16 luglio 2010

LONTANO DAGLI OCCHI

Due anni di "emergenza rom"


Maggio 2010. Sono passati due anni esatti da quando il ministro Maroni ha dichiarato l'“emergenza nomadi”. In seguito ai roghi di Ponticelli, il ministro aveva infatti stanziato un milione di euro per fronteggiare una “situazione di estrema criticità causata dalla presenza di numerosi extracomunitari irregolari e nomadi”. Sono seguiti i censimenti, proposte discutibili come la possibilità di rilevare le impronte digitali ai minori e gli sgomberi. Numerosissimi e reiterati, tanto che nella sola città di Milano i nomadi coinvolti sono stati centinaia. Recentemente, la cronaca si è concentrata in particolare sull'insediamento in via Triboniano, per i recenti scontri con le forze dell'ordine. “L'insediamento di via Triboniano è un pugno nello stomaco” Commenta Maurizio Pagani, vice presidente dell'associazione Opera Nomadi. “E' un grande ghetto sociale, abitato da circa settecento persone. Il grosso sbaglio è far passare l' idea che tutti i campi siano così per giustificare una nuova modalità d'approccio, non più basata sul riconoscimento dei campi come sedi di dimore, ma come una sistemazione temporanea”. L'ottica in cui si inserisce tale atteggiamento è la stessa che guida gli sgomberi degli insediamenti abusivi, così come i preparativi per la chiusura di quattro campi milanesi autorizzati. Sono passi verso l'eliminazione di tutti e dodici i campi comunali, alcuni presenti a Milano da decenni, in vista del make-over cittadino pre-Expo.

Entro la fine del 2010 quasi mille persone saranno i soggetti di un trasloco forzato. Resta da chiarire la meta.
“Fino a tre, quattro anni fa” Continua Pagani: “Sulla stampa i dati sull'entità degli insediamenti zingari apparivano decisamente gonfiati, per far percepire la situazione come una vera emergenza”. Ora invece è in corso il fenomeno opposto, si tende a minimizzare, a diminuire il numero degli insediamenti, così che le risorse vengano indirizzate ai pochi che il comune riconosce. Gli altri vengono come “cancellati”.
Si sta diffondendo una moda bipartisan: chiudere i campi nomadi. L'idea reclamizzata è chiudere i “ghetti” per offrire sistemazioni migliori, che offrano anche una migliore integrazione. “In realtà si tratta di una campagna di carattere demagogico” Osserva Pagani. Al di là delle motivazioni di carattere sociologico e culturale e quelle più banalmente veniali, il vicepresidente dell'associazione pone anche delle perplessità di carattere pratico: “Anche dove la popolazione rom si è stabilita in regolari abitazioni sussistono gravi fenomeni di emarginazione, si pensi per esempio alla zona del porto di Genova o a via Padova qui a Milano. Non è tanto il tetto che hai sulla testa, quanto la qualità della vita”.
Maurizio parla anche della gestione autoritaria con cui viene trattata la cosiddetta emergenza. Partendo dal presupposto che far rispettare un regolamento è un punto di partenza fondamentale, pone l'accento sulle modalità, in particolare sulle pratiche, a volte molto violente, che accompagnano gli sgomberi. “Spesso lo sgombero vero e proprio viene preannunciato dall'arrivo della polizia, che attua una serie di pratiche intimidatorie, tra cui la minaccia di togliere i bambini alle famiglie”. E il rischio di sottrazione dei bambini, per motivi più o meno validi, è in effetti elevatissimo.
Infatti la questione minori è uno degli aspetti che desta maggiore preoccupazione. Alla domanda se il diritto allo studio dei bambini viene in qualche modo considerato quando si prende la decisione di sgomberare un campo Maurizio Pagani rispondo in modo deciso: “Assolutamente no”.

Laura Carli

Opera Nomadi è una “associazione con finalità di solidarietà sociale e di tutela dei diritti”, nata a Bolzano nel 1963 e divenuta poi nazionale. Da allora si occupa di sottrarre all’emarginazione e inserire nella collettività gruppi di Rom e Sinti, promuovendo la loro partecipazione attiva alla vita politica, sociale e culturale tramite vari progetti, tra i quali un corso di sartoria e uno di cucina e la presenza di educatori e mediatori culturali nelle scuole per seguire l’educazione dei minori.

Contatti: www.operanomadimilano.org

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