Il percorso (accidentato) delle tesi universitarie
Campeggiano in bella mostra sullo scaffale più in vista della sala, stanno nascoste in un cassetto in fondo all’armadio, o piano piano, migrano dalla sala al cassetto. O, ancora, prendono un po’ di polvere nell’ufficio del nostro relatore e qualche volta riescono perfino a farsi stampare da una vera casa editrice e a spiccare il volo verso altri scaffali. Ma che fine fa fare l’Università alle nostre tesi di laurea?
Per quanto riguarda le tesi quadriennali (vecchio ordinamento) e magistrali, queste vengono conservate in appositi magazzini a cura dell’Archivio tesi della Divisione Coordinamento Biblioteche dell’Università, e sono consultabili presso gli uffici dell’archivio, in via Festa del Perdono (vedi box). Nei magazzini gli elaborati sono custoditi in formato cartaceo, per le pubblicazioni prodotte fino al 1989, e in microfiche, per quelle prodotte fino ad oggi. Per disposizione degli organi accademici non vengono invece conservate le tesi triennali, la cui presenza è attestata esclusivamente dai verbali delle discussioni di laurea. La decisione degli organi accademici non sorprende se si pensa alla quantità di pubblicazioni che ha portato la Riforma Universitaria del ’99, entrata in vigore nel 2001/2002: i soli laureati della Facoltà di Lettere e Filosofia, che nel 2002 erano poco più di 1300, sono passati ad essere, nel 2007, quasi 2680. Un incremento di più del doppio che, come abbiamo direttamente constatato, ha creato non poche difficoltà: dalla carenza di aule adeguate a contenere con dignità tutti gli studenti, agli appelli sovraffollati che arrivano a far durare gli esami anche due settimane, senza dimenticare le diverse biblioteche e aule studio, impraticabili negli orari di punta.
Tralasciando la complessa riqualificazione degli esami in termini quantitativi –per cui la sensazione diffusa è che laurearsi ora equivalga più o meno a raccogliere i bollini del supermercato- e rimanendo nell’ambito degli elaborati finali, è indubbia la loro svalutazione, sia da parte degli studenti che dei docenti. In 50-60 pagine, comprensive di un paratesto spesso non indifferente, il valore scientifico della tesi di primo livello, per quanto meritevole possa essere, scade nettamente rispetto al passato, finendo per diventare quasi una perdita di tempo. Un intoppo per chi ha intenzione di proseguire con una laurea specialistica e un testo in più da correggere per i professori.
Emblematico in questo senso il caso di Napoli, dove alcune tesi della Facoltà di Economia Aziendale dell’Università degli Studi Parthenope, destinate allo smaltimento, sono finite lo scorso febbraio in un cassonetto, ironia della sorte, proprio davanti la sede di discussione delle lauree stesse. Che la colpa del misfatto sia dell’inefficienza della ditta appaltatrice, come ha sostenuto l’Università, non ci impedisce di pensare all’abbandono delle tesi nel mare magnum dei rifiuti napoletani come ad un inconscio segnale dell’ “ottima” considerazione di cui godono i frutti del lavoro universitario.
Uffici Archivio Tesi della Divisione Coordinamento delle Biblioteche Via Festa del Perdono 7, entrata dal lato sinistro del Cortile d’onore Orari: lun-ven 9.00-12.00, 14.00-16.00 Tesi di laurea: Sola consultazione Autorizzazioni: - autorizzazione scritta dell’autore della tesi (a cura dell’Archivio Tesi); - autorizzazione scritta del Preside della Facoltà presso la quale la tesi è stata discussa (a cura del richiedente e su modulo da ritirare presso l’Archivio Tesi); - autorizzazione scritta del relatore qualora il richiedente stia compilando la propria tesi (a cura del richiedente). Tesi di dottorato: Sola consultazione Ulteriori informazioni: http://www.unimi.it/ateneo/19622.htm |
Di contro, elidendo generalizzazioni eccessivamente negative, alcune università (ad esempio a Padova) da qualche anno hanno sviluppato progetti indirizzati verso la valorizzazione dell’impegno intellettuale degli studenti, come ad esempio la messa on line delle tesi stesse. A livello nazionale, il CNR e l’Inforav (Istituto per lo sviluppo e la gestione avanzata dell’informazione), in collaborazione con il MIUR, hanno sviluppato, dal 2005, un sistema documentale per la pubblicazione via web delle migliori tesi di laurea e dottorato delle Università che partecipano all’iniziativa (Politecnici di Torino e Bari, La Sapienza, LUISS e LUSMA di Roma, la Scuola di Dottorato del Politecnico di Milano, le Università degli Studi di Tuscia, Cagliari e Torino). Stando alla dichiarazione di intenti, il progetto PubbliTesi -consultabile sull’omonimo sito- si propone di “contribuire ad evidenziare il patrimonio di idee, creatività e ricerca, contenuto nelle migliori Tesi, ed a collegarlo con il tessuto sociale e produttivo del Paese, anche in relazione agli attuali scenari di competitività globale”.
Aspirazione meritevole, quantomeno per la concezione dell’università come luogo aperto alla società e non come compartimento stagno. Per quanto concerne il nostro Ateneo, il progetto di digitalizzazione delle tesi è ancora in studio di fattibilità: l’onere economico non è indifferente.
Nel frattempo, incuriositi dalla possibilità che esista un dopo oltre l’Università, abbiamo sbirciato nell’elenco dell’archivio delle tesi alla ricerca di qualche titolo originale. Il risultato, dai risvolti anche molto divertenti, verrà pubblicato sul prossimo numero di Vulcano.
Giuditta Grechi e Roberto Moscardi
Ecco qua un collegamento a Padua@thesis, l'archivio digitale delle tesi citato nel testo: http://tesi.cab.unipd.it
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