Secondo il quarto rapporto di valutazione del Comitato intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC), redatto nel 2007, la temperatura del pianeta è aumentata in media di 0,76 gradi rispetto ai livelli preindustriali e la tendenza è in continua accelerazione. L'atmosfera si sta surriscaldando, ma perché?

In 150 anni, in particolare negli ultimi trenta, abbiamo bruciato gran parte di questi combustibili e rilasciato i loro gas nell'atmosfera in un brevissimo lasso di tempo, se paragonato alla vita del nostro pianeta. Ma dov'è il problema? Alzi la mano chi non ha sentito ripetere all'infinito a scuola la storia della fotosintesi clorofilliana: gli alberi assorbono l'anidride carbonica e immettono nell'atmosfera ossigeno. Un po' meno risaputo è che il mare assorbe quantità industriali di questo gas. La terra quindi ha dei meccanismi efficienti per mantenere l'equilibrio dei gas nell'atmosfera... peccato che non bastino più! Complice la deforestazione, meno della metà dell'anidride carbonica attualmente prodotta viene riassorbita!
I rapporti dell’ IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) dicono che se la temperatura cresce più di due gradi rispetto ai livelli preindustriali il cambiamento climatico sarebbe pericolosissimo e irreversibile. Ci sarebbe uno scenario quasi apocalittico: ondate di caldo, ondate di freddo, siccità, tifoni, uragani, alluvioni e aumento delle malattie (soprattutto quelle trasmesse dagli insetti come la malaria).
A causa dello scioglimento delle calotte polari il livello del mare si sta alzando velocemente. Se ci fosse il famoso aumento di due gradi la pianura padano-veneta verrebbe sommersa; questo poi non sarebbe niente a confronto con la nuova era glaciale, ipotizzata da alcuni scienziati, che a causa dello scioglimento dei ghiacci della Groenlandia, renderebbe gelida la corrente del Golfo, tanto importante per il nostro ecosistema.

Chi emette tutta questa anidride carbonica? Il primo premio va al settore energetico per la produzione di energia elettrica, a partire dalla combustione di riserve fossili (immette circa il 40% dei gas serra prodotti dall'uomo), ma anche le industrie manifatturiere, il traffico stradale e aereo, e il riscaldamento urbano fanno la loro parte.
Solo il 30% della popolazione terrestre, quella dei paesi industrializzati, consuma il 70% dell'energia richiesta. In queste condizioni come si fa a convincere i paesi in via di sviluppo che le emissioni dei gas serra vanno diminuite? Le innovazioni tecnologiche, che servono per questo obiettivo, costano e possono essere introdotte solo con politiche ambientali forti, coerenti e durature. Anche i paesi più avanzati fanno fatica ad adeguarsi, nonostante le spinte della società civile. La strada è però obbligatoria per tutti.
Cosa possiamo fare noi per ridurre le emissioni dei gas serra? Cosa sta facendo l'Unione Europea?
Cosa possiamo fare noi per ridurre le emissioni dei gas serra? Cosa sta facendo l'Unione Europea?
continua....
Elena Sangalli
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