10 marzo 2010

CARO CANDIDATO - Parte quinta: Savino Pezzotta

Indecisi sul voto? Vulcano ha intervistato per voi i candidati presidente per la Regione Lombardia, sui temi università, lavoro, giovani. Ecco le risposte di Savino Pezzotta, candidato per l'Unione di Centro.

Iniziamo parlando di ISTRUZIONE. La Regione Lombardia finanzia sia la scuola pubblica che la scuola privata. Secondo il rapporto “Dote Scuola 2008-2009” su un finanziamento statale di circa 75 milioni di euro, 25 milioni vengono erogati alle scuole pubbliche (circa un milione di studenti) e 50 milioni alle scuole private (circa cento mila studenti). L’impressione è che tale legge, nata per creare una libertà di scelta dell’istruzione, finisca per rendere le scuole private ancora più elitarie. Quale è la sua opinione in merito? I finanziamenti continueranno ad essere erogati nel modo corrente?
Anche se ci sono stati degli squilibri, la libertà di scelta va preservata. Io punterei all’accreditamento della scuola privata così come è avvenuto per la sanità pubblica, in modo che entri nel sistema pubblico.

In Lombardia ci sono circa 13 Università, 7 delle quali sono a Milano. Pensa di “usufruire” del sapere accademico, dei suoi brevetti e dei suoi cervelli per guidare la Lombardia nel futuro?
Certamente. La Lombardia è ricchissima di queste sinergie. Vanno sicuramente valorizzate perché costituiscono una dei principali ingredienti per uscire dalla crisi.

Viene spesso rimproverato all’università di essere un microcosmo chiuso, distante dal mondo del lavoro e slegata alla realtà cittadina. Quali strategie intende elaborare per favorire l’integrazione degli studenti nella vita della città?
Sì, per sostenere il lavoro e l’impresa, l’Unione di Centro crede fermamente sia essenziale legarli al mondo della formazione e più in generale della cultura. Bisogna chiudere con il pericoloso pregiudizio che la cultura e lo studio siano uno svago o una perdita di tempo rispetto al lavoro. Senza cultura un Paese non ha un’identità. Senza formazione un Paese non ha futuro. La cultura e la formazione nella nostra regione devono tornare a essere percepite come vera occasione per i nostri giovani di inserirsi in un mercato del lavoro che in Lombardia è realmente globalizzato. Per chi già lavora è un mezzo essenziale per mantenere standard qualitativi in costante crescita in ogni settore. In linea con l’anima lombarda più autentica, noi crediamo che la cultura, la formazione e l’università’ rappresentino gli essenziali presupposti per assicurare ai cittadini una adeguata qualità della vita e un decisivo supporto allo sviluppo socio-economico.
In Lombardia ci sono moltissime case vuote, sfitte o abbandonate da anni. A Milano, in una zona periferica come quella di Maciacchini una stanza singola costa in media 500 euro al mese, solitamente in nero. A Berlino, in Alexander Platz, una stanza singola costa circa 230 euro al mese con contratto. Cosa intende fare in merito a tale problema?
Credo che il tema fondamentale è la ripresa di una politica per la casa d’affitto. Per i giovai bisogna dare la possibilità di alloggi con affitto calmierato e più in generale bisogna ridare certezza agli investimenti in edilizia abitativa, sia dei piccoli risparmiatori che dei grandi investitori, per consentire a larghe fasce di utenza di accedere alla casa arginando così anche il fenomeno dello sfitto. Dobbiamo agire con incentivi fiscali di livello nazionale (cedolare secca) e locale (ICI), inserirsi creativamente nel Piano Casa Nazionale basato sui fondi immobiliari, mirando soprattutto alla riqualificazione e trasformazione dei quartieri popolari, coordinando le proprietà ALER e dei comuni con le risorse e i finanziamenti dei privati.

Stage, tirocini, contratti a progetto. Oggi un giovane, laureato o meno, si deve permettere di poter lavorare gratis per un tempo indeterminato prima di poter avere una busta paga. Cosa ne pensa di questa situazione? E’ inevitabile? Lei ha mai lavorato senza ricevere denaro?
La Regione Lombardia potrebbe decidere di non appaltare i propri servizi a quelle aziende che usano questi escamotage, cosa ne pensa?
Gratuitamente quasi mai, ma pagato poco sì. Ed è per questo che ho iniziato a fare il sindacalista.
Io non sono contro la flessibilità, ma contro la precarietà. Pertanto credo che serva statuto dei lavori che li tuteli. E la Regione può fare molto in questo senso, per questo credo che sia un buon punto di partenza questa proposta.

Molti degli studenti che frequentano le università lombarde sono pendolari. Il problema dello smog a Milano è oggi sulle prime pagine di tutti i giornali. Una soluzione auspicata è il potenziamento dei MEZZI PUBBLICI. Come intende agire per migliorare il trasporto lombardo?
Il tema dei trasporti pubblici locali, che obbliga i pendolari più sfortunati a passare tre o quattro ore al giorno in balia dei disservizi di alcuni settori del trasporto come le ferrovie o imbottigliati nel traffico veicolare, rappresenta certamente un grave deficit che una regione come la nostra non può più permettersi. E’ soprattutto il trasporto ferroviario a destare maggiori preoccupazioni. Ultimamente sono state annunciate 249 corse in più in Lombardia: 56 saranno a cura delle Nord, 193 a carico di Trenitalia. Va detto che durante la scorsa legislatura il rapporto tra Regione e Trenitalia è stato molto complicato.Noi pensiamo che per il futuro la Regione debba poter pretendere un servizio migliore da Trenitalia e fornire servizi migliorati attraverso Le Nord. Ci fa piacere sapere che i treni superveloci per Roma continuino a stabilire tempi da record, ma temiamo che questo sia troppo poco e una troppo magra consolazione per i pendolari lombardi afflitti costantemente da grandi disagi. Va introdotta, come in Francia, la moratoria sulla costruzione di nuove autostrade, per utilizzare i soldi pubblici sul trasporto pubblico locale e sul sistema ferroviario regionale (ambiente e lavoratori pendolari).

Molti studenti si trasferiscono in Lombardia da tutte le regioni d’Italia e molti sono i ragazzi stranieri nel nostro Paese per ragioni di studio. Come pensa di agire sulle POLITICHE GIOVANILI e di integrazione?
Per l’integrazione e la sicurezza abbiamo le idee molto chiare. Ritengo ad esempio che l’immigrazione sia diventata un fenomeno strutturale e per questo vada affrontato con nuovi strumenti. In questo orizzonte, che esclude ogni approccio xenofobo e razzista, è opportuna l’istituzione nel nuovo governo della Lombardia dell’Assessorato alla Cittadinanza e Immigrazione. Un nuovo e moderno strumento digovernance finora assente che si occupi, d’intesa con il Governo, esclusivamente e con più serietà del fenomeno migratorio nella nostra regione. È infatti necessario trovare soluzioni concrete che coniughino il rispetto delle regole con l’integrazione per evitare forme di ghettizzazione o l’insediamento di quartieri potenzialmente esplosivi, già fortemente presenti nelle aree metropolitane e in quelle a maggior densità di immigrati. Le dico chiaramente che la proposta dell’Unione di Centro, tra multiculturalismo e assimilazione, è quella dell’interculturalità che si basa sul rispetto di quattro impegni: il rispetto delle leggi, il rispetto dell’identità nazionale e della Costituzione, la conoscenza della lingua italiana e l’incontro rispettoso delle culture e delle persone. Per questo sono anche favorevole al voto per gli stranieri alla amministrative.

Chiude dopo 13 anni di attività sociale ANTIMAFIA l’Associazione SoS Racket. Qual è la sua proposta di contrasto in merito al pizzo, al racket, al comportamento mafioso nella regione Lombardia?
È un problema reale quello del pizzo come lo è quello della corruzione nella politica. Io credo serva uno scatto morale da parte delle istituzioni e dei cittadini. Bisogna rafforzare i controlli anche se il problema è anche di carattere culturale. In tal senso penso a progetti che coinvolgano le associazioni di categoria in modo più stringente per non lasciare solo chi subisce l’onta di questo reato odioso.

In Lombardia, la SANITA' costa meno in confronto alle altre regioni. Ma se alla spesa sociale aggiungiamo il ticket e il costo a volte proibitivo dei farmaci, la spesa diviene in linea con il resto dell’Italia. Solo che in Lombardia ci sono molte cliniche private che attingono al denaro pubblico. Quale è la sua politica sulla sanità? Cambierà qualcosa?
In tema di sanità per il mio programma elettorale ho scelto lo slogan “più territorio e meno partiti”. Credo che questa frase racchiuda in sintesi i mali di cui soffre oggi la sanità lombarda, che, va detto, ha molti aspetti di eccellenza, ma anche alcune falle importanti. Noi crediamo che proprio qui sia necessario introdurre il principio della limitazione dell’ingerenza eccessiva del potere centralizzatore della Giunta a danno dei territori e delle loro rappresentanze. L’Unione di Centro denuncia il progressivo e sistematico allontanamento delle politiche regionali dalla capacità e volontà di ascoltare i territori, i cittadini e in modo particolare la mancanza di volontà di saldare i bisogni dei territori con le strutture sociosanitarie in cui questi sorgono e insistono. L’affermarsi del centralismo regionale ha determinato un sistema che sempre più ha teso ad ottimizzare i costi a prescindere dai bisogni dei malati e dalle reali prestazioni di cui hanno bisogno. Prima l’economia e poi i malati. Questo è il quadro che sta emergendo e che deve essere corretto, anche attraverso un riequilibrio tra pubblico e privato. Se un cittadino ha la sfortuna di aver bisogno di esami non ritenuti essenziali o remunerativi dagli amministratori posti negli ospedali dalla Giunta, i malcapitati devono affrontare code lunghissime, tempi biblici…Ci stiamo allontanando dai bisogni reali dei nostri cittadini. Nella Regione Lombardia occorre superare le invadenze partitocratiche. Occorrono più sanità sul territorio, più servizi per gli anziani, più assistenza di base e a domicilio, meno ospedalizzazione, maggiore integrazione tra il sociale e il sanitario. Occorre riorientare il sistema ponendo al centro il malato, i suoi bisogni di cura ma anche di relazioni umane, di fiducia nel medico e nelle risorse professionali e tecnologiche di tutto il personale e della struttura.

Secondo i dati regionali, la Lombardia spende il 4,6 per cento dell’intero bilancio sanitario per la cura della salute mentale. In Europa, la stessa spesa si attesta in media intorno al 8-9 per cento. Nel caso fosse eletto, si adeguerebbe allo standard europeo o crede che la spesa attuale sia consona alle necessità degli utenti delle strutture sanitarie lombarde?
Credo che si possa spendere di più sui progetti di cura per la salute mentale. Io ho voluto anche inserire nel mio programma il problema delle carceri. Sono temi dimenticati che non occupano i dibattiti elettorali, ma non si può far finta di niente. Noi crediamo anche che attraverso la formazione e il sostegno alle associazioni del volontariato che operano in questo settore, sia possibile affrontare in modo indiretto ma efficace questi problemi.

Se fosse eletto Governatore della Lombardia quali saranno le sue prime tre azioni nei confronti dei Giovani, dell’Università e del Lavoro?
Per l’Università noi proponiamo che la Regione si interessi subito e direttamente della creazione di network internazionali tra le Università Lombarde e i principali enti di ricerca, del potenziamento dell’attrattività delle migliori risorse internazionali.
Per noi il lavoro - sia esso dipendente, autonomo, imprenditoriale o intellettuale - è il tratto essenziale che connota ogni uomo. Per questo è al primo punto nel nostro programma.
Noi crediamo che la Lombardia abbia la forza e le capacità di essere esempio per la Nazione.
E’ possibile una nuova stagione di sviluppo sostenibile, di innovazione di prodotto, di tecnologie avanzate e di arricchimento del capitale sociale, nell’esercizio di una reale territorialità politica.
Occorre cercare innanzitutto di promuovere e di ridare un lavoro gratificante a chi l’ha perso, di offrire un’opportunità al giovane in cerca della prima occupazione come pre-condizione per costruire una società più giusta e un’assicurazione per il suo futuro. La sfida del nuovo sviluppo sta quindi nel creare anche a livello regionale le condizione affinché ogni persona abbia la possibilità di agire secondo quanto essa ritenga un progresso per la propria libertà e le proprie possibilità. La complessità e la gravità dell’attuale situazione economica, se non governati, possono alimentare sconforto, tensioni sociali ma soprattutto la perdita di un elemento centrale del capitale sociale: la fiducia. E questo riguarda anche i giovani. Tocca alla politica aprire responsabilmente la strada alla speranza e puntare su un impegno adeguato per trasformare il periodo di "crisi" in una rinnovata progettualità e convivenza sociale. Io propongo un tavolo permanente di concertazione al quale siede Regione Lombardia, gli enti locali e i corpi intermedi per governare in modo strutturale la crisi, senza distribuire sporadici aiuti.

Ed ora, qualche domanda più personale…

Lei ha mai violato la legge?
Ho preso qualche multa legata al codice della strada.

Quanto Le costa l’abbonamento dei mezzi pubblici?
Solitamente i miei spostamenti più frequenti avvengono in aereo sulla tratta Milano – Roma.
E un pacchetto di profilattici?
Non saprei, vista l’età.
Cosa faceva prima di entrare in politica?
Ho fatto l’operaio per tanti anni e poi il sindacalista nella Cisl.

In quali scuole ha ricevuto la sua educazione?
Sono stato un lavoratore minorile, dopo le elementari a 12 anni già lavoravo in fabbrica e ho conseguito la licenza media presentandomi autonomamente e superando l’esame a 25 anni..

Quanto si spenderà a grandi linee per la sua campagna elettorale?
Entro i limiti stabiliti dalla legge.

a cura di Denis Trivellato

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