Per un sistema universitario trasparente assicurare la preparazione, il diritto allo studio, una valutazione giusta, dovrebbe essere il principio fondamentale di ogni esperienza didattica.
Tale trasparenza a volte viene macchiata da tracce di illegalità ed evasione, in un iter che parte da libri fantasma e si conclude con esami, sembrerebbe, troppo spesso a lieto fine.
Domanda: di cosa stiamo parlando?
Stiamo parlando dell’esame di Letteratura Tedesca (1 & altri CdL) e del Professore che detiene queste cattedre, il Vicedirettore del Dipartimento di Germanistica Fausto Cercignani.
Dialogando con molti degli studenti che hanno sostenuto l’esame, non poteva non essere evidenziato uno schema comune.
Lo studente (non frequentante il corso e non di linguistica) interessato a sostenere la prova di Letteratura Tedesca deve necessariamente concordare con il Professore Cercignani il programma d’esame. Durante questo incontro se ha una proposta su qualche particolare argomento inerente la materia viene sollecitato ad esporla, altrimenti si affida al professore riguardo i testi utili per l’esame. In entrambi i casi, il docente consegna e firma il programma, indicando alcuni brani e saggi necessari per lo studio. Il professore è anche così gentile da informarlo che alcuni di questi libri, essendo di difficile reperibilità, sono, ancora imballati, disponibili nel suo ufficio. Quindi, si offre di vendere i testi allo studente il quale, nella generalità dei casi, accetta di buon grado. Il giorno dell’esame, il candidato consegna il programma concordato e firmato da Cercignani, il quale gli rivolge le domande di rito. Proviamo ad analizzare i fatti più da vicino.
Come mai i testi sono di così difficile reperibilità mentre il nostro professore ne ha più copie, ancora imballate, nel suo ufficio?
Risulta chiaro che questi libri vengono venduti agli studenti, direttamente dal docente, al “prezzo di copertina” in mancanza di una qualsiasi specie di fattura.
Uno studente di lettere mi racconta:
“Ciao, sono XXXXX, per la vicenda di Cercignani questo è il riassunto:
Era la penultima settimana di gennaio quando, informato di un esame “fuffa” da superare, mi sono recato al ricevimento del professore Cercignani. Un esame “fuffa” è un esame per il quale studiando poco si ottengono voti abbastanza alti. Il professore Cercignagni occupa la cattedra di Letteratura tedesca presso la statale sezione germanistica. Io, dopo aver aspettato il mio turno (al suo ricevimento c'è sempre la coda: gli studenti sono attirati dagli esami “fuffa”), mi sono consultato con il professor Cercigniani per concordare un programma d’esame relativo al mio piano di studi (lettere).Il professore, senza nemmeno aver approfondito la mia collocazione all'interno del ramo letterario, si è affrettato a prendere il suo programma e a cancellare tutta la bibliografia li scritta. Sopra ha scritto a sua volta il mio nome e cognome e il programma sostitutivo da studiare per l’esame. In tutto quattro manuali dei quali mi avrebbe detto solo successivamente (nel caso li acquistassi) quali pagine studiare. In seguito, su un altro foglio di carta, ha scritto in fila il prezzo di ogni libro e sotto la somma. Dopo aver scalato da questa la percentuale che solitamente la CUEM (libreria interna all'università) detrae come sconto agli studenti, il professore, mostrandomi il foglio, mi ha chiesto la cifra di 64€ (per un esame da sei crediti). Io, sconcertato della velocità con la quale aveva sbrigato il tutto e per il fatto che, così su due piedi, mi domandasse dei soldi, ho chiesto al professore dei metodi alternativi per reperire i testi (prenderli in prestito alla biblioteca, comprarli di seconda mano, acquistarli in una libreria competente). Il professore Cercignani, prima ha riposto nel cassetto il foglio contenete il conto della somma da dare, poi ha tentato di persuadermi a tornare un'altra volta con i soldi, perché riteneva che i libri da lui forniti per sostenere (e superare) l'esame fossero introvabili fuori dal suo ufficio. Io ho insistito perché lui mi desse la possibilità di ricopiare i titoli (visto che anche il foglio del programma era stato nascosto nel cassetto). Alla fine me li ha fatti ricopiare, dicendomi, però, che le pagine da studiare le avrei concordate con lui solo dopo aver acquistato i libri. Salutai il professore con la promessa di ritornare con i soldi e andai alla CUEM. Lì trovai i libri di Cercignani per giunta usati. La settimana dopo ritornai al ricevimento per concordare le pagine da studiare, e il professore mi disse che i testi per l'esame non erano più quelli che mi aveva lasciato trascrivere ma che , per mancanza di fondi, i libri erano degli altri. Così io mi procurai 64€ e comprai i volumi. Appena consegnati i soldi il professore li mise in una busta con su scritto il mio cognome, e aggiunse un ok più firma sul foglio compilato con il programma, dicendomi di portarlo all'esame. Quando mi presentai all'appello il professore interrogava da solo, senza assistenti o altro. Mi fece due domane, una delle quali a scelta. Mentre rispondevo alla seconda, mi scrisse il voto sul libretto. Un trenta. Presentandomi all'appello riscontrai, inoltre, che tutti coloro i quali, come me, dovevano sostenere un esame da sei crediti avevano pagato al professore 64€ per la bibliografia e tutti avevano raggiunto come voto finale trenta, alcuni addirittura con lode. Ottenuto anche io il trenta, salutai il professore e mi recai alla CUEM (che compra i testi usati degli studenti) per vendere a mia volta i libri. La CUEM, inspiegabilmente mi disse che non li potevano comprare, almeno per quella sessione dell'anno. Questo è quanto accadde.”
Dinamiche sospette
Elemento ancora più interessante è che non si sa da dove vengano questi libri, né chi li stampi. L’editore è la Cuem., ma non si tratta di una semplice edizione Cuem. Un’edizione Cuem presenta un tipo di formato riconoscibile, quella dei libri in questione ne ha un’altro (beh, è vero il formato può cambiare). Un’edizione Cuem è stampata dalla “Global Print”, invece la tipografia di tali libri rimane sconosciuta. Il perché in qualsiasi testo venga indicato, con delle formule base, chi stampa il libro (stampato da …, stampato su carta … da … , stampa: …) e che questi volumi, utili per l’esame di Letteratura Tedesca, non abbiano una simile dicitura, resta un mistero.
Inoltre, questi stessi testi, una volta utilizzati, non potranno essere rivenduti e quindi essere ricomprati come usati. Parlando con un lavoratore della Cuem, scopriamo che tali libri non vengono “acquistati” poiché non c’è richiesta da parte degli studenti. Eccezione a questo la fanno i tomi delle ultime annate (del 2005,del 2006) segnalate nel programma in corso del Professore Cercignani. Ma delle tante persone con cui ho parlato, pochi hanno dovuto comprare dei libri dell’ultima annata. La maggior parte ha utilizzato edizioni (di “Prima Stampa”) del 1999, del 2000, del 2001, del 2002, del 2003, del 2004.
Tra l’altro, cercando qualche informazione su internet, scopro che esistono interi forum che discutono di questo argomento.
Per esempio: (da www.studentistatale.it) A e B
A: fermi tutti.
io non so una parola di tedesco a parte weiss bier.
vado da Cercignani, mi vende dei libri(se non ho capito male x la modica cifra di 60-80 euro)io studio qualche saggio e l'esame si passa?
XXX mi conferma che l'esame di letteratura straniera x lettere si passa cosi?
wowwwwwwwwww
B: no aspetta. non è proprio così.
ok, tu non sai una parola di tedesco a parte weiss bier.
ok, tu vai da Cercignani e ti vende i libri.
e poi stop però!
tu ti presenti (avendo letto mezza pagina di un saggio mentre aspetti che firmi il libretto alle 350 persone prima di te), ti fai firmare il 30 e lode che ti è costato 80 euro e poi torni a casa.
ciao!
ps. ti consiglio di fare questo esame solo se:
hai fretta di laurearti
o sei obbligato da qualcuno a fare l'università e non ne hai alcuna voglia
o ti sei già venduto l'anima al diavolo e perciò non rischi alcun tracollo di coscienza, nè di autostima.
Delle decine di studenti con cui ho parlato, tutti raccontano la stessa storia, nessuno ha stipulato una sorta di contratto di compravendita denaro-merce, tutti hanno ottenuto un voto alto.
A questo punto, dopo tante letture ed interviste, decido di verificare di persona se quello che mi è stato detto è vero o se si tratta di un altro lamento gratuito degli studenti. Arriva il giorno del colloquio. Comunico al docente che vorrei sostenere il suo esame, che sono della facoltà di.., e che mi piacerebbe occuparmi di.., ed in questo lasso di tempo il professore è li che cancella , scrive e si appunta su una copia del curricula d’esame il “mio” programma. Poi mi dice che ha una “proposta”(che non potrei rifiutare) e cioè di ordinare i testi da lui, il quale li potrebbe fare arrivare senza problemi (poi scoprirò dell’esistenza di scatoloni interi di libri sigillati nella biblioteca). Io chiedo: “ma è possibile trovarli in Cuem o da qualche altra parte?”. Il professore risponde che in Cuem dovrei “aspettare” e che tra l’ordine dei libri e il loro arrivo perderei un sacco di tempo, mentre qui a Germanistica potrei ritirarli subito o il venerdì successivo. Nonostante ciò, chiedo di poterli cercare in giro prima di comprarli da lui. Allora il professore, gentilmente, riscrive l’elenco dei libri necessari per l’esame su un post-it e me lo consegna, inserendo il programma concordato nel primo cassetto della sua scrivania. Mi dice di avvisarlo nel caso in cui non dovessi trovare i libri: al massimo ci può pensare lui. Solo quando avrò tutti i testi mi riconsegnerà il foglio del programma concordato, tanto per non incorrere in qualche pasticcio al momento dell’esame.
Continuando la ricerca e parlando con molti studenti che hanno sostenuto questo esame, scopro che esistono due standard di accesso:
6 crediti: 64.00€ per 4 libri;
9 crediti: 84.00€ per 6 libri.
(I testi: Studia Austriaca n°, Studia Theodisca n°, saggi e studi vari, tutti riportanti il codice identificativo isbn 88-7090-xxxx)
Naturalmente senza fattura Naturalmente i libri vengono acquistati dal professore perché è l’unico ad averli e, sostanzialmente, è l’unico a venderli (se escludiamo le poche copie che ci sono in Cuem e i passa mano da studente a studente).
Inoltre, confrontando il numero degli studenti che sostengono un esame di una qualsiasi letteratura (durante l’appello dell’aprile scorso), si palesa un dato eloquente.
Letteratura Inglese 1: Prof. Rossi n°18 studenti …………………………..Prof. Paschetto n°17 studenti …………………………..Prof. Iannaccaro n°21 studenti
Letteratura Francese 1: Prof. Modenesi n°17 studenti
Letteratura Russa 1: Prof. Rossi n°20 studenti
Letteratura Italiana 1: Prof. Cabrini n°51 studenti ………………………....Prof. Spera n°45 studenti …………………………Prof. Mari n°18 studenti …………………………Prof. Milanini n°4 studenti
Letteratura Tedesca 1: Prof. Cercignani n°157 Studenti
(dati del 10 aprile 2007)
Infine, sostando davanti all’ufficio del Professore durante il suo orario di ricevimento, è sempre possibile incrociare numerosi studenti che ne escono con dei libri nuovi di zecca. In questi frangenti ho ascoltato anche degli studenti lamentarsi del fatto che “la Voce” la conoscevano in troppi e che si poteva rischiare di non poter dar più un esame del genere. Incredibile!
Facendo presente che negli ultimi appelli il docente avrà esaminato circa 500 studenti, ci rendiamo conto che le dinamiche legate alla reperibilità del materiale inerente l’esame di Letteratura Tedesca (1 & altri CdL), curato dal prof. Fausto Cercignani, sono a dir poco misteriose dal punto di vista economico e fiscale. Un circolo di denaro di cui non esiste una prova scritta, una fattura, uno scontrino, niente, se non una voce che gira tra i corridoi, tanti studenti che ne parlano, si lamentano (pur essendo carburanti primi del sistema opaco) e incrementano la media.
a cura di Aramis
L'INTERVISTA
“E’ certamente possibile che per tale questione si interessino quelli di striscia o delle iene”. “Siamo in maggioranza iscritti di filosofia. La “soffiata” riguardo questo esame deve essere giunta solo a noi”. Questo è il clima che ci accoglie al ricevimento del prof. Cercignani.
Fra gli studenti, le voci di un esame rapido e indolore circolano, incredibilmente insistenti, anche a pochi passi dallo studio del docente di Letteratura tedesca.
Incontrato nella sua stanza, Fausto Cercignani, vicedirettore del dipartimento di Germanistica, si apre alle nostre domande con cordialità e franchezza.
“Sapevo fin dall’inizio che vendere i libri non fosse una cosa giusta. Tuttavia il mio comportamento nasce dall’esigenza, per gli studenti non frequentanti, di reperire i testi per l’esame in poco tempo.
Avevo già stabilito che alla prima rimostranza avrei terminato con questo sistema, sbagliato ma necessario, e così da ora non venderò più alcun libro. In questo modo, tuttavia, chi vuole sostenere l’esame incontrerà certamente molte difficoltà nel rintracciare i manuali adatti. I volumi normalmente ordinati dalle librerie sono di tiratura nettamente maggiore rispetto ai testi che propongo io per l’esame di letterature tedesca.”
Alla nostra obiezione, verificata, che numerosi testi consigliati dal professore sono effettivamente disponibili presso la libreria universitaria Cuem, Cercignani risponde.
“Si tratta di un episodio fortunato. Gli altri studenti protestano perchè non trovano i libri.”
In ogni caso, il vincolo di emettere regolare ricevuta fiscale esiste per legge.
“Lo so, difatti, come le ho detto, non utilizzerò più questo metodo. Gli studenti si arrangeranno.
Così avrò anche meno lavoro. I miei ricevimenti sono sempre affollatissimi. Il mio spazio di ricevimento potrebbe concludersi in un paio d’ore. Invece, come vedete, sono qui da tutta la mattina.”
Ed in effetti il compito di un docente dovrebbe esaurirsi nell’aiutare lo studente insicuro, risolvendo i suoi dubbi e sciogliendo eventuali quesiti. L’attività di vendita dei testi, né richiesta né consentita ai professori, è riservata alle librerie.
Ma perché, considerata la difficile reperibilità (più che difficile, strana reperibilità: tanti libri disponibili nel suo ufficio, pochi presso le rivendite autorizzate) dei saggi da studiare, e dal momento che dei sei libri venduti per un esame da 9 crediti (al prezzo di 84 euro circa) fanno parte del programma soltanto brani ridotti, non può essere pubblicata una dispensa che raccolga tutti gli scritti in un unico testo?
“Non è fattibile perché questi libri hanno un valore globale e trovano diffusione non solo fra gli studenti. Inoltre, avere un volume completo, rispetto al solito manualetto, è un vantaggio per gli stessi studenti. Comunque, i libri posso essere acquistati anche di seconda mano”.
Appare, tuttavia, singolare che il professore, dopo aver sottolineato le difficoltà nel rintracciare i testi, consigli di recuperare i volumi di seconda mano.
Le dinamiche certamente anomale che caratterizzano la reperibilità e l’acquisto dei tomi, l’alto numero di iscritti ad ogni appello (in antitesi alla scarsa affluenza per gli altri insegnamenti di letteratura straniera), l’impressione generalizzata che la prova sia poco impegnativa e il buon voto assicurato, nutrono la voce e il pensiero di numerosi studenti che ritengono l’esame di letteratura tedesca più che semplice. “Fuffa” per l’appunto.
“L’alto numero di iscritti dipende anche dal fatto che, per il mio esame, non è necessaria la conoscenza della lingua straniera. Se uno studente legge Goethe, perché lo interpreti, non è necessario che parli il tedesco. In generale poi, gli studenti di lettere e filosofia sono più preparati rispetto ai pari di lingue. Hanno un approccio più consono al profilo saggistico della materia”.
Al quesito riguardo chi, concretamente, stampi i libri, Cercignani risponde: “Questo non lo so. Io curo solo la parte scientifica, teorica, dei manuali. Non so chi stampi concretamente i testi.
I libri vengono ritirati e trasportati nel mio ufficio da un camioncino, non quello della Cuem, che arriva a Milano dal luogo in cui i volumi vengono stampati. In ogni caso mi rendo conto che tale sistema possa essere frainteso. Per questo non lo farò più. Si ricreerà tuttavia il vecchio problema della reperibilità dei testi. Se gli studenti mi riferiranno delle difficoltà per trovare i libri io dirò loro di rivolgersi a Vulcano.”
Dopo aver ricordato al docente che l’impossibilità di vendere testi direttamente dal redattore al consumatore, in totale assenza di validi documenti fiscali, non dipende da un articolo del giornale universitario Vulcano ma da una importante legge dello Stato, ci congediamo.
Il professore Cercignani saluta, assicurandoci che abbandonerà definitivamente l’attività di libraio improvvisato. Tutto ciò, con la consueta cordialità.
a cura di Aramis e Gregorio Romeo
Ciao a tutti amici di Vulcano. Chi vi scriveè una neolaureata in filosofia (fresca fresca di 2 settimane :D) che risponde al nome di Giulia e che vi vuole sentitamente ringraziare per l'articolo dedicato a Cercignani. Tempo fa mi era giunta la voce di questo esame (parolone) e mi giunse proprio perchè un mio caro amico intendeva sostenerlo. Ovviamente io non ho mai minimamente pensato di sostenerlo, perchè amo la cultura e perchè penso chela nostra facoltà già non forma figure professionali, se uno poi si mette pure a pagare siamo a posto. Cmq, tornando al mio amico, io non gli manifestai apertamente la mia disapprovazione, mi limitai a un silenzio che lasciava intendere perplessità, ma la cosa si chiuse là. Qualche mese dopo mi parlò dello svolgimento dell'esame e del suo 30 e lode. Con molta tranquillità gli dissi che poteva superare gli esami anche prostituendosi se credeva, ma che faceva una figura migliore se non lo sbandierava ai 4 venti, soprattutto visto che parlava con un'amica e collega cheper prendere un 30 e lode i mesi passati si era fatta il culo. Da là giù santi e madonne, abbiamo poi litigato (e conseguentemente anche risolto), ma la cosa mi lasciò un retrogusto di schifo.
RispondiEliminaIl punto è che volevo chiamare striscia o le iene già da tempo, ma a parte un altro mio amico, tutti quelli che avevano avuto a che fare con quella cattedra mi dicevano "nooo, aspetta prima che mi laureo!" (ultimo episodio giusto giovedì scorso fuori dal mio relatore). Per questo sono contenta che ci abbiate pensato voi, almeno ora nessuno mi verrà a dare della stronza solo perchè vorrei un minimo di giustizia in questo sistema universitario già abbastanza fallato... ci rendiamo conto? Le persone che vorrebberocorrettezza sono additate come guastafeste e quelle scorrette come degli eroi, dei paladini della trasgressione. Ma fanculo a tutti va. Bravi, continuate così... vi stimo davvero.
A presto,
Giulia
E pensare che molte studentesse invece di pagare, la danno magari per un 30...
RispondiEliminaQuesto dovrebbe essere giornalismo d'assalto?
RispondiEliminaIo faccio il giornalista e lo studente:
Per prima cosa, quando scrivo i miei articoli non diffamo nessuno! Anzi spero che l'avvocato del professore,riscontri gli elementi per una bella querela così poi qualcuno si diverte quando deve pagare migliaia di euro per danni morali!
In secondo luogo, sono uno studente e di certo non faccio parte della manica di rastoni o pseudo intellettualoidi che passa il tempo a fumare di tutto, scrivere e diffondere volantini per la libertà del proletariato e ad insultare la gente che non la pensa come loro...
Pensate a studiare invece di scrivere certi articoli che di inchiesta hanno ben poco!
Leggendo l'articolo mi pare perlomeno difficile trovare diffamazioni al professore. Semmai fatti corroborati da testimoni. Questo non ti sembra giornalismo? Beh, è sempre bello trovare chi la pensa in maniera diversa...Poi sul pensare a studiare...beh è un invito condivisibile...ma cosa c'entra?
RispondiEliminaCredo che il professore si sia degnamente difeso da solo.Penso anche che sia necessario conoscere tutte le vicende prima di sparare a zero su una persona;conosco molti ragazzi che sono stati respinti all' esame.Se si vuole puntare l' accento sull inganno al fisco..beh...in italia non e' il solo....ma dal punto di vista didattico e' inattacabile.Chiunque potrebbe benissimo studiare lo stesso per quell' esame e meritarsi il voto elevato...spero davvero che coloro che hanno sollevato il polverone non abbiano scheletri negli armadi...altrimenti...beh sarebbero ipocriti....magari sono gli stessi che copiano esami scritti o si portano i bigliettini....ma facciano il piacere e si laureino entro i tempi.....
RispondiEliminaRiferisco la mia esperienza con il prof. Cercignani, sempre riguardante le sue pubblicazioni CUEM. Sono laureato da diversi anni in letteratura tedesca e circa tre anni fa inviai al professore un mio articolo di tematica austriaca chiedendogli se potesse interessare per la rivista "Studia austriaca".Il professore mi rispose parecchi mesi dopo dicendo che l'articolo era stato accettato dalla rivista ma che a causa di "gravi incongruenze" tra il mio dattiloscritto e le regole tipografiche della rivista, si era dovuto far fronte a "notevoli spese" per poter uniformare il mio articolo alle regole tipografiche della rivista e quindi per poterlo pubblicare. Premesso che l'articolo era scritto in italiano e non in alfabeto cirillico e premesso che ho collaborato a numerose riviste italiane e tedesche senza che si siano mai verificati questi peraltro inspiegati "problemi tipografici", confesso di essere rimasto allora assai stupito dalla strana risposta del professore (che sembrava di fatto essere una neanche tanto velata richiesta di denaro).La vicenda si concluse lì, poiché ritirai l'articolo e lo pubblicai altrove. Dopo aver letto l'articolo su "Vulcano Statale", comincio a capire che cosa ci fosse dietro a quella strana risposta...
RispondiEliminaincredibile.. complimenti per il coraggio dell'intervista..
RispondiEliminaMeravigliosi.
RispondiEliminaCari miei rastoni-pseudo intellettualodi-fumati-proletari, siete stati meravigliosi.Non potevo non dirvelo...
Giganteschi complimenti da un ex vulcaniana che sempre vi segue.
Claudia
Beh sant'iddio per fortuna qualcuno dice qualcosa. Anche se il vostro articolo mi ha messo un' enorme tristezza: voi siete stati bravissimi, ma la tristezza soggiunge vedendo e sapendo che nessuno farà nulla.
RispondiEliminaPer il nostro amico più sopra:
1.in italia-studi un po' di diritto-il costume non è annoverabile tra le fonti del diritto, quindi possono pure esserci 59 milioni di italiani evasori fiscali ma finché c'è la legge..
2. sono profondamente convinto che tu sia anonimo perché in realtà sei Cercignani. ahahahah
3. Noi (scusate ma il pathos mi induce una certa identificazione) andremo a studiare, tu rinuncia definitivamente perché sembri proprio essere più portato per l'agricoltura (cn tanto rispetto per i braccianti)
cmq viva viva le studentesse che la danno...un po' di fyga non si nega neanche ai baroni dell'università che non la vedono dai tempi in cui vivisezionavano i cadaveri con Lombroso per esperire teorie anatomo-criminologiche
RispondiEliminabella inchiesta! bravi
RispondiEliminaGli ipocriti che pensano che ristabilire la giustizia in università dipenda da fattori come questo sono patetici.
RispondiEliminaPer prima cosa: di comportamenti "non corretti" ne ho visti parecchi in questi anni (da chi faceva ripetere un esame dopo una sola risposta non convincente, a chi fumava durante un appello, a chi per 6 cfu assegnava 3000 pagine di materiale, a chi rompeva le palle ai non frequentanti, a chi agiva secondo criteri totalmente uterini, a chi misteriosamente non faceva un appello, per non dire dell'università che ogni anno alza le tasse vertiginosamente pur senza un aumento vertiginoso di stipendi o di posto per ricercatori).
Detto questo, la relatività degli esami "fuffa" è un'altra legge non scritta di cui si viene a conoscenza dopo breve permanenza in questo ateneo:
ogni nerd, post-liceale ed ipocrita che si rispetti tende a definire un esame dato una boiata ("una cazzata""l'ho studiato in una settimana""facilissimo"etc.)
rigorosamente dopo averlo passato
con alti voti. Ci sono esami che dovrebbero essere seri e non lo sono, e altri che passano per esami fuffa e sono invece esami normalissimi: ognuno deve farsi la propria opinione e sopratutto un esame deve essere valutato per quanto ci ha dato culturalmente ed umanamente.
Anche perchè ogni esame, difficilissimo o "fuffa" viene comunque dimenticato nel giro di un anno se non lo si studia frequentemente.
Quindi va bene muoversi ed indagare sui particolari, ma prima ci sono parecchi problemi di carattere macroscopico che meritano attenzione.
Aspetto altre inchieste.Serie.
"3. Noi (scusate ma il pathos mi induce una certa identificazione) andremo a studiare, tu rinuncia definitivamente perché sembri proprio essere più portato per l'agricoltura(cn tanto rispetto per i braccianti)"
RispondiEliminaMa vai tu a zappare la terra, banale individuo, sempre che ti assumano.
Ma sicuramente con la tua laurea fatta di esami intoccabili punterai a ben altre posizioni.....
secondo me il problema non è tanto il fatto che Cercignani venda libri direttamente (e non facciamo i moralisti per la fattura che non importa a nessuno)per rendere più semplice la reperibilità dei testi (chi non vorrebbe avere i testi tutti e subito senza dover fare peregrinazioni per biblioteche e librerie varie). il problema vero sono le modalità d'esame, i voti "poco variabili" che permettono allo studente di studiare poco e male. credo che nessuno avrebbe detto nulla se Cercignani avesse osservato delle regole d'esame "normali". anzi tutti avremmo lodato un professore che si prodiga per gli studenti procurandogli i testi e dandogli la possibilità di concordare gli esami.
RispondiEliminaLa vendita dei libri da parte del prof. Cercignani risale a molti anni fa, quando ero studente negli anni Novanta. Naturalmente secondo le voci di allora.
RispondiEliminaMa facciamo due conti: 80 euro ad esame (ho conosciuto in treno due studenti che mi hanno raccontato la loro personale esperienza risalente al marzo di quest'anno) per dieci persone circa la settimana che lo concordano con lui (altra notizia facilmente reperibile tra gli studenti), fanno circa 800 euro. Se moltiplichiamo questo importo per 4 settimane, fanno quasi 4.000 euro al mese. Esentasse. Tutti in tasca sua (e lui, questi libri, li ha ottenuti gratuitamente, dal momento che in ciascuno di essi, a quanto ho visto tramite i due studenti di cui sopra, è contenuto almeno un suo scritto o comunque scritti di colleghi, anche non necessariamente di questa Università, che cordialmente gli avranno certamente regalato qualche copia dei loro libri, come si usa fare).
Roba da galera. E l'Università, come al solito, fa finta di niente. Aprirà, se tutto va bene, un'inchiesta interna che finirà nel nulla.
E poi licenziano il pubblico dipendente che fa una telefonata a casa.
Beh, ma li avete visti i libri??? Tutti di almeno venti, trent'anni fa, che vengono venduti a 15-20 euro!!! E costavano anche 1.200 lire!!! Per forza non si trovano in giro! Sono fondi di magazzino!
RispondiEliminaio nn sapevo dell'esame fuffa, ho preso i libri, ho studiato come dovevo e ho portato a casa un 30 e lode....forse sn una delle poke che se lo meritava davvero :-)
RispondiEliminaquanto agli esami fuffa sn dappertutto, ho alle spalle 1 triennale al politecnico e anche li dove le materie sn scientifiche e di mero calcolo qualcuno faceva il furbo e vendeva esami. brutto dirlo ma: chi vuole il 30 vada, chi è scandalizzato nn vada,ma nn metta nei guai gli altri.
della serie: ognuno si faccia i fatti suoi :-)
che grande inchiesta...complimenti
RispondiEliminafinalmente qualcuno dice le cose come stanno... non solo per il fatto dell'esame fuffa per quelli di filosofia, ma anche per noi germanisti! non è affatto giusto che basti presentarsi da non frequentanti per ottenere un 30 assicurato e pagato, mentre se si fa l'esame con l'assistente del prof si sudano ottanta camicie sul manuale di letteratura...
RispondiEliminaniente da dire per la gentilezza di cercignani, ma anche il racconto di questi libri che arrivano su un camioncino e non si sa dove vengano stampati sa più di narcotraffico che di università!
ottima inchiesta! bravi!
RispondiEliminaGRANDI!!!!! GRANDIIIII!!!!!!!
RispondiEliminaadesso il grandissimo fa comprare i libri in Cuem, e dopo aver dato l'esame mette un piccolo segno nella bibliografia, in modo da poter capire se un altro studente ricompra il libro!!!
RispondiEliminaCambiata la modalità ma la truffa rimane!!!!
Be', pare che la vicenda sia assurta agli onori della cronaca, altro che diffamazione! Certo, che conformismo tra gli studenti. Possibile che a nessuno sia venuto in mente di denunciare la cosa? Altro che inchiesta interna, dovreste farlo cacciare...
RispondiEliminaAvevo letto di questa cosa su Repubblica, una decina di giorni fa. Ora leggo - in ritardo - questo post. Io mi sono laureato con Cercignani nel 1995 (era il mio relatore) e ho iniziato l'Università nel 1989. Ero specialista di lingua e letteratura tedesca. Già il primo anno vendeva il suo libro di testo. Però va detto che il libro era di una casa editrice tedesca - e davvero di difficile reperibilità - e che comunque il professore non impediva a nessuno di presentarsi con un libro usato. Forse con l'età è diventato più avido, non lo escludo. Va detto però che a noi specialisti i voti non li regalava. Al contrario, libro o non libro (era "Existenz und Heldentum bei Christa Wolf"), bocciava che era un piacere: l'esame era strutturato in tre parti. La prima consisteva in una prova orale di lingua tedesca con il lettore, a cui Cercignani presenziava, muto, pur avendo lui l'ultima parola. Ed era su questo che quasi tutti cadevano. Arrivammo in pochissimi al quarto anno.
RispondiEliminaOra non capisco che cosa gli sia successo.
Ho dato l'esame di Letteratura tedesca con Cercignani abbastanza di recente, non mi ha venduto i libri( li ho presi in CUEM), ho studiato un programma normale e anche piuttosto interessante. Il trenta e lode me l'ha dato perchè l'ho meritato. A me è sembrato tutto regolare... E cmq è stato uno dei pochi esami in cui la quantità di materiale da portare all'esame era proporzionale al numero di crediti acquisiti.
RispondiEliminaho dato l'esame di recente.... non dà a tutti 30... io ho preso 30 e lode... ma vi assicuro che non è una persona scorretta e che valuta la tua performance per come vai sul momento... i libri "ora" li acquisti in Cuem, o comunque non direttamente da lui... in ogni caso l'esame e le domande sono serissime e ognuno merita ciò che merita... l'argomento è anche interessante..e scrive molto bene
RispondiEliminahttp://vulcanostatale.blogspot.com/2007/07/su-un-noto-blog-letterario-di-cui-vi.html
RispondiEliminaQui la risposta, assai condivisibile, del nostro ex-direttore!
io i libri li ho comprati alla cuem...ho preso 30..e non ha messo nessun segno sulla bibliografia
RispondiEliminal'esame è consistito nell'esposizione di un argomento a scelta e poi in una domanda su un secondo testo. il voto è stato 30 e lode. ma durante l'appello circolavano numerosi 26, 27 e qualche 28 (soprattutto agli studenti di lingue). i libri li ho acquistati a sesto rondò. ho studiato per questo esame senza tenere particolarmente conto delle dinamiche che mi sono state descritte da miei compagni. direi che bisognerebbe maggiormente approfondire per capire meglio le dinamiche di questo appello d'esame
RispondiEliminaOggi ho dato l'esame con Cercignani e mi ha interrogata seriamente,il professore mi ha fatto molte domande e mi ha dato 27.Altre due ragazze hanno preso 25 e una persona un 23.Non so realmente cosa succedesse prima ma ora l'esame con cercignani è un classico esame senza nessun tipo di stranezze
RispondiEliminatutto cambia per rimanere tutto uguale...
RispondiEliminaora la truffa passa per la mimesis...