Vittorio Arrigoni, alias Vik sul suo blog http://guerrillaradio.
Era un ragazzo coraggioso, anche se la paura traspariva spesso dai suoi messaggi. Viveva sotto il pericolo delle bombe, degli spari, e sulla sua testa pendeva una taglia pubblica posta da alcuni gruppi israeliani per la sua lotta per il diritto all'autodeterminazione del popolo palestinese nella propria terra. Quando, ormai più di un anno fa, a Gaza ci fu un conflitto a fuoco con il primo gruppo locale legato ad Al Qaeda, denunciò l'orrore di un palese circolo vizioso nel quale la continua oppressione del popolo palestinese, e la continua delegittimazione dei vari leader che via via si facevano avanti (prima Arafat segregato alla Muqata, poi l'ANP di Abu Mazen corrotta in ogni suo organo e tessuto, poi l'eroe nazionale Barghouti rinchiuso da anni nelle prigioni israeliane, infine Hamas e dal 2006 la chiusura via terra, aria e mare della Striscia), facevano sprofondare la comunità palestinese, favorendo la nascita di gruppi integralisti sempre più radicali.
In questo orrore contro cui lottava quotidianamente, Vik è morto. Non ci ha mostrato "come muore un italiano", ma soltanto come muore un uomo. Ogni suo post, ogni suo articolo, si concludeva con un richiamo a non lasciarci travolgere dall'ignavia e dall'indifferenza. Parole che non dovremmo dimenticare mai.
"Restiamo umani,
Vik da Gaza City"
Marco Bettoni
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