13 giugno 2006

EDITORIALE GIUGNO 2006

E se cancellassimo davvero il valore legale della laurea?


Diciamola tutta: in dieci anni l’Università italiana è stata riformata, trasformata, strapazzata da Soloni di ogni colore.
Ma nessuno ha ancora fatto strike.
Forse perchè nella concezione nostrana eccellenza e concorrenza fanno a botte anzichè sposarsi.

O forse perchè certo pseudo-sessantottismo ci ha inculcato il dogma che l’istruzione deve essere tutta per tutti. E i risultati li vediamo. Aule straboccanti, fuoricorso endemici, servizi precari e disoccupazione garantita (per molti, per troppi).

Introdurre criteri di mercato nell’istruzione non è laida baratteria. Potrebbe essere il modo per amputare i rami secchi, defenestrare le baronie, grattar via la muffa. Forse così avremo atenei d’eccellenza per docenti eccellenti, ricercatori eccellenti e allievi eccellenti (con borse di studio garantite, chiaro).

- E gli altri? - osserveranno i buonisti. Beh, non è la scuola dell’obbligo.
Luca Gualtieri

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