A Milano non abbiamo “solo la nebbia”, luogo comune molto diffuso, soprattutto negli stadi. Milano ha molti luoghi d’arte, visitati da turisti di ogni sorta e noti a tutti gli universitari. Ma la città nasconde molte altre bellezze, che spesso non vengono notate nel nostro camminare quotidiano con lo sguardo rivolto al marciapiede per evitare di pestare qualche “portafortuna canino”. Il Duomo, la Scala, il Castello, la Basilica di Sant’Ambrogio, la Torre Velasca etc. sono ormai troppo conosciute per essere anche solo nominati. Sarebbe bello, invece, fare un giro turistico diverso dai soliti percorsi guidati, accompagnati da discorsi ammorbanti.
Per iniziare si potrebbe partire, zaino in spalla da vero turista, dalla nostra Università degli studi. Pochi accenni bastano per descrivere la Statale, un tempo sede dell'antico complesso della Ca' Granda come Ospedale Maggiore. L’ateneo di Milano viene istituito nel 1923 nell'ambito della riforma promossa dal ministro Giovanni Gentile; negli anni precedenti Milano faceva riferimento all’Università di Pavia. Il logo rappresenta la dea Minerva (la Sapienza) e sullo sfondo la città di Milano; la scritta disposta in cerchio recita “Universitas Studiorum Mediolanensis”.
Proseguendo a piedi, a pochi metri, troviamo piazza Santo Stefano. Qui sorge la Chiesa di San Bernardino alle Ossa, costruita nel 1269 in aggiunta alla camera destinata ad accogliere le ossa provenienti dal cimitero vicino – ai tempi l’Ospedale Maggiore era ancora attivo. Le pareti interne dell'Ossario, a pianta quadrata, sono quasi interamente ricoperte di teschi ed ossa, dando all’edificio quel senso di macabro mescolato all’arte rococò di fregi, porte e cornicioni.
In via Francesco Sforza è possibile ammirare un edificio poco comune: un tempio! Si tratta del Tempio Valdese, adattato ad una chiesa costruita su quel terreno anni prima. I fedeli appartengono ad una confessione protestante, il Valdismo.
Dirigendoci verso il Duomo, non si può mancare il passaggio in Piazza Sant’Alessandro. La piazza che accoglie la grande chiesa, seppure poco conosciuta (ma non dalla maggior parte degli universitari che frequentano la sezione di Studi Linguistici), è uno dei più begli spazi della vecchia Milano, non intaccati dalle ricostruzioni postbelliche. La chiesa viene costruita nel 1601, per volere dell’ordine dei Barnabiti e presenta una pianta centrale a croce greca coperta da cupola cui è aggiunto un secondo corpo minore, anch'esso sovrastato da una cupola, che funge da presbiterio.
Via Torino è poco distante. Famosa più per i negozi e le “mandrie” del sabato pomeriggio, in realtà questa via nasconde una perla di rara bellezza. La Chiesa di Santa Maria presso San Satiro, costruita tra il 1476 e il 1482, a pianta centrale, difetta di un quarto braccio, non costruito per la presenza di una strada assai frequentata (già allora!!). Ecco allora il colpo di genio: Bramante decise che il presbiterio ci deve comunque essere e fece costruire un finto spazio in prospettiva, con una volta in stucco, profondo soltanto 97 centimetri, ma in grado di suggerire una profondità molto maggiore, vero antesignano di tutti gli esempi di trompe l'oeil dei successivi sviluppi della storia dell'arte.
Se l’inganno ottico vi stuzzica, si può anche vedere il portone del Palazzo al civico 16 di Via Dante, certamente meno raffinato di un’opera del Bramante, ma degno di attenzione.
Percorrendo tutta via Torino, si arriva alle Colonne di San Lorenzo con relativa Basilica. Luogo molto noto, più per ritrovarsi a bere una birra in compagnia che per l’arte. All’interno della Basilica di San Lorenzo si può ammirare un arcaico Cenacolo, nel caso in cui siate impossibilitati a visitare quello in Santa Maria delle Grazie, visto che serve prenotare mesi prima. Il sito internet della Basilica descrive così questa “copia” : La pittura fu scoperta alla fine del 1800 mentre si lavorava alla base della parete per aprirvi una porta. (..) L’affresco, fu ritenuto una copia della “Cena” di Leonardo o addirittura la prima “Cena” di Leonardo anteriore, e perciò meno perfetta a quella dipinta per il Convento delle Grazie. Ma queste affermazioni cadono dinnanzi al fatto che Leonardo venne a Milano nel pieno rigoglio della sua attività artistica. Tuttavia il valore di questa pittura rimane elevato. Pur non presentando caratteri di originalità denota nell’ispirazione, nel disegno, nei mezzi tecnici usati, un fine senso estetico che pone l’ignoto autore fuori dalla mediocrità. Merita il viaggio, anche perché non ci sono code e l’ingresso è gratuito.
Se tutta questa arte “antica” vi ha stancato, basta prendere la Linea 2 della Metropolitana nei pressi delle Colonne ( fermata Sant’Ambrogio) e scendere a Lambrate. In Via Predil, sulla massicciata della stazione è possibile ammirare una bellissima opera di street art realizzata da Blu. Il murales è immenso e si allunga su un muro ribaltando, in modo immaginifico, la gerarchia quotidiana del traffico cittadino: una marea di piccole macchine vengono schiacciate dalle ruote di ciclisti “ciclopi”.
Daniele Colombi
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