8 giugno 2010

Coccodrillo n.5 – Commemorazioni improbabili: Niccolò Ghedini

Si è spento nella sua residenza romana l’avvocato Niccolò Ghedini. Era celebrato perchè poteva ottenere sempre e comunque l’assoluzione per il suo assistito, prescindendo da ogni aspetto collaterale, come per esempio la sua innocenza.

L’avvocato era affetto da lungo tempo da una semplice polmonite, male non certo incurabile. Purtroppo però, invece di andare in ospedale, si era rivolto al tribunale di Roma chiedendo che il morbo venisse spostato d’ufficio ad un'altra persona. – I malati sono tutti uguali - aveva spiegato – ma alcuni sono più uguali di altri.

Si era mostrato sereno fino all’ultimo di fronte ad amici e parenti -Tranquilli- aveva detto – dopo due anni, anche se non ci si cura, la malattia si prescrive da sola.

In imbarazzo il sacerdote giunto per l’estrema unzione – Diceva che Silvio è amico intimo del mio principale e pretendeva di ricevere l’assoluzione senza nemmeno confessarsi. Quando gli ho chiesto di dirmi i suoi peccati, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

La scomparsa di Ghedini ha ispirato il prossimo film Medusa: “Il settimo guardasigilli”. Nella pellicola l’avvocato, sfidato a scacchi dalla morte, vince la partita con un brillante decreto interpretativo: i pedoni del bianco possono trasformarsi in qualsiasi momento in regine, a patto che si trovassero sulla scacchiera ad inizio partita.

Difficile alleviare il cordoglio dei parenti – Purtroppo la nostra vita non sarà più la stessa – dicono – ora che tutto il nostro affetto è rimasto senza utilizzatore finale.

Lo ricorda con affetto la maestra di catechismo – Lo preoccupava soprattutto il fatto che Dio vedesse tutto in ogni momento - ricorda commossa – pensate che prima della Cresima chiese al vescovo che l’occhio divino venisse spento di fronte ad episodi “penalmente non rilevanti”.

Nel cassetto del comodino dell’avvocato sono stati trovati degli appunti per la legge “che avrebbe sempre sognato fare”: si tratta del decreto salva-stempiatura, secondo il quale ogni capello caduto illegalmente viene fatto rientrare forzatamente sulla testa del presidente del consiglio e dei suoi amici più bisognosi (su tutti Galliani e Confalonieri).

Discordi le voci del mondo politico: Silvio Berlusconi, preoccupatissimo, ha chiesto se fosse ancora vivo l’avvocato che fece assolvere O.J. Simpson. Per Bersani la scomparsa di Ghedini ricorda “il sonno del mugnaio dopo la macina”, con la consueta metafora bucolica un po’ oscura. Polemiche come al solito per l’editoriale di Feltri, che tuona – Di Pietro, lo hai ucciso tu, stronzo! -.

Ma il più affranto è senz’altro il ministro Alfano, - Domani ho il consiglio dei ministri- ha dichiarato - e non avevamo ancora finito il dettato!

 

Addio Niccolò, purtroppo di fronte al fatale appuntamento

Non si può chiedere il legittimo impedimento

Filippo Bernasconi

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