120 opere per riscoprire il grande artista francese
Il comune di Legnano, nella cornice di palazzo Leone da Perego, ospita la più importante retrospettiva mai realizzata in Italia sul grande artista francese, vissuto nella seconda metà dell’800. La mostra Rodin. Le origini del genio, in corso fino al 20 Marzo, intende ripercorrere la carriera del pittore e scultore attraverso una serie di opere (120 tra disegni, sculture e dipinti inediti) che raccontano la produzione di Auguste Rodin dagli esordi nel mondo dell’arte, fino ad arrivare alla massima espressione del suo percorso stilistico, incarnato dalla famosa Porta dell’Inferno.
In evidenza il passaggio dal Rodin ancora legato ad un’espressione borghese dell’arte, alla metamorfosi nell’artista “moderno” che unisce sperimentazione a monumentalità; un cammino attraverso pittura e scultura.
La mostra si apre infatti con le opere giovanili, risalenti al 1854, quando l’artista era studente della «Piccola Scuola» dove acquisì una solida formazione tecnica basata sul disegno e sulle arti decorative. Accanto a ritratti di familiari e amici, ancora di gusto tradizionale, spiccano i busti in bronzo e in marmo de L’uomo dal naso rotto, ritenuto da Rodin stesso la sua prima vera scultura. Si prosegue poi con una serie di dipinti, concessi per la prima volta all’Italia dal Musée Rodin di Parigi. La parentesi pittorica dedicata allo studio del paesaggio in Belgio ricorda la tradizione di maestri come Corot e Courbet ed è fondamentale per gli studi dell’artista sulla luce e lo spazio, utilizzati successivamente nella scultura.
Se nel corso della sua produzione artistica Rodin ha cercato il favore della critica e dei circoli artistici francesi, non ha tuttavia rinunciato a formulare un proprio linguaggio, in bilico tra equilibrio classico ed una moderna monumentalità, che lo renderà spesso ostile proprio a quel mondo accademico di cui egli ambiva a far parte. Gli elementi innovativi che caratterizzano l’opera più matura di Rodin sono però gli elementi che più affascinano lo spettatore di oggi.
L’esposizione di sculture quali L’eta del bronzo e San Giovanni battista, un cambio di rotta rispetto al lavoro precedente, cariche di una grande forza evocativa unita alla lezione di maestri classici (primo tra tutti Michelangelo), sembrano tutte preludere all’opera centrale nell’esperienza artistica di Rodin: la Porta dell’Inferno. Il suo talento viene finalmente riconosciuto dagli esponenti più influenti del mondo dell’arte, tanto da indurre lo Stato a commissionare a Rodin la porta per il museo delle arti decorative di Parigi. La Porta diventa una fucina di sperimentazione per l’artista, il quale si misura con la forza dell’opera michelangiolesca, rintracciabile nei contrasti di luci ed ombre e nella possente struttura dei corpi.
È qui che lo spettatore si ritrova ad ammirare con stupore gli studi dei personaggi danteschi, protagonisti della porta. Il bacio apre la serie, seguono una versione in gesso di quasi due metri del Pensatore (individuato dalla critica come una sorta di riferimento a Rodin stesso) e, per finire, lo sguardo non può che essere catalizzato dall’imponente versione in bronzo de Le tre ombre, sintesi di tutta la sua ricerca formalistica.
Ritrovarsi di fronte ad una carrellata delle maggiori opere di Rodin costituisce indubbiamente un’esperienza di grande impatto; un’occasione, dunque, per chi già conosce e apprezza il talento dell’artista parigino, ma anche per coloro che vi si approcciano per la prima volta.
Valentina Taglieri
In mostra fino al 20 marzo
Palazzo Leone da Perego
via Gilardelli, 10 – Legnano (Mi)
Tel: 0331 471335
sale@legnano.org
Il comune di Legnano, nella cornice di palazzo Leone da Perego, ospita la più importante retrospettiva mai realizzata in Italia sul grande artista francese, vissuto nella seconda metà dell’800. La mostra Rodin. Le origini del genio, in corso fino al 20 Marzo, intende ripercorrere la carriera del pittore e scultore attraverso una serie di opere (120 tra disegni, sculture e dipinti inediti) che raccontano la produzione di Auguste Rodin dagli esordi nel mondo dell’arte, fino ad arrivare alla massima espressione del suo percorso stilistico, incarnato dalla famosa Porta dell’Inferno.
In evidenza il passaggio dal Rodin ancora legato ad un’espressione borghese dell’arte, alla metamorfosi nell’artista “moderno” che unisce sperimentazione a monumentalità; un cammino attraverso pittura e scultura.
La mostra si apre infatti con le opere giovanili, risalenti al 1854, quando l’artista era studente della «Piccola Scuola» dove acquisì una solida formazione tecnica basata sul disegno e sulle arti decorative. Accanto a ritratti di familiari e amici, ancora di gusto tradizionale, spiccano i busti in bronzo e in marmo de L’uomo dal naso rotto, ritenuto da Rodin stesso la sua prima vera scultura. Si prosegue poi con una serie di dipinti, concessi per la prima volta all’Italia dal Musée Rodin di Parigi. La parentesi pittorica dedicata allo studio del paesaggio in Belgio ricorda la tradizione di maestri come Corot e Courbet ed è fondamentale per gli studi dell’artista sulla luce e lo spazio, utilizzati successivamente nella scultura.
Se nel corso della sua produzione artistica Rodin ha cercato il favore della critica e dei circoli artistici francesi, non ha tuttavia rinunciato a formulare un proprio linguaggio, in bilico tra equilibrio classico ed una moderna monumentalità, che lo renderà spesso ostile proprio a quel mondo accademico di cui egli ambiva a far parte. Gli elementi innovativi che caratterizzano l’opera più matura di Rodin sono però gli elementi che più affascinano lo spettatore di oggi.
L’esposizione di sculture quali L’eta del bronzo e San Giovanni battista, un cambio di rotta rispetto al lavoro precedente, cariche di una grande forza evocativa unita alla lezione di maestri classici (primo tra tutti Michelangelo), sembrano tutte preludere all’opera centrale nell’esperienza artistica di Rodin: la Porta dell’Inferno. Il suo talento viene finalmente riconosciuto dagli esponenti più influenti del mondo dell’arte, tanto da indurre lo Stato a commissionare a Rodin la porta per il museo delle arti decorative di Parigi. La Porta diventa una fucina di sperimentazione per l’artista, il quale si misura con la forza dell’opera michelangiolesca, rintracciabile nei contrasti di luci ed ombre e nella possente struttura dei corpi.
È qui che lo spettatore si ritrova ad ammirare con stupore gli studi dei personaggi danteschi, protagonisti della porta. Il bacio apre la serie, seguono una versione in gesso di quasi due metri del Pensatore (individuato dalla critica come una sorta di riferimento a Rodin stesso) e, per finire, lo sguardo non può che essere catalizzato dall’imponente versione in bronzo de Le tre ombre, sintesi di tutta la sua ricerca formalistica.
Ritrovarsi di fronte ad una carrellata delle maggiori opere di Rodin costituisce indubbiamente un’esperienza di grande impatto; un’occasione, dunque, per chi già conosce e apprezza il talento dell’artista parigino, ma anche per coloro che vi si approcciano per la prima volta.
Valentina Taglieri
In mostra fino al 20 marzo
Palazzo Leone da Perego
via Gilardelli, 10 – Legnano (Mi)
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