È dal 2004 che il tabaccaio di via Pasubio, a Milano, vede il mondo a quadretti. Il suo negozio si affaccia sul cantiere di Piazza XXV Aprile, un’area circondata da imponenti reticolati in acciaio che delimitano lo spazio destinato alla costruzione di un parcheggio sotterraneo. Pino Catapano, titolare del bar tabaccheria "Caffè 25", ogni mattina per raggiungere il posto di lavoro si muove con agilità dentro una fitta rete di recinzioni. E con gli anni ha imparato a non perdersi dentro questo labirinto. Troppi ce ne vogliono per impedire al cliente più affezionato di cambiare strada e andare a comprare le sigarette laddove per muoversi non sia necessaria un’attrezzatura da trekking. «Se un cliente deve attraversare un percorso a ostacoli, tra terreno dismesso, strettoie e buche, cambia strada – dichiara Catapano – Fino a poco tempo fa la recinzione del cantiere era proprio a ridosso dell’ingresso della tabaccheria, non solo difficile da raggiungere, ma spesso anche da vedere, a causa di grandi impalcature che ne coprivano l’insegna». Di recente l’assessore ai Lavori Pubblici Bruno Simini ha provveduto a far sì che venissero arretrate le cesate del cantiere per allargare i marciapiedi e migliorare la viabilità della zona. Forse troppo tardi per risollevare Catapano dalla situazione di debiti in cui versa da quando fu aperto un cantiere che, ostruendo una larga fetta di strada e impedendo il normale via vai di persone, ha causato ingenti perdite economiche alla sua attività. Cantiere la cui fine era prevista per lo scorso Natale e che invece vedrà terminare i lavori non prima di due anni. Un ritardo che potrebbe costare a Catapano la chiusura dell’esercizio per fallimento.
Vulcano ha deciso di dare visibilità sulle sue pagine a quei negozi che l’hanno persa sulle strade. Abbiamo intervistato alcuni esercenti di Milano che rischiano di ‘sprofondare’ dentro gli scavi in corso nei cantieri e ci siamo fatti raccontare cosa succede quando, nell’era della visibilità e dell’apparenza si scompare agli occhi dei passanti già distratti perché, per motivi contingenti (tipo impalcatura che copre insegna del negozio), non si può apparire. Altro che carta fedeltà!
a cura di Diana Garrisi
e Corrado Fumagalli
Ma spesso per un esercente che chiude bottega c’è qualche impresa che con i cantieri ci si arricchisce, quando cioè i lavori fermi garantiscono un guadagno grazie a introiti pubblicitari. Come riporta il Corriere della Sera i cantieri per i box con pubblicità sono in tutto 13. Il giro d’affari complessivo è intorno ai 3 milioni di euro. Solo in Piazza XXV Aprile, oltre due anni di ritardo, la pubblicità vale un milione di euro all’anno. In Piazza Meda 225 mila euro. Il consigliere dei Verdi Enrico Fedrighini intervistato da Gianni Santucci ha affermato: «C’è un buco nero sul quale prima o poi bisognerà far chiarezza: negli scorsi anni la rendita da pubblicità ha spesso azzerato i rischi d’impresa e aumentato i guadagni di chi costruiva i box».
Vulcano ha deciso di dare visibilità sulle sue pagine a quei negozi che l’hanno persa sulle strade. Abbiamo intervistato alcuni esercenti di Milano che rischiano di ‘sprofondare’ dentro gli scavi in corso nei cantieri e ci siamo fatti raccontare cosa succede quando, nell’era della visibilità e dell’apparenza si scompare agli occhi dei passanti già distratti perché, per motivi contingenti (tipo impalcatura che copre insegna del negozio), non si può apparire. Altro che carta fedeltà!
Pino Catapano
Bar tabaccheria "Caffè 25", Via Pasubio
«Altri 2 anni di cantiere non li reggo. Mi sono dovuto vendere la casa, ma purtroppo non basta per pagare i debiti. Ho finito per rivolgermi agli strozzini».
Bar tabaccheria "Caffè 25", Via Pasubio
«Altri 2 anni di cantiere non li reggo. Mi sono dovuto vendere la casa, ma purtroppo non basta per pagare i debiti. Ho finito per rivolgermi agli strozzini».
Valentina Raso
Telefonia "Cellular shop", Via Melchiorre Gioia 137
«Da un giorno all’altro ci siamo ritrovati con un recinto costruito davanti all’ingresso del nostro negozio. Nel giro di poche settimane c’è stato un calo di vendite del 40%. Non ci dicono quando termineranno i lavori, c’è chi dice due anni, c’è chi dice tre».
Telefonia "Cellular shop", Via Melchiorre Gioia 137
«Da un giorno all’altro ci siamo ritrovati con un recinto costruito davanti all’ingresso del nostro negozio. Nel giro di poche settimane c’è stato un calo di vendite del 40%. Non ci dicono quando termineranno i lavori, c’è chi dice due anni, c’è chi dice tre».
Luciano Troiano
Edicola, via Comasina
«Io rinuncio, ho messo in vendita il negozio. L’affitto non si paga più. Con la chiusura della strada per i lavori di costruzione del prolungamento della metro 3 è finito il passaggio delle auto dal quale proveniva la maggior parte della clientela».
Edicola, via Comasina
«Io rinuncio, ho messo in vendita il negozio. L’affitto non si paga più. Con la chiusura della strada per i lavori di costruzione del prolungamento della metro 3 è finito il passaggio delle auto dal quale proveniva la maggior parte della clientela».
Aziz Nevin
Panificio "San Giorgio", via Comasina
«L’incasso si è dimezzato. Difficile far fronte alle spese per mantenere l’attività. Spesso è persino difficile svolgere il lavoro quotidiano: a volte l’acqua manca o arriva sporca a causa dei lavori in corso».
Panificio "San Giorgio", via Comasina
«L’incasso si è dimezzato. Difficile far fronte alle spese per mantenere l’attività. Spesso è persino difficile svolgere il lavoro quotidiano: a volte l’acqua manca o arriva sporca a causa dei lavori in corso».
a cura di Diana Garrisi
e Corrado Fumagalli
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