I rettori chiedono più soldi. E lo fanno descrivendo la fatiscenza di tetti sfondati e laboratori da terzo mondo. Niente di nuovo. Ma uno studio di Roberto Perotti dell’Università Bocconi fa pensare. Cito: “La spesa per studente nelle Università italiane e in quelle inglesi è approssimativamente identica. La spesa complessiva per il personale accademico è molto più elevata in Italia che in Gran Bretagna”.
Il dubbio che per cinquant’anni i Magnifici ci abbiano raccontato frottole è legittimo. Lo stato italiano investe molto di più di quello inglese. E allora perché tetti sfondati e laboratori da terzo mondo? Forse perché si preferiscono finanziamenti a pioggia a interventi che premino il merito e la competitività. Forse perché l’Università di tutti e per tutti finisce per essere una baraccopoli poco salubre. Forse perché della qualità, sotto sotto, non gliene fotte a nessuno.
Luca Gualtieri
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