Abbiamo intervistato Angelica Vasile, principale promotrice del progetto, rappresentante degli studenti in Consiglio di Facoltà per Sinistra Universiatria ed eletta al Comitato Pari Opportunità della Statale (http://www.unimi.it/ateneo/26311.htm).
Perchè secondo te si sente la necessità di tale figura? Quali sono le funzioni che non possono essere coperte, per esempio, dal Preside di Facoltà?
Perchè io l'ho sentita. Come la maggior parte dei progetti, l'idea nasce da un'esperienza personale. Mi è capitato di imbattermi in situazioni di violazione dei diritti dello studente e ho sentito la necessità di parlare con qualcuno che mi consigliasse come agire, nel rispetto natuaralmente dell'anonimato. Questo è un aspetto molto importante. L'anonimato della parte lesa deve essere assolutamente garantito, per tutelare la parte lesa da ogni eventuale ritorsione.
Deve essere una figura che prima di tutto ascolti, e in secondo luogo agisca affinchè il reclamo vada a buon fine. Una funzione di ascolto, indagine e verifica.
E' notoriamente risaputo che in tutti gli ambienti in cui esistono squlibri di potere, come nei rapporti di lavoro o di studio, esiste la possibilità che si verifichino degli abusi.
Per quanto riguarda il Preside di Facoltà, ha già tantissimi compiti. Sicuramente non sarebbe così efficace come una figura preposta a questo preciso compito.
Puoi citare alcuni esempi di atenei esteri o nazionali in cui è già presente questa figura?
Dall'indagine che abbiamo condotto è emerso che si tratta di una figura presente in svariate forme in molti Atenei nazionali e esteri. In alcunii paesi europei per esempio è chiamato Harassment Office, come nelle Università di Oxford e Cambridge, e spesso non è un’unica persona bensì un ufficio concepito come supervisore delle attività. Negli Stati Uniti (ad esempio University of Missouri-St.Louis) e in alcuni paesi europei come Olanda, Germania e Svezia è denominato Ombudsman, mentre ad Harvard ed in altri Atenei americani viene definito Assistant of Dean e garantisce la regolarità della procedura dei reclami degli studenti.
Lo spunto maggiore per il nostro progetto però l'abbiamo tratto da realtà più vicine, in particolare abbiamo fatto riferimento al Regolamento della Facoltà di Ingegneria Industriale (Politecnico di Milano) per quanto riguarda l’istituzione della figura; mentre per la nomina, ci siamo ispirati al Regolamento della Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi Milano-Bicocca.
Come è ricaduta la scelta sul dr. Pierluigi Lamberti Zanardi?
Il professore soddisfa i due requisiti che abbiamo giudicato fondamentali: da una parte la conoscenza della realtà universitaria: chi meglio di un docente può avere famigliarità con l'ambiente accademico? D'altra parte, essendo in pensione, è super partes, fuori da qualsiasi logica di potere. Su questo punto abbiamo insistito molto, chiedendo espressamente che la scelta non ricadesse su un docente in carica. Poi c'è un terzo aspetto: il Dr. Zanardi si offerto di svolgere questa attività a titolo gratuito.
E' stato difficile ottenere l'approvazione del progetto?
Decisamente si. C'è stato un lavoro approfondito di ricerca e di analisi per capire come la figura fosse prevista e regolamentata negli altri atenei, e poi il lavoro di ricerca dei consensi. Quest'ultimo è stato paradossalmente più facile con i docenti piuttosto che con le altre liste studentesche che, secondo me, hanno rappresentato i loro interessi politici e non quelli degli studenti. Alcuni docenti invece ci hanno addirittura aiutato nel lavoro di ricerca. Hanno capito l'importanza della figura, della cui esistenza presso altri atenei erano già informati.
E' prevista un'evoluzione, in futuro, di questa figura?
Si. Consisterebbe nell'affiancare alla figura del Garante un ufficio che si occupi esclusivamente di molestie sessuali, in particolare che il "Codice di condotta contro le molestie sessuali nei luoghi di studio e di lavoro", pomosso dal Cpo ed entato da poco in vigore, sia rispettato.
Secondo te le altre facoltà trarranno ispirazione da questo vostro progetto? Lo consederi "esportabile" anche fuori da Scienze Politiche?
Si. La facoltà di Lettere e filosofia si sta già muovendo in questa direzione. I rappresentati hanno già istituito uno sportello di reclami accessibile on line, che è già un primo passo in direzione di una maggior tutela dei diritti degli studenti. So che anche l'interfacoltà di Mediazione linguistica si sta muovendo in tal senso. Quindi si, il progetto è assolutamente "esportabile". Anzi, con il Cpo sto lavoarndo per redigere un documento che preveda l'istituzione della figura del Garante per tutte le facoltà.
Il Prof. Lamberti Zanardi riceve il giovedì, dalle 16.30 alle 17.30, previo appuntamento via e-mail (pierluigi.lamberti@unimi.it)
a cura di Laura Carli
Scusate ma ho qualche dubbio. Tipo: come fa un professore emerito (in pensione) ad essere più imparziale di uno in servizio? Conosce tutti in facoltà e fa parte della categoria dei professori come tutti gli altri, quindi da quel punto di vista è come andare dal preside. E poi: come fanno le segnalazioni anonime a dare il via a provvedimenti amministrativi su "comportamenti inadeguati di uffici o singole persone"?
RispondiEliminaLe segnalazioni al garante non devono essere anonime, anzi! é però il garante stesso che deve garantire l'anonimato di chi si rivolge a lui..
RispondiEliminaPrecisazione per Lettere e filosofia: ci stiamo lavorando ancora, la pagina sul sito non è ancora attiva, ma è già stata approvata in commissione didattica..speriamo in tempi brevi!
Giuditta (consiglio di facoltà di lettere e filo per SU)
marchetta!
RispondiEliminaAnche quella di Repubblica?
RispondiEliminaSoprattuto quella! Vanni lo conosciamo bene ;)
RispondiEliminaPeccato per la "B" di Vasile ma l'errore e' stato prontamente corretto dai miniorgani di partito...
Caro anonimo, che tale servizio del Garante sia stato fatto da uno studente di qualche movimento, è normale, dato che non esistono studenti negli organi collegiali non aderenti a qualche movimento politico universitario. che tale informazione non debba essere pubblicizzata, mi sembra controproducente soprattutto per quegli studenti che "non sanno" come muoversi. e il "nostro giornalismo" è fatto così, vogliamo informare, dare la possibilità di conoscere.
RispondiEliminaCaro anonimo devi sapere che ci sono altri siti e blog dei giornali dell'università di Milano, dove puoi trovare articoli ottimi ed altri meno, e dove non troverai
un articolo inchiesta su Sinistra Universitaria (studentimilano)
un articolo inchiesta su Azione universitaria
(orizzonte)
un articolo inchiesta su Demos
(A piena voce)
ecc...
ma ricordati:"sei libero".
Vulcano è un gruppo di persone eterogenee, non esiste nessuna affiliazione con nessun partito o movimento. e se c'è è del singolo, che nello scrivere un articolo è invitato a non farne uso (del suo pregiudizio), o lasciare ad altri la scrittura del medesimo. perché? per informare le persone, gli studenti, per far conoscere qualcosa, per creare un'opinione critica e personale del lettore.
Caro Anonimo, pensaci ok?
Denis
p.s. io mi firmo, dato che conosco e non ho paura delle mie responsabilità
Ma su un giornale avete mai visto il nome di un politico grassettato e con il font aumentato? Siete l'organo di partito di SU, ammettetelo! Siete la malattia d'Italia, la malattia berlusconiana riproposta a sx! Vergognatevi, speriamo tutti che non diventiate mai giornalisti, sareste come Minzolini, o anche peggio.
RispondiEliminaSì, stavo per scriverlo io, in effetti questa cosa del font gigante per scrivere il nome di Angelica Vasile è tragicomica... e ancora si professano indipendenti? Addirittura i commenti in difesa li scrivono i rappresentanti di SU/redattori di Vulcano. Sembrano veramente dei piccoli Emilio Fede. Un bel po' più fessacchiotti però. ;-)
RispondiEliminaE fu così che incominciai ad apprezzar le critiche, valutare i miei sbagli, elogiar le mie doti, correggere i miei errori e godere delle effimere e becere accuse nei miei confronti che nient'altro fanno se non aumentar l'interesse su di me e rendermene fiero.
RispondiEliminaA me sembra invece vergognoso che nell'articolo precedente ci sia la foto di Savino Pezzotta e qui solo il grassettato di Angelica Vasile. Non era meglio la foto di Angelica Vasile e il grassettato per Savino Pezzotta?
RispondiEliminaTommaso ORU
Avete "letto" l'articolo?
RispondiEliminacosa ne "pensate"?
sembra un servizio per gli studenti molto interessante non trovate?
Certo qualche critica e perplessità sul reggente il ruolo sorge quasi spontaneamente...
ma noto dai commenti che si sta guardando l'indice che indica piuttosto che la direzione puntata.incredibile.
eppure, questo accanimento verso un articolo, queste tante voci o anonimi diversi che guardano all'indice più che alla direzione indicata, mi sa tanto di... come dire, prurito?
tecniche schopenaueriane, attacco continuo per screditare senza portare fatti, infangare spostando l'argomento, danneggiare (chissà?)la concorrenza, rimanendo anonimi...
continuare a passare su questo blog, vedere chi scrive per poterlo criticare, non sul pezzo, no quello è secondario.
Sono molto interessanti queste dinamiche...
chissà cosa potrebbero commentare questi anonimi e non, su un articolo che parla di studenti di qualche movimento, professori immanicati,amicizie politiche, tangenti e qualche università coinvolta.
Forse si potrebbero accanire questo questo articolo in massa, chiamando amici, amici degli amici, tutti rigorosamente anonimi o sotto falsa identità.
in fondo chi sta bene "sta bene", e le voci indipendenti creano sempre dei problemi, soprattutto quando funzionano e quindi facciamole chiudere, troviamo un pretesto per screditarle, ogni volta diverso, lanciamo sassi e nascondiamo le mani.
Béh, cari anonimi mi troverete sempre a difendere la mia indipendenza, e se un giorno leggerò qualche critica con dei fondamenti e mi accorgerò di essere nel torto, mi scuserò, imparerò la lezione, e andrò avanti.
un brindisi agli anonimi e alle false identità del futuro, che possano imparare dagli anonimi e le false identità di oggi, dal loro fare e dal loro tacere...
Denis
Scusa, Denis, io non ti conosco, non ho niente contro il tuo giornaletto, ma come mi spieghi quel font gigante persino grassettato per il nome della rappresentante di SU intervistata? Non ho mai visto un giornale serio fare una cosa del genere sulle sue pagine. L'unico spazio dove appaiono i nomi più grandi del testo sono le locandine elettorali e la propaganda. L'articolo per questo pare proprio una marchetta e faccio fatica a biasimare chi lo ha criticato.
RispondiEliminaHo letto l'articolo e le osservazioni fatte e mi chiedo come si faccia a interessarsi così tanto a un nome scritto in grassetto e così poco all'iniziativa.
RispondiEliminaA mio parere la figura del garante potrà essere utilissima agli studenti perché ci offre un punto di riferimento stabile, mentre fino ad ora se avevamo un problema qualsiasi spesso ci perdevamo in mezzo a una burocrazia intricatissima che, a volte, faceva perfino perdere la voglia di andare fino in fondo nelle nostre rivendicazioni. Non parliamone poi se il problema non era solamente burocratico ma implicava un contrasto con uno o più professori.
Per queste ragioni a mio parere non possiamo che accogliere più che favorevolmente l'istituzione di una figura che ci aiuti a orientarci tra le varie segreterie ed uffici della statale.
Riguardo alla critica del primo messaggio, l'unica che entri nel merito della questione, mi sembrano domande lecite ma che troveranno una risposta solo con la prassi e, in ogni caso, i cirteri con i quali è stato scelto il professor Zanardi mi sembrano validi. Inoltre teniamo conto che Zanardi è una figura di rilievo all'interno della facoltà, il che significa che se solleva un problema difficilmente sarà ignorato.
Posto quindi che ritengo ottima l'iniziativa dei rappresentanti di SU, che in pochi mesi dalla loro elezione sono riusciti a ottenere una conquista forse più significativa di tutte quelle ottenute dai vecchi rappresentanti, il problema che mi porrei è come fare in modo che la figura del garante degli studenti dsi affermi. Penso che andrebbe sponsorizzata meglio sul sito di facoltà e che i rappresentanti degli studenti (ovviamente di tutte le liste), i professori e le istituzioni universitarie dovrebbero dare il massimo rilievo all'esistenza del garante. Per esempio i professori, all'inizio dei corsi, dovrebbero prendersi cinque o dieci minuti per illustrare alla classe che esiste un garante, quali funzioni ha, dove lo si può trovare ecc.
Enrico
G. R.
RispondiEliminaComplimenti per la riuscita dell'iniziativa di cui se ne sentiva l'esigenza...mi auguro che la maggior parte degli studenti, spesso impassibili e supini di fronte ai molti disservizi, ne facciano buon uso...siamo noi che dobbiamo dettare i tempi all'università e non viceversa...
Ma piantiamola, come se fosse un'iniziativa personale della Vasile! Hanno collaborato tutti i membri del CdF, di destra e di sinistra. Anche la lista aperta e i colleghi di azione. È brutto vedere che Vulcano si presta a queste marchette. Ma con tutti questi membri dello stesso partito nella redazione, non deve stupire.
RispondiEliminaHo assistito quasi con ironia al dibattito fin qui scritto. In quanto consigliere in Cdf di una lista che non ha né appoggiato né avversato tale iniziativa, ritenendola semplicemente "innocua" nell'incidenza del sistema-università, pur lasciando piena libertà di propaganda a SU, mi permetto solo di fare queste osservazioni in proposito:
RispondiElimina- la figura del Garante all'estero (Nord Europa principalmente) si inserisce in un contesto molto diverso che vede un assetto politico-giurisdizionale più snello e meno legato a logiche di corporazione (tipiche dell'Italia e sistematizzate nello Stato Italiano moderno dal ventennio fascista... parlo di sistema istituzionale, non di idea politica, non confondiamo)
Questo vuoldire che, essendo il garante un Docente in pensione, esso è completamente all'interno di tali logiche corporative e non risulterà essere un reale aiuto agli studenti.
Non esistono figure giuridiche tali riconosciute né dallo Stato né dagli Enti Locali, non vi è sufficiente disponibilità economica degli Atenei, visti i tempi, ad assumere terzi che poi dovranno pur seguire decenti percorsi formativi per poter operare.
Non esistono organismi studenteschi istituzionalizzati e riconosciuti da tutti perché vi è difetto di legislazione anche in quel verso, e tentativi di costruirli dal basso (vedi SUSP da noi) risultano essere azzardi rischiosi che invece che diminuire, alimentano cororativismo, consociativismo e conoscenze, campo dove CL la fa già da padrona.
Ergo, per concludere, non serve altro che fare bene il proprio ruolo laddove si è, come studenti al servizio di progetti e idee, membri di organi di Governo già previsti dagli Statuti vigenti, e al tempo stesso lottare affinché le rappresentanze studentesche in questi organi contino di più. Il sistema italiano si dovrebbe cambiare attraverso una lotta che è politica, prima che tecnico-amministrativa. E infatti la destra continua a risultare egemonicamente dominante.
Saluti
Io non studio a scienze politiche, però un paio di anni fa mi è capitato di avere pressioni da un assistente di un professore.
RispondiEliminaE' stata una cosa spiacevole, io me la sono cavata e non ho ceduto. Lui non è più in Statale, ma non certo per questi motivi.
Non so dire che se ci fosse stato il Garante degli Studenti l'avrei denunciato, anzi forse non l'avrei fatto lo stesso, però penso che mi sarei sentita meno sola in quei momenti.
Angela
Il font più grande e in grassetto è semplicemente il NOME DELL'INTERVISTATA. Siamo al puro delirio.
RispondiEliminaGrazie invece a chi, come Luca e Angela, ha letto l'articolo ed esprime le proprie opinioni riguardo all'oggetto dell'intervista, alimentando un dibattito interessante sull'utilità o meno di questa figura. Era proprio questo il senso dell'articolo.
Laura
Ah, ovviamente mi riferivo a Luca Rodilosso quando parlavo di osservazioni interessanti. Mi era sfuggita l'omonimia con l'autore del commento precendente. Anche se il migliore resta "Vulcano, la malattia dell'Italia", sarà diffcile batterlo.
RispondiEliminaLaura
che triste vedere certe cose... almeno scrivete VULCANO-SU-PD o smettetela di lamentarvi dei ciellini se siete uguali. Per di piu coi soldi delle nostre tasse.... il vostro giornalista modello é Bruno Vespa... ma come si fa a fare un'intervista di questo tipo senza neanche un cappello introduttivo o qualche spunto critico su questa inutile stronzata che interessa solo giornalisti incapaci di repubblica e il giornaletto di SU?
RispondiEliminaSecondo me la figura del garante è inutile. Non entro nella questione del grassetto o maiuscole. Mi sembra che questo garante sia un po' come la social card di berlusconi o le faccine per votare la soddisfazione negli uffici pubblici. Una boutade elettorale. Quando sono le prossime elezioni?
RispondiEliminache palle, ma come si fa a passare la sera a commentare questo articolo cambiando ogni volta nome (ma tanto l'IP vi frega, ci scommetterei una mano) per fare queste polemiche assurde? Certo che vi sembra inutile il garante, è una figura che serve a chi ha un problema relativo all'università, non a chi ha problemi relativi alla socialità.
RispondiEliminaStudente di Lettere
" la figura del Garante all'estero (Nord Europa principalmente) si inserisce in un contesto molto diverso che vede un assetto politico-giurisdizionale più snello e meno legato a logiche di corporazione [...]
RispondiEliminaQuesto vuoldire che, essendo il garante un Docente in pensione, esso è completamente all'interno di tali logiche corporative e non risulterà essere un reale aiuto agli studenti."
Sicuramente il sistema universitario è corporativo e di certo, essendo il garante un professore, conosce bene le logiche che determinano i rapporti tra i dipartimenti. Ma in fondo, proprio per questo, il garante può offrire agli studenti la propria esperienza aiutandoli più di chiunque altro a muoversi all'interno del, chiamiamolo, mondo dei professori. Inoltre ricordiamo che la scelta è caduta su un professore in pensione, che dunque è ormai piuttosto indipendente dalle questioni di equilibrio tra i dipartimenti.
In ogni caso resto convinto che sia la mia che la tua, Luca, siano mere ipotesi, quasi illazioni direi: solo il tempo e la pratica potranno dirci come si comporterà il garante degli studenti e se questa istituzione sarà utile.
"Non esistono figure giuridiche tali riconosciute né dallo Stato né dagli Enti Locali, non vi è sufficiente disponibilità economica degli Atenei, visti i tempi, ad assumere terzi che poi dovranno pur seguire decenti percorsi formativi per poter operare.
Non esistono organismi studenteschi istituzionalizzati e riconosciuti da tutti perché vi è difetto di legislazione anche in quel verso, e tentativi di costruirli dal basso (vedi SUSP da noi) risultano essere azzardi rischiosi che invece che diminuire, alimentano corporativismo, consociativismo e conoscenze, campo dove CL la fa già da padrona."
Mi spieghi meglio questa parte? In particolare non ho capito il legame tra la proposta del garante degli studenti e il consociativismo e tra il garante e CL.
Secondo me la students' Union di Scienze Politiche, per quanto effettivamente non abbia un ruolo paragonabile alle sue omologhe anglosassoni, tuttavia sta lavorando bene e si sta ritagliando un ruolo importante all'interno della facoltà. Infatti dà stimoli culturali e occasioni di dibattito che prima non c'erano, dall'altra consente agli studenti che si vogliono impegnare nel campo socio-culturale di spendersi in prima persona anche in università, conferendole una funzione sociale che prima non aveva. Quindi in conclusione è un esperimento ben riuscito e non mi sembra che alimenti il corporativismo.
"Ergo, per concludere, non serve altro che fare bene il proprio ruolo laddove si è, come studenti al servizio di progetti e idee, membri di organi di Governo già previsti dagli Statuti vigenti, e al tempo stesso lottare affinché le rappresentanze studentesche in questi organi contino di più. Il sistema italiano si dovrebbe cambiare attraverso una lotta che è politica, prima che tecnico-amministrativa. E infatti la destra continua a risultare egemonicamente dominante."
RispondiEliminaSecondo me l'iniziativa del garante va proprio nella direzione che dici tu, per almeno due ragioni. La prima è che l'istituzione del garante degli studenti è il frutto di un lavoro fatto dai rappresentanti degli studenti nelle sedi ufficiali dell'Ateneo. Dunque i rappresentanti hanno svolto, come hai scritto tu, il proprio ruolo nelle sedi giuste e al servizio di un progetto e di un'idea.
La seconda ragione per cui non trovo che il lavoro sulla figura del garante sia in contraddizione con la tua concezione di rappresentanza studentesca è che, di fatto, l'approvazione di questo progetto ha reso un po' più forte la rappresentanza stessa e l'avrebbe resa ancora più forte se tutti i rappresentanti di scienze politiche avessero votato a favore del progetto di Sinistra di Facoltà - SU e non contro o se non si fossero astenuti. Dico che l'approvazione del progetto ha rafforzato la rappresentanza perché, di fatto, questa volta gli studenti hanno avuto la meglio su quella parte di professori che osteggiavano la loro proposta, il che non avviene tanto spesso.
Ciao,
Enrico
Solo alcune precisazioni in merito alla nostra linea sull'introduzione della figura del garante a SPO, linea che sarà la stessa in tutti i CdF in cui siamo presenti.
RispondiEliminaCome già esplicitato da Luca, noi non sosteniamo né osteggiamo questa proposta. Riteniamo che la figura del garante rappresenti un doppione di figure già esistenti, prima fra tutte quella del Preside di Facoltà, che è e deve essere il principale garante del regolare svolgimento della vita nella Facoltà che presiede. A maggior ragione si ha un doppione, quando a ricoprire il ruolo di garante viene chiamato un altro docente, sia pure in pensione.
Il punto è che, come evidenzia la risposta di Enrico, noi e SU abbiamo visioni lontanissime riguardo alla lotta politica e al ruolo delle istituzioni rappresentative.
Per prima cosa, noi non crediamo che i problemi degli studenti si possano risolvere grazie alla tutela offerta dai "rappresentanti" (tra l'altro vorrei sapere cosa resta di questo concetto, di fronte alla delegittimazione politica data da un tasso di partecipazione alle elezioni universitarie del 13%... Possiamo noi -io per primo come consigliere di facoltà- asserire di rappresentare un corpo elettorale che per il 90% non ci ha votati?).
Tantomeno crediamo che a fornire tutela agli studenti possano essere i canali burocratici (ad esempio tramite l'istituzione di figure come quella del garante). Quei canali esistono già, e non è certamente creandone un altro che gli studenti recupereranno fiducia in loro.
D'altra parte, chiunque abbia esperienza nei CDF sa perfettamente che la debolezza numerica e politica dei consiglieri eletti dagli studenti non consente l'ottenimento di nulla di sostanziale, se non tramite la mobilitazione delle coscienze fuori dai luoghi istituzionali. La stessa rappresentanza studentesca si è ottenutà così.
Senza partecipazione diretta non si hanno "conquiste", ma solo "concessioni" ottenute a costo di una strenua, e spesso svantaggiosa mediazione.
Noi crediamo appunto in questo: nella partecipazione diretta e organizzata degli studenti alla vita dell'Ateneo. Ogni rivendicazione da noi portata avanti mira a ottnere questo risultato, senza il quale il peso politico degli eletti negli organismi accademici è nullo. Crediamo che questa sia anche la via per aumentare la partecipazione elettorale e risolvere il problema del distacco dello studente medio dalla politica universitaria.
Dunque, da una parte c'è la nostra concezione "conflittuale", dall'altra c'è la tipica mentalità riformista e, a mio giudizio, corporativa, tutta centrata sulla rappresentanza istituzionale e l'organizzazione burocratica. Dopodiché, non essendo di SPO non entro nel merito del dibattito sul SUSP, che però non vorrei riproposto nella mia facoltà.
Mi hanno sempre insegnato sin da bambino di non raccogliere provocazioni, soprattutto se non hai la possibilità di guardare in faccia chi parla e chi ti accusa. Ma come dire se parlano di te...almeno difenditi. Premesso che viva il pluralismo e la diversità di idee, non mi spendo in parole troppo alte e incomprensibili ma cerco di parlare terra terra di modo che tutti possano intendermi anche i non esperti di politica. Perchè il punto è proprio questo, c'è chi spera di non vedere un organizzazione come SUSP nella propria facoltà....consiglio a quel qualcuno chiunque sia di ampliare i suoi orizzonti, guardare altrove, guardare all'estero....capire che i tempi cambiano e giocare a fare i piccoli parlamentari ai cdf non serve a nulla, tantomeno al bene degli studenti.
RispondiEliminaCari miei, l'unico difetto di SUSP è non ottenere abbastanza fondi dall'università per portare avanti i progetti di ampio respiro. Eppur anche con 1500 euro l'anno organizziamo corsi, proponiamo iniziative culturali, sportive e ludiche cerchiamo di far vivere l'università come un luogo di ritrovo a tempo pieno.
Convogliamo sinergie politicamente trasversali, perchè se sei comunista, di sinistra o di destra sinceramente non è affar mio, importante è che il tuo impegno sia indirizzato al bene degli studenti. Consiglio di guardare in Uk, dove gli studenti non sanno nemmeno cosa sia un senato accademico, un consiglio d'amministrazione..... eppure la loro voce?? conta più di quella di un docente ordinario..... avete mai fatto indagini sul sistema di qualità dei servizi delle università del nord europa? forse no. E invece qui in senato si scaldan le sedie (ma 400 euro al mese di presenza fan comodo a tutti), in cda non si capiscono i criteri di approvazione dei bandi. Ci sono rappresentanti degli studenti ovunque, anche nei bagni delle facoltà.... eppure il sistema di rappresentanza studentesca ha l'effetto di un buco nell'acqua, se non sparute anime pie che mosse da una vocazione ammirevole si sbattono, e come SINGOLI (e non come liste), ottengono SINGOLI buoni progetti (tra cui il garante degli studenti).
Ma se ancora volete giocare a fare i piccoli parlamentari, fate pure.... sentendovi chissà chi a giocare un qualche ruolo fondamentale per la vita di uno studente.... BAH!.... credo che a breve i cdf saranno aboliti (cosa aberrante), ma come si suol dire.... "è/sarà la legge", noi continueremo a garantire gli interessi degli studenti e una vita universitaria multidisciplinare e multiculturare.... NOI SIAMO PRONTI? E VOI?
cordiali e distinti saluti
Gabriele Villa
(Presidente Students' Union Scienze Politiche)
provocazioni.... piccoli parlamentari... ma conosci almeno i tuoi interlocutori? Noi abbiamo dato un giudizio di merito sull'organizzazione che presiedi, non abbiamo detto che tu sei uno che gioca a fare il piccolo innovatore...
RispondiEliminaIl SUSP non lo condividiamo nella sua essenza corporativista, tra l'altro pienamente confermata da te medesimo nello spiegarci terra terra il suo funzionamento. E' inutile che ci dici di aprire gli orizzonti, che conosciamo a menadito la litania del "nuovo", del "bello" soprattutto se proveniente dal mondo anglosassone, che certo non può vantare una concreta possibilità di accesso per le classi popolari ai gradi di istruzione più elevata.
Mi verrebbe da risponderti: guarda tu piuttosto al sistema Cubano di istruzione, tra i migliori al mondo, completamente gratuito e accessibile a tutti, inserito in un sistema economico più egualitario. I problemi non avranno colore, le soluzioni ce l'hanno sempre, il colore. E' ipocrita, a mio giudizio, non ammetterlo. Poi, come la si pensi, basta che non ci si facciano le lezioni di vita, che noi non le facciamo agli altri, esprimiamo solo i nostri liberi giudizi.
...perfettamente d'accordo sui singoli giudizi, ma parlarmi di cuba, di università gratuita, di università accessibile ai ceti popolari.
RispondiEliminaCaro Luca ti invito (e non è lezione di vita) ma è parola di studente che "chiede" ad un suo rappresentante di concentrarsi un pò di più sui problemi che riguardano l'università in cui studiamo.... il sistema non lo cambieranno mai gli studenti tramite i cdf o i cda, e tali discorsi di grande spessore che fai sono davvero belli, ma non è questo l'ambiente.
Alla realtà di oggi bisogna adattarsi, non scontrarsi, sono 50 anni che si cerca di cambiar qualcosa scontrandosi con la realtà...risultati? nessuno!
sistema cubano di istruzione? beh mi stai parlando di uno stato sotto dittatura e senza libertà di espressione (nonostante io sia uno di quelli affascinato da castro & co nei bei tempi della caduta di batista)...siamo sicuri di un sistema di istruzione all'avanguardia?
Qualità senza un prezzo non può esistere in una società capitalistica, l'istruzione superiore è una forma di welfare a tutti gli effetti, e va sostenuta...e anche sfruttata con delle ottime e percorribili politiche di welfare studentesco per assicurare il massimo delle opportunità agli studenti che sono dentro l'università. non studio alla bocconi, studio in statale perchè è il massimo che posso permettermi...ma non mi sembra che si stia parlando di costi proibitivi...anzi!
Cmq abbiamo la fortuna di studiare nella stessa facoltà....quando vuoi un confronto e due chiacchiere, sempre a disposizione
a presto
Gabriele
La cosa che non si dice è che la SUSP è un'organizzazione dominata proprio dai rappresentanti e spesso da persone provenienti dallo stesso partito. Non si capisce cosa possa esserci di diverso se non il nome. SUSP fa le stesse cose che fanno i rappresentanti, tranne la rappresentanza. Anche le liste organizzano conferenze, feste, concorsi, ma hanno anche delle responsabilità. Insomma la SUSP sembra molto una Comunione e Liberazione di sinistra. È una critica costruttiva, ovvia Gabriele non te la prendere, ma è chiaro che non siete istituzionali e che non siete riusciti ad essere apartitici, siete di fatto una lista parallela ad SU a Scienze Politiche, una holding che organizza le attività lucrative e popolari come la festa e che da questa base ha lanciato un'OPA su tutta la SU. Io sono un ex rappresentante di SU a SPO e queste cose le ho viste nascere ed evolvere, per questo non credo a tutta la retorica anglosassone. Ma forse che Machiavelli era inglese?
RispondiEliminaHo scritto un commento e non lo vedo apparire. Questo giornalino censura i messaggi?
RispondiEliminaNo, scusate ma per sbaglio era stata impostata la moderazione dei commenti. Ora sono di nuovo liberi.
RispondiEliminaCaro Michele, non mi offendo...anzi gli scontri di opinione li prendo a priori come cosa costruttiva.
RispondiEliminaChiariscimi però due cose:
1. per OPA devo considerarmi il presidente di un Offerta Pubblica d'Acquisto o di un Opera Pubblica Abusiva?
2. dominati dai rappresentanti? si abbiamo delle persone che siedono in cdf, ma da statuto il presidente non può essere eletto negli organi e se non autorizza in ultima istanza un progetto questo non può venire in nessun modo messo in pratica se non con una mozione nei confronti del presidente a maggioranza assoluta da parte del direttivo (che non è a maggioranza di una lista), se vuoi saperlo abbiamo due membri eletti del direttivo in cdf su 13 componenti totali, di cui fanno parte persone che la pensano anche politicamente "non di sinistra".
Mi piacerebbe quasi definirmi holding e definire lucrative le attività che svolgiamo al fine di creare un fondo cassa da investire in ulteriori attività per gli studenti....mi farebbe pensare di avere un budget enorme a disposizione.... ma la realtà è che in questo momento non abbiamo i soldi nemmeno per stampare delle nuove tessere, ma riusciamo comunque ad andare avanti.
Forse dovresti informarti meglio su come funzioni SUSP... e sopratutto non siamo una lista, non abbiamo la forza di una lista....ma organizziamo molte più cose rispetto una lista, perchè riusciamo ad avere molta più legittimità da parte dell'intero corpo studentesco.(dati delle elezioni 13% in tutta la statale)
Essere apartitici non vuol dire essere apolitici, ma ciò che ci caratterizza è una politicità trasversale in grado di unire idee e come unico fine la sensibilizzazione verso il welfare studentesco.
sabato ho postato un commento di risposta a "michele" che ancora non è stato pubblicato
RispondiEliminaMi trovo nel più totale disaccordo con il mio omonimo che si firma con il nome di "Michele".
RispondiEliminaInfatti, se c'é un gruppo di persone al quale posso dare maggiore affidamento è proprio SUSP, in quanto, a mio avviso, spesso, nel "mondo" della rappresentanza universitaria, ci sono alcune persone che replicano nel piccolo A) delle fazioni politiche o addirittura dei partiti politici, B) dei comportamenti di alcuni esponenti della politica italiana che poco si addicono al costruttivismo (se posso chiamarlo in questo modo), come il campanilismo, la diffamazione, l'arrivismo, l'accaparramento di idee altrui o la proposta di un idea come se fosse partita da una persona ecc. Questo, ovviamente, è la realtà vista da una persona che pensa che la rappresentanza universitaria debba essere lontana da ogni logica di partito. E, infatti, come ha scritto Gabriele "... organizziamo molte più cose rispetto una lista, perchè riusciamo ad avere molta più legittimità da parte dell'intero corpo studentesco.(dati delle elezioni 13% in tutta la statale)
Essere apartitici non vuol dire essere apolitici, ma ciò che ci caratterizza è una politicità trasversale in grado di unire idee e come unico fine la sensibilizzazione verso il welfare studentesco." Questa trasversalità ha dato molta più credibilità ad una associazione come SUSP piuttosto che alle liste di partito e/o che si ispirano ad una fazione o realtà politica.
Infine, sono nel più totale disaccordo con il mio omonimo e con chi critica SUSP. Sono in disaccordo dal punto di vista pratico (qui vanno a cadere tutti gli aspetti critici nei confronti di SUSP). Con Valori e Merito in Ateneo avevamo organizzato una conferenza sulla questione del rispetto dei diritti umani in Cina, una conferenza che Gabriele mi fece il piacere di segnalare a nome di SUSP senza alcun tipo di polemica e di strumentalizzazione. Le polemiche sono state avanzate da qualche persona ideologicamente "pro" Cina (ce ne vuole per dare supporto a un regime che viola pesantemente i diritti umani e che replica nel proprio paese il sistema dei Gulag sovietici). Invece, "di strumentalizzazione" inerente a una lista universitaria palesemente di partito che, da una parte, sostiene la "causa" dei diritti umani in Cina, ma che, a mio avviso, dall'altra, sostiene un partito che con la politica dei respingimenti viola i diritti umani nel nostro paese (ma non solo). Potevamo includere in questa conferenza anche la seconda lista di partito di cui ho parlato per portare più gente, ma non lo abbiamo fatto. E, al riguardo del carattere di apoliticità (perdonatemi del termine) della stessa conferenza, ci siamo ispirati proprio al comportamento di SUSP.