Sull’intervista di Prodi in cui definisce Prc e Pdci “Folkloristici e innoqui” si è sollevata l’ira composta di Fausto. E meno male che fu proprio il capo del governo a dare la striglia ai propri ministri, i quali appena insediati cominciavano a rilasciare dichiarazioni a ritmo vertiginoso, che neanche le telefonate di Moggi. Ad ogni modo il prode Prodi rettifica; dice di essere stato frainteso: cosa abbastanza comune tra i premier italiani, come spesso ci ricordava Silvione. Elogia il “grande lavoro della coalizione di cui fanno parte a pieno titolo e con persone di valore Comunisti italiani, Rifondazione comunista e Rosa nel Pugno". La Rosa nel Pugno è citata preventivamente, perché non si è mai troppo prudenti, tutto può succedere: un rigurgito di Atlantismo esasperato, una piazzata a distribuire hashish.
Io penso in realtà che non sia stato affatto frainteso: un antico democristiano come Prodi abituato a confrontarsi con dirigenti del Pci di diverso valore, non può che considerare “folkloristici e innocui” le costolette che da quel partito hanno derivato il nome. Certo sempre meglio della Lega che oltre che folkloristica è anche pericolosa.
Ma forse Prodi sbaglia a definirli “innocui”: non lo sono, o almeno nessuno lo è tra i partiti dell’Unione. Qui quando meno te lo aspetti il più insospettabile, il più mansueto ti toglie la sedia da sotto (si veda com’è andata in commissione difesa; nel “folklore” generale L’Italia dei Valori si accomoda sulla poltroncina con l’aiuto degli “innocui” post-fascisti). Insomma il caro Premier dovrebbe essere più cauto per non far arrabbiare nessuno. Nemmeno i Repubblicani Europei della Sbarbati, dei quali non si nulla tranne che hanno un potenziale di voti sterminato rivolgendosi a tutti gli europei repubblicani. Io comincerei a temerli.
Fabrizio Aurilia
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