Oggi la situazione è radicalmente cambiata, però in peggio: venerdì 26 marzo a Torino, parlando alla platea dei sostenitori di Cota (d’accordo, probabilmente non degli squisiti intellettuali), il ministro Giulio Tremonti si è pavoneggiato assicurando che "noi siamo gente semplice, poche volte ci capita di leggere un libro...".
Ora, Tremonti non è affatto uno zotico, è stato professore universitario (per un breve periodo addirittura ad Oxford), e i libri non solo li legge, ma ne ha anche scritti una decina.
Siamo al ribaltamento della situazione stigmatizzata dalle Iene: dall’ignorante che finge di conoscere cose che non sa, alla persona colta che simula di essere ignorante; dalla vergogna per l’ignoranza, alla vergogna per la cultura.
Il politico in questo non ha colpe specifiche, in democrazia è fisiologico cercare il consenso. Il colpevole è quell’elettore che invece di votare cercando di ritrovare i propri pregi, sceglie chi lo accomuna nei suoi stessi vizi.