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10 marzo 2010

CARO CANDIDATO - Parte quinta: Savino Pezzotta

Indecisi sul voto? Vulcano ha intervistato per voi i candidati presidente per la Regione Lombardia, sui temi università, lavoro, giovani. Ecco le risposte di Savino Pezzotta, candidato per l'Unione di Centro.

Iniziamo parlando di ISTRUZIONE. La Regione Lombardia finanzia sia la scuola pubblica che la scuola privata. Secondo il rapporto “Dote Scuola 2008-2009” su un finanziamento statale di circa 75 milioni di euro, 25 milioni vengono erogati alle scuole pubbliche (circa un milione di studenti) e 50 milioni alle scuole private (circa cento mila studenti). L’impressione è che tale legge, nata per creare una libertà di scelta dell’istruzione, finisca per rendere le scuole private ancora più elitarie. Quale è la sua opinione in merito? I finanziamenti continueranno ad essere erogati nel modo corrente?
Anche se ci sono stati degli squilibri, la libertà di scelta va preservata. Io punterei all’accreditamento della scuola privata così come è avvenuto per la sanità pubblica, in modo che entri nel sistema pubblico.

In Lombardia ci sono circa 13 Università, 7 delle quali sono a Milano. Pensa di “usufruire” del sapere accademico, dei suoi brevetti e dei suoi cervelli per guidare la Lombardia nel futuro?
Certamente. La Lombardia è ricchissima di queste sinergie. Vanno sicuramente valorizzate perché costituiscono una dei principali ingredienti per uscire dalla crisi.

Viene spesso rimproverato all’università di essere un microcosmo chiuso, distante dal mondo del lavoro e slegata alla realtà cittadina. Quali strategie intende elaborare per favorire l’integrazione degli studenti nella vita della città?
Sì, per sostenere il lavoro e l’impresa, l’Unione di Centro crede fermamente sia essenziale legarli al mondo della formazione e più in generale della cultura. Bisogna chiudere con il pericoloso pregiudizio che la cultura e lo studio siano uno svago o una perdita di tempo rispetto al lavoro. Senza cultura un Paese non ha un’identità. Senza formazione un Paese non ha futuro. La cultura e la formazione nella nostra regione devono tornare a essere percepite come vera occasione per i nostri giovani di inserirsi in un mercato del lavoro che in Lombardia è realmente globalizzato. Per chi già lavora è un mezzo essenziale per mantenere standard qualitativi in costante crescita in ogni settore. In linea con l’anima lombarda più autentica, noi crediamo che la cultura, la formazione e l’università’ rappresentino gli essenziali presupposti per assicurare ai cittadini una adeguata qualità della vita e un decisivo supporto allo sviluppo socio-economico.
In Lombardia ci sono moltissime case vuote, sfitte o abbandonate da anni. A Milano, in una zona periferica come quella di Maciacchini una stanza singola costa in media 500 euro al mese, solitamente in nero. A Berlino, in Alexander Platz, una stanza singola costa circa 230 euro al mese con contratto. Cosa intende fare in merito a tale problema?
Credo che il tema fondamentale è la ripresa di una politica per la casa d’affitto. Per i giovai bisogna dare la possibilità di alloggi con affitto calmierato e più in generale bisogna ridare certezza agli investimenti in edilizia abitativa, sia dei piccoli risparmiatori che dei grandi investitori, per consentire a larghe fasce di utenza di accedere alla casa arginando così anche il fenomeno dello sfitto. Dobbiamo agire con incentivi fiscali di livello nazionale (cedolare secca) e locale (ICI), inserirsi creativamente nel Piano Casa Nazionale basato sui fondi immobiliari, mirando soprattutto alla riqualificazione e trasformazione dei quartieri popolari, coordinando le proprietà ALER e dei comuni con le risorse e i finanziamenti dei privati.

Stage, tirocini, contratti a progetto. Oggi un giovane, laureato o meno, si deve permettere di poter lavorare gratis per un tempo indeterminato prima di poter avere una busta paga. Cosa ne pensa di questa situazione? E’ inevitabile? Lei ha mai lavorato senza ricevere denaro?
La Regione Lombardia potrebbe decidere di non appaltare i propri servizi a quelle aziende che usano questi escamotage, cosa ne pensa?
Gratuitamente quasi mai, ma pagato poco sì. Ed è per questo che ho iniziato a fare il sindacalista.
Io non sono contro la flessibilità, ma contro la precarietà. Pertanto credo che serva statuto dei lavori che li tuteli. E la Regione può fare molto in questo senso, per questo credo che sia un buon punto di partenza questa proposta.

Molti degli studenti che frequentano le università lombarde sono pendolari. Il problema dello smog a Milano è oggi sulle prime pagine di tutti i giornali. Una soluzione auspicata è il potenziamento dei MEZZI PUBBLICI. Come intende agire per migliorare il trasporto lombardo?
Il tema dei trasporti pubblici locali, che obbliga i pendolari più sfortunati a passare tre o quattro ore al giorno in balia dei disservizi di alcuni settori del trasporto come le ferrovie o imbottigliati nel traffico veicolare, rappresenta certamente un grave deficit che una regione come la nostra non può più permettersi. E’ soprattutto il trasporto ferroviario a destare maggiori preoccupazioni. Ultimamente sono state annunciate 249 corse in più in Lombardia: 56 saranno a cura delle Nord, 193 a carico di Trenitalia. Va detto che durante la scorsa legislatura il rapporto tra Regione e Trenitalia è stato molto complicato.Noi pensiamo che per il futuro la Regione debba poter pretendere un servizio migliore da Trenitalia e fornire servizi migliorati attraverso Le Nord. Ci fa piacere sapere che i treni superveloci per Roma continuino a stabilire tempi da record, ma temiamo che questo sia troppo poco e una troppo magra consolazione per i pendolari lombardi afflitti costantemente da grandi disagi. Va introdotta, come in Francia, la moratoria sulla costruzione di nuove autostrade, per utilizzare i soldi pubblici sul trasporto pubblico locale e sul sistema ferroviario regionale (ambiente e lavoratori pendolari).

Molti studenti si trasferiscono in Lombardia da tutte le regioni d’Italia e molti sono i ragazzi stranieri nel nostro Paese per ragioni di studio. Come pensa di agire sulle POLITICHE GIOVANILI e di integrazione?
Per l’integrazione e la sicurezza abbiamo le idee molto chiare. Ritengo ad esempio che l’immigrazione sia diventata un fenomeno strutturale e per questo vada affrontato con nuovi strumenti. In questo orizzonte, che esclude ogni approccio xenofobo e razzista, è opportuna l’istituzione nel nuovo governo della Lombardia dell’Assessorato alla Cittadinanza e Immigrazione. Un nuovo e moderno strumento digovernance finora assente che si occupi, d’intesa con il Governo, esclusivamente e con più serietà del fenomeno migratorio nella nostra regione. È infatti necessario trovare soluzioni concrete che coniughino il rispetto delle regole con l’integrazione per evitare forme di ghettizzazione o l’insediamento di quartieri potenzialmente esplosivi, già fortemente presenti nelle aree metropolitane e in quelle a maggior densità di immigrati. Le dico chiaramente che la proposta dell’Unione di Centro, tra multiculturalismo e assimilazione, è quella dell’interculturalità che si basa sul rispetto di quattro impegni: il rispetto delle leggi, il rispetto dell’identità nazionale e della Costituzione, la conoscenza della lingua italiana e l’incontro rispettoso delle culture e delle persone. Per questo sono anche favorevole al voto per gli stranieri alla amministrative.

Chiude dopo 13 anni di attività sociale ANTIMAFIA l’Associazione SoS Racket. Qual è la sua proposta di contrasto in merito al pizzo, al racket, al comportamento mafioso nella regione Lombardia?
È un problema reale quello del pizzo come lo è quello della corruzione nella politica. Io credo serva uno scatto morale da parte delle istituzioni e dei cittadini. Bisogna rafforzare i controlli anche se il problema è anche di carattere culturale. In tal senso penso a progetti che coinvolgano le associazioni di categoria in modo più stringente per non lasciare solo chi subisce l’onta di questo reato odioso.

In Lombardia, la SANITA' costa meno in confronto alle altre regioni. Ma se alla spesa sociale aggiungiamo il ticket e il costo a volte proibitivo dei farmaci, la spesa diviene in linea con il resto dell’Italia. Solo che in Lombardia ci sono molte cliniche private che attingono al denaro pubblico. Quale è la sua politica sulla sanità? Cambierà qualcosa?
In tema di sanità per il mio programma elettorale ho scelto lo slogan “più territorio e meno partiti”. Credo che questa frase racchiuda in sintesi i mali di cui soffre oggi la sanità lombarda, che, va detto, ha molti aspetti di eccellenza, ma anche alcune falle importanti. Noi crediamo che proprio qui sia necessario introdurre il principio della limitazione dell’ingerenza eccessiva del potere centralizzatore della Giunta a danno dei territori e delle loro rappresentanze. L’Unione di Centro denuncia il progressivo e sistematico allontanamento delle politiche regionali dalla capacità e volontà di ascoltare i territori, i cittadini e in modo particolare la mancanza di volontà di saldare i bisogni dei territori con le strutture sociosanitarie in cui questi sorgono e insistono. L’affermarsi del centralismo regionale ha determinato un sistema che sempre più ha teso ad ottimizzare i costi a prescindere dai bisogni dei malati e dalle reali prestazioni di cui hanno bisogno. Prima l’economia e poi i malati. Questo è il quadro che sta emergendo e che deve essere corretto, anche attraverso un riequilibrio tra pubblico e privato. Se un cittadino ha la sfortuna di aver bisogno di esami non ritenuti essenziali o remunerativi dagli amministratori posti negli ospedali dalla Giunta, i malcapitati devono affrontare code lunghissime, tempi biblici…Ci stiamo allontanando dai bisogni reali dei nostri cittadini. Nella Regione Lombardia occorre superare le invadenze partitocratiche. Occorrono più sanità sul territorio, più servizi per gli anziani, più assistenza di base e a domicilio, meno ospedalizzazione, maggiore integrazione tra il sociale e il sanitario. Occorre riorientare il sistema ponendo al centro il malato, i suoi bisogni di cura ma anche di relazioni umane, di fiducia nel medico e nelle risorse professionali e tecnologiche di tutto il personale e della struttura.

Secondo i dati regionali, la Lombardia spende il 4,6 per cento dell’intero bilancio sanitario per la cura della salute mentale. In Europa, la stessa spesa si attesta in media intorno al 8-9 per cento. Nel caso fosse eletto, si adeguerebbe allo standard europeo o crede che la spesa attuale sia consona alle necessità degli utenti delle strutture sanitarie lombarde?
Credo che si possa spendere di più sui progetti di cura per la salute mentale. Io ho voluto anche inserire nel mio programma il problema delle carceri. Sono temi dimenticati che non occupano i dibattiti elettorali, ma non si può far finta di niente. Noi crediamo anche che attraverso la formazione e il sostegno alle associazioni del volontariato che operano in questo settore, sia possibile affrontare in modo indiretto ma efficace questi problemi.

Se fosse eletto Governatore della Lombardia quali saranno le sue prime tre azioni nei confronti dei Giovani, dell’Università e del Lavoro?
Per l’Università noi proponiamo che la Regione si interessi subito e direttamente della creazione di network internazionali tra le Università Lombarde e i principali enti di ricerca, del potenziamento dell’attrattività delle migliori risorse internazionali.
Per noi il lavoro - sia esso dipendente, autonomo, imprenditoriale o intellettuale - è il tratto essenziale che connota ogni uomo. Per questo è al primo punto nel nostro programma.
Noi crediamo che la Lombardia abbia la forza e le capacità di essere esempio per la Nazione.
E’ possibile una nuova stagione di sviluppo sostenibile, di innovazione di prodotto, di tecnologie avanzate e di arricchimento del capitale sociale, nell’esercizio di una reale territorialità politica.
Occorre cercare innanzitutto di promuovere e di ridare un lavoro gratificante a chi l’ha perso, di offrire un’opportunità al giovane in cerca della prima occupazione come pre-condizione per costruire una società più giusta e un’assicurazione per il suo futuro. La sfida del nuovo sviluppo sta quindi nel creare anche a livello regionale le condizione affinché ogni persona abbia la possibilità di agire secondo quanto essa ritenga un progresso per la propria libertà e le proprie possibilità. La complessità e la gravità dell’attuale situazione economica, se non governati, possono alimentare sconforto, tensioni sociali ma soprattutto la perdita di un elemento centrale del capitale sociale: la fiducia. E questo riguarda anche i giovani. Tocca alla politica aprire responsabilmente la strada alla speranza e puntare su un impegno adeguato per trasformare il periodo di "crisi" in una rinnovata progettualità e convivenza sociale. Io propongo un tavolo permanente di concertazione al quale siede Regione Lombardia, gli enti locali e i corpi intermedi per governare in modo strutturale la crisi, senza distribuire sporadici aiuti.

Ed ora, qualche domanda più personale…

Lei ha mai violato la legge?
Ho preso qualche multa legata al codice della strada.

Quanto Le costa l’abbonamento dei mezzi pubblici?
Solitamente i miei spostamenti più frequenti avvengono in aereo sulla tratta Milano – Roma.
E un pacchetto di profilattici?
Non saprei, vista l’età.
Cosa faceva prima di entrare in politica?
Ho fatto l’operaio per tanti anni e poi il sindacalista nella Cisl.

In quali scuole ha ricevuto la sua educazione?
Sono stato un lavoratore minorile, dopo le elementari a 12 anni già lavoravo in fabbrica e ho conseguito la licenza media presentandomi autonomamente e superando l’esame a 25 anni..

Quanto si spenderà a grandi linee per la sua campagna elettorale?
Entro i limiti stabiliti dalla legge.

a cura di Denis Trivellato

2 marzo 2010

CARO CANDIDATO - Parte quarta: Filippo Penati

Indecisi sul voto? Vulcano ha intervistato per voi i candidati presidente per la Regione Lombardia, sui temi università, lavoro, giovani. Le interviste proseguono con Filippo Penati , candidato per PD, IDV, Sinistra Ecologia e Libertà, Verdi, PSI e Partito Pensionati.

Iniziamo parlando di ISTRUZIONE. La Regione Lombardia finanzia sia la scuola pubblica che la scuola privata. Secondo il rapporto “Dote Scuola 2008-2009” su un finanziamento statale di circa 75 milioni di euro, 25 milioni vengono erogati alle scuole pubbliche (circa un milione di studenti) e 50 milioni alle scuole private (circa cento mila studenti). L’impressione è che tale legge, nata per creare una libertà di scelta dell’istruzione, finisca per rendere le scuole private ancora più elitarie. Quale è la sua opinione in merito? I finanziamenti continueranno ad essere erogati nel modo corrente?
No. Ad oggi una grossa parte delle risorse pubbliche destinate all'educazione è destinata da Formigoni al finanziamento dell’istruzione privata attraverso il sistema dei buoni scuola. Sono consapevole che l'istruzione pubblica non è solo quella statale, ma che a essa contribuiscono anche le scuole paritarie. Ritengo però che l'attenzione debba essere posta verso gli studenti bisognosi di aiuto, indipendentemente dalla scuola frequentata, e non come oggi accade a chi di aiuto non ha bisogno. Il 60 per cento dei sostegni erogati alle famiglie vanno a chi un redito compreso tra i 47 mila e i 198 mila euro l’anno. Non è giusto. Io propongo invece una politica che si ponga l'obiettivo di ridurre il tasso di abbandono scolastico. La Regione deve prevedere la concessione di borse di studio che favoriscano la frequenza alla scuola secondaria superiore degli studenti meritevoli appartenenti a famiglie svantaggiate.

In Lombardia ci sono circa 13 Università, 7 delle quali sono a Milano. Pensa di “usufruire” del sapere accademico, dei suoi brevetti e dei suoi cervelli per guidare la Lombardia nel futuro?
Assolutamente sì. Anzi abbiamo già cominciato. Un gruppo di docenti e ricercatori universitari ha stilato in vista delle elezioni regionali “Un libro bianco per la Lombardia” che è stato un contributo essenziale per la stesura del programma di governo.

Viene spesso rimproverato all’università di essere un microcosmo chiuso, distante dal mondo del lavoro e slegata alla realtà cittadina. Quali strategie intende elaborare per favorire l’integrazione degli studenti nella vita della città?
Penso si debba interagire con il mondo dell’università, con i docenti e gli studenti. Il loro contributo, come dicevo poco fa, è essenziale. Penso si debba fare molto di più per mettere in relazione università e imprese lombarde: due mondi che ancor oggi non comunicano e non collaborano abbastanza fra loro.

In Lombardia ci sono moltissime case vuote, sfitte o abbandonate da anni. A Milano, in una zona periferica come quella di Maciacchini una stanza singola costa in media 500 euro al mese, solitamente in nero. A Berlino, in Alexander Platz, una stanza singola costa circa 230 euro al mese con contratto. Cosa intende fare in merito a tale problema?
Bisogna attivare politiche volte alla costruzione di residenze studentesche all'avanguardia, al finanziamento di progetti di edilizia sociale e alla costituzione di agenzie per l’affitto capaci di rendere più trasparente il mercato, facilitando l’incontro tra domanda e offerta. A ciò va aggiunta una politica coraggiosa di sgravi fiscali, in grado di abbattere i costi degli affitti. E’ inoltre indispensabile l'adozione di una Carta regionale dei servizi che contempli le convenzioni per i trasporti, il materiale didattico e i servizi culturali per tutti gli studenti che studiano in Lombardia.

Stage, tirocini, contratti a progetto. Oggi un giovane, laureato o meno, si deve permettere di poter lavorare gratis per un tempo indeterminato prima di poter avere una busta paga. Cosa ne pensa di questa situazione? E’ inevitabile? Lei ha mai lavorato senza ricevere denaro?
La Regione Lombardia potrebbe decidere di non appaltare i propri servizi a quelle aziende che usano questi escamotage, cosa ne pensa?

Sì ma ero molto giovane e solo per poco tempo. So bene che oggi le condizioni sono cambiate in peggio. Vanno cambiate. Per questo sostengo la sperimentazione regionale del reddito minimo d’inserimento, adottato in quasi tutti i Paesi europei e mi pongo l’obiettivo di estendere, anche con incentivi alle imprese, il lavoro a tempo indeterminato. Nel contempo lavoro per un programma di deciso contrasto del lavoro nero e irregolare.
La proposta di non appaltare i servizi alle aziende che usano questi sistemi penso sia interessante. Il lavoro irregolare si combatte anche così.

Molti degli studenti che frequentano le università lombarde sono pendolari. Il problema dello smog a Milano è oggi sulle prime pagine di tutti i giornali. Una soluzione auspicata è il potenziamento dei MEZZI PUBBLICI. Come intende agire per migliorare il trasporto lombardo?
Per porre rimedio allo sfascio del sistema ferroviario lombardo intendo investire 100 milioni di euro all’anno per cinque anni. Questo per garantire treni più frequenti, su più tratte. Intendo inoltre realizzare un vero biglietto unico regionale.

Molti studenti si trasferiscono in Lombardia da tutte le regioni d’Italia e molti sono i ragazzi stranieri nel nostro Paese per ragioni di studio. Come pensa di agire sulle POLITICHE GIOVANILI e di integrazione?
Per le politiche giovanili intendo incrementare il Fondo regionale per le politiche sociali che sono lo strumento per sostenere i Comuni nei servizi di integrazione e di sostegno ai giovani.

Chiude dopo 13 anni di attività sociale ANTIMAFIA l’Associazione SoS Racket. Qual è la sua proposta di contrasto in merito al pizzo, al racket, al comportamento mafioso nella regione Lombardia?
Il primo passo è non negare, come fa il centro-destra, l’esistenza delle infiltrazioni mafiose in Lombardia. Bisogna avere il coraggio di dire che esistono e vanno combattute con mano ferma in tutte le loro manifestazioni. Le forze dell’ordine devono essere messe nelle condizioni di poter combattere il fenomeno il che significa che devono avere le risorse umane e materiali per farlo. Risorse che ad oggi i Governi di centro-destra hanno negato. Se sarò eletto mi batterò con tutte le mie forze perché non si verifichino infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici.

In Lombardia, la SANITA' costa meno in confronto alle altre regioni. Ma se alla spesa sociale aggiungiamo il ticket e il costo a volte proibitivo dei farmaci, la spesa diviene in linea con il resto dell’Italia. Solo che in Lombardia ci sono molte cliniche private che attingono al denaro pubblico. Quale è la sua politica sulla sanità? Cambierà qualcosa?
Il vero problema della Lombardia è la rete dei servizi sociosanitari che è debole e va irrobustita ed estesa. Qui infatti, nonostante la scellerata sperequazione fra pubblico e privato, abbiamo ospedali eccellenti, ma spesso fuori dalle loro mura non troviamo servizi adeguati sul territorio. Per questo propongo un piano per diffondere la rete territoriale dei servizi a partire dall’assistenza domiciliare e dalla medicina di territorio, sviluppando servizi oggi insufficienti con l’obiettivo di una vera integrazione sociosanitaria.

Secondo i dati regionali, la Lombardia spende il 4,6 per cento dell’intero bilancio sanitario per la cura della salute mentale. In Europa, la stessa spesa si attesta in media intorno al 8-9 per cento. Nel caso fosse eletto, si adeguerebbe allo standard europeo o crede che la spesa attuale sia consona alle necessità degli utenti delle strutture sanitarie lombarde?
Non è affatto consona. Non è accettabile che nella patria della Legge Basaglia la cura dei malati psichiatrici sia affidata, come accade oggi, solo agli ospedali. La rete dei servizi territoriali deve tornare ad occuparsi di loro.

Se fosse eletto Governatore della Lombardia quali saranno le sue prime tre azioni nei confronti dei Giovani, dell’Università e del Lavoro?
Per i giovani, la sperimentazione regionale del reddito minimo di inserimento. Per l’università, la costituzione di un fondo di garanzia regionale per erogare prestiti d’onore agli studenti meritevoli. Per il lavoro, la sperimentazione di un modello di flexsecurity, sul modello di paesi del Nord Europa simili alla Lombardia, tale per cui chi perde il posto di lavoro possa contare su un sussidio pari al 90 per cento del salario e possa ritrovare il posto entro un anno.

Ed ora, qualche domanda più personale…

Lei ha mai violato la legge?
No. Al massimo ho preso qualche multa con la macchina.
Quanto Le costa l’abbonamento dei mezzi pubblici?
Non ho l’abbonamento ai mezzi pubblici. Mi muovo in macchina e quanto più mi è possibile a piedi.

E un pacchetto di profilattici?
Non uso i profilattici.

Cosa faceva prima di entrare in politica?
L’insegnante.

In quali scuole ha ricevuto la sua educazione?
In scuole rigorosamente pubbliche. Ho fatto l’istituto tecnico a Sesto san Giovanni e poi mi sono iscritto a filosofia alla Statale di Milano. Purtroppo non ho terminato il corso. Mi mancano tre esami alla laurea.

Quanto si spenderà a grandi linee per la sua campagna elettorale?
Non più di 500 mila euro, una cifra di gran lunga inferiore a quella che ha a disposizione Formigoni.

a cura di Denis Trivellato

1 marzo 2010

CARO CANDIDATO - Parte terza: Vittorio Agnoletto

Indecisi sul voto? Vulcano ha intervistato per voi i candidati presidente per la Regione Lombardia, sui temi università, lavoro, giovani. Il prossimo a risponderci è Vittorio Agnoletto, candidato per la Federazione della Sinistra.

Iniziamo parlando di ISTRUZIONE. La Regione Lombardia finanzia sia la scuola pubblica che la scuola privata. Su un finanziamento regionale di circa 50 milioni di euro, 25 milioni vengono erogati alle scuole pubbliche (circa un milione di studenti) e 50 milioni alle scuole private (circa cento mila studenti). L’impressione è che tale legge, nata per creare una libertà di scelta dell’istruzione, finisca per rendere le scuole private ancora più elitarie. Quale è la sua opinione in merito? I finanziamenti continueranno ad essere erogati nel modo corrente?
Noi abbiamo sempre proposto di abrogare gli odiosi privilegi concessi agli istituti privati e risparmiare circa 30 milioni di euro, da utilizzare nelle scuole pubbliche. È intollerabile che la scuola privata riceva in Lombardia sovvenzioni così alte e in parte indipendenti dal reddito delle famiglie: un nucleo che guadagna 200mila euro l’anno non dovrebbe ricevere agevolazioni di questo tipo, mentre in tante scuole pubbliche sappiamo che manca anche la carta! Questo è un punto saliente del mio programma elettorale: vorrei abolire il buono scuola, la dote scuola e i finanziamenti alle scuola private.
Inoltre costruirei con le scuole un piano straordinario di diritto allo studio, per garantire la qualità dell’insegnamento la lotta alla dispersione rispondendo alle esigenze di una popolazione sempre più eterogenea per provenienza sociale, religiosa e nazionale.
Ancora, occorre garantire l’inserimento e la piena integrazione di tutti disabili ed assicurare con un piano straordinario l’agibilità e la sicurezza delle scuole.
Infine, propongo libri scolastici, trasporti, musei gratuiti almeno per gli studenti fino a 16 anni.

In Lombardia ci sono circa 13 Università, 7 delle quali sono a Milano. Pensa di “usufruire” del sapere accademico, dei suoi brevetti e dei suoi cervelli per guidare la Lombardia nel futuro?
Certamente, è quello il bacino dal quale attingere per costruire un’altra Lombardia, purché quegli stessi cervelli non siano contemporaneamente al servizio di interessi e profitti privati confliggenti con l’interesse pubblico.

Viene spesso rimproverato all’università di essere un microcosmo chiuso, distante dal mondo del lavoro e slegata alla realtà cittadina. Quali strategie intende elaborare per favorire l’integrazione degli studenti nella vita della città?
Il mondo dell’università deve certamente dialogare con quello dell’impresa senza esserne succube. Ritengo infatti che il mondo della ricerca oggi sia troppo condizionato dal business, mentre le borse di studio regionali sono pressoché inesistenti: investire sulla ricerca e sui ricercatori è un primo passo per uscire da questo microcosmo spesso isolato; anche in questo caso sarebbe sufficiente adeguarsi a quanto prevede l’Unione Europea per gli investimenti nella ricerca.

In Lombardia ci sono moltissime case vuote, sfitte o abbandonate da anni. A Milano, in una zona periferica come quella di Maciacchini una stanza singola costa in media 500 euro al mese, solitamente in nero. A Berlino, in Alexander Platz, una stanza singola costa circa 230 euro al mese con contratto. Cosa intende fare in merito a tale problema?
È effettivamente una delle croci degli studenti. L’edilizia popolare studentesca è completamente sotto potenziata: la Regione dovrebbe investire direttamente in questo settore, ne sono convinto. Invece la regione ha recentemente sottratto 500 milioni all’edilizia popolare e li ha invece destinati alla costruzione del nuovo palazzo della regione, con tanto di eliporto e di giardino pensile per il governatore e i suoi ospiti. E nessuno vigila sull’enorme, vergognoso mercato degli affitti in nero: una pratica da debellare assolutamente, a maggior ragione perché colpisce gli studenti.

Stage, tirocini, contratti a progetto. Oggi un giovane, laureato o meno, si deve permettere di poter lavorare gratis per un tempo indeterminato prima di poter avere una busta paga. Cosa ne pensa di questa situazione? E’ inevitabile?
Mi è capitato spesso, anche nell’ultimo periodo. Ovviamente non mi voglio paragonare ai tanti giovani che vengono sfruttati quotidianamente: dietro la formula dello stage e del tirocinio spesso c’è un vero e proprio sfruttamento. Ed è scandaloso. Ma invece di aumentare i controlli il governo ha fortemente ridotto il numero degli ispettori del lavoro.

La Regione Lombardia potrebbe decidere di non appaltare i propri servizi a quelle aziende che usano questi escamotage. Cosa ne pensa di questa proposta?
Mi sembra un’ottima proposta, la Regione dovrebbe dare il buon esempio e stipulare contratti dignitosi con tutti i suoi lavoratori o collaboratori.

Molti degli studenti che frequentano le università lombarde sono pendolari. Il problema dello smog a Milano è oggi sulle prime pagine di tutti i giornali. Una soluzione auspicata è il potenziamento dei MEZZI PUBBLICI. Come intende agire per migliorare il trasporto lombardo?
Vorremmo investire sul trasporto pubblico sostenibile, a Milano e in tutta la regione, migliorando le condizioni di viaggio dei pendolari. Vorremmo un’area metropolitana con servizi integrati e più centri; diciamo stop al sistema “Milano-centrico” e alle periferie degradate o senza servizi, verde pubblico, luoghi di cultura. Occorre un piano strategico della mobilità che lasci ai limiti esterni dell’area le auto, con parcheggi di interscambio gratuiti dove un sistema coordinato di tram, metropolitane e treni conduca verso il centro. Va attuato infine il piano delle gronde su ferro, cioè i collegamenti trasversali tra i paesi dell’hinterland.

Molti studenti si trasferiscono in Lombardia da tutte le regioni d’Italia e molti sono i ragazzi stranieri nel nostro Paese per ragioni di studio. Come pensa di agire sulle politiche giovanili e di integrazione?
I circuiti ricreativi pubblici non sono finanziati a dovere: è importante che l’offerta culturale per i giovani sia economica ed accessibile. A questo proposito, allargare ai giovani anche non studenti (molto probabilmente lavoratori precari o simili) gli sconti o gli ingressi gratuiti a mostre, gallerie, spettacoli sarebbe un’ottima cosa.

Chiude dopo 13 anni di attività sociale ANTIMAFIA l’Associazione SoS Racket. Qual è la sua proposta di contrasto in merito al pizzo, al racket, al comportamento mafioso nella regione Lombardia?
Dopo i recenti casi di tangenti e corruzione, è emerso un chiaro sistema di collusioni, clientele e favori. Noi siamo gli unici “puliti”, è evidente che queste logiche sono trasversali ai partiti “forti” e queste pratiche sono favorite dall’assenza di una vera opposizione e da pratiche consociative: quando la maggioranza e quella che dovrebbe essere l’opposizione cercano invece un accordo sugli affari, è più facile che trionfi il malaffare. Personalmente da sempre sono vicino all’impegno di Libera e di don Ciotti contro tutte le mafie: ritengo che il contrasto alla criminalità organizzata debba essere una priorità del prossimo esecutivo lombardo in vista dell’Expo e dell’enorme giro d’affari che comporterà. Il rischio è che le collusioni tra mafie, politica e imprenditori crescano in modo esponenziale. Certo non è un buon segnale che la commissione nominata dalla Regione per sorvegliare la trasparenza degli appalti in occasione dell’Expo abbia al suo interno un indagato!

In Lombardia, la SANITA' costa meno in confronto alle altre regioni. Ma se alla spesa sociale aggiungiamo il ticket e il costo a volte proibitivo dei farmaci, la spesa diviene in linea con il resto dell’Italia. Solo che in Lombardia ci sono molte cliniche private che attingono al denaro pubblico. Quale è la sua politica sulla sanità? Cambierà qualcosa?
Partiamo dal presupposto che per noi la salute non è una merce né un mercato. La sanità lombarda, senza negare le eccellenze di molte strutture, riflette la visione del centrodestra, che invece va verso la totale privatizzazione del servizio pubblico. Non dimentichiamo le 80mila cartelle cliniche truccate e gonfiate per ottenere rimborsi illeciti pari a 18 milioni di euro di soldi pubblici, pagati dai cittadini lombardi. Ricordo che le inchieste hanno coinvolto importanti cliniche private come il San Raffaele, il San Carlo, San Donato, San Giuseppe, Sant'Ambrogio e la famigerata Santa Rita.
Per quanto riguarda il rapporto pubblico/privato, basti dire che nel 2000 il 30 per cento della spesa per la sanità in Lombardia andava alle strutture private e il 70 al pubblico, mentre nel 2008 si è arrivati al 38 per cento ai privati e al 62 alla sanità pubblica. Il nostro progetto è quello di invertire totalmente questa tendenza e, in particolare, vogliamo ridurre i tempi d’attesa, rilanciare i consultori pubblici, l’istituzione di un fondo regionale per la non autosufficienza, l’eliminazione delle tariffe a prestazione (il sistema che ha portato gli imbrogli al bilancio pubblico di cui sopra).

Secondo i dati regionali, la Lombardia spende il 4,6 per cento dell’intero bilancio sanitario per la cura della salute mentale. In Europa, la stessa spesa si attesta in media intorno al 8-9 per cento. Nel caso fosse eletto, si adeguerebbe allo standard europeo o crede che la spesa attuale sia consona alle necessità degli utenti delle strutture sanitarie lombarde?
Da medico ritengo essenziale adeguarsi agli standard europei; in Lombardia la sanità sta diventando solo un grosso affare per speculatori senza scrupoli, occorre invertire questo trend negativo e tornare a pensare la salute come un diritto di tutti i cittadini. Sulla salute mentale ci vogliono forti investimenti, così come accade nel resto d’Europa, le famiglie non possono essere lasciate sole con problematiche così delicate. Per non parlare delle rette anche di 1.500 euro/mese che le famiglie spesso pagano per un parente anziano o non autosufficiente ricoverato presso una struttura sanitaria; in teoria dovrebbero pagare i comuni con soldi provenienti dalla regione, in pratica pagano le famiglie.

Se fosse eletto Governatore della Lombardia quali saranno le sue prime tre azioni nei confronti dei Giovani, dell’Università e del Lavoro?
Il blocco dei buoni scuola agli istituti privati per destinare il denaro pubblico al diritto allo studio. Un piano alloggi per gli studenti. Agevolazioni sui trasporti, le mense e l’offerta culturale per i giovani.

Ed ora qualche domanda più personale...
Lei ha mai violato la legge?

Se per violare la legge s’intende manifestare il proprio dissenso contro organismi illegittimi come il G8 o contro opere inutili come la Torino-Lione, o contro l’allargamento di una base militare, o (vado indietro con la memoria…) contestare il rettore di un’università o interrompere una trasmissione televisiva in diretta per denunciare le speculazioni delle multinazionali farmaceutiche sulla pelle delle persone sieropositive, beh, si, allora forse l’ho fatto. Ma ho la fedina penale pulita, per intenderci.

Quanto Le costa l’abbonamento dei mezzi pubblici?
Il mensile urbano costa circa 47 euro, io in genere viaggio con i mezzi pubblici e acquisto il carnet da 9,2 euro. Noi come Federazione della Sinistra proponiamo, per tagliare i costi, un biglietto unico integrato che valga per tutta la provincia.

E un pacchetto di profilattici?
Troppo, questo è poco ma sicuro: 12-18 euro per un pacchetto da sei preservativi è un costo insostenibile, soprattutto per i più giovani. Da anni chiedo che i prezzi vengano abbassati e soprattutto che i profilattici siano resi disponibili gratuitamente e che, come avviene in Francia, nelle scuole superiori e nelle università vi siano distributori automatici a prezzi calmierati. Sarebbe il primo provvedimento per fare davvero prevenzione nella lotta all’Aids, tra le altre cose: è indecente che il centrodestra adotti un atteggiamento totalmente ideologico su questi temi. Oggi in Italia vivono 150.000 persone sieropositive; abbiamo dei farmaci per prolungare la vita, ma non abbiamo nessuna terapia in grado di distruggere il virus; per questo la prevenzione resta fondamentale.

Cosa faceva prima di entrare in politica?
Sono un medico, ho lavorato nel campo della lotta all’Aids, sono stato tra i fondatori e poi presidente della Lega italiana per la lotta contro l’Aids e, prima ancora, sono stato medico del lavoro in alcune fabbriche del milanese. Finita l’esperienza al parlamento europeo sono tornato al mio lavoro di medico, sono appena rientrato da una missione in Mozambico finalizzata a verificare lo stato dei programmi di prevenzione in un Paese che ha 3 milioni di sieropositivi su 20 milioni di abitanti.

In quali scuole ha ricevuto la sua educazione?
Liceo classico Berchet e Università degli Studi di Milano, facoltà di medicina e specializzazione in medicina del lavoro.

Quanto si spenderà a grandi linee per la sua campagna elettorale?
Mi viene da ridere…La mia campagna è davvero low cost, le spese sono ridotte al minimo, fortunatamente mi avvalgo della disponibilità di tante persone che hanno voglia di darmi una mano; anzi, colgo l’occasione per ringraziarli. Comunque per essere precisi tutto rientrerà nel costo complessivo della campagna della Federazione della Sinistra che in totale, intendo per la campagna del presidente, della lista e dei candidati non spenderà più di 50.000 euro; quello che un singolo candidato di un grande partito spende da solo in 3-4 giorni. Sarebbe interessante andare a chiedere ad esempio a Penati e a Formigoni da dove vengono tutti quei soldi...Come potete vedere non abbiamo grandi spazi con cartelloni enormi, né costosi spot televisivi; contiamo sul volontariato e speriamo che ci sia ancora abbastanza curiosità da parte dei cittadini per andare ad informarsi sui diversi programmi.
a cura di Denis Trivellato

23 febbraio 2010

CARO CANDIDATO - Parte seconda: Vito Crimi

Indecisi sul voto? Vulcano ha intervistato per voi i candidati presidente per la Regione Lombardia, sui temi università, lavoro, giovani. La carrellata di interviste pre-elettorali continua con Vito Crimi, Movimento 5 Stelle.

Iniziamo parlando di ISTRUZIONE. La Regione Lombardia finanzia sia la scuola pubblica che la scuola privata. Secondo il rapporto “Dote Scuola 2008-2009” su un finanziamento statale di circa 75 milioni di euro, 25 milioni vengono erogati alle scuole pubbliche (circa un milione di studenti) e 50 milioni alle scuole private (circa cento mila studenti). L’impressione è che tale legge, nata per creare una libertà di scelta dell’istruzione, finisca per rendere le scuole private ancora più elitarie. Quale è la sua opinione in merito? I finanziamenti continueranno ad essere erogati nel modo corrente?

La scuola privata ha il diritto di esistere, SENZA ONERI PER LO STATO.
La scuola privata sopperisce alle carenze della scuola pubblica laddove la scuola pubblica per mancanza di risorse, strutture e fondi non riesce a fornire un buon servizio. Riteniamo che l’esclusivo finanziamento della scuola pubblica permetterebbe a quest’ultima di raggiungere livelli qualitativi e di efficienza elevatissimi.
I finanziamenti alla scuola privata devono gradualmente essere ridotti fino a zero, e dirottati esclusivamente alla scuola pubblica.
Riteniamo comunque che la scuola pubblica debba rispondere a criteri di buona gestione, che non si limitino ad una esclusiva valutazione economica del’efficienza, ma tengano conto anche dei livelli dei servizi erogati.
La Regione Lombardia potrebbe avviare percorsi di formazione e aggiornamento permanente per il personale docente e non docente.

In Lombardia ci sono circa 13 Università, 7 delle quali sono a Milano. Pensa di “usufruire” del sapere accademico, dei suoi brevetti e dei suoi cervelli per guidare la Lombardia nel futuro?

Assolutamente si. Credo sia fondamentale rivalutare le potenzialità dei cervelli italiani, che tanto hanno dato al mondo in termini di creatività e tecnologia.
Sul tema dei rifiuti, per esempio, si potrebbe proporre la realizzazione ci un “centro di ricerca” che si occupi di studiare una migliore progettazione industriale degli imballaggi e dei contenitori che permetta una riduzione dei rifiuti, o un facile riuso o riciclo.
Nel settore delle energie rinnovabili o della riduzione delle emissioni, occorre sfruttare tutte le potenzialità della ricerca, delle università specializzate

Viene spesso rimproverato all’università di essere un microcosmo chiuso, distante dal mondo del lavoro e slegata alla realtà cittadina. Quali strategie intende elaborare per favorire l’integrazione degli studenti nella vita della città?

L’Università è fatta dagli studenti, principalmente, pertanto è sufficiente che questi vengano messi nella condizione di interagire e integrarsi con la cittadinanza, di mettere a frutto le loro potenzialità creative e progettuali, per poter uscire da quell’ipotetico microcosmo chiuso di cui parla.

In Lombardia ci sono moltissime case vuote, sfitte o abbandonate da anni. A Milano, in una zona periferica come quella di Maciacchini una stanza singola costa in media 500 euro al mese, solitamente in nero. A Berlino, in Alexander Platz, una stanza singola costa circa 230 euro al mese con contratto. Cosa intende fare in merito a tale problema?

Il tema case è fondamentale in questo momento.
Riteniamo necessario indirizzare tutto il settore dell’edilizia verso l’ammodernamento e la ristrutturazione del parco edilizio esistente anziché verso la costruzione di nuove metrature.
Si potrebbe proporre di impedire la costruzione di nuove unità abitative a chi è in possesso di unità abitative ancora sfitte o invendute, aumentando in questo modo l’offerta e di conseguenza la diminuzione dei prezzi.
Per gli studenti sarebbe opportuno recuperare edifici in disuso per adibirli a studentati, fornire agevolazioni economiche ai proprietari che affittano gli appartamenti a prezzi calmierati, effettuare un servizio di vigilanza e controllo rigido e costante.
Alla fine dell’Expo rimarranno tanti edifici senza una precisa destinazione d’uso, e alcuni di questi potrebbe essere riconvertiti in abitazioni per gli studenti.

Stage, tirocini, contratti a progetto. Oggi un giovane, laureato o meno, si deve permettere di poter lavorare gratis per un tempo indeterminato prima di poter avere una busta paga. Cosa ne pensa di questa situazione? E’ inevitabile? Lei ha mai lavorato senza ricevere denaro?
La Regione Lombardia potrebbe decidere di non appaltare i propri servizi a quelle aziende che usano questi escamotage, cosa ne pensa?

Si, emolumenti talmente bassi da poter essere paragonati allo zero.
Sono assolutamente favorevole a negare gli appalti alle aziende che adottano questi sistemi. Come scritto per il settore della sanità riteniamo che debbano essere effettuati controlli sull’eticità delle aziende alle quali sono affidati appalti pubblici.

Molti degli studenti che frequentano le università lombarde sono pendolari. Il problema dello smog a Milano è oggi sulle prime pagine di tutti i giornali. Una soluzione auspicata è il potenziamento dei MEZZI PUBBLICI. Come intende agire per migliorare il trasporto lombardo?

Il trasporto, in generale, negli ultimi tempi ha subito una profonda trasformazione, vedendo la creazione di percorsi e mezzi privilegiati e costosi per alcuni collegamenti, escludendo dall’ammodernamento il trasporto dei pendolari, il trasporto regionale.
Riteniamo che il trasporto pubblico debba tornare a svolgere la sua funzione di servizio, e non debba essere ridotto ad un’azienda che ha nel profitto il suo principale obiettivo.
Riduzione dei costi, pulizia ed efficienza dei messi regionali, garanzia di puntualità e rispetto degli orari con individuazione certa delle responsabilità. Risarcimento immediato per gli utenti in caso di mancato rispetto della carta dei servizi.

Chiude dopo 13 anni di attività sociale ANTIMAFIA l’Associazione SoS Racket. Qual è la sua proposta di contrasto in merito al pizzo, al racket, al comportamento mafioso nella regione Lombardia?
Nel programma abbiamo scritto:
Chiediamo che la Regione Lombardia apra un ufficio di monitoraggio e contrasto al racket. Tale ufficio dovrebbe occuparsi dell'informazione ai cittadini, del supporto legale di chi decidesse di denunciare il racket e come punto di collaborazione tra i cittadini e le forze dell'ordine per una lotta efficace contro ogni tipo di estorsione proveniente dalla criminalità organizzata.
Aggiungo, che è necessario rendere consapevoli i cittadini che la criminalità organizzata si è infiltrata anche in Lombardia e nelle regioni del nord, dove trova terreno fertile grazie al economico e industriale particolarmente sviluppato.

In Lombardia, la SANITA' costa meno in confronto alle altre regioni. Ma se alla spesa sociale aggiungiamo il ticket e il costo a volte proibitivo dei farmaci, la spesa diviene in linea con il resto dell’Italia. Solo che in Lombardia ci sono molte cliniche private che attingono al denaro pubblico. Quale è la sua politica sulla sanità? Cambierà qualcosa?

Oggi la sanità in Lombardia assorbe la più alta percentuale di risorse del bilancio della regione.
Crediamo sia necessario individuare con precisione lo stato della sanità in Lombardia effettuando un’attenta analisi delle strutture esistenti, sia private che pubbliche, individuando le eccellenze e le criticità.
Pertanto proponiamo un progetto biennale per analizzare lo stato: del parco tecnologico e del suo utilizzo; della spesa sanitaria; delle strutture; del personale (quantità, qualità, utilizzo); della efficacia delle cure. Crediamo che la sanità sia un servizio pubblico e come tale ad esso deve essere garantita la priorità nell’accesso alle risorse. Le eccellenze nella sanità privata, ove compensano carenze nelle strutture pubbliche, potrebbero essere sostenute ma senza alcun discapito per le strutture pubbliche. Al fine di migliorare la trasparenza nel servizio sanitario crediamo utile proporre:
Convenzioni, rese pubbliche e on line;
verifica di eticità economica della struttura e del raggiungimento dei più elevati standard qualitativi;
Precisa individuazione delle responsabilità disciplinari in caso di mancata riduzione del deficit delle strutture sanitarie pubbliche.
che le nomine dei primari debbano essere decise per titoli ed esami e tramite concorso pubblico.
che siano pubblicati su Internet in dettaglio i bilanci di tutte le ASL, gli stipendi di tutti i medici e dirigenti delle strutture pubbliche e le voci di spesa per i finanziamenti alle strutture.
che non possa fare il primario e non possa dirigere una struttura semplice chi fa la libera professione al di fuori della struttura pubblica, così da ridurre la commistione pubblico-privato
Per una maggiore efficienza ed economicità:
lista di attesa unica per le prestazioni chirurgiche, pagate dal Servizio Sanitario Regionale.
Liste di attesa pubbliche e on-line con adeguato programma di gestione della riservatezza dei dati personali.
Miglioramento dei centri unici di prenotazione on-line.
Cartella clinica informatica unica per ogni cittadino, consultabile in rete da paziente e medici, con idonee modalità per la protezione dei dati.

Secondo i dati regionali, la Lombardia spende il 4,6 per cento dell’intero bilancio sanitario per la cura della salute mentale. In Europa, la stessa spesa si attesta in media intorno al 8-9 per cento. Nel caso fosse eletto, si adeguerebbe allo standard europeo o crede che la spesa attuale sia consona alle necessità degli utenti delle strutture sanitarie lombarde?

Nel nostro programma abbiamo scritto:
Si propone un implemento dei servizi territoriali di psichiatria (CPS) con un incremento di psichiatri e psicoterapeuti nel servizio sanitario pubblico, in numero sufficiente rispetto alla popolazione, affinché ogni paziente sia curato rispettando i necessari tempi di cura e adottando le modalità più efficaci, il che richiede, oltre all'assunzione di nuovo personale, il suo continuo aggiornamento.

Se fosse eletto Governatore della Lombardia quali saranno le sue prime tre azioni nei confronti dei Giovani, dell’Università e del Lavoro?

Non aspiro sicuramente ad assumere il ruolo di governatore della Lombardia, ma basterebbe che uno solo dei nostri candidati assumesse il ruolo di consigliere per poter portare all’interno del consiglio regionale una rete di cittadini, un network di professionalità, competenze, esperienze.
Le azioni nei confronti dei giovani e università le ho già enunciate nelle precedenti risposte,
In merito al tema del lavoro, le competenze regionali sono limitate, ma sicuramente devono essere sostenute le imprese che non de localizzano la produzione, devono essere promosse iniziative di auto organizzazione dei lavoratori, riconversione di produzioni ormai obsolete in settori nuovi e più proficui (p. es. quello ambientale).


Ed ora, qualche domanda più personale…

Lei ha mai violato la legge?

Ho preso qualche multa per piccole violazioni di norme stradali, per il resto no.

Quanto Le costa l’abbonamento dei mezzi pubblici?

30-40 euro mensili.

E un pacchetto di profilattici?

8-9 euro.

Cosa faceva prima di entrare in politica?

Impiegato presso il Ministero della Giustizia, corte d’appello di Brescia.
Non mi piace il termine “entrare in politica”. La politica la facciamo tutti i giorni, ogni volta che scegliamo, influenziamo direttamente o indirettamente la vita pubblica.

In quali scuole ha ricevuto la sua educazione?

Se la domanda è volta a conoscere se pubbliche o private, esclusivamente scuole pubbliche.
Se volete, più approfonditamente, oltre le scuole dell’obbligo, Liceo Scientifico Statale Ernesto Basile di Palermo e Università degli Studi di Palermo, Facoltà di Matematica.

Quanto si spenderà a grandi linee per la sua campagna elettorale?

Partiamo da zero e mi piacerebbe poter spendere zero, ma purtroppo questo sistema ci impone di affrontare delle spese non indifferenti.
Attualmente, solo per la raccolta firme e le operazioni conseguenti, avremo speso circa 1.500 euro, tutti di tasca nostra senza alcun contributo esterno o pubblico.
Sulla base del nostro budget presunto credo che non spenderemo oltre i 10.000 euro complessivi per tutta la campagna elettorale a livello regionale.

a cura di Denis Trivellato

20 febbraio 2010

CARO CANDIDATO - Parte prima: Marco Cappato

Indecisi sul voto? Vulcano ha intervistato per voi i candidati presidente per la Regione Lombardia, sui temi università, lavoro, giovani. Il primo a risponderci è Marco Cappato, candidato per la lista Bonino-Pannella.

“Faccio una premessa: non so se potrò essere candidato, perché non so se la Lista Bonino-Pannella riuscirà a raccogliere 17.000 firme in Lombardia per presentarci alle elezioni. Invito chi legge a andare in comune a firmare entro il 22 febbraio. Ci stanno impedendo di presentarci perché non informano la gente e non hanno inviato alcuna comunicazione alle 200.000 persone che avrebbero il potere di autenticare le firme. Chi non fa parte della partitocrazia non ha diritti politici. Queste non saranno elezioni democratiche”.

Iniziamo parlando di ISTRUZIONE. La Regione Lombardia finanzia sia la scuola pubblica che la scuola privata. Secondo il rapporto “Dote Scuola 2008-2009” su un finanziamento statale di circa 75 milioni di euro, 25 milioni vengono erogati alle scuole pubbliche (circa un milione di studenti) e 50 milioni alle scuole private (circa cento mila studenti). L’impressione è che tale legge, nata per creare una libertà di scelta dell’istruzione, finisca per rendere le scuole private ancora più elitarie. Quale è la sua opinione in merito? I finanziamenti continueranno ad essere erogati nel modo corrente?

Per la scuola la prima cosa è la laicità, la libertà d'insegnamento. Sono contrario a che lo Stato finanzi la scuola confessionale, sono contrario a che gli insegnanti di religione siano pagati dallo Stato e scelti dal Vescovo e sono contrario al fatto che le scuole private possano discriminare all'ingresso persino i disabili, come accaduto di recente. Non conosco il dettaglio dei finanziamenti dei quali mi si chiede, ma immagino che il criterio della laicità dell'insegnamento imporrebbe una modifica della spesa... oppure della scuola privata, che dovrebbe rispettare gli stessi criteri di universalità, pubblicità e laicità di quella statale.

In Lombardia ci sono circa 13 Università, 7 delle quali sono a Milano. Pensa di “usufruire” del sapere accademico, dei suoi brevetti e dei suoi cervelli per guidare la Lombardia nel futuro?

Chi potrebbe NON pensarlo? Il problema è come farlo. Una cosa importante è la libertà della ricerca, ad esempio in campo biomedico. L'altra è la valutazione della ricerca, che deve avvenire con il metodo della peer review e non dei baroni e delle clientele politiche.

Viene spesso rimproverato all’università di essere un microcosmo chiuso, distante dal mondo del lavoro e slegata alla realtà cittadina. Quali strategie intende elaborare per favorire l’integrazione degli studenti nella vita della città?
Credo che l'internazionalizzazione dell'università sia una priorità assoluta.

In Lombardia ci sono moltissime case vuote, sfitte o abbandonate da anni. A Milano, in una zona periferica come quella di Maciacchini una stanza singola costa in media 500 euro al mese, solitamente in nero. A Berlino, in Alexander Platz, una stanza singola costa circa 230 euro al mese con contratto. Cosa intende fare in merito a tale problema?
Far funzionare il mercato, tassare le case sfitte, creare incentivi fiscali per chi mette in regola. Collegare le provincie per diminuire la pressione abitativa. Promuovere il co-housing.

Stage, tirocini, contratti a progetto. Oggi un giovane, laureato o meno, si deve permettere di poter lavorare gratis per un tempo indeterminato prima di poter avere una busta paga. Cosa ne pensa di questa situazione? E’ inevitabile? Lei ha mai lavorato senza ricevere denaro? La Regione Lombardia potrebbe decidere di non appaltare i propri servizi a quelle aziende che usano questi escamotage, cosa ne pensa?
In Galbani ho cominciato con uno stage, ma qualcosa mi davano. Da qualche mese lavoro senza ricevere denaro, ma è una scelta. Il problema è che il diritto del lavoro garantisce solo i già garantiti, e chi rimane fuori non ha diritti.
Se parliamo di aziende che violano le leggi, ad esempio ricorrendo al lavoro nero oppure usando i tirocinanti per sostituire dipendenti, sono per negare l’appalto. Lo stesso dovrebbe valere per i criteri ambientali e di efficienza energetica. Ma non arriverei a dire che gli stage e le altre forme “atipiche” siano tutte da buttare o da punire. Se governati bene sono strumenti fondamentali per introdurre nel mondo del lavoro.

Molti degli studenti che frequentano le università lombarde sono pendolari. Il problema dello smog a Milano è oggi sulle prime pagine di tutti i giornali. Una soluzione auspicata è il potenziamento dei MEZZI PUBBLICI. Come intende agire per migliorare il trasporto lombardo?
Bloccare ogni investimento su autostrade e superstrade, convertendo le stesse risorse su trasporto pubblico e su rotaia. Direi ai Lombardi: “pensateci due volte prima di comprare un'automobile, perché tra pochi anni molti di voi non saprebbero che farsene”.

Molti studenti si trasferiscono in Lombardia da tutte le regioni d’Italia e molti sono i ragazzi stranieri nel nostro Paese per ragioni di studio. Come pensa di agire sulle POLITICHE GIOVANILI e di integrazione?
Per i giovani la grossa questione è nazionale: innalzamento dell'età pensionabile per ridurre il debito pubblico (che grava sulle generazioni future) e per creare strumenti di welfare per i disoccupati e i precari. Per la libera circolazione delle idee, abolire monopolio SIAE e abolire la criminalizzazione del file-sharing.

Chiude dopo 13 anni di attività sociale ANTIMAFIA l’Associazione SoS Racket. Qual è la sua proposta di contrasto in merito al pizzo, al racket, al comportamento mafioso nella regione Lombardia?
Il comportamento mafioso è al vertice delle istituzioni, nell'illegalità assoluta con la quale si tradisce la volontà popolare. Nello specifico del racket, bisognerebbe smetterla di togliere risorse alle forze di polizia prendendo in giro la gente con le ronde inesistenti, il poliziotto di quartiere mai realizzato, i militari in città del tutto inutili. A monte di tutto c'è da dire che per combattere le mafie bisogna legalizzare le droghe.

In Lombardia, la SANITA' costa meno in confronto alle altre regioni. Ma se alla spesa sociale aggiungiamo il ticket e il costo a volte proibitivo dei farmaci, la spesa diviene in linea con il resto dell’Italia. Solo che in Lombardia ci sono molte cliniche private che attingono al denaro pubblico. Quale è la sua politica sulla sanità? Cambierà qualcosa?

Come per la scuola, la prima cosa da fare è rendere la sanità LAICA. Basta sabotaggio della legge sull'aborto, basta boicottaggio della pillola del giorno dopo e della RU486, basta sepoltura dei feti e assistenti spirituali in corsia pagati con i soldi pubblici. Sì alla cannabis terapeutica, all'eroina sotto controllo medico, al registro regionale del testamento biologico. Il blocco clericale è anche il blocco degli affari. Non ci sarebbe nulla di male a mettere i privati in concorrenza con il pubblico. Ma i privati in Lombardia esprimono cordate anti-mercato, con padrini politico-imprenditoriali in Comunione Liberazione e nella Compagnia delle opere. Vanno istituite commissioni di valutazione indipendente sulla qualità delle strutture sanitarie, i risultati vanno resi pubblici e bisogna finirla con i primari nominati dai partiti.

Secondo i dati regionali, la Lombardia spende il 4,6 per cento dell’intero bilancio sanitario per la cura della salute mentale. In Europa, la stessa spesa si attesta in media intorno al 8-9 per cento. Nel caso fosse eletto, si adeguerebbe allo standard europeo o crede che la spesa attuale sia consona alle necessità degli utenti delle strutture sanitarie lombarde?

Non conoscevo questi dati. Sarebbe troppo facile rispondere solo “sì”. Per serietà, vorrei prima dire anche dove toglierei dei soldi, anche se sono d'accordo sul fatto che sia una questione che è ancora un tabù. I Radicali se ne occuparono già negli anni '70, con una raccolta firme referendaria che impose l'approvazione (purtroppo frettolosamente antireferendaria) della legge Basaglia..

Se fosse eletto Governatore della Lombardia quali saranno le sue prime tre azioni nei confronti dei Giovani, dell’Università e del Lavoro?

1) Microcredito per coloro che oggi sono esclusi dal welfare tradizionale; 2) apertura di spazi pubblici di connessione a internet senza fili e accessibilità di ogni informazione della pubblica amministrazione attraverso software libero; 3) informazione sessuale e anticoncezionali gratuiti nelle scuole.

Ed ora, qualche domanda più personale…

Lei ha mai violato la legge?

Pubblicamente: sono stato incarcerato tre giorni a Manchester per una disobbedienza civile sulle droghe, e fermato o arrestato per manifestazioni non autorizzate a Mosca, Roma e Bruxelles. Privatamente: ho violato diverse volte sia le legislazioni sugli stupefacenti che il codice della strada. Trovo più grave e pericolosa questa seconda violazione.

Quanto Le costa l’abbonamento dei mezzi pubblici?

120 euro l'anno circa di car sharing nazionale, 2,05 euro a biglietto bus + metro da Monza a Milano, 240 euro di abbonamento mezzi pubblici a Roma (dove sto parte della settimana), più il bike sharing 50 centesimi a corsa.

E un pacchetto di profilattici?

Come Associazione Coscioni abbiamo comprato migliaia di preservativi a costo di produzione (mi pare meno di 10 centesimi a preservativo) per distribuirli ai tavoli della petizione per abolire la ricetta sulla pillola del giorno dopo. In farmacia sono a più di un euro l'uno.

Cosa faceva prima di entrare in politica?

Ho lavorato allo stabilimento Galbani di Melzo: formazione agli operai su sicurezza e igiene. Sono da sei anni segretario dell'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, che è “politica”, ma non nel senso “istituzionale” della parola. E non è un lavoro retribuito.

In quali scuole ha ricevuto la sua educazione?

San Giuseppe di Monza alle elementari. Statale di Vedano al Lambro alle medie. Liceo classico Zucchi di Monza. Università Bocconi.

Quanto si spenderà a grandi linee per la sua campagna elettorale?

Come dicevo all'inizio, non so neanche se sarò candidato. L'ultima volta che ho fatto una campagna elettorale, alle europee, ho speso circa 25.000 euro. Questa volta certamente meno.

a cura di Denis Trivellato