Sono tempi difficili. Il grande sogno di una Italia serena del post guerra sembra aver raggiunto il suo apice amaro. Almeno prima c'erano i sovietici, o i capitalisti americani. Oggi la società è maturata, non viviamo più nell'era del bipolarismo. Decenni di errori ci hanno donato la capacità di cogliere più aspetti dello stesso problema. Ci siamo de-bipolarizzati. Oggi siamo la generazione dei multipolari! Se la borsa scende e le banche ritirano dal mercato liquidità e non hanno voglia di rischiare, la colpa non è più di quel nemico. La colpa è degli altri. Un tempo si diceva che l'erba del vicino era sempre più verde. Tempi bui, quelli. Non siamo più univoci, siamo la generazione dei socialnetwork, delle facoltà universitarie quadruplicate. Non siamo più i provincialotti d'un tempo, siamo globalizzati. Il problema non è più il rosso, e neanche il nero. Il problema è l'arcobaleno.
Ultimamente in Italia non si può non notare una tendenza all'accusa. Città un tempo ospitali improvvisamente hanno visto riemergere nelle periferie attacchi violenti indiscriminati contro chiunque e nessuno. Nessuno, perché se non fossero tali non verrebbero attaccati. Proviamo ad usare un termine difficile, in Italia da diverso tempo abbiamo visto alzarsi il livello della “intolleranza razziale”. Bel termine, forse solo Gaber sarebbe riuscito a ridicolizzarlo come vorremmo. C'è però un'altra Italia, composta da decina di associazioni che hanno deciso di unire le forze sotto la bandiera della campagna "Non aver paura!", tra cui Amnesty Interantional Italia. L'obbiettivo della campagna, come si può leggere nel manifesto sottoscritto, è ricordare a tutti che “gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella Costituzione italiana e nella Dichiarazione Universale dei Diritti umani, senza distinzione alcuna di nazionalità, colore della pelle, sesso, lingua, religione, opinione politica, origine, condizioni economiche e sociali”. Per questo il Frida cafè ha accolto l'appello del gruppo Giovani di Amnesty e accettato l'idea di lanciare la campagna di sensibilizzazione con una festa giovane e divertente. Al Frida café la paura fa 90! Ma la festa non sarà così impegnativa, ci si diverte con responsabilità: Drink Responsibly, take action actively! Il gruppo giovani esporrà inoltre una serie di foto che testimonieranno l'attività di Amnesty International in Italia e nel mondo, una sorta di foto-racconto, che proprio in quanto tale, vedrà la nascita di un nuovo capitolo: al Frida café ovviamente. Verrà allestito uno spazio deputato a fotografare i partecipanti, e le foto successivamente verranno pubblicate nel sito ufficiale della campagna. L'appuntamento è alle ore 21 di giovedì 28 maggio al Frida café di Via Pollaiolo 3, in zona Isola. Per ulteriori informazioni: www.fridaisola.it e www.nonaverpaura.org
Valentina Anzani
un articolo davvero ben scritto
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