In occasione della settimana dell’infanzia, l’ultima moda su facebook, comparsa lunedì un po’ in sordina e dilagata qualche giorno più tardi nel giro di poche ore, consiste nel postare sull’immagine del profilo la foto di un cartone animato, di modo da “non vedere più una sola faccia umana, ma una serie infinita di ricordi”.
Il risultato è una cacofonia di anime, una reunion tra protagonisti Disney, un deja-vu sentimentale per chi ha frequentato le elementari e le medie tra gli anni Ottanta e Novanta.
Goku chatta con Lady Oscar; Heidi è in “situazione complicata” con Charizard, che è fratello di Pollon, Mignolo, i Biker Mice e Inuyasha (si diventa sempre famiglie allargate, su facebook!) che ha un post in bacheca di Ranma, commentato da Pochaontas.
Persino le nuove generazioni, i cosidetti “Bimbiminkia” del liceo, non sembrano immuni a questo trend: le loro foto sono tutte un omaggio Sailor Moon o ai Disney classics, come se dopo la fine di Dragonball GT nessun cartone fosse degno di essere ricordato.
“Non li fanno più come una volta” ho sentito dire da qualche coetaneo nostalgico. Niente di più vero.
Qualche giorno fa mi è capitato di vedere un paio di puntate delle Winx. Ignorarne l’esistenza è un po’ come cercare di tapparsi le orecchie davanti al nuovo film Harry Potter: impossibile. Tra pubblicità, lungometraggi e regalini dentro le merendine, chiunque deve averne sentito parlare almeno una volta! Ma per i più ostinati paria di questa perla della cartonigrafia italiana, farò un breve riassunto della trama: protagoniste della storia sono cinque amiche (poi diventate sei) che vanno alla scuola per fate di Alfea e combattono contro le nemiche storiche, le perfide streghe Trix. L’idea non è male, tanto più che in un periodo di banalità e di “già visto” quale è quello attuale, la storia sembra contenere un barlume di originalità. Il fatto che per una volta si tratti di un prodotto made in Italy, fa riempire anche di un certo orgoglio.
Ma c’è un ma. Se si dovesse ascrivere a un sottogenere, “Winx Club” apparterrebbe sicuramente alla fantascienza. E non tanto perché la storia verte su magie e incantesimi, ma per tutto l’apparato di messaggi subliminali assolutamente surreali che le fanno da contorno!
Cominciamo dall’aspetto fisico delle ragazze: tutte alte, magre, bellissime e con un vitino dal diametro massimo di dieci centimetri, un vero inno all’anoressia. Il loro look tipico prevede la minigonna d’ordinanza, associata a un top striminzito che farebbe arrossire dall’imbarazzo la Christina Aguilera dei tempi di Dirrty. Quanti gruppi di amiche altrettanto omologati si possono incontrare nella realtà? Nessuno.
E poi. Tutte le Winx sono fidanzate. Tutte. Nello stesso momento (fatto statisticamente del tutto impossibile). Con dei principi azzurri (in senso letterale: su Alfea c’è persino una scuola apposta!) che dicono per davvero frasi come “essere lontano da te non significa che tu sia lontana dal mio cuore”. Definirli stucchevoli è riduttivo. Le loro relazioni sono assolutamente perfette, solide e idilliache, il peggio che può capitare è che un’altra fata invidiosa scagli un incantesimo sul fidanzato di turno, facendolo innamorare di sé, ma dopo aver versato lacrime per un paio di puntate, anche a questo si trova rimedio.
I temi discussi durante gli episodi, escludendo le varie moraline da cartone del primo pomeriggio sul bene che sconfigge sempre il male, (quindi: bambine fate sempre del bene!), variano da “quale vestito indosso oggi pomeriggio?” a “Oddio, come sono in ansia, devo incontrare i genitori del mio futuro marito, spero di piacergli!”, tutti argomenti sicuramente trattati con regolarità dal target di bambine sotto i dieci anni al quale il cartone si riferisce.
A dargli un’occhiata mediamente approfondita, l’idea è che si tratti di un corso di formazione a disegni animati per future veline, a non dire di peggio!
Sono proprio passati i tempi dei cartoni della nostra infanzia. Meno male che c’è facebook a ricordarci di “Johnny”, troppo imbranato per rivelare il suo amore alla bella Sabrina, e di “Rossana”, che ha passato novantacinque puntate a palpitare per il bacio a stampo di Erik (e noi con lei)!
Elisa Costa
Il risultato è una cacofonia di anime, una reunion tra protagonisti Disney, un deja-vu sentimentale per chi ha frequentato le elementari e le medie tra gli anni Ottanta e Novanta.
Goku chatta con Lady Oscar; Heidi è in “situazione complicata” con Charizard, che è fratello di Pollon, Mignolo, i Biker Mice e Inuyasha (si diventa sempre famiglie allargate, su facebook!) che ha un post in bacheca di Ranma, commentato da Pochaontas.
Persino le nuove generazioni, i cosidetti “Bimbiminkia” del liceo, non sembrano immuni a questo trend: le loro foto sono tutte un omaggio Sailor Moon o ai Disney classics, come se dopo la fine di Dragonball GT nessun cartone fosse degno di essere ricordato.
“Non li fanno più come una volta” ho sentito dire da qualche coetaneo nostalgico. Niente di più vero.
Qualche giorno fa mi è capitato di vedere un paio di puntate delle Winx. Ignorarne l’esistenza è un po’ come cercare di tapparsi le orecchie davanti al nuovo film Harry Potter: impossibile. Tra pubblicità, lungometraggi e regalini dentro le merendine, chiunque deve averne sentito parlare almeno una volta! Ma per i più ostinati paria di questa perla della cartonigrafia italiana, farò un breve riassunto della trama: protagoniste della storia sono cinque amiche (poi diventate sei) che vanno alla scuola per fate di Alfea e combattono contro le nemiche storiche, le perfide streghe Trix. L’idea non è male, tanto più che in un periodo di banalità e di “già visto” quale è quello attuale, la storia sembra contenere un barlume di originalità. Il fatto che per una volta si tratti di un prodotto made in Italy, fa riempire anche di un certo orgoglio.
Ma c’è un ma. Se si dovesse ascrivere a un sottogenere, “Winx Club” apparterrebbe sicuramente alla fantascienza. E non tanto perché la storia verte su magie e incantesimi, ma per tutto l’apparato di messaggi subliminali assolutamente surreali che le fanno da contorno!
Cominciamo dall’aspetto fisico delle ragazze: tutte alte, magre, bellissime e con un vitino dal diametro massimo di dieci centimetri, un vero inno all’anoressia. Il loro look tipico prevede la minigonna d’ordinanza, associata a un top striminzito che farebbe arrossire dall’imbarazzo la Christina Aguilera dei tempi di Dirrty. Quanti gruppi di amiche altrettanto omologati si possono incontrare nella realtà? Nessuno.
E poi. Tutte le Winx sono fidanzate. Tutte. Nello stesso momento (fatto statisticamente del tutto impossibile). Con dei principi azzurri (in senso letterale: su Alfea c’è persino una scuola apposta!) che dicono per davvero frasi come “essere lontano da te non significa che tu sia lontana dal mio cuore”. Definirli stucchevoli è riduttivo. Le loro relazioni sono assolutamente perfette, solide e idilliache, il peggio che può capitare è che un’altra fata invidiosa scagli un incantesimo sul fidanzato di turno, facendolo innamorare di sé, ma dopo aver versato lacrime per un paio di puntate, anche a questo si trova rimedio.
I temi discussi durante gli episodi, escludendo le varie moraline da cartone del primo pomeriggio sul bene che sconfigge sempre il male, (quindi: bambine fate sempre del bene!), variano da “quale vestito indosso oggi pomeriggio?” a “Oddio, come sono in ansia, devo incontrare i genitori del mio futuro marito, spero di piacergli!”, tutti argomenti sicuramente trattati con regolarità dal target di bambine sotto i dieci anni al quale il cartone si riferisce.
A dargli un’occhiata mediamente approfondita, l’idea è che si tratti di un corso di formazione a disegni animati per future veline, a non dire di peggio!
Sono proprio passati i tempi dei cartoni della nostra infanzia. Meno male che c’è facebook a ricordarci di “Johnny”, troppo imbranato per rivelare il suo amore alla bella Sabrina, e di “Rossana”, che ha passato novantacinque puntate a palpitare per il bacio a stampo di Erik (e noi con lei)!
Elisa Costa
Riguardo le Winx...
RispondiEliminaho visto un paio di puntate assieme a mia figlia e quello descritto è la punta dell'iceberg! Ho visto chiaramente a pieno schermo il pentalfa(la stilizzazione di satana) e altrettanti richiami espliciti ai simboli massonici.E ho guardato solo 2 puntate...
Può pure darsi pero le winx sono adatte alle bambine 12+. E poi se le bimbe entrano nel cartone allora si che ce pericolo
RispondiElimina