25 febbraio 2010

C' ERA UNA VOLTA UN PRINCIPE...

“Scusi, sa dirmi dove posso trovare il libro di Emanuele Filiberto?” - “ah, è nel settore di storia…”. “Come?!”
Eccolo lì, accanto alle biografie di Luigi XIV e Enrico VIII! D’altronde sempre di un Savoia si parla.
Mi avvicino, incrocio il suo sguardo, mi accorgo che quei piccoli occhi blu mi fissano divertiti, e mi conquistano. Ora tocca a me sedurlo, vado alla cassa, pago (i 17 euro spesi mi assicurano una prerogativa non trascurabile su di lui), e lo porto da me.
Io e lui, sul divano, in completa intimità. Voglio sapere tutto, cosa ha fatto, cosa fa, da dove viene, chi è veramente. Leggo il sottotitolo: Un passato da principe, un presente da favola...
... è un libro di satira, potrebbe aggiungere qualcuno. I più maligni potrebbero addirittura pensare che il Principe abbia urgente bisogno di soldi. Eppure bisogna ricredersi, in quanto il reale de noantri, facendo scorrere i capitoli, mi stupisce con una serietà fin eccessiva ed una schiettezza che lascia basiti. Emblematica in tal senso l’affermazione con cui sintetizza l’amore per la bella moglie Clotilde: “non so assolutamente come sia riuscito a conquistarla, anche perchè sono sempre stato me stesso”. Probabilmente ogni tanto se lo chiede anche lei.
Continuo ad ascoltarlo pazientemente: nascosto dietro l’immagine del bel principe dannato, ha rotto tutte le convenzioni che il suo nome richiedeva provando auto, droghe e donne diverse. Festaiolo a metà, inquietato dalla ricerca di una completezza impossibile da raggiungere, incagliata nell’incomprensibile esilio.
Più volte avrei voluto interromperlo, ma non ci sono riuscita, volevo sapere altro. Mi presenta un nonno impettito e una nonna anticonformista, un padre acuto (di profilo) e una madre intelligente. Scopro così che nella sua storia personale, che una volta si incrociò con quella d’Italia e oggi si intreccia con ben altra strada, “tutto è relativo”. Recentemente si inerpica nel tortuoso cammino politico, stringe mani e dona sorrisi. Il suo obiettivo e mettere in pratica il principale punto del suo programma elettorale: stare in mezzo alla gente, capirla, e sintonizzarsi sulle esigenze delle persone comuni. Promessa mantenuta, dato che è ancora qui fra noi e non al Parlamento Europeo.
Ma i suoi grandi obiettivi lo portano soprattutto nel salone di Milly Carlucci. Si delinea così la figura di un uomo che è sempre più un principe: ora sa ballare! Da buon danzatore zompa da una comparsata pubblicitaria a un talk show. Niente lo ferma, non le ataviche diatribe tra parenti, non la richiesta di danni morali allo Stato, non le vicende poco regali, ma molto legali, del buon padre.
Non mi dice altro, dal vuoto che lo segue capisco che è giunto alla fine. Lo guardo in silenzio, ci stiamo per lasciare, e lui per salutarmi mi regala una citazione di Montaigne: “per quanto possa essere alto il tuo trono, alla fine sei sempre seduto sul tuo culo”. Solo un dubbio… quale trono?

Michela Giupponi
e Alice Manti

1 commento:

  1. Pur scritto con mezzo cervello in due, il miglior articolo della storia di Vulcano.

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