale?</b></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" ><span><span>Il MoVimento raccoglierà qualche migliaio di euro nei banchetti o con donazioni tramite Paypal o bonifici. Non riusciamo a immaginare di andare oltre i 10.000 €, cifre ben diverse dal milione di euro messo in campo da Pisapia (più la raccolta fondi richiesta ai simpatizzanti/votanti) per contrastare i milioni della Moratti. La maggior parte dei simpatizzanti collaborerà e darà una mano in modo volontario e gratuito. Chiunque voglia dare il suo contributo è gradito e può contattarci per farlo. Vogliamo soprattutto fare questa rivoluzione: LA POLITICA FUORI DAL CIRCUITO DEI SOLDI E I SOLDI FUORI DAL CIRCUITO DELLA POLITICA. Questa è la nostra vera specialità: costruire una partecipazione di tutti come responsabilità condivisa verso una comunità da ricostruire. Una comunità di tutti: per noi soli niente, per noi tutti tutto.</span></span><span class="Apple-style-span"><b> </b></span></span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" ><b><br /></b></span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" ><b>17. Negli ultimi dieci anni le biblioteche rionali hanno ridotto l’orario di apertura rendendoli simili agli orari di un sportello delle poste. Pochissime biblioteche rimangono aperte la sera. Per visitare il Louvre di Parigi si spende un terzo di quello che viene a costare l’entrata a Palazzo Reale. Le associazioni culturali milanesi non politicamente schierate sono al collasso. I piccoli teatri rischiano di chiudere ogni giorno. Qual è la sua proposta culturale per Milano?</b></span></p> <p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0.16cm"><span class="Apple-style-span" ><span><span>Aumentare gli stanziamenti per la cultura in generale, recuperando fondi ad esempio dal parco auto comunali</span></span><span><span><b>.</b></span></span></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span><span >Vedrei poi orari lunghi, le scuole aperte 24 ore, moltissimo accesso libero in tutti gli spazi pubblici, scuole, università, teatri e biblioteche; meno vigili e più volontari in ogni luogo che faccia vivere la cultura e gli spazi di discussione sulla vita della città, Milano città aperta alla cultura anche con il wi-fi e le connessioni alle biblioteche on line. </span></span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" ><b><br /></b></span></p><p align="JUSTIFY" style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" ><b>18.</b> <b>Le università private milanesi sono state ultimamente sede di visite parlamentari, governative, e da parte dei membri del governo comunale. San Raffaele, Cattolica, Bocconi e Iulm sembrano richiamare sempre di più quei salotti buoni della borghesia milanese e della rappresentanza comunale. Le università statali quali la Statale, la Bicocca e il Politecnico, con una maggiore accentuazione per le prime due, non sono state degne di questa passarella. Eppure tra istituti ed enti pubblici dovrebbe esserci una coesione maggiore. Cosa ne pensa e cosa farà in merito?</b></span></p> <p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0.16cm"><span><span >Chi viene eletto deve lavorare per il bene della cittadinanza e non perdere il suo tempo in visite di cortesia e altre sceneggiate buone solo per aumentare il proprio potere e prestigio: io sarò il terminale di tutti quelli che vorranno portare il loro contributo, senza preclusioni, e con lo stesso spirito andrò ovunque sarà sensato che io vada nell'interesse della cittadinanza, non degli interessi privati.</span></span></p><p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0.16cm"><span class="Apple-style-span" ><b><br /></b></span></p><p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0.16cm"><span class="Apple-style-span" ><span><span></span></span><span class="Apple-style-span"><b>19.</b> <b>Se fosse eletto “Sindaco di Milano”, quali saranno le sue prime tre azioni nei confronti dei Giovani, dell’Università e del Lavoro?</b></span></span></p> <p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0.16cm"><span><span >Giovani: censimento di tutti gli spazi pubblici nei diversi quartieri di Milano, utilizzabili come luoghi di ritrovo e per iniziative culturali/affini; loro apertura con personale volontario la sera fino alle 23-24 nei giorni feriali. Sono compresi i tantissimi seminterrati ALER e simili lasciati inutilizzati: da mettere a disposizione di associazioni, gruppi culturali anche di comunità di immigrati, ecc. </span></span></p> <p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0.16cm"><span><span >Università: metterei a disposizione degli spazi che le Università potranno affidare a gruppi di studenti che dovranno farsene carico per adibirli a luoghi di ricerca proprio sul tema scuola e lavoro; si potrebbe anche aprire una sottoscrizione pubblica per premiare la ricerca dell'università che meglio farà una proposta siglata da professori e studenti insieme, per affrontare la famosa crisi: se aspettiamo che il sapere venga dai politici siamo finiti. Il sapere è dove si studia, e dare agli studenti il compito di risolvere la crisi che li colpisce è il primo passo per coinvolgerli e trovarli in seguito pronti anche ad agire. </span></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span><span >Lavoro: il Comune di Milano deve prendersi in mano il più possibile l'intermediazione domanda-offerta, non deve lasciar fare solo ai privati, è questione essenziale per i suoi cittadini. E deve vietare, anche nelle ex-municipalizzate da lui controllate, l'esternalizzazione dei servizi attraverso cooperative. </span></span></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"> <span><span >Andrebbe poi dato ad ogni giovane milanese la possibilità, almeno una volta nella vita, di accedere ad un servizio di consulenza fiscale economica e giuridica che permetta loro di realizzare 1 Progetto che hanno a cuore per la loro vita. </span></span></p> <p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><span class="Apple-style-span" ><br /></span></p><p style="margin-top: 0.11cm; margin-bottom: 0cm"><i><span class="Apple-style-span" >Denis Trivellato</span></i></p>Vulcanohttp://www.blogger.com/profile/08162788454894854200noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36829595.post-39005372247257577072011-03-24T11:21:00.010+01:002011-03-30T19:54:44.052+02:00CARO SINDACO - Ottava puntata: Giuseppe Lo Cicero<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbm-XPiQ6l2Ujm162yCQ2I5V88-tUYZETLejduxS3A9fdcyoegLQ4Yb32pVGYSOeu4FHSnIEEDenjkgWBjts3i6ZobR4J1wcRXkXBZ3neqmJgZXhyphenhyphenq0PVpj8TlO_JT7qeo6WFM/s1600/016+%25282%2529.JPG" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 150px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbm-XPiQ6l2Ujm162yCQ2I5V88-tUYZETLejduxS3A9fdcyoegLQ4Yb32pVGYSOeu4FHSnIEEDenjkgWBjts3i6ZobR4J1wcRXkXBZ3neqmJgZXhyphenhyphenq0PVpj8TlO_JT7qeo6WFM/s200/016+%25282%2529.JPG" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5587591819652414178" /></a><span class="Apple-style-span"><div><span class="Apple-style-span" ><i><span class="Apple-style-span" style="line-height: 15px; "><span class="Apple-style-span" style="line-height: 15px; ">Vulcano ha intervistato i candidati sindaco per le elezioni comunali di Milano su temi che vanno dalle politiche giovanili, al mondo del lavoro, ai trasporti pubblici. Giuseppe Lo Cicero, </span></span>revisore contabile, si candida per il Partito degli Italiani, di cui è anche il fondatore. Convinto che in Italia serva una rifondazione totale della politica e del sistema dei partiti, si ispira ai modelli stranieri con cui è venuto a contatto durante i suoi viaggi, <span class="Apple-style-span" style="line-height: 19px; -webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; ">per poter competere e collaborare ad un livello paritario con Paesi alleati come Germania, Francia, Inghilterra, Stati Uniti.</span></i></span></div></span><div><div><b><br /></b></div><div><b><span class="Apple-style-span">1. L’Associazione SoS Racket sembra rimanere sempre più sola nella lotta contro le mafie. Gli ultimi eventi riguardanti le case dell' A.L.E.R sembrano la punta di un iceberg che non si vuole sciogliere. Del pizzo non se ne parla ad alta voce, ma in molti lo pagano, anche nel centro di Milano. Qual è la sua proposta di contrasto in merito al pizzo, al racket, al comportamento mafioso ormai sempre più imperante nella regione Lombardia?</span></b></div><div><span class="Apple-style-span"><b></b> Il primo punto del nostro programma sia a livello regionale che a livello nazionale è la lotta alla criminalità organizzata. Alcuni mesi fa quando mi era venuto l’idea di creare un partito avevo inviato una mail a Frediano Manzi (fondatore di SoS Racket) per proporlo come nostro candidato sindaco, in quanto pensavo fosse la persona più adatta a contrastare il fenomeno mafia a Milano. </span></div><div><span class="Apple-style-span">Purtroppo a Milano l’amministrazione pubblica ha sempre fatto finta che la mafia non esistesse (non ultima la signora Moratti), favorendo in questo modo l’infiltrazione mafiosa sul territorio. Noi proponiamo una collaborazione con tutte le organizzazioni attive nella lotta alla mafia per individuare una strategia comune da adottare per sradicare questo fenomeno una volta per tutte dal nostro territorio.</span></div><div><span class="Apple-style-span">Inoltre proponiamo una politica per la sicurezza che possa dare maggiore fiducia a tutti i cittadini. Questo innanzitutto attraverso le seguenti misure:</span></div><div><span class="Apple-style-span">Istituzione del vigile di quartiere</span></div><div><span class="Apple-style-span">Istituzione dei comitati di quartiere, sul modello di Londra, in cui i cittadini possano partecipare per discutere dei problemi relativi alla sicurezza </span></div><div><span class="Apple-style-span">Istituzione di numeri verdi per la denuncia anche anonima di crimini.</span></div><div><span class="Apple-style-span">Queste misure hanno lo scopo di dare un senso di maggiore sicurezza a tutti i cittadini e quindi favorire la denuncia dei crimini da parte della collettività. Oltre a queste proponiamo procedure più sicure per l’assegnazione degli appalti, per scongiurare che queste vadano in mano alla criminalità. Tra l’altro prevediamo un maggiore trasparenza nell’assegnazione degli appalti con la publicazione di tutti i dettagli sul sito del comune. Questa semplice misura serve, inoltre, a scongiurare che tangenti possano essere pagati ai politici per l’assegnazione degli appalti.</span></div><div><span class="Apple-style-span"><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span"><b>2. Lei ha mai violato la legge?</b> </span></div><div><span class="Apple-style-span">Il nostro partito pone molta enfasi sull’onestà dei propri candidati. Ciascun candidato deve firmare l’accettazione di un codice etico e il suo comportamento deve essere tale da non mettere mai in dubbio l’imp</span></div><div><span class="Apple-style-span">egno finalizzato al bene dei cittadini. </span></div><div><span class="Apple-style-span">Personalmente ho qualche multa per sosta vietata ma non ho nessuna condanna penale nè alcun processo in corso. </span></div><div><span class="Apple-style-span"><br /></span></div><div><b><span class="Apple-style-span">3. Come si muove a Milano? Mezzi pubblici, bicicletta o automobile? Quanto spende più o meno annualmente per questi spostamenti? </span></b></div><div><span class="Apple-style-span"><b></b>A Milano mi sono sempre mosso con i mezzi pubblici di giorno e in automobile la sera visto che ad un certo orario i mezzi smettono di andare. Mi sarebbe piaciuto utilizzare maggiormente la bicicletta ma purtroppo a Milano l’utilizzo di tale mezzo è molto disagevole per non dire pericoloso. Infatti, in mancanza di piste ciclabili, i ciclisti sono costretti ad andare in strada con il rischio di essere travolti da qualche auto e a respirare l’aria altamente inquinata di Milano.</span></div><div><span class="Apple-style-span">Noi proponiamo nel nostro programma per Milano di mantenere aperta la metropolitana per 24 ore almeno il venerdi e il sabato sera. Inoltre proponiamo la costruzione di un sistema di piste ciclabili in città per permettere finalmente a tutti i ciclisti di spostarsi in città senza pericoli.</span></div><div><span class="Apple-style-span">Non ho mai calcolato la mia spesa annua per i spostamenti e quindi non posso rispondere a questa domanda.</span></div><div><span class="Apple-style-span"><br /></span></div><div><b><span class="Apple-style-span">4. Visti i dati preoccupanti sulla diffusione dell’HIV (15.000 persone secondo la L.I.L.A.) e di gravidanze indesiderate a Milano, come pensa di procedere sul fronte dell’educazione sessuale nelle scuole superiori? Come si pone di fronte ad iniziative come la presenza di distributori di preservativi nelle scuole? Cosa pensa dello scontro che lo scorso anno ha visto coinvolti l’ASL di Milano e la Reg</span></b></div><div><span class="Apple-style-span"><b>ione Lombardia, riguardante le modalità con cui si tenevano i corsi di educazione sessuale e che hanno portato alla sospensione degli stessi?</b> </span></div><div><span class="Apple-style-span">Sono nato e cresciuto in Svezia dove l’educazione sessuale viene insegnata dai primi anni di scuola senza imbarazzi. Gli insegnanti ci mostravano diversi tipi di contraccettivi e spiegavano vantaggi e svantaggi esistenti tra di loro.</span></div><div><span class="Apple-style-span">Purtroppo in Italia la chiesa ha sempre impedito l’insegnamento dell’educazione sessuale a scuola favorendo così la diffuzione di malattie e gravidanze indesiderate. Ovviamente i ragazzi hanno voglia di esplorare e sperimentare la propria sessualità mentre l’orientamento della politica su questo tema ha sempre seguito l’orientamento della chiesa cattolica volta ad impedire qualsiasi rapporto prematrimoniale. </span></div><div><span class="Apple-style-span">Sono convinto che la scuola deve insegnare ai ragazzi ad affrontare la vita da adulti. Cioè li deve preparare al mondo lavorativo e li deve insegnare quei valori di convivenza civile necessaria ad una società moderna. Ai ragazzi deve quindi essere insegnato a scuola l’importanza dell’uso del preservativo nei rapporti occasionali. Sono ovviamente a favore dei distributori di preservativi a scuola ad un prezzo molto basso in modo tale da incentivarne l’uso. </span></div><div><span class="Apple-style-span">Purtroppo l’insegnamento non rientra tra le competenze del comune. Ma penso che il comune possa comunque fare molto di piu’ per informare i ragazzi su temi importanti come sesso, droga, alcool etc. </span></div><div><span class="Apple-style-span"><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span"><b>5.Prima della sua carriera politica, di cosa si occupava?</b> </span></div><div><span class="Apple-style-span">Quale carriera politica? Io non sono un politico, sono un semplice cittadino indignato davanti agli abusi e la corruzione dei politici. Il motivo per il quale ho deciso di formare un partito e presentarmi alle elezioni comunali di Milano è che non ho nessuna fiducia nei politici attuali. Sia Moratti che Pisapia sono stati toccati personalmente dagli ultimi scandali politici e questo dimostra come tutti appartengano allo stesso sistema politico fatto di amicizie e favori. Sono tuttora un revisore contabile, laureato in economia e commercio. </span></div><div><span class="Apple-style-span"><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span"><b>6. Che genere di istruzione ha ricevuto dai suoi genitori e dalle scuole che ha frequentato?</b> </span></div><div><span class="Apple-style-span">Penso di aver ricevuto una educazione simile a quella di molti miei coetanei. Le differenze forse derivano dal fatto che sono secondogenito in una famiglia di sette figli. Ho quindi avuto l’esempio dei miei genitori che si sono sempre fatti in quattro per non far mancare niente ai propri figli. Mi hanno insegnato a rispettare il prossimo e che l’onestà alla lunga sempre paga. Sono nato in Svezia e ho frequentato la scuola dell’obbligo svedese e successivamente il liceo italiano. Ho studiato Economia e Commercio all’università cattolica di Milano. Ho quindi avuto la fortuna di assimilare due culture molto diverse tra di loro quella italiana e quella svedese.</span></div><div><span class="Apple-style-span"><br /></span></div><img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEhosYxcy8h4zMyCyVdRj0IDmiHS96FyGniik9ST178vQiVEwqEl8i-dLHmD5BIHr3JMo1-7HPO33yt9acvawCYcqmI-_37JVAYhrB-ibGbBb7qSUHq2gUPhnw1nWdqMOSyPBj/s320/Simbolo+Partito+degli+Italiani.jpg" style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 320px;" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5587591912793632450" /><div><span class="Apple-style-span"><b>7. Il rapporto di Transatlantic Trends evidenzia che in Italia la percezione della percentuale di immigrazione risulta quattro volte superiore rispetto alla realtà. A Milano, gli avvenimenti di via Padova o del campo rom di via Triboniano dimostrano che la temperatura sociale resta calda. Quali crede siano le priorità per stemperare la tensione? Come progetterà di muoversi il comune e i suoi servizi per attuare l’integrazione con strumenti alternativi al solo intervento delle forze dell’ordine?</b> </span></div><div><span class="Apple-style-span">Il problema a Milano non è nel numero di immigrati rispetto alla popolazionema piuttosto nel basso livello di integrazione degli immigrati nella società. In altri paesi europei il fenomeno dell’immigrazione esiste già dagli anni 50 e 60, quando erano gli italiani ad emigrare, principalmente in Germania ed in Svizzera, ma anche in sud e nordamerica. Gli immigrati hanno quindi avuto più tempo per integrarsi in queste socetà e a apprendere i valori del paese ospitante. In Italia poi i mezzi di informazione hanno dipinto l’immigrazione come sinonimo di delinquenza, per cui molti italiani hanno adirittura paura ad avvicinarsi ad uno straniero. </span></div><div><span class="Apple-style-span">Noi pensiamo da un lato che la società Italiana non sia in grado di accogliere altri immigrati e quindi siamo a favore di misure che ne limitano l’afflusso. Questo in quanto l’Italia è in crisi economica e molti giovani italiani, anche neolaureati, sono attualmente disoccupati. Non vedo quindi come possiamo dedicare risorse agli immmigrati quando non abbiamo risorse sufficienti per noi. </span></div><div><span class="Apple-style-span">Tuttavia il nostro partito riconosce nel proprio statuto il principio di uguaglianza di tutti i cittadini. Per questo motivo siamo a favore di politiche che favoriscano l’integrazione di tutti gli immigrati attualmente residenti in Italia. </span></div><div><span class="Apple-style-span">Per stemperare la tensione esistente tra immigrati e italiani dovremmo innanzitutto favorire l’integrazione degli immigrati nella nostra società. Penso che il comune, insieme con i servizi sociali, possa lavorare per favorire l’integrazione degli immigrati, proponendo corsi sui valori della società italiana e favorendo l’inserimento degli stranieri che troppo spesso sono costretti a delinquere per tirare avanti nel nostro paese. La società italiana può imparare molto da molte culture straniere a patto di saper accogliere gli stranieri che arrivano.</span></div><div><span class="Apple-style-span">Per quanto riguarda i quartieri a rischio sono assolutamente contrario a misure di coprifuoco come invece predisposto dalla giunta Moratti. Tali misure sono, infatti, penalizzanti per tutti i cittadini del quartiere, non solo per i stranieri. Noi proponiamo maggiore sicurezza dei quartieri con un maggiore utilizzo di telecamere e con l’istituzione del vigile di quartiere. Noi perseguiamo un obiettivo volto a minimizzare la delinquenza e il crimine in città indipendentemente dalla nazionalità del colpevole.</span></div><div><span class="Apple-style-span"><br /></span></div><div><b><span class="Apple-style-span">8. Molti degli studenti che frequentano le università milanesi sono pendolari, fuori sede o provenienti da altri paesi (Erasmus). Vivendo a Milano contribuiscono in vario modo a rendere più ricca la città. Purtroppo, rispetto alle grandi città europee Milano risente di un deficit nel settore del trasporto pubblico, soprattutto nelle fasce notturne e nelle zone periferiche e i prezzi dei taxi sono assolutamente proibitivi. Come intende agire per migliorare il trasporto milanese? Come pensa di agire sulle politiche giovanili e di integrazione? </span></b></div><div><span class="Apple-style-span"><b></b>Nel nostro programma ho proposto diversi punti per migliorare il traspoprto pubblico di Milano. Innanzitutto i mezzi pubblici dovrebbero svolgere un servizio continuato per 24 ore almeno il venerdì e il sabato sera come avviene oggigiorno nella maggior parte delle città europee. </span></div><div><span class="Apple-style-span">Inoltre dobbiamo migliorare la rete della metropolitana per poter raggiungere non solo tutti i quartieri di Milano ma anche tutta la provincia. In tal modo molti studenti potrebbero vivere in periferia dove i costi degli affitti sono molto inferiori.</span></div><div><span class="Apple-style-span">Prevediamo inoltre di intervenire sui prezzi per permettere a studenti e pensionati di poter utilizzare i mezzi ad un prezzo ragionevole. </span></div><div><span class="Apple-style-span">Vogliamo anche lavorare insieme con le organizzazioni per i disabili per studiare come rimuovere tutte le odiose barriere architettoniche che non permettono ai disabili di muoversi agevolmente in città.</span></div><div><span class="Apple-style-span">Per quanto riguarda l’integrazione degli studenti stranieri, io personalmente penso che l’insegnamento universitario debba essere svolta in inglese. La conoscenza dell’inglese è fondamentale per affrontare con successo il mondo del lavoro e gli studenti italiani sono molto indietro rispetto ai ragazzi francesi e tedeschi. In un mondo globale la conoscenza dell’inglese è fondamentale in ogni settore e se i giovani non conoscono bene questa lingua sono già tagliati fuori da molte opportunità di lavoro.</span></div><div><span class="Apple-style-span"><br /></span></div><div><b><span class="Apple-style-span">9. Qual è la sua visione di Milano? Quali benefici sociali e ambientali porterà l’Expo ai cittadini milanesi e ai suoi visitatori?</span></b></div><div><span class="Apple-style-span"><b></b> Sono sempre stato contrario all’Expo che penso sia una manifestazione sopravalutata ed eccessivamente costosa per i cittadin</span>i. L’expo non è una manifestazione di interesse mondiale che possa giustificare gli investimenti che si stanno facendo in tempi di crisi. Insomma non stiamo parlando di un evento come le Olimpiadi o i mondiali di calcio. Basti pensare che siamo riusciti a strappare l’organizzazione dell’evento ad una città come Izmir, con tutto il dovuto rispetto. </div><div>In secondo luogo, come già avvenuto in occasione di Italia 90 si rischia di costruire cattedrali nel deserto che una volta finita la manifestazione verranno abbandonate e lasciate nel degrado. Inolte i numerosi lavori necessari per l’evento hanno già attirato l’attenzione della criminalità organizzata come dimostrano i recenti arresti.</div><div>Noi se vinciamo le elezioni faremo ovviamente di tutto per rendere la manifestazione un successo, per mostrare al mondo le capacità organizzative dei milanesi e per mostrare al mondo intero la bellezza della nostra città. Molti stranieri non conoscono Milano dato che i turisti raramente passano dalla nostra città. L’expo diventa quindi un’opportunità per promuovere l’immagine di Milano.</div><div>Penso inoltre che l’Expo possa essere una grande opportunità per molti giovani studenti che possano lavorare e trovare un impiego almeno temporaneo nell’organizzazione dell’evento.</div><div><br /></div><div><b>10. Da una stima fatta nel 2005 dal U.N.R.A.E nel comune di Milano circolano 800 mila vetture e di queste circa 30 mila sono non catalizzate (3.8%). Le macchine più moderne, che rispondono alle direttive europee più severe in termine di inquinamento, in Italia sono meno di una su tre, mentre a Milano sono circa il 42 per cento. Eppure, Milano ha superato i limiti di PM10 per ben 35 volte nei soli primi 38 giorni di quest’anno. Per entrare nella cerchia dei bastioni si paga l’Ecopass. Alcuni studi indicano che un S.U.V diesel di ultima generazione (euro 4, euro 5, che quindi non paga l’Ecopass) inquina almeno quanto un euro 2 benzina, che invece deve pagare l’Ecopass. Si potrebbe giungere alla sfortunata conclusione che chi ha i soldi per comprare una macchina nuova non paga l’Ecopass, chi non ha questi soldi invece lo paga. Entrambi fanno girare l’economia, entrambi inquinano. Cosa intende fare Lei? Come sta andando questo Progetto “Eco”?</b> </div><div>Come detto in precedenza nel nostro programma poniamo molta enfasi sul problema dell’inquinamento a Milano. Penso che uno dei compiti di un sindaco sia di salvaguardare la salute dei propri cittadini e quindi il problema dell’inquinamento dovrebbe essere una priorità per ciascun candidato sindaco. </div><div>Nel nostro programma proponiamo diverse soluzioni al problema dell’inquinamento dell’aria. Innanzitutto vogliamo disincentivare l’utilizzo dell’auto a Milano tramite l’estensione dell’ecopass a tutte le vetture inquinanti (solamente auto elettriche e simili saranno esentati) e il miglioramento dei trasporti pubblici. Nella cerchia in cui l’ecopass è attivo non è necessario utilizzare l’auto in quanto il trasporto pubblico è già adesso abbastanza efficiente e con i miglioramenti che proponiamo non servirà affatto utilizzare l’auto in centro. Quindi chi vorrà entrare all’interno della cerchia dei bastioni con l’auto dovrà pagare.</div><div>Vogliamo inoltre incentivare l’utilizzo di mezzi non inquinanti come le biciclette costruendo piste ciclabili in città e in provincia. A Milano esistono molte strade larghe in cui c’è sufficiente spazio per costruire anche piste ciclabili.</div><div>Proponiamo inoltre di convertire il parco auto del comune di Milano in mezzi elettrci non inquinanti. Per quanto riguarda il trasporto pubblico prevediamo di convertire i pullman inquinanti con mezzi alimentati a biodiesel. </div><div>Oltre alle misure di limitazione dell’inquinamento prodotto dalle auto prevediamo di dotare ogni tetto di ogni edificio publico di pannelli solari per contribuire alla produzione di energia elettrica pulita per l’amministrazione pubblica.</div><div><br /></div><div><b>11. Sempre per quanto riguarda l’inquinamento avete intenzione di aumentare la salvaguardia della salute controllando anche il PM100? </b></div><div><b></b>Ovviamente! Come detto penso che ogni sindaco abbia l’obbligo di salvaguardare la salute dei propri cittadini. Quindi ogni misura che possa mostrare la qualità dell’aria deve essere monitorata e devono essere intraprese delle azioni per migliorarne il livello. Noi ci poniamo obiettivi particolarmente impegnativi per migliorare l’aria dei cittadini. Ovviamente vorremmo eliminare del tutto il PM2,5 PM10 e PM100 ma saremo comunque soddisfatti se saremo riusciti a dimezzarne le quantità in 5 anni. </div><div>Ovviamente non ci poniamo solo l’obiettivo di ridurre l’inquinamento ma anche quello di ridurre o azzerare il carbon footprint dell’amministrazione comunale. </div><div><br /></div><div><b>12. Lei beve l’acqua del rubinetto di casa sua?</b> </div><div>Bevo l’acqua del rubinetto in tutta Europa e Nord America tranne che in Italia. In Italia non esistono dati certi sulla qualità dell’acqua potabile e quindi preferisco acquistare l’acqua. Ho in previsione di acquistare un filtro per l’acqua per poter bere più tranquillamente l’acqua del rubinetto, ma come detto al momento bevo l’acqua in bottiglia. </div><div><br /></div><div><b>13. A Milano ci sono moltissime case vuote, sfitte o abbandonate da molti anni. Altre invece vengono date agli amici degli amici o a gente che si può permettere ben oltre ciò che invece paga (il caso di Affittopoli, Trivulzio &C .). Secondo i dati del S.u.n.i.a., quest’anno gli affitti per gli studenti a Milano hanno subito un rincaro del 10%. Una camera singola arriva a costare fino a 750 euro. Quale potrebbe essere la prima azione in merito a tale problema?</b></div><div><b></b>Purtroppo rispetto agli studenti europei gli italiani sono fortemente svantaggiati. Non esistono borse di studio o queste sono comunque molto limitate e gli appartamenti costano un occhio della testa. Il risultato è che non tutti si possono permettere di studiare all’università. Io vorrei una università più moderna in cui gli studenti con maggiore merito possano ottenere borse di studio che possano coprire i costi delle rette e i costi degli affitti. </div><div>A lungo termine vorrei costruire campus universitari sullo stile americano ed europeo in cui gli studenti possano avere diritto ad un piccolo appartamento, ad un prezzo modico. Comunque una prima azione facilmente attuabile potrebbe essere quella di istituire delle borse di studio per i studenti maggiormente meritevoli.</div><div>Un’altra idea potrebbe essere quella di utilizzare gli appartamenti sfitti o posseduti dagli enti e che sono in mano agli amici dei politici. Uno degli obiettivi del nostro partito è la promozione di una politica più trasparente. Un caso come affittopoli non sarebbe potuto succedere perchè gli elenchi sarebbero stati publicati su internet alla disposizione di tutti. Invece in Italia la politica ha sempre cercato di nascondere tutto (basta cercare di leggere un bilancio del comune di Milano per vedere come si cerca di nascondere l’informazione verso i cittadini) per poter proteggere tutti coloro che godono di benefici particolari. </div><div><br /></div><div><b>14. Lei ha mai lavorato senza ricevere denaro? </b></div><div><b></b>Non ho mai fatto attività di volontariato. Nel corso del mio periodo universitario ho fatto diversi lavori per guadagnare qualcosina e quindi gravare il meno possibile sui miei genitori. </div><div><br /></div><div><b>15. Quanto si spenderà a grandi linee per la sua campagna elettorale?</b></div><div><b></b> Nulla. Prima di tutto perchè siamo un partito nuovo e quindi abbiamo pochissime risorse. Noi siamo convinti che la nostra forza stia nelle nostre idee. Se le idee sono buone saremo premiati dagli elettori altrimenti sceglieranno un candidato con idee migliori delle nostre. Per promuovere le nostre idee faremo largo uso di internet che è gratis e raggiunge la maggior parte dei cittadini milanesi. </div><div>Sento parlare di enormi quantità di soldi spesi per la campagna politica di un singolo candidato e mi chiedo come può amministrare i soldi dei contribuenti una persona che permette tale spreco, ma evidentemente in Italia siamo abituati a questo. </div><div><br /></div><div><b>16. Negli ultimi dieci anni le biblioteche rionali hanno ridotto l’orario di apertura rendendoli simili agli orari di un sportello delle poste. Pochissime biblioteche rimangono aperte la sera. Per visitare il Louvre di Parigi si spende tanto quanto andare al Palazzo Reale. Le associazioni culturali milanesi sono al collasso. I piccoli teatri rischiano di chiudere ogni giorno. Qual è la sua proposta culturale per Milano?</b></div><div><b></b> In tutta Italia la cultura sta morendo. A Londra molti musei sono gratuiti e fanno a gara per proporre mostre interessanti. A Milano purtroppo esistono pochi spazi in cui fare attività culturali. Non esistono gallerie in cui esporre le opere dei giovani artisti ed i teatri non ricevono il sostegno di cui hanno bisogno. Inoltre l’ingresso ai musei è eccessivamente caro. A tutto ciò si aggiunge la scarsa valorizzazione delle biblioteche che invece dovrebbero fungere da centro culturale di quartiere. </div><div>Quando ero in università andavo la sera alla biblioteca di Bonola perchè era l’unica biblioteca della zona a rimanere aperta anche la sera. </div><div>Il comune di Milano spende un sacco di soldi in attività culturali ma in queste attività non sono adeguatamente coinvolti i cittadini milanesi. </div><div>Noi proponiamo di dedicare maggiori spazi all’arte e alla cultura coinvolgendo maggiormente i cittadini e le università. Per esempio si potrebbbe lavorare insieme con Brera per esporre i lavori dei giovani artisti per le vie cittadine oppure predisporre rassegne di teatro gratuiti. Sarei anche favorevole alla proiezione in piazza duomo della prima della scala che penso debba essere un’evento per tutti i milanesi e non solo per i VIP. </div><div>Vorrei coinvolgere i studenti e i cittadini nella progettazione della città e nel miglioramento degli spazi comuni, nelle progettazione delle mostre, dei concerti e nelle attività sportive.</div><div><br /></div><div><b>17. Le università private milanesi sono state ultimamente sede di visite parlamentari, governative e da parte dei membri del governo comunale. San Raffaele, Cattolica, Bocconi e Iulm sembrano richiamare sempre più i salotti buoni della borghesia milanese e della rappresentanza comunale. Le università statali quali l'Università degli Studi, la Bicocca e il Politecnico, soprattutto le prime due, non sono state degne di questa passerella. Eppure tra istituti ed enti pubblici dovrebbe esserci una coesione maggiore. Cosa ne pensa e cosa farà in merito?</b> </div><div>Come detto intendo coinvolgere maggiormente i cittadini nella gestione dell’amministrazione pubblica e in questo ruolo ovviamente le università dovranno svolgere un ruolo fondamentale. Penso per esempio di coinvolgere gli studenti di architettura e i loro docenti in progetti di miglioramento della città, ma ovviamente è possibile coinvolgere i studenti di ogni percorso di studio. Mi vengono in mente i studenti di ingegneria che possono collaborare nel progetto di rendere Milano più verde. Ma anche agli studenti di storia dell’arte che potrebbero dare una mano ad allestire mostre, ingegneri potrebbero partecipare in diversi altri progetti di miglioramento e automazione della città, studenti di economia potrebbero contribuire in progetti di marketing della città per incrementare il turismo etc.</div><div>Mi sono sempre lamentato del fatto che le università italiane sono troppo teoriche. Vorrei quindi dare una opportunità agli studenti di applicare le loro conoscenze (come avviene all’estero) a servizio della ricerca e al servizio della città. </div><div><br /></div><div><b>18. Se fosse eletto “Sindaco di Milano”, quali saranno le sue prime tre azioni nei confronti dei Giovani, dell’Università e del Lavoro?</b></div><div><b></b>Innanzitutto intendo convocare i rappresentanti dei giovani, dei pensionati, di greenpeace, associazioni antimafia, associazioni di genitori etc per capire come migliorare la città insieme. Come indicato in precedenza nel nostro programma è fondamentale la collaborazione di tutti i cittadini. Come prima cosa quindi intendo ascoltare i problem dei cittadini, e le loro proposte di soluzione. Non si possono proporre delle soluzioni senza sentire i cittadini che ne saranno impattati.</div><div>A Milano purtroppo non esistono strutture per i giovani per il tempo libero. Ho intenzione di utilizzare alcune delle aree dismesse di Milano per costruire dei centri di aggregazione in cui i ragazzi possano praticare sport, attività culturali (sale di prova musciali a prezzi accessibili, o palchi in cui allestire concerti). Queste strutture dovrebbero anche informare i ragazzi sul mondo del lavoro e sul mondo degli “adulti”. Strutture di questo tipo esistono in molte città europee ma non in Italia dove non si è mai dato attenzione alle esigenze dei giovani. </div><div>Per il lavoro non posso fare molto ma intendo liberalizzare l’orario di apertura dei negozi. Questo darebbe la possiblità a molti studenti universitari di lavorare part time cosi come avviene in America e nel resto d’europa. Inoltre, come detto, vorrei coinvolgere i studenti nei progetti di miglioramento della città. Questo aiuterebbe a preparare meglio i studenti per il mondo del lavoro. </div><div><br /></div><div><i>Denis Trivellato</i></div></div>Vulcanohttp://www.blogger.com/profile/08162788454894854200noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36829595.post-16107220771888677242011-03-21T16:16:00.003+01:002011-03-21T16:19:38.157+01:00XXI edizione del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina di Milano<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjht3ZxmcLVunWcucctdYLaLseqtGz3XUFA71O02NSeAy4FUaxNgQwzcFgdyaKB1TPIQyWwqOgUL7vGsGueYDrUBSDDc5eqkemVpjmmqxToyRfS38pt446blmXgsBgwffpRok_O/s1600/FCAAAL+2011+-+locandina.jpg"><img style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 267px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjht3ZxmcLVunWcucctdYLaLseqtGz3XUFA71O02NSeAy4FUaxNgQwzcFgdyaKB1TPIQyWwqOgUL7vGsGueYDrUBSDDc5eqkemVpjmmqxToyRfS38pt446blmXgsBgwffpRok_O/s400/FCAAAL+2011+-+locandina.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5586552890728419330" /></a><p class="MsoNormal">Vi segnaliamo oggi l’apertura della XXI edizione del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina di Milano, organizzato dal COE in collaborazione con ENI. Fino al 27 marzo, con più di 80 tra film e proiezioni provenienti da oltre 50 Paesi, il Festival sarà ospitato da ben cinque sale cinematografiche: l’Auditorium San Fedele, lo Spazio Oberdan, il Cinema Gnomo, il Teatro Rosetum e il Centro Culturale Francese di Milano. Alle due sezioni storiche del concorso -<i>Finestre sul Mondo,</i> aperta a tutte le provenienze geografiche, e <span>le categorie riservate alle produzioni africane di <i>Miglior Film</i> e <i>Migliori Cortometraggi di Fiction e Documentari</i>- si aggiunge per questa edizione la categoria <i>E Tutti ridono…le più divertenti commedie da Africa, Asia e America Latina,</i></span> selezionate con la collaborazione <span>di Gino e Michele</span>, autori di <i>Zelig, facciamo Cabaret</i><span>. Grazie alla collaborazione con la casa editrice Feltrinelli, verrà poi assegnato il premio </span><a href="http://www.razzismobruttastoria.net/"><i><span>Il razzismo è una brutta storia</span></i></a><span> al film che meglio si occuperà del tema del razzismo.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span>A partire da domani, martedì 22, fino alla conclusione della manifestazione, al Festival Center -bastione ovest di Porta Venezia, aperto dal mattino fino alle 20.30- la programmazione del FCAAAL si arricchisce inoltre di mostre ed eventi gratuiti, pensati per avvicinare il visitatore alla cultura di questi tre continenti, che portano in sé il peso e le speranze del Sud del mondo.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span>Il costo del biglietto per le singole proiezioni è di 5 euro, ma sono disponibili anche tessere cumulative che vanno dai 18 ai 26 euro.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><a href="http://www.festivalcinemaafricano.org/">www.festivalcinemaafricano.org</a></p>Vulcanohttp://www.blogger.com/profile/08162788454894854200noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36829595.post-10247349704540518682011-03-21T12:19:00.006+01:002011-03-21T18:59:42.490+01:00CARO SINDACO - Sesta puntata, Giuliano Pisapia<div><div><em>Vulcano ha intervistato i candidati sindaco per le elezioni comunali di Milano su temi che vanno dalle politiche giovanili, al mondo del lavoro, ai trasporti pubblici. Oggi a rispondere alle nostre domande è il candidato del centro-sinistra Giuliano Pisapia, designato in seguito alla vittoria delle primarie di coalizione dello scorso novembre.</em></div><div><strong></strong></div><br /><div><strong>1.L’Associazione S.o.S Racket sembra rimanere sempre più sola nella lotta contro le mafie. Gli ultimi eventi riguardanti le case dell’A.L.E.R sembrano la punta di un iceberg che non si vuole sciogliere. Del pizzo non se ne parla ad alta voce, ma in molti lo pagano, anche nel centro di Milano. Qual è la sua proposta di contrasto in merito al pizzo, al racket, al comportamento mafioso ormai sempre più imperante nella regione Lombardia?<br /></strong>In un contesto in cui più di 5.000 commercianti milanesi pagano il pizzo e un negozio su cinque è controllato dalle cosche il primo passo è una nuova istituzione della commissione antimafia a Palazzo Marino dopo la sua abolizione mesi fa con i voti del centrodestra. Credo nella necessità e nell’urgenza di una commissione con effettivi poteri di verifica e accertamento che controlli le attività dell’Amministrazione comunale, degli Enti e delle società sottoposte al Comune.<br /><strong><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEmUGWIw4C7iVu0CYHq_lv_Yy05dpQ1amIVVJjwXrCbEEe7kiGicCNsJc33u33-8FkeNqWzR35bbQBeEVYjD21xHeZVrJCKu4aL6wtxmbMA06Hh2y6l4rzaTa4ij08xDUW8h5_/s1600/pisapia.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5586501740876257426" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 250px; CURSOR: hand; HEIGHT: 246px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEmUGWIw4C7iVu0CYHq_lv_Yy05dpQ1amIVVJjwXrCbEEe7kiGicCNsJc33u33-8FkeNqWzR35bbQBeEVYjD21xHeZVrJCKu4aL6wtxmbMA06Hh2y6l4rzaTa4ij08xDUW8h5_/s320/pisapia.jpg" border="0" /></a><br />2. Lei ha mai violato la legge?<br /></strong>Mi è capitato di essere accusato ingiustamente e addirittura incarcerato oltre 30 anni fa. Sono poi stato prosciolto e assolto con formula piena per entrambe le accuse che mi venivano mosse. Si è trattato di un vero e proprio errore giudiziario. Da allora mi sono sempre battuto per garantire i diritti di tutti, compresi i detenuti, e per il giusto processo.<br /><br /><strong>3. Come si muove a Milano? Mezzi pubblici, bicicletta o automobile? Quanto spende più o meno annualmente per questi spostamenti?<br /></strong>Da marzo a ottobre preferisco muovermi a piedi o in motorino. In inverno, lo ammetto utilizzo la macchina. Fa troppo freddo.<br /><strong><br />4. Visti i dati preoccupanti sulla diffusione dell’HIV (15.000 persone secondo la L.I.L.A.) e di gravidanze indesiderate a Milano, come pensa di procedere sul fronte dell’educazione sessuale nelle scuole superiori? Come si pone di fronte ad iniziative come la presenza di distributori di preservativi nelle scuole? Cosa pensa dello scontro che lo scorso anno ha visto coinvolti l’ASL di Milano e la Regione Lombardia, riguardante le modalità con cui si tenevano i corsi di educazione sessuale e che hanno portato alla sospensione degli stessi?<br /></strong>In Lombardia si costituiscono le carriere sulla pelle dei nostri ragazzi. Sono favorevole alla distribuzione gratuita di preservativi nelle scuole e negli spazi di aggregazione, purché accompagnata da un’educazione sessuale attenta e capillare.<br /><br /><br /><strong>5. Prima della sua carriera politica, di cosa si occupava?<br /></strong>Negli anni dell’università ho lavorato come educatore al carcere minorile Beccaria, come operaio in un’industria chimica e come impiegato in banca. A trent’anni ho cominciato a fare l’avvocato penalista e mi sono occupato sia di molti tra i processi più importanti di questi ultimi anni (Ocalan, processo SME, G8, Toghe Sporche), sia di molti casi riguardanti la gente comune. Il mio lavoro mi ha portato a contatto con le ingiustizie, le ineguaglianze e la mancanza di diritti ed è per questo che interpreto la politica non come una carriera bensì come servizio.<br />È con questo spirito che mi sono candidato e che ho svolto la mia attività da parlamentare, rinunciando anche ad alcuni dei privilegi di cui dispongono deputati e senatori.<br /><br /><strong>6. Che genere di istruzione ha ricevuto dai suoi genitori e dalle scuole che ha frequentato?</strong></div>Ho studiato nei banchi del Berchet, mi sono laureato in Scienze Politiche e Giurisprudenza presso la Statale di Milano. Sono cresciuto in Viale Montenero insieme ai miei sei fratelli a mio padre, Giandomenico, avvocato, da cui ho ereditato l’amore per il diritto e i diritti e a mia madre, Margherita, cattolica, che mi insegnato l’attenzione per i più deboli.<br /><div><br /><strong>7. Il rapporto di Transatlantic Trends evidenzia che in Italia la percezione della percentuale di immigrazione risulta quattro volte superiore rispetto alla realtà. A Milano, gli avvenimenti di via Padova o del campo rom di via Triboniano dimostrano che la temperatura sociale resta calda. Quali crede siano le priorità per stemperare la tensione? Come progetterà di muoversi il comune e i suoi servizi per attuare l’integrazione con strumenti alternativi al solo intervento delle forze dell’ordine?<br /></strong>Un vecchio adagio recita “chi promette ordine non potrà mai darlo perché non smette di organizzarlo”. A Milano e in Italia il centrodestra si limita ad arginare il fenomeno dell’immigrazione. È invece doveroso governarlo attraverso politiche pubbliche che promuovano la responsabilizzazione e il superamento delle disparità, come recita l’articolo 3 della nostra Costituzione. Ed è urgente farlo perché si tratta del futuro della nostra Città e del nostro Paese. Il legame civile e sociale si ricostituisce attraverso la condivisione dei diritti e dei doveri. Ne sono convinto.<br /><br /><strong>8. Molti degli studenti che frequentano le università milanesi sono pendolari, fuori sede o provenienti da altri Paesi (Erasmus). Vivendo a Milano contribuiscono in vario modo a rendere più ricca la città. Purtroppo, rispetto alle grandi città europee Milano risente di un deficit nel settore del trasporto pubblico, soprattutto nelle fasce notturne e nelle zone periferiche e i prezzi dei taxi sono assolutamente proibitivi. Come intende agire per migliorare il trasporto milanese? Come pensa di agire sulle politiche giovanili e di integrazione?<br /></strong>Un trasporto pubblico più efficiente, che funzioni anche di notte e meno costoso per i contribuenti è possibile attraverso una tariffazione di scala metropolitana, integrata e flessibile. Riguardo alle politiche giovanili: facilitazione per l’accesso alla casa, al microcredito, un regolare coinvolgimento delle realtà giovanili all’interno dei consigli di zona e del Consiglio comunale, l’istituzione di un emporio municipale di sostegno alla creatività, fondi di venture capitale municipale a sostegno di imprenditori innovativi. Gli studenti, i ricercatori e docenti che vengono a Milano sono i nostri migliori ambasciatori. Avremo fatto un buon lavoro quando gli studenti erasmus metteranno la nostra Città come prima scelta.<br /><br /><br /><strong>9. Qual è la sua visione di Milano?<br /></strong>Sogno e sono pronto a lavorare per una Milano più viva e quindi più sicura, una Milano più giusta e che precluda ogni agibilità alle mafie. Una Milano aperta che sappia entrare nella rete delle città virtuose per consumi e standard ambientali. Una Milano dove la democrazia non si limiti al voto ma sia pratica riconosciuta e promossa. Una Milano che sia capace di recuperare la sua vocazione internazionale e che dia voce agli stranieri che vi abitano. Una Milano dove si arriva e si rimane per scelta, perché si vive bene, si lavora, si studia e si può costruire una famiglia. Una Milano più felice.<br /><br /><strong>10. Quali benefici sociali e ambientali porterà l’Expo ai cittadini milanesi e ai suoi visitatori?<br /></strong>L’Expo deve essere un’occasione per promuovere quelle strategie ambientali e sociali di cui Milano ha bisogno. Visibilità alle imprese più responsabili e innovative sul fronte dell’ambiente, lancio e consolidamento del mercato di prossimità, partnership con altri Paesi per prevenire le infiltrazioni della criminalità organizzata. L’eredita’ di Expo: lavoro, intelligenza e spazi pubblici.<br /><br /><strong>10. Da una stima fatta nel 2005 dal U.N.R.A.E nel comune di Milano circolano 800 mila vetture e di queste circa 30 mila sono non catalizzate (3.8%). Le macchine più moderne, che rispondono alle direttive europee più severe in termine di inquinamento, in Italia sono meno di una su tre, mentre a Milano sono circa il 42 per cento. Eppure, Milano ha superato i limiti di PM10 per ben 35 volte nei soli primi 38 giorni di quest’anno. Per entrare nella cerchia dei bastioni si paga l’Ecopass. Alcuni studi indicano che un S.U.V diesel di ultima generazione (euro 4, euro 5, che quindi non paga l’Ecopass) inquina almeno quanto un euro 2 benzina, che invece deve pagare l’Ecopass. Si potrebbe giungere alla sfortunata conclusione che chi ha i soldi per comprare una macchina nuova non paga l’Ecopass, chi non ha questi soldi invece lo paga. Entrambi fanno girare l’economia, entrambi inquinano. Cosa intende fare Lei? Come sta andando questo Progetto “Eco”?<br /></strong>Pensiamo che l’Ecopass debba essere trasformato in un pedaggio di congestione differenziato per dimensione e cilindrata dei veicoli. Oggi ci sono 3 classi 3, 4, 5 che pagano 2, 5, 10 euro, senza distinzioni tra un SUV e una piccola cilindrata. La rimodulazione dell’ecopass/congestion charge dovrebbe avvenire in base alle emissioni di CO2 e in base alla frequenza di utilizzo. Abbiamo calcolato che le entrate potrebbero aumentare da 11 a 15 milioni.<br /><br /><strong>11. Sempre per quanto riguarda l’inquinamento avete intenzione di aumentare la salvaguardia della salute controllando anche il PM100? L’Europa non lo richiede ma studi scientifici ammettono la sua esistenza e il suo potere cancerogeno...<br /></strong>Cercheremo innanzitutto di capire se ci sia e in quale grandezza l’effettivo impatto sulla salute. Ritengo che l’inquinamento debba essere combattuto a 360° e quindi noi ci batteremo per questo.<br /><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5586501206899917010" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 333px; CURSOR: hand; HEIGHT: 65px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUxcG9UGOvqAS5PFlvLXm6OqqXAKxwbk89FbZ9-i3CzugKRh1NkrARkUZRvlnTS4CKVnKbpt9ClWv5k9D5kY455n_faNIeHN8OBzcCgXxV-30l7gSl_tDhW4SEv3Zf7anKblCM/s320/coalizione.jpg" border="0" /><br /><strong>12. Lei beve l’acqua del rubinetto di casa sua?<br /></strong>L’acqua di Milano è cosi buona…è una tentazione irresistibile. In più bere l’acqua dei nostri comuni è un gesto semplice che contribuisce alla riduzione dell’inquinamento causato dalle bottiglie di plastica.<br /><br /><strong>13.A Milano ci sono moltissime case vuote, sfitte o abbandonate da molti anni. Altre invece vengono date agli amici degli amici o a gente che si può permettere ben oltre ciò che invece paga (il caso di Affittopoli, Trivulzio &C .). Secondo i dati del S.u.n.i.a., quest’anno gli affitti per gli studenti a Milano hanno subito un rincaro del 10%. Una camera singola arriva a costare fino a 750 euro. Quale potrebbe essere la prima azione in merito a tale problema?<br /></strong>Avete ragione, le case a Milano ci sono e sono tantissime: 80.000 appartamenti e 900.000 mq di uffici sfitti. Per porre rimedio a questa situazione abbiamo pensato ad un’Agenzia per la casa che renda più semplice l’accesso alle abitazioni attraverso una facilitazione fra domanda e offerta e attraverso incentivi fiscali e garanzie giuridico/amministrative. Cosi potremo favorire un mercato degli affitti a prezzi accessibili e l’autonomia dei giovani e degli studenti.<br /><br /><strong>14. Lei ha mai lavorato senza ric</strong><a name="_GoBack"></a><strong>evere denaro?<br /></strong>Si, in questi anni mi è capitato di difendere persone gratis e l’ho fatto con lo stesso impegno e la stessa passione.<br /><br /><strong>15. Quanto si spenderà a grandi linee per la sua campagna elettorale?<br /></strong>Comunicare le idee costa e c’è una enorme sproporzione fra le cifre a mia disposizione e quelle che vengono garantite al sindaco attuale. Il rapporto è di 1 a 10. Per questo in tutti i quartieri si sono attivati dei comitati che stanno organizzando eventi e attività di raccolta fondi per raggiungere il milione di euro di cui avremmo bisogno ma siamo ancora lontani. Per lottare ad armi pari serve l’aiuto di tutti e sarebbe necessario una legge per porre un tetto d spesa ai candidati a sindaco, come accade oggi per il Parlamento o per la Presidenza della Regione. Ma c’è purtroppo un vuoto legislativo, che deve essere colmato al più presto.<br /><br /><strong>16. Negli ultimi dieci anni le biblioteche rionali hanno ridotto l’orario di apertura rendendoli simili agli orari di un sportello delle poste. Pochissime biblioteche rimangono aperte la sera. Per visitare il Louvre di Parigi si spende tanto quanto andare al Palazzo Reale. Le associazioni culturali milanesi sono al collasso. I piccoli teatri rischiano di chiudere ogni giorno. Qual è la sua proposta culturale per Milano?<br /></strong>Milano città aperta. Questa è una delle immagini più belle che hanno prodotto le centinaia di persone che hanno partecipato alle Officine della Città dove è stato elaborato il programma elettorale per la mia candidatura. Ci impegniamo a rianimare Milano riconsegnando ai cittadini quegli spazi e quelle sedi pubbliche come le scuole e le biblioteche per favorire lo studio, la formazione e l’incontro fra realtà associative, di volontariato e culturali. Estendere l’orario di apertura delle biblioteche è una priorità e per fronteggiare le scarse risorse si potrebbero coinvolgere gli stessi studenti nella gestione.<br /><br /><strong>17. Le università private milanesi sono state ultimamente sede di visite parlamentari, governative e da parte dei membri del governo comunale. San Raffaele, Cattolica, Bocconi e Iulm sembrano richiamare sempre più i salotti buoni della borghesia milanese e della rappresentanza comunale. Le università statali quali l'Università degli Studi, la Bicocca e il Politecnico, soprattutto le prime due, non sono state degne di questa passerella. Eppure tra istituti ed enti pubblici dovrebbe esserci una coesione maggiore. Cosa ne pensa e cosa farà in merito?<br /></strong>L’università non deve trasformarsi in una passerella deve essere invece capace di relazionarsi con le istituzioni in modo trasparente e non saltuario e basato su personalizzazioni. Per questo abbiamo pensato ad una Conferenza permanente tra Comune, Università ed Enti di ricerca che faciliti l’interazione e un approccio interdisciplinario alla soluzione dei problemi. I primi passi? Un censimento della ricchezza delle competenze presenti negli 8 atenei e nei centri di ricerca pubblici e privati della Città.<br /><br /><strong>18. Se fosse eletto “Sindaco di Milano”, quali saranno le sue prime tre azioni nei confronti dei Giovani, dell’Università e del Lavoro?<br /></strong>Carta Comunale dello studente per una fruizione agevolata dei servizi e delle opportunità culturali offerte dalla Città, interventi organici in difesa del diritto allo studio, localizzazione e ampliamento di spazi fisici dedicati alla socializzazione, allo sport e alla cultura. Infine, nonostante non sia diretta competenza del Comune, m’impegno a promuovere politiche a livello nazionale che possano essere precorritrici riguardo al male maggiore che affligge le nuove generazioni: il precariato.</div><br /><div></div><div><em>Denis Trivellato </em></div></div>Vulcanohttp://www.blogger.com/profile/08162788454894854200noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-36829595.post-57319736775127882232011-03-19T14:29:00.005+01:002011-03-19T14:38:07.523+01:00Quale design?<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiyVw6TVrtOg0AMgYwiOPvr0G6krpyC8y6lCKJCp-hdzAyRtSY3yaL6bNWlRXM82OdW0pxgW9Ao6llPsYLtwUQcl1T2fEEvg12DqvRHv9n_vnOeZI8i_nmpHW7KVjCtvnSPTim/s1600/triennale_milano.jpg"><img style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 242px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiyVw6TVrtOg0AMgYwiOPvr0G6krpyC8y6lCKJCp-hdzAyRtSY3yaL6bNWlRXM82OdW0pxgW9Ao6llPsYLtwUQcl1T2fEEvg12DqvRHv9n_vnOeZI8i_nmpHW7KVjCtvnSPTim/s320/triennale_milano.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5585784481604785570" /></a><div>Caratteristica della Triennale di Milano è il rimanere disorientati di fronte al dinamismo e all’ecletticità delle sue mostre. In concomitanza con il Week-end del Design, la celebre istituzione meneghina ha concesso l’ingresso gratuito ai milanesi, molti dei quali non conoscono la propria città e le sue eccellenze. Sarebbe infatti un peccato perdersi una delle neonate esposizioni che ospita il Palazzo dell’Arte: quella dedicata al design italiano. I suoi ambienti, ben visibili da parte dello spettatore grazie al ponte sospeso sulle scalinate, ospitano due collezioni permanenti e una mostra annuale che quest’anno è stata curata da Alessandro Mendini ed è intitolata “Quali cose siamo”.</div><div>Appena entrati ad accogliere i visitatori si presentano subito alcuni oggetti bizzarri: una copia del David di Michelangelo, una replica del celebre sandalo di Ferragamo e un’Ape. Già da questi “indizi” si capisce subito che le nostre coordinate sono inadeguate per capire la dimensione in cui ci troviamo. Poco più in là, ad attendere, dentro una teca di plexiglass, ci sono i “Gormiti”. Prende qui forma il dubbio: come può un Gormite essere l’espressione del design italiano nel mondo? Tra i 796 oggetti reperiti in tutta Italia, disposti su enormi basamenti, si trovano inoltre delle protezioni “Dainese” vicine a una copia di un’armatura sabauda, porcellane antiche e vasi di terracotta prodotti con i medesimi processi di cinquecento anni fa, plastici curiosi come il “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”, libri di celebri architetti e designer italiani. </div><img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPvftdR-4AafCMNXcEVkPfBCMnR9KRSaiCKZU0IBSaINW3X339cuJzoyDyxB5nC0YOardAMFBEe0sYQtP1wgeuVZG7yTmzdLm2SdwUKcqx_Po6rDCdoPusZwAzNxKJ001IggqW/s320/gormiti.jpg" style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5585784239055933394" />Ma sono presenti anche degli oggetti di design tradizionale, come la celebre “Lettera 22”, il primo prototipo della “Moka” Bialetti e la Panda della Bertone.<div>Per il visitatore che, con in sottofondo un ticchettio martellante, cercasse di risolvere l’enigma legato alla logica della mostra, agli accostamenti e ai criteri di scelta degli oggetti, la chiave di lettura è a portata di mano: l’idea stessa di design. Silvana Annachiarico, direttore del Triennale Design Museum, definisce la “mission” del museo e della mostra: la base è un concetto di design dinamico, non monolitico, visibile da diversi punti di vista, dove gli oggetti si confondono.</div><div>Alessandro Mendini riprende queste parole e afferma, nella videointervista finale, che non si è basato su una definizione istituzionale di design: il suo intento era trovarne una nuova. Tutti gli oggetti sono importanti, come chi li ha usati: egli è in qualche modo descritto da questi; i metodi produttivi sono fondamentali, perché conferiscono unicità al prodotto. Non è il tempo la dimensione principale della mostra, ma le situazioni e gli accostamenti che lo spettatore, mai passivo, è chiamato a creare, scegliendo secondo una propria concezione di design.</div><div>C’è ora un nuovo polo che giuda la bussola del visitatore: il situazionismo, la valenza simbolica del prodotto e una nuova lettura inconscia. Credere che solo certi oggetti facciano parte del design solo perché belli o utili non è un errore, ma una lettura limitante, la base di tutti gli integralismi artistici. Tutta l’Italia è un grande museo e noi stessi siamo il metro con cui decidere se un “Gormite” può essere espressione del design. Ma forse fra trent’anni questo non sarà un problema per i “puristi” del design: allora il gusto comune li avrà accettati e riabilitati, come è successo per i vari Mazinga e Goldrake, dei “cult” contemporanei.</div><div><br /></div><div><i>Davide Contu</i></div>Vulcanohttp://www.blogger.com/profile/08162788454894854200noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-36829595.post-72091447016012654632011-03-17T22:39:00.001+01:002011-03-17T22:39:23.109+01:00150° anniversario dell’Italia unita: una piccola riflessione<p align="justify">“Viva l’Italia, l’Italia liberata, l’Italia del valzer e l’Italia del caffè, l’Italia derubata e colpita al cuore, viva l’Italia, l’Italia che non muore, viva l’Italia presa a tradimento, l’Italia assassinata dai giornali e dal cemento l’Italia con gli occhi asciutti nella notte scura, viva l’Italia, l’Italia che non ha paura..” Una delle particolarità che rende meravigliosa ed emozionante la poesia è quella intrinseca possibilità che ha ogni lettore che vi si accosti di renderla attinente alla propria quotidianità o ai propri sentimenti. Personalmente ho sempre creduto che i cantautori fossero i poeti contemporanei e, ascoltando queste parole scritte nel lontano ’79 da De Gregori, non mi è riuscito di trovarne di più adatte per descrivere la sensazione dell’avvicinarsi di questo discusso 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia. Come sempre più spesso accade, i dibattiti vengono sviluppati in maniera da renderli superficiali e ridurli a mere contrapposizioni. In questa stagione politica che sembra sedimentata da un tempo infinito sugli stessi temi (scandali sessuali, giustizia, corruzione ecc...) sui quali si confrontano gli stessi volti, finalmente il 17 Marzo offre un punto di riflessione per lo meno ideale e che può essere di interesse comune. Infatti, benché anniversari, commemorazioni, incontri sulle origini delle istituzioni sono le occasioni che solitamente solleticano la curiosità e la passione principalmente di chi si occupa di storia, qui non si tratta di una ricorrenza qualunque, bensì del 150esimo anno dalla nascita della nazione in cui abitiamo. Dal mio punto di vista le discussioni su questa data sono curiose: tempo fa quando pensavo al 150esimo non avrei certo previsto una polemica simile, non immaginavo che all’alba del 17 i miei concittadini intonassero l’inno di Mameli dai balconi, ma mi aspettavo l’iter tradizionale: festa nazionale, le persone più interessate avrebbero partecipato agli incontri o avrebbero letto qualche libro sul risorgimento che sarebbe sicuramente stato edito per l’occasione, e le persone meno interessate avrebbero accolto la giornata pensandoci pochi secondi, sorridendo e magari guardando il programma televisivo di approfondimento con ogni probabilità in palinsesto su Rai tre o su Rete 4. Invece in questi giorni abbiamo assistito a polemiche, Ministri dello stato italiano che sono indecisi se celebrare il 150esimo anniversario dell’istituzione di cui sono i rappresentanti, gruppi su facebook pro e contro e anche considerazioni su quanto sia giusto considerare questo 17 Marzo diversamente dal 17 Marzo dell’anno passato. Nel confronto politico, la recente istituzione della festa della Lombardia il 29 maggio, data della battaglia di Legnano, ha palesato l’ipocrisia che c’era alla base di ogni rimostranza del gruppo politico più avverso. Quell’ostinato ostruzionismo si è dimostrato chiaramente per quello che è: un mero strumento per portare avanti quella lotta politica in cui si chiede da sempre maggiore attenzione verso le realtà locali contro quello Stato centrale visto come oppressore se non addirittura come profittatore. La cosa che colpisce non è che un partito che miri a separarsi da uno Stato che reputa inefficiente non ne celebri la persistenza, ma che da molti questa condotta politica non venga ritenuta assolutamente fuori luogo. Gli anniversari sono momenti in cui una comunità, una famiglia, un gruppo, celebra il fatto di esistere dopo tempo, nonostante le difficoltà incontrate. I pochi o molti che avrebbero preferito non prendere in considerazione il fatto che quest’anno si presenti una ricorrenza importante per l’Italia, sono spinti da un motivo ben preciso: non vorrebbero far parte di questa Nazione, non sono orgogliosi del Paese in cui vivono. Criticare il nostro Paese non risulta un’impresa difficile, c’è chi sostiene che addirittura il denigrare i servizi inefficienti e le persone che detengono responsabilità, a ragione o a torto, è quasi anch’esso divenuto parte del costume nazionale. Ingiusto sarebbe nascondere i molti problemi che colpiscono l’Italia, ma è altresì impossibile decidere di non far più parte della cittadinanza. Il non votare, il lasciare che gli eventi ci scivolino addosso non ci rende meno partecipi della Nazione: ne siamo parte anche quando diciamo che ci vogliamo separare. Da Milano recarsi a Londra può costare meno che raggiungere Bologna, il che dà l’illusione di poter essere “qualcosa d’altro”, ma proprio quelle persone che hanno vissuto l’esperienza di lavorare, studiare, trascorrere una vacanza all’estero potranno testimoniare come siamo nel profondo genuinamente italiani. Siamo italiani nei gusti e nel modo di esprimerci. Ce ne accorgiamo anche solo quando, istintivamente, elogiamo un mezzo pubblico o critichiamo una pietanza paragonandola a ciò a cui siamo abituati. Quando cerchiamo la compagnia di altri italiani o quando magari li evitiamo. Siamo italiani anche se non ci piace. Siamo italiani, abbiamo un grande passato, una storia che, come tutte le storie, con le sue luci e le sue ombre merita di essere raccontata, soprattutto a chi tuttora ne fa parte. Ritornando a De Grgori, “Viva l’Italia con le bandiere, Viva l’Italia che resiste”. Ancora, dopo 150 anni, nonostante tutto.</p> <p align="justify"><i>Stefano Vallieri</i></p> Vulcanohttp://www.blogger.com/profile/08162788454894854200noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36829595.post-82708341792329228082011-03-17T15:25:00.001+01:002011-03-17T15:25:53.131+01:00Mameli: la giovanile turbolenza di un eroe risorgimentale<p align="justify"><img style="margin: 0px 10px 0px 0px; display: inline" align="left" src="http://www.tg1.rai.it/dl/images/400x3001300294786018Goffredo_Mameli.jpg" width="263" height="199" /> Quanto si può fare per la patria in ventuno anni di vita? Goffredo Mameli nasce a Genova il 5 settembre 1827 da un ammiraglio della marina sarda e dalla marchesa Adelaide Zoagli Lomellini. Fin dai primi anni della sua breve esistenza, Mameli è circondato da uomini politici e da intellettuali che frequentano la casa dei genitori. La spinta patriottica viene da Giuseppe Canale, uomo di grande cultura e vicino ai mazziniani; a vent’anni Mameli ha già scritto diversi componimenti poetici, e comincia a studiare Filosofia all’università di Genova, dopo un breve esilio in Sardegna dovuto allo scoppio della peste. Spirito turbolento e rivoluzionario, abbandona l’università l’anno seguente a causa della sua incostanza e dell’interesse politico. Entra a far parte della Società Entelema a Genova, inizialmente devota alla cultura e trasformatasi poi in un vero e proprio ambiente di discussione politica tra i democratici genovesi. Mameli è tutt’altro che uno spirito semplice: declama versi patriottici nelle piazze e sventola il tricolore, sebbene tale gesto sia proibito ufficialmente; nel 1848 si reca a Milano per aiutare Nino Bixio durante le Cinque Giornate e partecipa attivamente alla battaglia. Per le strade di Milano già tuona imponente l’Inno degli Italiani, scritto un anno prima dal giovane genovese, poi musicato da Michele Novara. La testimonianza più diretta dell’episodio della stesura del nostro inno è di Carlo Alberto Berilli, patriota e poeta, amico e biografo di Mameli. Il foglio con le parole scritte dalla mano di Mameli giunge a Torino in un salotto di intellettuali, tra cui il musicista Novara; pochi istanti bastano per capire che quel testo sarà l’inno di battaglia, la voce unita di un popolo unito (<i>Raccolgaci un'unica/bandiera, una speme:/di fonderci insieme/già l'ora suonò</i>), poco tempo per musicare queste parole. Il 10 dicembre 1847 viene suonato l’Inno degli Italiani a Onegina, un quartiere di Genova, davanti a 30.000 persone (<i>Fratelli d’Italia</i>) – ai tempi era appena stata abolita una legge che vietava l’assembramento di più di 10 persone. Il 1848 è ormai a un passo (<i>Dall'Alpi a Sicilia/dovunque è Legnano,/ogn'uom di Ferruccio/ha il core, ha la mano</i>), la gente <img style="margin: 0px 0px 0px 5px; display: inline" align="right" src="http://cursushonorum.files.wordpress.com/2011/02/risorgimento.gif" width="296" height="273" /> impara a memoria le parole di Mameli e continua a cantare per le strade: è uno dei tanti simboli del Risorgimento. I tentativi di censurare le parti più dure nei confronti degli Austriaci, ai tempi alleati (<i>già l'Aquila d'Austria/le penne ha perdute.</i>) sono vani tentativi di fermare una rivolta ormai certa. <br />Mameli muore giovanissimo, a 21 anni, per una ferita lieve di baionetta da parte di un commilitone: la conseguente infezione gli è fatale; oggi le sue spoglie riposano al Gianicolo, non si contano le lapidi, i busti, le statue in sua memoria in tutta Italia. I ventuno anni di questo ragazzo genovese dedicati all’Unità d’Italia. Che cosa possiamo fare noi?</p> <p><i>Daniele Colombi</i></p> Vulcanohttp://www.blogger.com/profile/08162788454894854200noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36829595.post-71049596559323047652011-03-16T12:09:00.007+01:002011-03-27T15:46:30.180+02:00CARO SINDACO - Quinta puntata, Fabrizio Montuori<p class="MsoNormal"><span class="Apple-style-span" ><span class="apple-converted-space"><span style="color: black; "><span class="Apple-style-span" style="line-height: 15px; ">Vulcano ha intervistato i candidati sindaco per le elezioni comunali di Milano su temi che vanno dalle politiche giovanili, al m</span></span></span><span class="apple-converted-space"><span style="color:black;"><span class="Apple-style-span" style="LINE-HEIGHT: 15px">ondo del lavoro, ai trasporti pubblici. Oggi vi proponiamo l'intervista a</span> </span></span><span class="apple-style-span"><span style="color:black;">Fabrizio Montuori, classe 1977, laureato in Scienze Politiche all'Università di Bologna, candidato per il Partito Comunista dei Lavoratori, che si presenta autonomamente a questa tornata elettorale.</span></span></span></p><p class="MsoNormal"><span class="Apple-style-span" ><span class="apple-style-span"><span style="color:black;"><img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYMOPhHxf80LZLXb29PDOeAjh1nPBLOyb-BOTexsg7C4xK2TowH9iV1ioFZzB_EcCOXrf7dcRQ0GP4z0WhMWIBYLQZExHPTNSC8F-lORP7Pqm1jgaGK7ktbY3hoSPJ8RP7ue20/s320/Montuori.jpg" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5584650270801606018" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 270px" alt="" border="0" /></span></span></span></p><p class="MsoNormal"><span class="Apple-style-span"><span class="apple-style-span"><span style="color:black;" ></span></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span class="Apple-style-span"><span class="apple-style-span"><span style="color:black;" ><b>1.L’Associazione S.O.S. Racket sembra rimanere sempre più s</b><b>ola nella lotta contro le mafie. Gli ultimi eventi riguardanti le case dell' A.L.E.R sembrano la punta di un iceberg che non si vuole sciogliere. Del pizzo non se ne parla ad alta voce, ma in molti lo pagano, anche nel centro di Milano. Qual è la sua proposta di contrasto in merito al pizzo, al racket, al comportamento mafioso ormai sempre più imperante nella regione Lombardia?</b></span></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span class="Apple-style-span"><span class="apple-style-span"><span style="color:black;" ><b></b>La questione delle mafie non è solo un problema della nostra città, provincia o più in generale dell’intera regione. Il problema delle mafie è un problema nazionale. Io posso dire, venendo da una città del Sud, Taranto, divenuta purtroppo famosa negli anni ’80 per la criminalità organizzata e per le guerre tra bande, che il problema si risolve dal basso attraverso un’educazione di rispetto e di valori. Bisogna partire dalle famiglie, alla scuola, passando attraverso la creazione di centri giovanili che questi valori si devono affermare e diffondere. Oggi con la crisi che avanza molti genitori sono costretti a lavorare ore ed ore per sbarcare il lunario lasciando un po’ allo sbaraglio i propri figli, anche perché le strutture presenti sono esigue ed insufficienti. I pochi locali di aggregazione, di socializzazione vengono chiusi. Penso a quei circoli e locali che nell’ultimo periodo sono stati chiusi da questa giunta. Dalle Scimmie al Plastic per finire con la Casa 139. In precedenza a dar fastidio erano i centri sociali dalla Bottiglieria alla Fornace oggi lo sono i circoli che propongono musica ed una cultura alternativa. Oltre alle associazioni ed ai circoli, di cui SOS Racket da anni conduce battaglie contro il racket e le mafie, poco hanno fatto invece le istituzioni(Comune, provincia e regione). Se si va a leggere l’ultimo rapporto della Dia per la Lombardia i dati sono allucinanti, un solo dato si parla di 500 persone affiliate alle‘ndrine a cui si devono aggiungere tutte le altre mafie entrate nel tessuto economico della nostra città e della nostra regione. Per riassumere bisogna partire dalla cultura e dal rispetto per il prossimo per sconfiggere ogni tipo di mafia e per abbattere il muro del silenzio e dell’omertà.</span></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span class="Apple-style-span"><span class="apple-style-span"><span style="color:black;" ><o:p></o:p></span></span></span></p><span class="Apple-style-span"><span class="apple-style-span"><span style="color:black;" > <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><b>2. Lei ha mai violato la legge?</b></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify">Solo un paio di volte: ho preso l’autobus senza pagare il biglietto.<o:p></o:p></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><b>3. Come si muove a Milano? Mezzi pubblici, bicicletta o automobile? </b><b> Quanto spende più o meno annualmente per questi spostamenti?</b></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify">Prevalentemente a Milano mi muovo con i mezzi pubblici o a piedi. Ho la macchina ma la uso molto poco.<o:p></o:p></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><b>4. Visti i dati preoccupanti sulla diffusione dell’HIV (15.000 persone</b><b> secondo la L.I.L.A.) e di gravidanze indesiderate a Milano, come pensa di procedere sul fronte dell’educazione sessuale nelle scuole superiori? Come si pone di fronte ad iniziative come la presenza di distributori di preservativi nelle scuole? Cosa pensa dello scontro che lo scorso anno ha visto coinvolti l’ASL di Milano e la Regione Lombardia, riguardante le modalità con cui si tenevano i corsi di educazione sessuale e che hanno portato alla sospensione degli stessi?</b></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify">I dati sull’HIV sono abbastanza allarmanti. Penso che nelle famiglie e nelle scuole devono essere fatti dei corsi ad hoc per l’educazione sessuale. L’età adolescenziale è un periodo importante nella vita di tutti noi. E’ il momento in cui si copre il nostro corpo ed è necessario che scuole, famiglie si adoperino per dare i giusti strumenti ai ragazzi. Penso che bisogna distribuire gratuitamente i preservativi non solo nelle scuole ma anche in città. Bisogna essere chiari nel parlare di quali rischi si corrono senza l’utilizzo di anticoncezionali. Bisogna aprire degli ambulatori e dei consultori pubblici che siano laici, non ammanicati con CL, accessibili alle classi meno abbienti sia italiane che straniere<b>.</b></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><b>5. Prima della sua carriera politica, di cosa si occupava?<o:p></o:p></b></p> <p class="MsoNormal">Io ho cominciato a fare politica attivamente dal primo anno delle scuole superiori. Questa è una mia piccola biografia Nel periodo del liceo classico comincio ad avere le mie prime esperienze politiche nella città dei due mari, Taranto. Partecipo attivamente alle occupazioni delle scuole e frequento il centro sociale Città Vekkia. In quegli anni, Taranto è amministrata da Giancarlo Cito, noto esponente dell'estrema destra tarantina e nazionale.<o:p></o:p></p> <p class="MsoNormal">Nel 2004 mi iscrivo alla Facoltà di Scienze Politiche di Bologna, dove mi sono laureato nel 2006. Sin dal primo anno di Facoltà sono stato tra i fondatori del Collettivo S.P.A (Scienze Politiche</p><p class="MsoNormal"> Autogestite) che si occupava delle problematiche dell'Università,sia a livello locale e sia a livello nazionale, mi sono schierato contro le varie riforme Zecchino e Berlinguer. Nello stesso periodo mi sono iscritto al PRC dove nel giro di pochi anni sono diventato, prima membro dei GC bolognesi e successivamente membro della Commissione lavoro provinciale del PRC. <o:p></o:p></p> <p class="MsoNormal">Dal 2001 lavoro in Vodafone, prima come interinale, poi come part Time presso il Call center e successivamente,dal 2007, lavoro a tempo pieno sempre nella stessa azienda ma a Milano. Sin dai primi anni di lavoro mi sono iscritto in CGIL ed ho costituito nella città felsinea un comitato contro lo scippo del TFR. Nel 2003 ho aderito a Progetto Comunista, minoranza del PRC, in quanto non condividevo la scelte politiche dell'area bertinottiana. Nel 2006 sono stato candidato alla Camera, per l'Emilia Romagna per il PRC, ma sempre nello stesso anno sono uscito da Rifondazione ed insieme ad altri ho dato vita al P.C.L. e sin dalla sua fondazione faccio parte degli organismi dirigenti. A Milano dal 2007 continuo, oltre l'attività lavorativa, anche quella politica, partecipando alle lotte dei lavoratori, degli immigrati, dei precari contro le politiche neoliberiste sia dei governi di centro sinistra che di quelli di centro destra. Faccio parte del coordinamento lavoratori uniti contro la crisi della città meneghina. Nel 2008 sono stato Candidato del P.C.L. alla Camera per la Lombardia. Nel 2011 mi presento come candidato sindaco del P.C.L. per la città di Milano.</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><b>6. Che genere di istruzione ha ricevuto dai suoi genitori e dalle scuole che ha frequentato?</b></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify">Ho ricevuto dai miei genitori un’educazione fondata sul rispetto delle altre persone prescindere da quale sia il colore della pelle, la nazionalità o la religione. Sono un’internazionalista convinto, la mia patria è il mondo intero. E penso che fino a quando il colore della pelle sarà più importante del colore degli occhi io continuerò a lottare contro la xenofobia, il razzismo ed il fascismo. Ho fatto studi umanistici, come accennavo prima, ho frequentato il classico e poi Scienze Politiche.</p><p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><o:p></o:p></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><b>7. Il rapporto di Transatlantic Trends evidenzia che in Italia la percezione della percentuale di immigrazione risulta quattro volte superiore rispetto all</b></p><p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><b>a realtà. A Milano, gli avvenimenti di via Padova o del campo rom di via Triboniano dimostrano che la temperatura sociale resta calda. Quali crede siano le priorità per stemperare la tensione? Come progetterà di muoversi il comune e i suoi servizi per attuare l’integrazione con strumenti alternativi al solo intervento delle forze dell’ordine?</b></p><p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><o:p></o:p></p> <p class="MsoNormal">La realtà milanese è cambiata negli ultimi decenni. Milano se si vanta di essere città europea, interrazziale aperta deve cambiare atteggiamento. La repressione non serve, è necessario invece l’adozione di politiche di integrazione. La storia in questo caso dovrebbe aiutarci. Una volta erano le migrazioni dalle regioni del Sud Italia verso il Nord, oggi assistiamo alle migrazioni dal Sud del mondo verso il Nord e quindi anche verso l’Italia e la nostra città. Sono cambiati i soggetti ma la sostanza rimane sempre la stessa. Gente accomunata dalla lingua, dalla propria cultura e dalla proprie tradizioni che quando arrivano a Milano si vanno” a parcheggiare” in quartieri che diventano dei veri e propri ghetti. Questo è dovuto principalmente alla mancanza di una cultura di accoglienza e d’integrazione. Non devono più esistere ghetti ma quartieri multiculturali. Per quanto riguarda i rom, i sinti la questione non si risolve con tante belle ruspe e con la militarizzazione, Gli sgomberi che si sono susseguiti hanno avuto un costo economico pari a circa 11 milioni di Euro per non parlare della disperazione che hanno generato fra i Rom ed i Sinti hanno visto la distruzione delle loro case.</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p> <p class="MsoNormal">Ripercorriamo la storia degli sgomberi dal campo di Triboniano il cui sgombero violento è stato effettuato il 28 maggio, più di 100 famiglie con 180 minori a carico, via non certo per motivi di sicurezza, fra i più violenti citiamo quello della Bovisa, quello di Poasco campo Chiaravalle, Forlanini, Rubattino, ed infine si arriva a quello avvenuto in data 25 gennaio 2011 in via Adriano. Ovviamente qui si citano i più rilevanti, ma ve ne sono molti altri con il loro corredo di storie e di diritti negati. Ed ecco che la città che assegna l’Ambrogino d’oro alle Maestre delle scuole del Quartiere Rubattino per aver avviato con successo l’integrazione scolastica, di fatto ne nega la fattibilità. Come si può integrare un bambino in una scuola che in un anno ha subito almeno 12 sgomberi ? Cambiando così differenti scuole in poche settimane ed essendo costretto (potendo) a riacquistare tutti i libri ed i quaderni per studiare? Le ruspe seppelliscono tutto, oltre alle povere case anche i ricordi!</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p> <p class="MsoNormal">Le proposte che faccio sono: Per i Rom e Sinti che hanno nella loro cultura il nomadismo dare dei Campi Transitori, non quelli intesi dalla Giunta Moratti, dove possono trascorrere giornate nel rispetto della loro dignità e delle loro tradizioni. Occorre dare diritto di cittadinanza al popolo Rom e a tutti gli immigrati garantendogli il diritto alla casa ed alla scuola. Solo con l’integrazione Milano potrà essere una vera città cosmopolita.</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><b>8. Molti degli studenti che frequentano le università milanesi sono pendolari, fuori sede o provenienti da altri paesi (Erasmus). Vivendo a Milano contribuiscono in vario modo a rendere più ricca la città. Purtroppo, r</b><b>ispetto alle grandi città europee Milano risente di un deficit nel settore del trasporto pubblico, soprattutto nelle fasce notturne e nelle zone periferiche e i prezzi dei taxi sono assolutamente proibitivi. Come intende agire per migliorare il trasporto milanese? Come pensa di agire sulle politiche giovanili e di integrazione</b><b>?</b></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify">Il problema della mobilità delle persone e delle merci è serio. In parte esso è legato alle scelte urbanistiche e di pianificazione generale delle funzioni della città, in parte dal combinarsi di dati contraddittori. Pur considerando l’intensa attività edilizia, Milano ha perso circa 400.000 residenti tra il censimento del 1971 e quello del 2001. Ciò si combina però al fatto che l’espulsione della residenza è molto più accentuata in centro che non nelle periferie e che come abbiamo visto, la presenza dei cosiddetti city users in città è considerevole ed in un giorno-tipo incrementa la popolazione ufficialmente residente del 35%. In questa situazione la rete di trasporto pubblico, di per se non disprezzabile, non ha seguito l’evoluzione delle necessità della città, soprattutto nei suoi collegamenti con la sua area metropolitana e sulle tariffe applicate. Nel dicembre appena trascorso, per esempio, sono stati soppressi 384 treni, tra quelli<span style="color:red"> </span>circolanti uno su 4 è in ritardo. Da questa situazione deriva in parte l’abitudine all’utilizzo del mezzo privato (generalmente l’auto), che determina un aumento del traffico veicolare ed una riduzione della velocità commerciale del mezzo pubblico di superficie. Sono favorevole ad una drastica proibizione dell’uso del mezzo privato. Il tutto naturalmente da combinarsi con il potenziamento del trasporto pubblico per farlo diventare veramente attrattivo e competitivo rispetto a quello privato, anche attraverso apposite scelte tariffarie con un piano integrato con la Provincia, dalla quale arriva un elevato numero di pendolari per studio e lavoro (ecco il caso di un servizio pubblico che secondo noi può essere erogato anche in passivo). Più in generale si tratta poi di agire sulle cause che generano il problema: quindi serve ripensare gli orari della città, negli orari di aperture degli spazi commerciali e degli uffici pubblici così come nella eliminazione degli spostamenti inutili, nella riorganizzazione del lavoro e dei servizi pubblici, nella allocazione di servizi di prossimità o di quartiere anche direttamente gestiti dalla amministrazione. Per questo sono favorevole alla metropolitana aperta anche di notte, che dà un servizio alla città ed anche nuovi posti di lavoro. Fare degli accordi con le società di Taxi per cui ci siano dei prezzi agevoli ed economici per gli studenti e per le persone più disagiate economicamente. Non stiamo parlando di città utopica ma di qualcosa di realizzabile. In alcune città europee, cito Glascow e Barcellona, perché ci sono stato il costo dei taxi è molto agevole ed anche in Italia esempi di questo tipo si possono trovare a Bolzano.Per ciò che concerne le politiche giovanili co</p><p class="MsoNormal" style="text-align:justify">me già citavo precedentemente è necessaria la riapertura senza se e senza ma di tutti i circoli chiusi nella città meneghina, la difesa ed il rilancio di una vera cultura indipendente, autonoma e non omologata agli interessi del capitale economico e finanziario ed infine l’apertura di nuovi centri di aggregazione giovanile nella nostra città. Dare agli studenti delle abitazioni a prezzo calmierato, aumentare infine i servizi delle mense.<o:p></o:p></p> <p class="MsoBodyText"><o:p> </o:p><b>9. Qual è la sua visione di Milano? Quali benefici sociali e ambientali porterà l’Expo ai cittadini milanesi e ai suoi visitatori?</b></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify">Osservando Milano, più che dare l’impressione di città più europea in Italia, dà l’impressione di essere un cantiere sempre in itinere. Città sempre più del mattone e delle speculazioni finanziarie ed immobiliari, il centro della città è ormai è solo il salotto della finanza e del turismo e non della gente che lavora e che vorrebbe viverla. Dà sempre più la sensazione di essere una città a dimensione di capitale e non di uomo. Il salotto buono è tenuto in maniera decente, per dar sfarzo di quello che meglio può rappresentare la capitale dell’economia, della moda e della finanza, ma a Milano più che altrove le contraddizioni sono sempre più evidenti. Un tasso di disoccupazione crescente, strade che diventano laghi ed asfalti che si disfano con poche gocce d’acqua, metropolitane che devono chiudere perché dei fiumi lunghi poco meno di 50 km esondano, trasporti pubblici tagliati e ridotti nelle corse e negli orari. In questo quadro si inserisce l’Expo 2015.</p><p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><o:p></o:p></p> <p class="MsoBodyText">Il progetto di realizzazione dell’Expo viene oggi a collocarsi in una città con tutte le problematiche descritte in precedenza. Mi sembra del tutto evidente che la città di Milano, intesa sia come pubblica amministrazione che come comunità di persone che vi risiedono e lavorano, non avrà nulla di positivo da trarre da una manifestazione come Expo; anzi ne subirà la pesante ricaduta di problemi. La stessa candidatura all’Expo 2015 ed i progetti che si sono via via succeduti confermano tutta la povertà politica, urbanistica e di prospettiva di chi governa la città. Milano non è oggi assolutamente in grado di reggere l’urto di una manifestazione che nelle folli intenzioni dei promotori dovrebbe richiamare 160.000 visitatori al giorno, per un periodo di sei mesi. Gli stessi numeri danno una dimensione del problema: 1.700.000 mq di superficie per realizzare il sito dell’Expo adiacente all’attuale Fiera di Rho-Pero, opere ricettive per un fabbisogno stimato di 124.000 posti letto al giorno, 2.100.000 mq di superficie per possibili strutture di servizio e supporto all’Expo probabilmente sulla vicina area ex-Alfa Romeo di Arese, 1,6 miliardi di Euro (inizialmente stimati) di costi diretti per realizzare il sito dell’Expo (di cui 800 milioni di denaro pubblico) oltre a svariati miliardi di Euro (si suppone pubblici) per realizzare le altre opere infrastrutturali. La martellante propaganda della Giunta vuol fare credere ai milanesi che Expo è una grande opportunità per la città, che una serie di importanti infrastrutture verranno realizzate in funzione di Expo e che la manifestazione determinerà grandi opportunità di lavoro e di miglioramento della immagine della città nel mondo. Io credo sarà vero l’esatto opposto. In primo luogo la crisi economica negli ultimi tre anni ha fortemente ridimensionato quelle che erano le aspettative in termini di realizzazione delle infrastrutture connesse all’Expo. Dai trasporti con i ritardi nella costruzione delle linee metropolitane. C’è da credere poi che la gran parte degli investimenti (quelli che saranno realmente nelle disponibilità della A.C.) verranno impiegati in opere di potenziamento della viabilità su gomma, che oltre a sconvolgere gli attuali assetti dei territori interessati e determinare impatti fortemente negativi agli abitanti degli stessi territori, non farà altro che attrarre ulteriore traffico veicolare, aumentando congestionamento ed inquinamento. Esattamente ciò che va evitato, a mio parere anche con misure eccezionali.</p><p class="MsoBodyText"><o:p></o:p></p> <p class="MsoBodyText">Sul versante lavoro non andrà meglio: i tempi cominciano a farsi stretti, fra soli 4 anni Expo dovrebbe partire. Sicuramente la legislazione e le normative speciali (il nuovo sindaco di Milano sarà commissario straordinario per l’Expo) giustificate dalla fretta consentiranno di aggirare anche sul piano della gestione del personale impiegato nella realizzazione del sito Expo e delle opere connesse le già labili norme a tutela della sicurezza e del corretto inquadramento retributivo e normativo dei lavoratori. Senza contare gli affari d’oro che si aprirebbero per le varie organizzazioni malavitose nella gestione degli enormi appalti su costruzioni, movimentazione terra, bonifiche e gestione rifiuti. Tutto a Milano per l’Expo è sacrificabile: diritti e cultura, ambiente e spazi sociali.</p><p class="MsoBodyText"><o:p></o:p></p> <p class="MsoBodyText">In conclusione Expo sarà certo un enorme affare, ma non per i milanesi; l’aggravarsi della crisi economica riduce ancora più la spesa pubblica per servizi e lascerà soltanto i poteri forti a dividersi la torta. Affari per i proprietari delle aree (Fiera Milano e gruppo Cabassi) sulle quali sorgerà il sito, cedute alla A.C. in comodato d’uso, che verranno restituite alla conclusione di Expo con permessi di edificazione per 4/5mila appartamenti. Per i costruttori, per le attività criminali che girano nel settore edile ed intorno agli appalti pubblici, per una pletora di politici e loro protetti che faranno man bassa dei fondi stanziati per Expo. La mia proposta è che Milano rinunci unilateralmente ad ospitare Expo 2015 (costruendo un movimento più ampio per l’abolizione della Legge Obiettivo) e che utilizzi parte dei fondi ad esso destinati per una campagna straordinaria di realizzazione di opere pubbliche entro il 2015, sotto lo stretto controllo della Giunta e delle rappresentanze dei lavoratori: a partire dai prolungamenti delle linee metropolitane 2 e 3, al completamento della linea 5, alla realizzazione di una linea ferroviaria circolare connessa a poli logistici ed utilizzabile anche per la movimentazione delle merci. Le aree individuate per il sito dovranno essere lasciate ad uso agricolo o trasformate a verde, dato che si trovano al centro di una delle zone più congestionate forse a livello europeo. I megalomani e poco probabili progetti legati ad Expo (già rimaneggiati con l’assottigliarsi dei fondi a disposizione) vengano abbandonati e si dia inizio ad uno studio serio sulle necessità di servizi ed ambientali della città di Milano. Urbanistica, casa, trasporto pubblico, servizi sociali ed ambiente sono per la città di Milano ambiti strettamente interconnessi e correlati, come nei precedenti capitoli del programma abbiamo cercato di argomentare. E’ quindi indispensabile che le future amministrazioni abbiano la capacità di sviluppare su questi temi una visione politica di insieme e scelte amministrative conseguenti.</p><p class="MsoBodyText"><o:p></o:p></p> <p class="MsoBodyText"><o:p> </o:p><b>10. Da una stima fatta nel 2005 dal U.N.R.A.E nel comune di Milano circolano 800 mila vetture e di queste circa 30 mila sono non catalizzate (3.8%). Le macchine più moderne, che rispondono alle direttive europee più severe in termine di inquinamento, in Italia sono meno di una su tre, mentre a Milano sono circa il 42 per cento. Eppure, Milano ha superato i limiti di PM10 per ben 35 volte nei </b><b>soli primi 38 giorni di quest’anno. Per entrare nella cerchia dei bastioni si paga l’Ecopass. Alcuni studi indicano che un S.U.V diesel di ultima generazione (euro 4, euro 5, che quindi non paga l’Ecopass) inquina almeno quanto un euro 2 benzina, che invece deve pagare l’Ecopass. Si potrebbe giungere alla sfortunata conclusione che chi ha i soldi per comprare una macchina nuova non paga l’Ecopass, chi non ha questi soldi invece lo paga. Entrambi fanno girare l’economia, entrambi inquinano. Cosa intende fare Lei? Come sta andando questo Progetto “Eco”?</b></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify">Come dicevo precedentemente io sono per una drastica riduzione dell’auto privata legata ad una politica seria di trasporto pubblico. L’auto è il principale fattore di inquinamento visto che immette circa il 60% delle polveri sottili e degli ossidi di azoto. A Milano si è ampiamente sforato il limite dei giorni (35) in cui la legge stabilisce che i valori minimi per le polveri sottili non possano essere superati, superandolo per 108 giorni nel corso del 2009. A fare le spese di questa situazione sono in particolare gli anziani ed i bambini. Questa situazione non è più tollerabile. Penso che “l’interesse pubblico” è in primo luogo la salvaguardia della salute dei cittadini, della quale il sindaco è persino formalmente responsabile, nell’ambito comunale. Sono favorevole all’ incentivo di interventi specifici come la sostituzione del metodo Ecopass con la chiusura al traffico privato di un’ampia zona del centro, la creazione delle “isole ambientali”, di nuove aree pedonali, l’estensione delle aree di sosta per residenti.</p><p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><o:p></o:p></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><b>11.Sempre per quanto riguarda l’inquinamento avete intenzione di aumentare la salvaguardia della salute controllando anche il PM100? L’Euro</b><b>pa non lo richiede ma studi scientifici ammettono la sua esistenza e il suo potere cancerogeno...</b></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify">La salute dei cittadini deve essere uno delle principali responsabilità del primo cittadino. Bisogna sempre prestare massima attenzione ai problemi della salute.</p><p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><o:p></o:p></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><b>12. Lei beve l’acqua del rubinetto di casa sua?</b></p><p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><o:p></o:p></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify">Sì certo bevo l'acqua del rubinetto, non ci sono ragioni fondate per preferire quella in bottiglia, che anzi svolge un ruolo estremamente negativo nella cultura sull'acqua. Ho partecipato alla battaglia per l'acqua bene comune, ritengo che la falsa convinzione che quella degli acquedotti non sia buona e sia inquinata, nasca dalla propaganda mercificante di questo bene di necessità immediata per tutti. </p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><b>13.A Milano ci sono moltissime case vuote, sfitte o abbandonate da molti anni. Altre invece vengono date agli amici degli amici o a gente che si può permettere ben oltre ciò che invece paga (il caso di Affittopoli, Trivulzio &C .</b><b>). Secondo i dati del S.u.n.i.a., quest’anno gli affitti per gli studenti a Milano hanno subito un rincaro del 10%. Una camera singola arriva a costare fino a 750 euro. Quale potrebbe essere la prima azione in merito a tale problema?</b></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify">A Milano secondo i dati Istat, su 1640000 appartamenti più di 80.00 non sono abitati. Bisogna avviare una seria politica di rivitalizzazione di questo immenso patrimonio immobiliare sfitto, creando delle reti che consentano un’amministrazione ed un’autorganizzazione degli inquilini stessi, questo aumenterebbe il reddito di migliaia di famiglie impaurite da un sistema d’affitto sregolato e darebbe casa a prezzi calmierati ad altrettante migliaia di cittadini bisognosi . Questo permetterebbe anche agli studenti di poter accedere ad alloggi a prezzi più economici. Propongo la nascita di Agenzie immobiliari sociali, come esistono a Barcellona, che in pochi anni hanno reimmesso sul mercato più di 20.000 abitazioni a prezzi calmierati. Propongo lo scorporo della rendita fondiaria dai costi dell’abitazione, l’abolizione del rapporto tra banche ed abitazioni abolendo il modo capitalistico di produzione, con la statalizzazione delle banche e con il controllo da parte degli affittuari di enti quali l’Aler. L’assegnazione delle case a tutti i cittadini migranti, nonché a tutte le fasce di vulnerabilità sociale, tra cui studenti e precari attraverso la creazione di misure di sussistenza ed autodeterminazione che garantiscano la dignità delle persone.</p><p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><o:p></o:p></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><b><span style="color: rgb(220, 35, 0); "><o:p> </o:p></span></b></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><b>14. Lei ha mai lavorato senza ricevere denaro?<o:p></o:p></b></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify">No<o:p></o:p></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><b><o:p> </o:p></b><b>15. Quanto si spenderà a grandi linee per la sua campagna elettorale</b><b>?</b></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify">Non spenderò nulla, tutto il lavoro di propaganda e comunicazione è fatto con la disponibilità militante dei compagni di partito e dei sostenitori. Questa è la politica reale, quella che può fare un candidato che viene dalla classe lavoratrice.</p><p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1I8gceVwrJIK_edY0nmm5r2IumQQkib2-cUIcC0dL42ed4Uv-Szekw4MFzhWawUvLqFHfom3hxsjkt1XXf9768MQbhyphenhypheneo51-mSTG_ETTq24g-U8-YC17Jpw2eh3MeLLf063Ro/s320/pcl.jpg" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5584648967754754370" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 320px" alt="" border="0" /></p><p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><o:p></o:p></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><b>16. Negli ultimi dieci anni le biblioteche rionali hanno ridotto l’orario di </b><b>apertura rendendoli simili agli orari di un sportello delle poste. Pochissime biblioteche </b><b>rimangono aperte la sera. Per visitare il Louvre di Parigi si spende tanto quanto andare al Palazzo Reale. Le associazioni culturali milanesi sono al collasso. I piccoli teatri rischiano di chiudere ogni giorno. Qual è la sua proposta culturale per Milano?</b></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify">Quello che avviene a livello nazionale avviene anche nella nostra città. Si taglia la cultura e si tagliano anche i posti di lavoro di persone impiegate nell’ambito culturale. La mia proposta è basta sprechi di denaro pubblico in consulenze pagate a peso d’oro ed investire maggiormente nella cultura. Dai teatri alle biblioteche passando per i cinema io dico che la cultura non ha prezzo né orari. Sono assolutamente favorevole a biblioteche aperte anche fino a tardi, questo permetterebbe agli studenti-lavoratori di poter usufruire di un servizio pubblico. In più un servizio offerto alla comunità che vuole trascorre qualche ora serale a leggere piuttosto che guardare la tv.</p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><b><o:p> </o:p></b><b>17. Le università private milanesi sono state ultimamente sede di visite parlamentari, governative e da parte dei membri del governo comunale. San Raffaele, Cattolica, Bocconi e Iulm sembrano richiamare sempre più i salotti buoni della borghesia milanese e della rappresentanza comu</b><b>nale. Le università statali quali l'Università degli Studi, la Bicocca e il Politecnico, soprattutto le prime due, non sono state degne di questa passerella. Eppure tra istituti ed enti pubblici dovrebbe esserci una coesione maggiore. Cosa ne pe</b><b>nsa e cosa farà in merito?</b></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify">Tutto questo rientra nelle politiche di questo Governo. Tagli alla scuola pubblica e regali alle scuole private. Le ultime politiche hanno visto tagliati 8.5 miliardi alla scuola pubblica e 1.3 miliardi all’Università Statale, mentre sono stati regalati 100 milioni di euro alle scuole private e 25 milioni alle Università private. Questa rotta va invertita. I soldi ci sono ma vengono distribuiti a chi vogliono loro. Io penso che le scuole e le università private non abbiano bisogno di essere finanziate mentre la scuola e l’università pubblica sì. Bisogna dare a tutti la possibilità di accedere all’università, bisogna ridurre le tasse ed offrire maggiori servizi dalle mense alle biblioteche. Bloccare subito i licenziamenti della scuola e dell’università. La cultura non deve essere succube del Capitale, della finanza e dell’economia. La cultura e la ricerca sono la base di ogni progresso della società.</p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><b><o:p> </o:p></b><b>18. Se fosse eletto “</b><b>Sindaco di Milano”, quali sara</b><b>nno le sue prime tre azioni nei confronti dei Giovani, dell’Università e del Lavoro?</b></p> <p class="MsoNormal">L’ apertura di nuovi centri di aggregazione giovanile, più posti di lavoro ed Un’università pubblica laica e non soggiogata al Capitale. La trasformazione di tutti i contratti precari in contratti a tempo indeterminato.</p><p class="MsoNormal"><o:p></o:p></p></span></span></span><p></p><p class="MsoNormal" style="TEXT-ALIGN: justify"><em><span class="Apple-style-span" >Denis Trivellato</span></em></p>Vulcanohttp://www.blogger.com/profile/08162788454894854200noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-36829595.post-66885046695895640422011-03-15T17:03:00.002+01:002011-03-15T17:05:55.538+01:00DA RIVEDERE PER LA PRIMA VOLTA: Sindrome Cinese di James Bridges, 1979<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgea5fJALIXgzyws-9p20JVEv7RZDMhv_WG9opSniuRatBZT5-bxKXEO701XJTsUCkYtMQnIIu4ovHOn-kBcyW-8uq-plQ5C_3APHhUXTuYrWnlfX4zoleI2Sf845iMTwWoFwhf/s1600/143729.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 241px; height: 320px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgea5fJALIXgzyws-9p20JVEv7RZDMhv_WG9opSniuRatBZT5-bxKXEO701XJTsUCkYtMQnIIu4ovHOn-kBcyW-8uq-plQ5C_3APHhUXTuYrWnlfX4zoleI2Sf845iMTwWoFwhf/s320/143729.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5584338355074972114" /></a><br /><div>Il dramma nucleare giapponese riporta agli onori della cronaca una formula tecnica che avevamo dimenticato: la “sindrome cinese”, ovvero lo sprofondamento all’interno della crosta terrestre del nucleo fuso di un reattore nucleare sino all’altro capo del pianeta. Tale ipotetico incidente(smentito poi da quanto accaduto nei veri incidenti nucleari) è da intendersi come “cinese” in quanto la Cina si trova agli antipodi degli USA, dove il termine è stato coniato.</div><div><br /></div><div>Il film, diretto da James Bridge, ha un cast davvero d’eccezione: Jane Fonda indossa i panni di un’avvenente giornalista televisiva di successo (Kimberly Wells), un irriconoscibile Michael Douglas interpreta il personaggio di un cameraman animato da rivendicazioni politico-ambientaliste (così epistemologicamente lontano dal manager dell’alta finanza di Wall Street Gordon Gekko che conosceremo nella pellicola di Oliver Stone appena otto anni dopo) e la vecchia gloria hollywoodiana Jack Lemmon come direttore della sala controllo nella centrale nucleare di Ventana, in California (David di Donatello 1980 come miglior attore straniero per questa interpretazione).</div><div>Il film, tipico esempio di cinematografia impegnata e “di protesta” anni ’70, diventa immediatamente un successo per la concomitanza dell’incidente nucleare alla centrale di Three Miles Island, avvenuto appena dodici giorni dopo l’uscita del film nei botteghini. La trama è semplice: durante un servizio televisivo sull’energia nucleare in California, Kimberly Wells insieme alla sua troupe riesce a filmare di nascosto l’interno della sala controllo di una centrale nucleare proprio nel momento in cui si verifica un problema molto serio al reattore, che viene salvato da un disastro immane grazie alla freddezza del direttore tecnico Jack Godell (Lemmon). In seguito, l’emittente televisiva di Kimberly si rifiuta di trasmettere queste immagini per non suscitare panico nella popolazione, mentre Godell scopre, attraverso accurate indagini, dei gravissimi problemi strutturali all’impianto di raffreddamento del reattore, occultati dalla ditta appaltatrice con la compiacenza dei vertici della centrale. Spinto dalla paura di una catastrofe, si impadronisce della sala controllo e chiama la troupe di Kimberly per spiegare ai cittadini ignari il rischio che stanno correndo.</div><div><br /></div><div>Questa tipologia cinematografica, un filone che punta a suggellare il connubio tra intrattenimento e protesta, si rivela tutt’ora attuale: la centrale nucleare immaginaria rappresentata nel film presenta molti dei problemi reali verificatisi nel corso degli anni: dalla fusione del nocciolo (Three Miles Island nel 1979), al rischio di contaminazione su larga scala (Chernobyl nel 1986) sino al blocco degli impianti di raffreddamento che in queste ore sta creando angoscia al Giappone e a tutto il mondo. La deriva thriller del finale del film, che qui non sveleremo, aggiunge una nota di godibilità a una trama certamente ben scritta e sceneggiata. </div><div><br /></div><div><i>Angelo Turco</i></div>Vulcanohttp://www.blogger.com/profile/08162788454894854200noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36829595.post-78817522933916957442011-03-08T17:12:00.005+01:002011-03-08T17:19:16.593+01:00Perché i sacchi della spazzatura non sono trasparenti<b>Un anno a impatto zero: l'esperienza di Colin Beavan</b><br /><div><br /></div><img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnTb_uha9IgZhiRhQ1iP91z0-ANwfgq-uZ8LXRudAIDD0JcQpa9EAndzgPHf0jG3bBOEjFfZe9UqousQAPWu339riI0i4uRT0n0utBVPEoPNZy0TKHytvVin9Y1FOKbXr9tAG0/s320/NoImpactMan.png" style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 296px; height: 320px;" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5581743700348796466" /><div>Tutti parlano della crisi ambientale. Gli effetti e le catastrofi derivanti dal depauperamento che infliggiamo quotidianamente all'ecosistema si palesano atrocemente sotto i nostri occhi. Guardare ciò che non si vuole vedere è però troppo faticoso, così continuiamo a commettere l'errore di credere che lamentarci sia sufficiente a renderci di colpo più virtuosi. Perseveriamo nel tenere abbassato il sipario che ci protegge dal nostro senso di colpa, ma non dagli effetti devastanti dei nostri comportamenti. Insistiamo nell'evidenziare come nessuno faccia abbastanza per salvarci dal disastro che noi stessi giorno dopo giorno continuiamo ad incrementare, ma non andiamo oltre la parola. Evitiamo semplicemente di assumerci le nostre responsabilità per continuare a cullarci nel nostro immobilismo.</div><div><br /></div><div><i>Un anno a impatto zer</i>o è un libro che alza il sipario, che ci mostra la vita in tutta la sua feroce contraddittorietà, e che può aiutarci a salvare, prima che l' ambiente, noi stessi. </div><div><br /></div><div><i>"Con la spazzatura tutta raccolta e nascosta nei sacchi neri, mi resi conto che c'era un motivo se non volevo vederla (...) ecco perché i sacchi per l' immondizia non sono di plastica trasparente (...) succede perché, se dovessimo guardare la nostra spazzatura ogni giorno, dovremmo affrontare domande difficili circa il modo in cui viviamo".</i></div><div><br /></div><div>Inizia cosi l'avventura di Colin Beavan, dall'analisi di tutti i rifiuti che in un solo giorno lui e la sua famiglia erano riusciti a produrre. Le scorie che noi generiamo sono il segno che lasciamo della nostra presenza su questo pianeta. Sono ciò che rimane del nostro tempo vissuto. Cosi sacco dopo sacco, l'autore non analizza solo gli scarti, ma il suo intero stile vita.</div><div>La domanda è cosa può innescare la reazione, efferata ma necessaria, che ci dà la forza di aprire il sacco e guardarci dentro?</div><div><br /></div><div>Colin Beavan non è un ingegnere ambientale e neppure un esperto di ecologia o qualcosa di simile, è uno scrittore di libri di storia. Poi un giorno di metà Gennaio, uscendo dal suo appartamento di New York, vede tutti in magliettina e shorts e inizia a riflettere. </div><div>Una temperatura di 22°C in inverno lascia perplesso chiunque abbia voglia e tempo di soffermarsi a pensare e Colin Beavan decide di fermarsi: <i>"in quel giorno estivo in pieno inverno, mi sembrò di aver toccato il fondo"</i>. Decide di non aspettare che qualcuno risolva per lui il problema ambientale, ma di sperimentare in prima persona cosa può voler dire impegnarsi per ridurre l'impatto ambientale. Anzi, ridurlo non è sufficiente, bisogna azzerarlo. E' cosi che per un anno porterà avanti un percorso che vede la progressiva eliminazione di tutto ciò che non è eco-sostenibile. Dal cibo d'asporto all'elettricità, dalla macchina alla carta igienica.</div><div><br /></div><div>Ciò che sorprende è come l'autore conduca il suo esperimento, continuando a vivere nella Grande Mela travolgendo anche la moglie Michelle, ossessionata da tv e shopping; Isabelle, la figlioletta di un anno con ancora il pannolino e il cane Frankie. Perché questa è la sfida: vivere in maniera eco-sostenibile ovunque ti trovi e senza far impazzire i tuoi cari.</div><div>La cronistoria di questa progressiva riduzione sembrerebbe un elenco di negazioni e privazioni: no televisione, no shopping, no caffè, no taxi, no ascensore....e invece il lettore scopre e riscopre con l'autore quanto eliminare alcuni aspetti dalla nostra vita non significhi ascetismo ma solo più movimento, più salute, più risparmio e momenti liberi in cui coltivare passioni e rapporti umani veri. Quanto eliminare possa significare liberarsi.</div><div>Un esperienza coraggiosa che insegna come perseverare nel consumismo sia dannoso per le conseguenze ambientali in un futuro non troppo lontano, ma soprattutto quanto riacquisire il perduto contatto con la natura possa essere realmente gratificante in termini di benessere. <i>"Sprecare meno risorse, significa sprecare meno la nostra vita"</i>.</div><div><img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1CfssvU0DqpI2gpdTijNtBPbLSUmlzwj-VkopER_FPaqrR3Wg-priFJIc0mz_-QocJ3yH8dv8fs5LAowbM8zPHwQtcQDTzGmSamSmEgRhiwfU3HlJRYMFU1wGBdn0BGL2d6y4/s320/no_impact_man.jpg" style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5581743834529938210" /></div><div><br /></div><div><i>Un anno a impatto zero</i> è il racconto di un esperimento audace, esasperante, estremo ma che non è solo una provocazione, è una storia di vita che obbliga il lettore a meditare. L'autore-protagonista è un normalissimo cittadino, potrei essere io o anche tu, chiunque sia disposto a ritarare la propria quotidianità su parametri che impongano il rispetto dell'ecosistema.</div><div><br /></div><div><i>“Inutile ricercare le cause del disastro ambientale intorno a noi, se queste sono in noi.”</i></div><div>Non possiamo aspettare inerti che il sistema cambi, perché il sistema siamo noi. </div><div><br /></div><div><i>Danila Bruno</i></div>Vulcanohttp://www.blogger.com/profile/08162788454894854200noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-36829595.post-44341075700337416822011-03-01T10:56:00.013+01:002011-03-05T19:57:52.150+01:00CARO SINDACO - Quarta puntata: Marco MantovaniVulcano ha intervistato i candidati sindaco per le elezioni comunali di Milano su temi che vanno dalle politiche giovanili, al mondo del lavoro, ai trasporti pubblici. Oggi è il turno di Marco Mantovani, candidato di Forza Nuova, 51 anni, già in corsa nelle provinciali 2009.<br /><div><span class="Apple-style-span"><br /><strong><img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdXXgsvFTuq9dzbtmOptu9DCJKOFov0XL5E4bG-aYMnySKa9KFW_6oQInAGj9o0FpbwMG9EKN6MYLTnXKJjHYVb0kgeqE8r79B7Ptck179Qm-FBWRylZO3hKuzg-kYeCy3BR4n/s200/BN1+%25281%2529.jpg" style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 155px; height: 200px;" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5580672000294060706" />1. L’Associazione SoS Racket sembra rimanere sempre più sola nella lotta contro le mafie. Gli ultimi eventi riguardanti le case dell' A.L.E.R sembrano la punta di un iceberg che non si vuole sciogliere. Del pizzo non se ne parla ad alta voce, ma in molti lo pagano, anche nel centro di Milano. Qual è la sua proposta di contrasto in merito al pizzo, al racket, al comportamento mafioso ormai sempre più imperante nella regione Lombardia?</strong>Innanzitutto, voglio premettere che il racket attorno alle occupazioni delle case popolari è particolarmente riprovevole perché colpisce le fasce più deboli socialmente ed economicamente. Ritengo sia importante un rigoroso e capillare controllo da parte dell’ALER della situazione da due punti di vista: è prioritario che ALER intervenga sulle tante strutture fatiscenti e per niente dignitose per chi vi abita legalmente ed è urgente che con semplici controlli incrociati verifichi che gli occupanti siano gli intestatari del contratto. E’ importante anche recuperare i tanti alloggi attualmente chiusi per motivi che ritengo ingiustificati, costringendo le famiglie milanesi già in difficoltà a indebitarsi ulteriormente per gli esosi affitti del mercato privato o ad affidarsi agli usurai. Forza Nuova ha da sempre nei propri punti programmatici la lotta contro l’usura, compresa quella legalizzata operata dalle banche (basti guardare i tassi applicati proprio sui mutui dagli istituti di credito). Fa riferimento alla sicurezza della città anche un maggiore controllo dei vecchi e dei nuovi esercizi commerciali il cui capitale di provenienza non è sempre ben definito. E per questi, come per gli altri reati, sono fondamentali pene severe e certe per chi viene condannato: se le forze dell’ordine indagano tra le note difficoltà materiali che conosciamo non è possibile poi che i colpevoli vengano, il più delle volte, rilasciati dalla magistratura con sentenze spesso ideologiche. E che non tengono conto dei danni alle vittime e della sicurezza del cittadino. Infine voglio ricordare che proprio qualche mese fa, venuti a conoscenza che l’associazione Sos racket e usura era priva di un punto di riferimento, Forza Nuova anche proposto al suo presidente, Frediano Manzi, di utilizzare la propria sede milanese.</span></div><br /><div><span class="Apple-style-span"><strong><br />2. Lei ha mai violato la legge?</strong> Non ho condanne a mio carico, se questa è la domanda. Come ogni persona che faccia politica di strada, e non di salotto, ho subito denunce per manifestazioni non autorizzate. Vi faccio un esempio: alle elezioni regionali dell’anno scorso, al nostro segretario nazionale è stato addirittura impedito di tenere un comizio a sostegno della nostra lista. Una cosa mai vista per nessun partito politico.</span></div><span class="Apple-style-span"><br /><div><br /><strong>3. Come si muove a Milano? Mezzi pubblici, bicicletta o automobile? Quanto spende più o meno annualmente per questi spostamenti?</strong>A Milano mi muovo principalmente a piedi e in moto. Evito insomma il più possibile di utilizzare l’automobile per muovermi all’interno della città, non solo per motivi di comodità ma anche per non contribuire all’inquinamento. Ritengo che, a partire dal sindaco, ogni singolo cittadino debba impegnarsi per tentare di risolvere un problema sempre più grave per la salute di tutti noi.</div><br /><div><br /><strong>4. Visti i dati preoccupanti sulla diffusione dell’HIV (15.000 persone secondo la L.I.L.A.) e di gravidanze indesiderate a Milano, come pensa di procedere sul fronte dell’educazione sessuale nelle scuole superiori? Come si pone di fronte ad iniziative come la presenza di distributori di preservativi nelle scuole? Cosa pensa dello scontro che lo scorso anno ha visto coinvolti l’ASL di Milano e la Regione Lombardia, riguardante le modalità con cui si tenevano i corsi di educazione sessuale e che hanno portato alla sospensione degli stessi?</strong> Purtroppo, il fallimento dell’educazione sessuale fin qui realizzata è dimostrato dai terribili numeri del contagio dell’Hiv e delle gravidanze “indesiderate”. Come noto, Forza Nuova è contraria all’aborto che ritiene essere un omicidio. La realtà è che questa drammatica situazione, perché di dramma si tratta, è il risultato della tanto sbandierata rivoluzione sessuale. L’età del primo rapporto sessuale è scesa vertiginosamente: a rendere più preoccupante la situazione è il mancato utilizzo di metodi di prevenzione. A peggiorare ulteriormente c’è che le giovani siano abbandonate a loro stesse e incentivate all’impiego della pillola abortiva. Da quello che ci risulta, a Milano ci sono consultori in cui alle ragazze, minorenni comprese, viene prescritta anche senza alcun controllo medico né informazione né assistenza psicologica. Non possiamo che essere dunque favorevoli a programmi che rendano i giovani consapevoli dei rischi e li avvicinino a comportamenti più responsabili nella loro sessualità. Noi riteniamo che sia necessaria anche un’educazione sentimentale, in un’epoca in cui, lo dicono molti esperti, sono sempre più diffusi i rapporti occasionali anche tra i giovanissimi, con uno svilimento del corpo e della persona.</div><br /><div><br /><strong>5.Prima della sua carriera politica, di cosa si occupava?</strong> Io non faccio carriera, nel senso che non intendo l’impegno politico come un mestiere. Ho invece sempre abbinato la mia passione e la mia militanza prima agli studi e poi al mio lavoro prima di dipendente e poi di libero professionista.</div><br /><div><br /><strong>6. Che genere di istruzione ha ricevuto dai suoi genitori e dalle scuole che ha frequentato?</strong> Rispetto delle regole e forza di sostenere le proprie idee fino in fondo: questo mi ha sempre detto mio padre. Così è stato quando ero studente negli anni ’70 e sono stato costretto a cambiare per ben quattro volte il liceo proprio in virtù della mia militanza nel Fronte della gioventù. E non solo ho dovuto andare da un istituto all’altro ma per un certo periodo mi sono dovuto allontanare dalla mia famiglia e farmi ospitare da alcuni parenti. Questo è quello che ricordo della scuola di quel periodo: l’impossibilità di esprimere liberamente le mie opinioni senza rischiare anche la vita come successo, fino alle estreme conseguenze, ad alcuni miei amici. Mia madre invece mi ha insegnato l’importanza di non rinnegare le proprie radici, anche se umili, e nello stesso tempo della determinazione a migliorare sempre la propria condizione senza uniformarsi al pensiero comune. Senza schiacciare chi non ha la possibilità di farlo e difendendo i più deboli. Le sono grato anche un precetto che ha caratterizzato tutta la mia esperienza politica e professionale e che mi ha permesso di fare tante esperienze importanti: non avere alcun pregiudizio.</div><br /><div><br /><strong>7. Il rapporto di Transatlantic Trends evidenzia che in Italia la percezione della percentuale di immigrazione risulta quattro volte superiore rispetto alla realtà. A Milano, gli avvenimenti di via Padova o del campo rom di via Triboniano dimostrano che la temperatura sociale resta calda. Quali crede siano le priorità per stemperare la tensione?</strong> <strong>Come progetterà di muoversi il comune e i suoi servizi per attuare l’integrazione con strumenti alternativi al solo intervento delle forze dell’ordine?</strong> Non conosco l’associazione Transatlantic trends ma soprattutto non conosco la metodologia utilizzata per fare questa stima. Non so se la percezione dei cittadini sia superiore alla realtà ma di sicuro la percentuale ufficiale di stranieri nel nostro Paese è superiore a quanto il nostro sistema possa sostenere senza arrivare al collasso. Voglio ribadire che Forza Nuova non è contro gli immigrati ma contro l’immigrazione selvaggia sfruttata dalle multinazionali che possono così ottenere forza lavoro a basso costo e ridurre anche i diritti e la dignità dei lavoratori italiani. Ci sono anche le organizzazioni non governative e “caritatevoli”, Caritas compresa, a lucrare sulla pelle degli stranieri ottenendo ingenti finanziamenti pubblici che potrebbero invece essere utilizzati per migliorare la qualità della vita dei cittadini italiani socialmente deboli. Forza Nuova inoltre ritiene che i cittadini stranieri debbano essere aiutati, per davvero, nelle loro terre d’origine per non sradicarli dalla propria cultura e dalle proprie tradizioni, per non distruggere intere famiglie e non impoverire ulteriormente l’economia dei singoli Paesi di provenienza. Il fallimento del multiculturalismo che Forza Nuova combatte da sempre, è stato pubblicamente ammesso di recente anche da leader di Stati democratici e progressisti come la Germania e la Gran Bretagna. Anche loro hanno alla fine convenuto che di integrazione si può parlare solo quando i cittadini stranieri accettino totalmente le regole e i principi fondanti del Paese che li ospita. Le esplosioni di conflitti interetnici in alcuni quartieri di Milano sono avvenute solo perché non è stato governato il fenomeno dell’immigrazione dall’amministrazione comunale che ha lasciato nascere e crescere, e nel caso di Triboniano addirittura incoraggiando, quartieri ghetto privi di qualsiasi legalità: lì gli italiani sono stati completamenti abbandonati da chi li avrebbe dovuti tutelare. E ora chiede il loro voto a queste elezioni. L’unica risposta data sono stati i militari, che non possono fare nulla per garantire il controllo del territorio: quello è compito del sindaco e dei suoi assessori. In via Padova sarebbe bastato, per esempio, verificare le tante denunce fatte dai cittadini della zona di interi palazzi gestiti da criminali, italiani e stranieri, lasciati liberi di dettare legge su tutto e su tutti. Anzi, basterebbe farli anche ora, visto che la situazione non è mai migliorata.</div><br /><div><br /><strong>8. Molti degli studenti che frequentano le università milanesi sono pendolari, fuori sede o provenienti da altri paesi (Erasmus). Vivendo a Milano contribuiscono in vario modo a rendere più ricca la città. Purtroppo, rispetto alle grandi città europee Milano risente di un deficit nel settore del trasporto pubblico, soprattutto nelle fasce notturne e nelle zone periferiche e i prezzi dei taxi sono assolutamente proibitivi. Come intende agire per migliorare il trasporto milanese? Come pensa di agire sulle politiche giovanili e di integrazione?</strong> Non è ovviamente possibile esaurire questo capitolo in poche righe: le potenzialità e le difficoltà degli universitari sono infinite. Purtroppo la situazione è poco soddisfacente da tutti i punti di vista per colpa della carenza di programmazione della classe politica italiana e anche lombarda. A differenza di altri Stati, europei e non solo, non ci sono strutture e infrastrutture adeguate, non ci sono residenze sufficienti, non ci sono campus, non ci sono addirittura aule, non ci sono attrezzature. Non c’è neanche un adeguato sostegno al diritto di studio dei giovani meno abbienti che rischiano sempre più spesso di dover interrompere il proprio percorso formativo. Su questi punti il nuovo Sindaco dovrà agire di concerto con le Università, con le altre istituzioni e ovviamente con le rappresentanze degli studenti.</div><br /><div><br /><strong>9. Qual è la sua visione di Milano? Quali benefici sociali e ambientali porterà l’Expo ai cittadini milanesi e ai suoi visitatori?</strong> Secondo Forza Nuova l’Expo non porterà alcun beneficio ai cittadini. Gli unici a trarne vantaggio saranno i soliti noti che potranno stare in vetrina, seppure più appannata del previsto: i costruttori e tutto il loro entourage economico e politico, finanzieri ed archistar. Oltre il già denunciato grande rischio delle infiltrazioni malavitose in un imperdibile affare miliardario. Per le piccole imprese, gli artigiani e gli operai italiani non ci saranno vantaggi: le fette della torta andranno sbriciolate in appalti e subappalti difficili da rintracciare e controllare, il più delle volte vinti da cooperative nate per l’occasione e solite utilizzare manodopera straniera a basso costo e al di fuori delle regole. Ai milanesi rimarranno cemento e pochi fazzoletti di verde sbiadito ma presentati come maestosi boschi cittadini o lussureggianti esotici “giardini verticali”. Già oggi la nuova Fiera di Rho Pero accusa difficoltà a riempire gli spazi e gli alberghi nati attorno come funghi sono vuoti: cosa succederà alle nuove cattedrali nel deserto dopo il 2015, quando finirà l’esposizione internazionale?</div><br /><div><br /><strong>10. Da una stima fatta nel 2005 dal U.N.R.A.E nel comune di Milano circolano 800 mila vetture e di queste circa 30 mila sono non catalizzate (3.8%). Le macchine più moderne, che rispondono alle direttive europee più severe in termine di inquinamento, in Italia sono meno di una su tre, mentre a Milano sono circa il 42 per cento. Eppure, Milano ha superato i limiti di PM10 per ben 35 volte nei soli primi 38 giorni di quest’anno. Per entrare nella cerchia dei bastioni si paga l’Ecopass. Alcuni studi indicano che un S.U.V diesel di ultima generazione (euro 4, euro 5, che quindi non paga l’Ecopass) inquina almeno quanto un euro 2 benzina, che invece deve pagare l’Ecopass. Si potrebbe giungere alla sfortunata conclusione che chi ha i soldi per comprare una macchina nuova non paga l’Ecopass, chi non ha questi soldi invece lo paga. Entrambi fanno girare l’economia, entrambi inquinano. Cosa intende fare Lei? Come sta andando questo Progetto “Eco”?</strong>Come già detto, il problema inquinamento è un serio problema per la salute di tutti e che va risolto. Non può essere certo Milano da sola a farlo, visto che è l’intera pianura padana a essere soffocata dalle polveri sottili. Io ritengo che l’Ecopass sia un completo fallimento, utile solo per fare cassa. Ovviamente non è giusto che chi non è nelle condizioni economiche di rinnovare l’auto venga oltremodo svantaggiato e per di più senza neppure un motivo, visto che i risultati dell’Ecopass sono, sul piano della riduzione dello smog, completamente inutili. Io penso che si debba intervenire con urgenza e senza tentennamenti per migliorare i mezzi di trasporto pubblici: purtroppo si è perso troppo tempo. Bisogna investire su autobus più piccoli e meno inquinanti. Bisogna progettare linee di collegamento più brevi: non è possibile che ci siano tratte che vanno da un capo all’altro della città accumulando così ritardi e disguidi di ogni genere. Bisogna implementare le corse. E ovviamente concentrarsi sulle metropolitane: le linee attualmente in funzione e le poche corse previste in futuro rimangono una vergogna per una città con le dimensioni di Milano. Ovviamente il capoluogo deve coordinarsi con i comuni vicini dai quali ogni giorno arrivano migliaia e migliaia di pendolari.<br /><strong><br />11. Sempre per quanto riguarda l’inquinamento avete intenzione di aumentare la salvaguardia della salute controllando anche il PM100?</strong> L’Europa non lo richiede ma studi scientifici ammettono la sua esistenza e il suo potere cancerogeno... Tra gli inquinanti ci sono il Pm10, il Pm 2,5, il biossido di azoto, il black carbon utilizzato come parametro nelle università americane da oltre dieci anni. Insomma, i valori da tenere in considerazione sono sicuramente superiori alle rilevazioni che vengono oggi effettuate: ed è possibile avvalersi della preziosa collaborazione della comunità scientifica che si occupa di inquinamento con cognizione di causa. Un buon sindaco si attornia di buoni tecnici e non di amici consulenti . Un buon sindaco deve darsi delle priorità e io penso che questo della qualità dell’aria che respiriamo sia al primo posto: sono in aumento le malattie respiratorie, sono in impennata le allergie. Non è possibile non dare risposte serie e in tempi veloci. Si devono prendere decisioni condivise e concrete e non inutili e demagogiche.</div><br /><div><br /><strong>12. Lei beve l’acqua del rubinetto di casa sua?</strong> Sì, bevo regolarmente acqua del rubinetto. E’ un altro modo per rendersi responsabili della salvaguardia dell’ambiente: si limita la produzione di plastica e si riduce l’inquinamento atmosferico derivante dalla distribuzione delle bottiglie che, come per tutte le altre merci, purtroppo avviene quasi esclusivamente su gomma.</div><br /><div><br /><strong>13.A Milano ci sono moltissime case vuote, sfitte o abbandonate da molti anni. Altre invece vengono date agli amici degli amici o a gente che si può permettere ben oltre ciò che invece paga (il caso di Affittopoli, Trivulzio &C .). Secondo i dati del S.u.n.i.a., quest’anno gli affitti per gli studenti a Milano hanno subito un rincaro del 10%. Una camera singola arriva a costare fino a 750 euro. Quale potrebbe essere la prima azione in merito a tale problema?</strong> Le stime parlano di 60mila alloggi sfitti a Milano: è da anni, tanti anni, che lo sento dire. E che sento chiedere e proporre soluzioni per indurre i proprietari di alloggi a metterli sul mercato. Invece si è costruito ancora di più, sempre e solo edilizia privata, facendo crescere quindi il problema. Intanto le abitazioni degli enti e delle Fondazioni, come recentemente è tornato alla ribalta, sono rimaste invariabilmente nelle disponibilità di persone ad alto reddito e tenore di vita. Una grande vergogna. La vicenda ha toccato anche un candidato a Palazzo Marino, proprio quello che dovrebbe difendere i diritti dei più deboli, Giuliano Pisapia: la sua compagna è da più di 20 anni affittuaria di un grande appartamento in centro a Milano a un prezzo inferiore addirittura a quello che uno studente è costretto a pagare per un semplice posto letto o una famiglia per un bilocale in periferia. Per quanto riguarda i patrimoni immobiliari delle istituzioni quindi è necessaria la massima trasparenza abbinata a serrati controlli anche fiscali, visto che non ci si può affidare alla moralità dei singoli. Per il mercato privato bisogna invece pensare ad incentivi che da una parte consentano ai piccoli proprietari di ottenere un reddito adeguato e dall’altra a studenti e fasce sociali deboli di pagare un affitto accettabile. Un’amministrazione seria non lo fa solo investendo soldi ma anche ponendosi come mediatore di garanzia tra le parti.</div><br /><div><br /><strong>14. Lei ha mai lavorato senza ricevere denaro?</strong> No, il lavoro deve essere remunerato, in proporzione alla professionalità e all’impegno profusi. Se no, non stiamo parlando di lavoro, ma di sfruttamento. O di volontariato, ma questo è appunto un altro argomento.</div><br /><div><br /><strong>15. Quanto si spenderà a grandi linee per la sua campagna elettorale?</strong> Spenderemo per la campagna elettorale tutto quello che raccoglieremo tra i militanti e simpatizzanti di Forza Nuova, in base alle loro possibilità. Si tratterà, nelle migliore delle ipotesi, di poche migliaia di euro. Quanto ci serve per stampare volantini e manifesti. Tutto il resto è affidato alla militanza politica, come nella tradizione del nostro partito.</div><br /><div><br /><strong>16. Negli ultimi dieci anni le biblioteche rionali hanno ridotto l’orario di apertura rendendoli simili agli orari di un sportello delle poste. Pochissime biblioteche rimangono aperte la sera. Per visitare il Louvre di Parigi si spende tanto quanto andare al Palazzo Reale. Le associazioni culturali milanesi sono al collasso. I piccoli t<img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5580184234051791682" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 188px; CURSOR: hand; HEIGHT: 200px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXHvaFELMTj_0mViTCuAj2zq3IPefY0ZeyfFL_JGs_mjHzTSyXvwbJ8ZCdeYJYxp6nKEHn90nwT5RGBxqxIwPSVSm7VPL_dlWQM1NlD6XiqVn8z5CXuGtRYy1BJdM6jVUW3UBb/s200/background.jpg" border="0" />eatri rischiano di chiudere ogni giorno. Qual è la sua proposta culturale per Milano?</strong>Conosco il problema delle biblioteche rionali anche perché un nostro giovane responsabile, studente e lavoratore, è tra coloro che ne garantiscono l’apertura serale. Sono sempre di meno e sempre più a rischio nonostante svolgano un importante ruolo sociale oltre che culturale, proprio perché collocate nelle periferie. Questa progressiva dismissione conferma l’assoluto disinteresse dell’attuale amministrazione comunale delle necessità del territorio e dei suoi abitanti giovani e meno giovani. Ma è un grave errore anche in termini strategici rispetto alla sicurezza perché toglie punti di vitalità e sentinelle importanti contro ogni tipo di devianza. Non vorrei che fosse la stessa cosa che sta succedendo con i mercati comunali coperti, lasciati volutamente morire con il proposito di vendere le aree ai privati. Purtroppo tutto ciò che fa cultura, in senso stretto o lato, e che soprattutto non comporti grandi eventi e grossi flussi di denaro è destinato a essere così maltrattato da questa amministrazione. Un buon sindaco dovrà invertire la tendenza auto distruttiva della città.</div><br /><div><br /><strong>17. Le università private milanesi sono state ultimamente sede di visite parlamentari, governative e da parte dei membri del governo comunale. San Raffaele, Cattolica, Bocconi e Iulm sembrano richiamare sempre più i salotti buoni della borghesia milanese e della rappresentanza comunale. Le università statali quali l'Università degli Studi, la Bicocca e il Politecnico, soprattutto le prime due, non sono state degne di questa passerella. Eppure tra istituti ed enti pubblici dovrebbe esserci una coesione maggiore. Cosa ne pensa e cosa farà in merito?</strong> Come noto un sindaco può intervenire ben poco in tema di università, la cui competenza è fondamentalmente governativa nel pieno rispetto delle singole autonomie. Da precisare che io non ritengo che la questione siano le passerelle o meno. Le università, studenti, personale e docenti, hanno bisogno di altro, a partire da servizi funzionali e da opportunità reali. Per questo le eccellenze delle università, pubbliche e private, devono partecipare con le loro conoscenze e con il loro apporto al progresso della città. E a loro vanno garantiti gli strumenti per una regolare e dignitosa vita scolastica e lavorativa. E cioè, come si diceva prima, le aule, gli alloggi, i servizi di accoglienza e di orientamento, i trasporti.</div><br /><div><br /><strong>18. Se fosse eletto “Sindaco di Milano”, quali saranno le sue prime tre azioni nei confronti dei Giovani, dell’Università e del Lavoro?</strong> Ripeto, un sindaco può fare poco in materia di università e anche di lavoro. Ma nello stesso tempo può fare tanto. Un buon sindaco è collettore attendo delle domande, è interlocutore sollecito alle proposte, è portavoce e rappresentante delle istanze concrete nelle sedi opportune. Ai cittadini deve dare strutture sul territorio, dalla periferia al centro, per nascere, crescere, sviluppare le proprie aspirazioni, invecchiare con sicurezza e dignità. Ai giovani deve dare opportunità di formarsi e poter competere in un mercato dei saperi e del lavoro non più solo ristretto ai confini della città, della regione, della nazione. Le prime tre azioni per i giovani mi aspetto mi vengano sollecitate dai giovani: tutto il nostro programma sta crescendo così, ascoltando per strada le persone. E i giovani sono un elemento fondamentale di Forza Nuova.<br /></div></span><br /><div><span class="Apple-style-span">Denis Trivellato </span> </div>Vulcanohttp://www.blogger.com/profile/08162788454894854200noreply@blogger.com12tag:blogger.com,1999:blog-36829595.post-812707162631191562011-03-01T09:37:00.007+01:002011-03-01T11:01:49.463+01:00CARO SINDACO - Terza puntata: Sergio Cau<div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 15px; "><span class="Apple-style-span">Vulcano ha intervistato i candidati sindaco per le elezioni comunali di Milano su temi che vanno dalle politiche giovanili, al mondo del lavoro, ai trasporti pubblici. Oggi l'intervista a Sergio Cau, <span class="Apple-style-span" style="line-height: 21px; ">consulente pubblicitario milanese, promotore del neonato Partito Iva che riunisce lavoratori autonomi con partita Iva di simpatie politiche diverse ma accomunati dalla delusione per l'operato svolto dalle diverse forze politiche nei confronti dei lavoratori autonomi.</span></span></span></div><img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidXDX4JIBqG4Xb3_K19ZPpVzqtHMwBMXzEtac8O95snH_8b3OK17godOFtB5M28NxnolMKUqXVGed8WVG-LLLrl3a1kbgAVhH2frKaTqy7OskjUSPPfq2wHeXILqF1Y58NFgEl/s320/41759_1525086351_5571_n.jpg" style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 180px; height: 135px;" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5579033415443100738" /><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 21px; "><b><span class="Apple-style-span">1. L’Associazione SoS Racket sembra rimanere sempre più sola nella lotta contro le mafie. Gli ultimi eventi riguardanti le case dell' A.L.E.R sembrano la punta di un iceberg che non si vuole sciogliere. Del pizzo non se ne parla ad alta voce, ma in molti lo pagano, anche nel centro di Milano. Qual è la sua proposta di contrasto in merito al pizzo, al racket, al comportamento mafioso ormai sempre più </span></b></span><span class="Apple-style-span" style="line-height: 21px; "><b><span class="Apple-style-span">imperante nella regione Lombardia?</span></b></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="line-height: 15px; "><span class="Apple-style-span"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 15px; "><span class="Apple-style-span" style="line-height: 21px; "><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; ">La soluzione più semplice passa attraverso la trasparenza della pubblica amministrazione ad esempio con pubblicazione on line di tutti gli appalti con importi superiori ai 10.000 euro, degli elenchi delle proprietà immobiliari affittate o lasciate sfitte ed i bandi di concorso. Potrebbe essere utile anche la creazione di un “fondo di solidarietà” per gli esercizi in difficoltà per evitare il ricorso all’ usura.</p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; "><b>2. Lei ha mai violato la legge?</b></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; ">No che io sappia, a parte qualche contravvenzione stradale per divieto di sosta, ma mai in doppia fila. Una comunità si deve dare delle regole che dovrebbero essere uguali per tutti e lo Stato deve vigilare sul fatto che siano rispettate. Il problema è che in Italia le leggi sono molte, spesso inique e la tentazione di infrangerle è diffusa anche grazie ad una quasi certa impunità.</p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; "><b>3. Come si muove a Milano? Mezzi pubblici, bicicletta o automobile? Quanto spende più o meno annualmente per questi spostamenti?</b></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; ">Mezzi pubblici 10%</p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; ">Auto 10%</p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; ">Moto 20 </p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; ">Bicicletta 30%</p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; ">Piedi 30%</p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; ">In un anno spenderò circa 400 euro</p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; "><b>4. Visti i dati preoccupanti sulla diffusione dell’HIV (15.000 persone secondo la L.I.L.A.) e di gravidanze indesiderate a Milano, come pensa di procedere sul fronte dell’educazione sessuale nelle scuole superiori? Come si pone di fronte ad iniziative come la presenza di distributori di preservativi nelle scuole? Cosa pensa dello scontro che lo scorso anno ha visto coinvolti l’ASL di Milano e la Regione Lombardia, riguardante le modalità con cui si tenevano i corsi di educazione sessuale e che hanno portato alla sospensione degli stessi?</b></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; ">Credo che l’educazione sessuale debba iniziare nelle scuole di primo grado e non trovo nulla di negativo nella presenza di distributori di preservativi nelle scuole superiori.</p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; ">Ritengo comunque che ci sia bisogno di più informazione nella lotta all’HIV e che non sia sufficiente la distribuzione di opuscoli o spot di qualche prezzolato testimonial. </p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; ">Occorre che l’argomento sia trattato in classe da persone competenti e convincenti per rendere l’informazione più capillare e che per questo ci sia bisogno anche di investimenti economici più mirati.</p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; "><b>5. Prima della sua carriera politica, di cosa si occupava?</b></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; ">La mia carriera politica forse ha inizio adesso, ma fino ad oggi mi sono occupato di pubblicità. In questi tempi sarebbe più comodo parlare di comunicazione, dire che sono un creativo, un copy writer, ma in realtà, a parte poche occasioni, il mio lavoro è sempre stato finalizzato alla creazione di valore per me e per l’azienda che me l’ha commissionato. Sono stato bravo,forse, ad esaltare le qualità di un prodotto a volte sorvolando su alcuni difetti; come il Barbiere di Stalin penso che il mio comportamento non abbia conseguenze sulle lordure della società, ma non è sempre così: spesso ci ritroviamo a fare i conti con qualcosa che abbiamo più o meno consapevolmente seminato.</p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; "><b>6. Che genere di istruzione ha ricevuto dai suoi genitori e dalle scuole che ha frequentato?</b></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; ">Ho 53 anni e la scuola per me dalle elementari fino agli studi di Medicina è sempre stata molto cognitiva. Se hai studiato e ti ricordi sei bravo e porti a casa un bel voto. Ho avuto la fortuna di incappare in qualche professore che aveva a cuore anche la “formazione” dello studente e che non si limitava a testare la mia capacità di apprendimento, ma che riusciva a suscitare interesse e mi stimolava al confronto. In sintesi la scuola oggi è troppo unidirezionale: per formarsi servono ascolto ed attenzione, ma anche il confronto è utile perché nel contraddittorio si scopre quanto il dubbio sia produttivo rispetto alle certezze.</p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; "><b>7. Il rapporto di Transatlantic Trends evidenzia che in Italia la percezione della percentuale di immigrazione risulta quattro volte superiore rispetto alla realtà. A Milano, gli avvenimenti di via Padova o del campo rom di via Triboniano dimostrano che la temperatura sociale resta calda. Quali crede siano le priorità per stemperare la tensione? Come progetterà di muoversi il comune e i suoi servizi per attuare l’integrazione con strumenti alternativi al solo intervento delle forze dell’ordine?</b></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; ">Alla luce dei recenti avvenimenti del Nord Africa questa percezione apparirà ancora più marcata. Sicuramente avremo un maggiore flusso in entrata e anche se ormai anche qui non c’è più lavoro per tutti, ma non si possono alzare muri a protezione del nostro orticello. Io apprezzo i valori del Cristianesimo, ma sono contro la diffusa morale perbenista . Se mi è possibile aiutare il prossimo, da qualunque parte arrivi, lo faccio volentieri . Non di meno sono convinto della necessità di aiutare i migranti a casa loro. Lasciare il proprio contesto socioculturale per povertà e bisogno non è certamente positivo, ma spesso si fugge da miseria, tirannia politica o religiosa. Bisogna fare il possibile per accoglierli e l’importante è che chi arriva qui possa fare qualcosa che lo aiuti a migliorare il proprio stato. Non possiamo permettere che flussi incontrollati di migranti vengano qui per delinquere o fare proseliti per il fondamentalismo religioso. Gli emigrati devono accettare i nostri usi e costumi, ma soprattutto devono essere messi in condizione di vivere una vita dignitosa, non in ghetti e con un lavoro che permetta loro di non sentirsi un peso per la comunità ospitante.Il lavoro delle forze dell’ordine è spesso inutile ,chi viene sorpreso anche in flagrante a commettere reati viene subito rilasciato.Io avrei una soluzione in alternativa alle carceri comunità di lavoro dove chi ha infranto le regole (magari per ragioni di pura sopravvivenza) impari un mestiere e ripaghi la comunità del danno subito.</p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; "><b><img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbDzUn40vqcfwGNIsCQzFqHJItAUvzRvlHURYRaPwzxYDuLd6sPJlAf69m28Upg5sOdgLwPEaQz4luGDxruXL9Ox4MMERk6p8w9hwv9PFgGAbZWr_X9EPJZ62kG_oa8me2YYJs/s320/Cattura.PNG" style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 115px;" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5579033568347386194" />8. Molti degli studenti che frequentano le università milanesi sono pendolari, fuori sede o provenienti da altri paesi (erasmus). Vivendo a Milano contribuiscono in vario modo a rendere più ricca la città. Purtroppo, rispetto alle grandi città europee Milano risente di un deficit nel settore del trasporto pubblico, soprattutto nelle fasce notturne e nelle zone periferiche e i prezzi dei taxi sono assolutamente proibitivi. Come intende agire per migliorare il trasporto milanese? Come pensa di agire sulle politiche giovanili e di integrazione?</b></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; ">I taxisti appartengono (e non solo a Milano) ad una casta particolare: sono lavoratori autonomi, ma non molto ben disposti a regimi di libera concorrenza. Perchè non dare autorizzazioni a cooperative studentesche che si facciano carico, con un prezzo equo, di coprire fasce notturne e zone periferiche con un servizio Taxi magari girando in coppia su ogni veicolo per maggiore sicurezza?! Per migliorare il trasporto milanese occorre agire sulla sostituzione dei mezzi vecchi e inquinanti - e ce ne sono ancora molti - e sulla fluidificazione del traffico. Le politiche giovanili devono esser indirizzate principalmente sulla possibilità di trovare un lavoro (anche autonomo) al termine degli studi. Certo non ci si può dimenticare di dare un sostegno alla Cultura e allo Sport con eventi e manifestazioni meno “glamour” ma più partecipative. La cultura non è solo un bene di consumo ma deve generare partecipazione.</p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; "><b>9. Qual è la sua visione di Milano? Quali benefici sociali e ambientali porterà l’Expo ai cittadini milanesi e ai suoi visitatori?</b></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; ">Milano è una bellissima città, non in termini estetici, ma in termini di potenzialità dovute alla ricchezza di culture autoctone e internazionali che vi operano. L’Expo può essere una buona occasione per dire al resto del Mondo: ecco noi “milanesi” abbiamo impiegato questa non trascurabile risorsa economica pubblica per trovare soluzioni ad alcuni problemi mondiali come quello delle risorse alimentari. Ad oggi invece mi sembra che si parli ancora molto di sponsor, padiglioni, terreni, infrastrutture da appaltare e siamo ancora lontani dallo sviluppo di quelle iniziative che dovrebbero interessare tutta la cittadinanza se non il mondo.</p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; ">Il Global deve diventare Glocal per dare dei frutti tangibili. Altrimenti anche questa occasione sarà solo aria fritta presto dimenticata che lascerà contenti solo i proprietari dei terreni EXPO e i pochi “fortunati” che si saranno aggiudicati gli appalti milionari.</p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; "><b>10. Da una stima fatta nel 2005 dal U.N.R.A.E nel comune di Milano circolano 800 mila vetture e di queste circa 30 mila sono non catalizzate (3.8%). Le macchine più moderne, che rispondono alle direttive europee più severe in termine di inquinamento, in Italia sono meno di una su tre, mentre a Milano sono circa il 42 per cento. Eppure, Milano ha superato i limiti di PM10 per ben 35 volte nei soli primi 38 giorni di quest’anno. Per entrare nella cerchia dei bastioni si paga l’Ecopass. Alcuni studi indicano che un S.U.V diesel di ultima generazione (euro 4, euro 5, che quindi non paga l’Ecopass) inquina almeno quanto un euro 2 benzina, che invece deve pagare l’Ecopass. Si potrebbe giungere alla sfortunata conclusione che chi ha i soldi per comprare una macchina nuova non paga l’Ecopass, chi non ha questi soldi invece lo paga. Entrambi fanno girare l’economia, entrambi inquinano. Cosa intende fare Lei? Come sta andando questo Progetto “Eco”? </b></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; ">I milanesi come gli altri abitanti di grandi o piccole città afflitte da problemi di smog, si stanno stancando di fare sacrifici per acquistare auto che dopo pochi anni risultano non più ecologiche. Esiste la tecnologia per produrre auto veramente ecologiche, ma il mercato non lo permette. Personalmente ho rispolverato la vecchia bicicletta, ma capisco che non tutti possono raggiungere il posto di lavoro in bici. Occorre incrementare la rete di piste ciclabili, ed aumentare il numero di distributori con ricariche per motori elettrici, ad idrogeno e a metano. Con le nuove linee metropolitane ci sarà un potenziamento dei mezzi pubblici che non è sufficiente a mio parere, mentre l’ Ecopass non dovrà essere pagato dai residenti ma esteso alla circonvallazione esterna. Abbiamo bisogno di fluidificare il traffico e sanzionare severamente i “doppiofilisti” , ma soprattutto abbiamo bisogno di adottare politiche preventive serie. Abbiamo il CNR, abbiamo ottime università come il Politecnico, perché non teniamo in maggiore considerazione le loro ricerche varando provvedimenti efficaci e ci limitiamo alle inutili e folcloristiche domeniche a piedi?!</p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; "><b>11. Sempre per quanto riguarda l’inquinamento avete intenzione di aumentare la salvaguardia della salute controllando anche il PM100? L’Europa non lo richiede ma studi scientifici ammettono la sua esistenza e il suo potere cancerogeno...</b></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; ">Tutti i mezzi tecnologici che possano controllare i vari livelli di inquinamento sono auspicabili da una amministrazione che abbia veramente a cuore la salute dei cittadini.</p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; "><b>12. Lei beve l’acqua del rubinetto di casa sua?</b></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; ">Sì, la bevo, ma a mio figlio compro dell’acqua minerale che arriva da Alpi Lombarde, meno trasporto, meno inquinamento. Certo sarebbe bello fidarsi dell’ ARPA…</p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; "><b>13.A Milano ci sono moltissime case vuote, sfitte o abbandonate da molti anni. Altre invece vengono date agli amici degli amici o a gente che si può permettere ben oltre ciò che invece paga (il caso di Affittopoli, Trivulzio &C .). Secondo i dati del S.u.n.i.a., quest’anno gli affitti per gli studenti a Milano hanno subito un rincaro del 10%. Una camera singola arriva a costare fino a 750 euro. Quale potrebbe essere la prima azione in merito a tale problema?</b></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; ">Non certamente la costruzione di altri alloggi…dobbiamo prima recuperare quella ingente patrimonio immobiliare fatto di vecchi palazzi e fabbriche in disuso che stanno andando in malora. Abbiamo scuole professionali per muratori e geometri perché non facciamo fare pratica a questi studenti e cominciamo a ricavare mini alloggi per affitti calmierati?!</p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; "><b>14. Lei ha mai lavorato senza ricevere denaro?</b></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; ">Beh, come ho detto al punto 5 mi è capitato poche volte. Devo essere veramente convinto di farlo per una buona causa e comunque non è facile trovare il tempo quando devi già correre dalla mattina alla sera per il pane quotidiano. Se si trovasse il tempo per riflettere molti nostri comportamenti cambierebbero…Naturalmente faccio parte di associazioni no profit ma questo è un altro discorso…</p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; "><b>15. Quanto si spenderà a grandi linee per la sua campagna elettorale?</b></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; ">Personalmente ho considerato una spesa fra 1.000 e 5.000 euro. Per la lista ogni candidato potrà decidere per sé, ci sarà chi spenderà pochi euro per i “santini” e chi potrà permettersi i manifesti. Non puntiamo sulla pubblicità nonostante i miei trascorsi professionali, ma cercheremo di avere spazio per spiegare sulla stampa e sulle tv locali le nostre aspirazioni ed i programmi.</p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; ">Oggi le persone non ne possono più di slogan e di promesse mai mantenute. Noi siamo per lo più liberi professionisti senza iscrizione ad Albi di categoria. C’è fra noi anche qualche piccolo imprenditore, ma fare profitto per noi non è certamente un delitto. Siamo, come si dice, professionisti del problem solving e vogliamo dare alla amministrazione della città le nostre esperienze e il nostro pragmatismo. Una buca nell’asfalto fa cadere sia l’elettore di sinistra che quello di destra: noi siamo per coprire le buche prima che facciano danni irreparabili.</p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; "><b>16. Negli ultimi dieci anni le biblioteche rionali hanno ridotto l’orario di apertura rendendoli simili agli orari di un sportello delle poste. Pochissime biblioteche rimangono aperte la sera. Per visitare il Louvre di Parigi si spende tanto quanto andare al Palazzo Reale. Le associazioni culturali milanesi sono al collasso. I piccoli teatri rischiano di chiudere ogni giorno. Qual è la sua proposta culturale per Milano?</b></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; ">Con la motivazione di situazioni più urgenti si tagliano risorse alla Cultura perché come dicono i nostri ministri con La Divina Commedia non ci puoi fare un panino. Questo è senz’altro vero, ma ricordo a loro che se ben gestita la Cultura si ripaga da sola grazie all’indotto che genera. Una biblioteca non avrà mai un bilancio in attivo e così i tanti, piccoli teatri, ma se esiste la domanda di cultura, chiuderli non è la risposta ai bisogni dei cittadini. Il Comune dovrebbe invece adoperarsi per trovare ancora più sponsor privati per queste strutture se non si trovassero altre risorse, magari con tagli alle spese superflue. E noi siamo convinti che ce ne siano molte di spese superflue. La mia proposta culturale per Milano privilegerà le iniziative culturali prodotte dalla stessa città per dare spazio ai nostri artisti e magari qualche contributo economico a chi ne abbia veramente bisogno. Le grandi mostre che comunque portano indotto dovranno essere sponsorizzate da aziende private. Personalmente ho provato diverse volte a farmi promotore di iniziative culturali sponsorizzate ma non ho mai trovato interesse da parte dei responsabili del Comune. Forse sono interessati solo ai grandi budget ma non mi sembra che raccolgano molto .</p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; "><b>17. Le università private milanesi sono state ultimamente sede di visite parlamentari, governative e da parte dei membri del governo comunale. San Raffaele, Cattolica, Bocconi e Iulm sembrano richiamare sempre più i salotti buoni della borghesia milanese e della rappresentanza comunale. Le università statali quali l'Università degli Studi, la Bicocca e il Politecnico, soprattutto le prime due, non sono state degne di questa passerella. Eppure tra istituti ed enti pubblici dovrebbe esserci una coesione maggiore. Cosa ne pensa e cosa farà in merito?</b></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; ">Credo che gli amministratori della città debbano avere a cuore soprattutto le istituzioni pubbliche perché è proprio della qualità di queste che devono rispondere ai cittadini ed ai contribuenti. Le scuole private non devono essere però osteggiate soprattutto se contribuiscono con corsi specialistici a generare figure professionali che collaboreranno allo sviluppo economico di tutto il distretto.</p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; "><b>18. Se fosse eletto “Sindaco di Milano”, quali saranno le sue prime tre azioni nei confronti dei Giovani, dell’Università e del Lavoro?</b></p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; ">Sicuramente vorrei incontrare subito le parti ed ascoltare le loro richieste.</p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; ">Nel programma per Milano che pubblicheremo per metà Marzo ci saranno sicuramente maggiori dettagli dei nostri proponimenti per Giovani e Lavoro.</p> <p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; ">Su questi temi abbiamo bisogno di confrontarci con le parti in causa e questo principio del confronto - anche duro ma aperto - è alla base del la nostra visione della politica.</p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; font-weight: normal; "><i>Denis Trivellato</i></p></span></span></span></span></div>Vulcanohttp://www.blogger.com/profile/08162788454894854200noreply@blogger.com1