Nel 1988 tre differenti laboratori, ad Oxford, Tucson e Zurigo, hanno effettuato il test del Carbonio 14 per datare un campione del tessuto della Sindone. Il risultato complessivo colloca la fabbricazione della presunta reliquia tra il 1260 e il 1390, proprio il periodo in cui nelle cronache medievali appare per la prima volta il misterioso sudario. Se pensiamo che nella Storia sono circolate una quarantina di altre sindoni, tra le quali la più celebre è quella di Besançon, poi distrutta durante la rivoluzione francese, non è difficile presupporre l’opera di qualche falsario medievale.
Se la questione fosse solo scientifica sarebbe finita qui, ma non è così. La voglia di credere a tutti i costi di una parte del mondo cattolico (non però della Chiesa, che non riconosce ufficialmente l’autenticità del sudario) e la compiacenza di media ben contenti di inseguire le teorie più strampalate, permettono al mito di resistere.
Gli argomenti attraverso i quali i sindonologi ne sostengono l’autenticità seguono due principali filoni: la demolizione della prova del Carbonio 14 e la pretesa impossibilità di riprodurre il manufatto. Contro la datazione gli sforzi dei “negazionisti” sono veramente prodigiosi: innanzitutto c’è chi sostiene che dietro ai test vi sia l’immancabile lobby massonica, che avrebbe falsificato deliberatamente i dati, gettando un’ombra sulla lunga querelle tra le sedi candidate alla realizzazione dell’esperimento.
Sarebbero poi presenti anche degli errori nei calcoli statistici relativi ai dati del laboratorio di Tucson, che potrebbero forse spostare di qualche anno la datazione. Servirebbe però un miracolo, questa volta vero, per retrodatare il risultato di 1300 anni.
E’ stata avanzata anche l’ipotesi che il campione prelevato non fosse originale. Margherita d’Austria, zia di Carlo V, avrebbe fatto prelevare un lembo della veste, poi sostituito con un rattoppo. Disgraziatamente l’equipe di scienziati avrebbe prelevato proprio quel frammento. L’ipotesi, formalmente plausibile, potrebbe essere facilmente verificata con un nuovo test, ma forse si preferisce mantenere un alone di mistero.
Esistono poi ipotesi pseudoscientifiche veramente gustose: nel 1532 la Sindone è stata sottratta ad un incendio a Chambery. Per alcuni il calore delle fiamme ne avrebbe alterato la radioattività. Demolita scientificamente l’ipotesi, rivelatasi completamente infondata, ne è stata partorita subito un’altra: non il fuoco, ma dell’olio di colza usato per ripulire il telo avrebbe aumentato la quantità di carbonio, sfalsando di tredici secoli il risultato. Fatto questo che potrebbe teoricamente succedere, ma solo dopo aver rovesciato litri e litri d’olio sull’immagine dell’Unto del Signore. Le due ricerche, opera entrambe di due screditati studiosi russi, lo scienziato Kouznetsov e l’ex agente del Kgb Fesenko, hanno ricevuto notevole risalto sui media italiani. Peccato però che le loro smentite siano rimaste relegate alle riviste specializzate.
A prescindere dalla datazione, resta però aperto l’interrogativo su come la Sindone sia stata ottenuta. Ancora oggi non esiste una tesi definitiva, tra le molte avanzate, in grado di spiegare in modo conclusivo il procedimento usato. Vi sono le tesi più antiche, come quella vaporografica, che vede nella Sindone il prodotto di una reazione chimica tra il tessuto e alcuni aromi, completamente demolita da studi più recenti; è stata esclusa da quasi tutti gli studiosi anche l’eventualità che la sagoma umana sia stata dipinta, dopo aver constatato dopo accurate analisi l’assenza di pigmenti. Più recentemente è stato proposto il metodo della strinatura, ottenuto bruciando parzialmente il tessuto. Il procedimento permette di riprodurre l’immagine ma non l’effetto tridimensionale.
Il progresso più importante nel campo è però stato compiuto di recente dal professor Garlaschelli dell’Università di Pavia in collaborazione con il Cicap (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) e l’Uaar (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti). Il professore ha realizzato una copia della Sindone utilizzando mezzi potenzialmente accessibili ad un falsario del ‘300. Il risultato non è non poteva essere identico all’originale, ma ne riproduce alcune caratteristiche considerate irriproducibili, come l’assenza di pigmento o la tridimensionalità, utilizzando il metodo del bassorilievo in gesso, ossia strofinando con un tampone cosparso di ocra rossa un telo poggiato sul corpo di un volontario.
In conclusione si può dire che dopo la prova regina della datazione del Carbonio 14 ed altre dimostrazioni collaterali la tesi che difende l’autenticità della Sindone sia diventata, scientificamente parlando, completamente insostenibile. Sorprende l’accanimento di alcuni scienziati nel difenderla, soprattutto quando questo genere di miracoli, verso i quali persino la Chiesa si mostra molto prudente, nulla toglie e nulla aggiunge alla Fede del credente.
Filippo Bernasconi
non so dove prendiate i dati, comunque:
RispondiElimina1) la datazione al c 14 è SICURAMENTE FALSATA, è stato prelevato un campione dalla parte di telo (l'angolo in alto a sinistra) è stato nei secoli il più esposto al contagio di vari agenti (mani dell'uomo durante le ostensioni, il fuoco negli incendi sopportati ecc...)
2) sono stati trovati pollini microscopici di oltre 50 SPECIE DI PIANTE ESCLUSIVE DELL'AREA PALESTINESE. Nel medioevo non mi risulta che ci fosse il microscopio elettronico, quindi quel telo sicuramente prima o poi è stato in Terra Santa.
3) era secondo voi ragionevole per i cristiani della prima ora sbandierare una reliquia così importante per vedersela sottratta e distrutta durante le persecuzioni?
4) analisi di vari medici legali hanno documentato che le modalità di morte e la serie di eventi pre-mortem accaduti all'uomo della Sindone sia in totale e completa concordanza con il racconto della passione di Cristo narrata dai vangeli.
5) Carlo Felice Manara, uno dei più grandi matematici italiani ha calcolato che la possibilità statistica che l'uomo della sindone non sia Gesù è di una su 7 per 10 alla 12. non sono ad oggi ancora passate sul pianeta Terra 10 alla 12 persone.
6) nel medioevo NESSUNO poteva avere a disposizione i mezzi per fabbricare un falso simile, la ricostruzione del professor Garlaschelli oltre che estremamente approssimativa non riesce a spiegare in maniera soddisfacente alcuni aspetti peculiari dell'immagine
7) sul telo sono state trovate scritte che si possono far risalire solo al I secolo. sono infatti annotazioni di un funzionario statale romano che presumibilmente doveva accertare la morte del condannato, la grafia, il linguaggio tecnico e tutti gli indizi sono copncordi nel porre quelle scritte non più in là del I secolo.
La scienza può indagare tutto, non ne è capace, non solo perchè non ne ha i mezzi ma perchè qualcosa di quesdta realtà va oltre la realtà stessa. La Sindone ne è un esempio, non la si può ridurre ad un falso sbrigativamente, come qualcuno vorrebbe, non la si può indagare in ogni dettaglio, ogni giorno ne salta fuori un particolore su cui la scienza si scontra. Forse che questa decantata scienza non sia la soluzione di tutti i mali?
chiedetevi questo, "la Sindonme è per tutti una provocazione alla nostra intelligenza", lo ha detto Ratzinger stesso. non accontentatevi di ingestire ciò che vi dicono, siate critici e lasciatevi affascinare da questo Mistero
L'unica cosa da salvare nella tua risposta è nel finale: "la Sindone è per tutti una provocazione alla nostra intelligenza", non però nell'accezione che intendi tu.
RispondiEliminaRispondo alle tue obiezioni: 1- le alterazioni di cui parli in nessun modo possono ringiovanire di oltre 1300 anni un tessuto. Non esistono motivi concreti per ritenere che le misurazioni al carbonio 14 effettuate in 3 diversi laboratori non siano esatte.
2- I pollini di cui parli sarebbero stati rinvenuto da uno studioso svizzero, un certo Max Frei. Disgraziatamente i documenti relativi alla sua ricerca sono andati perduti, e nessun altro scienziato ha mai più ottenuto gli stessi risultati.
3- Il fatto che i cristiani abbiano tenuto nascosta la reliquia per non farsela fregare mi sembra un argomento inserito tanto per far numero. Pensa poi che solo nell'ultimo secolo si è iniziato a venerare la Sindone come autentica, prima si dava per scontato fosse falsa.
4- Il fatto che la sagoma corrisponda alle descrizioni dei vangeli, non solo non smentisce ma corrobora l'ipotesi di un falso.
5- Quello che pensa il prof. Manara, senza minimamente argomentare, non vedo che interesse possa avere (posso poi citarti vagonate di professori universitari che affermano esattamente il contrario).
6- Il professor Garlaschelli ha dimostrato il contrario di quello che affermi.
7- Le presunte scritte (si parla anche poi di tracce di monete), sono in realtà frutto di labilissime tracce sul tessuto, nelle quali ognuno vede quello che vuole vedere.
Riguardo alla tua riflessione anti-scientista, non entro nel merito. Dico solo che è bello credere in ciò che ci piace, non sarebbe però male ogni tanto ricordarsi anche di prove e documenti.
Filippo Bernasconi
evidentemente non hai capito un cazzo. ma non solo della Sindone, della vita. ma pezzo di cretino pensi davvero che i 3 milioni di persone e le autorità che sono andate a venerare la Sindone siano tutti scemi? andare per punti l'ho fatto solo per elencare qualche fatto saliente ma tu evidentemente l'hai presa come un accusa. le prove che sia falsa non sono incontrovertibili, ti ripeto che l'esame C14 non è stato esegiuto nella maniera giusta e rimarrà cos' anche se tu e 1000 professoroni dite il contrario. la sfida è ad allargare la ragione.
RispondiEliminaLA SCIENZA BASTA PER CONOSCERE TUTTO?
provate a rispondere.
Amo i dibattiti teologici, un po' meno gli insulti.
RispondiEliminaMi sento di citare il buon Giorgio: "Abbassiamo i toni". :)
Cordialmente
Laura C.
Il fatto che siano andati in tanti non è certo un punto a favore del brandello di tela. Il popolo ha sempre torto.
RispondiElimina"Mangiate *****, miliardi e miliardi di mosche non possono sbagliare!"
Ciao